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Autore: marvel_ous    09/02/2015    1 recensioni
A Dublino le vite di tre ragazze verranno sconvolte dall'amore e impareranno che un cuore spezzato può tornare ad amare con l'aiuto dell'uomo giusto.
“Stai scherzando? Davvero tu non sai chi siano Colin ed i suoi amici o mi stai prendendo in giro?”
“Come scusa? Tu li conosci? Sono dei tipi da cui dovrei stare alla larga?”
“Non ci credo! Quel Colin è Colin Farrell ed i suoi amici sono Tom Hiddleston e Robert Downey Jr!!"
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Somebody to love
 
POV HANNA
 
“Che noia!!!!!” – urlo dentro di me. Amo l’accademia e i miei studi, ma il martedì abbiamo lezioni solo teoriche e quella di oggi è particolarmente noiosa.
Ho smesso di ascoltare subito dopo i primi 10 minuti di spiegazione; non riesco a rimanere concentrata, troppi pensieri, inoltre queste sedie sono tremendamente scomode e continuo a muovermi per cercare una posizione decente mentre scarabocchio su un foglio qualche bozzetto per il progetto d’esame. L’idea del progetto è quello di creare un demone antico cercando di non prendere spunti da opere già realizzate, verranno valutate sia la tecnica che l’originalità. Ho già fatto le bozze, ora mi mancano il disegno finale e devo realizzare il modello con materiali a mia scelta. Continuo a pasticciare il foglio nella speranza, vana, che il tempo passi più rapidamente quando sento il cellulare vibrarmi in tasca, un messaggio. “Chi potrà mai essere a quest’ora? Lily è a lezione e Andrea starà sicuramente dormendo” penso prendendo lo smartphone. Sblocco e apro il messaggio.
Colin: ‘Hey!’. Il mio cure perde un battito, sono passati solo due giorni da domenica, non pensavo mi avrebbe scritto cosi presto. Inizio a sorridere come un’ebete, tant’è che la mia vicina di banco inizia a osservami in malo modo. “Cosa guardi? Non hai mai visto una matta in vita tua?” le dico infastidita e lei, indignata, torna ad osservare l’insegnante e prendere appunti. Dopo averci pensato un po’ su rispondo a Colin:
 
Hanna: ‘Hey a te!’
Colin: ‘Come procede?’
Hanna: ‘Annoiate e tu?’
Colin: ‘Annoiato anche io. Tu perché?’
Hanna: ‘Lezione teorica in accademia, che stai facendo di così noioso?’
Colin: ‘Nulla, ho appena finito un’intervista per Vanity Fair. Cosa ne dici se irrompo nella tua aula e ti rapisco?’
Hanna: ‘Non c’è bisogno che tu irrompa in aula, possiamo trovarci fuori visto che tra un’ora ho finito =)’
Colin: ‘Ci sto! Tra un’ora sono lì fuori a prenderti! P.S. Sarò quello figo con il BMW blu’
Hanna: ‘Ah poco modesto il ragazzo! A dopo!’
 
Mi accorgo di non veder l’ora che passi quest’ora in modo da poter incontrare ancora Colin; quel ragazzo mi lascia sia perplessa che affascinata, non lo conosco molto bene ma accanto a lui provo sensazioni che non sentivo da tempo e che, forse, non ho mai provato. Mi sono talmente persa tra il disegno e le mie riflessioni che non mi accorgo che la lezione è appena terminata; raccolgo le mie cose, metto la giacca, prendo la borsa e mi avvio verso l’uscita.
Sto camminando quando Abigail mi si affianca “Hanna! Io , Sean e Madeline andiamo a mangiarci qualcosa, ti unisci a noi?”. È una delle poche ragazze simpatiche che frequenta il mio corso. “Purtroppo ho già un appuntamento con un amico, magari la prossima volta” le rispondo dispiaciuta mentre usciamo dall’edificio e mi guardo attorno per cercare Colin. Lo vedo. È proprio quel figo che fuma appoggiato al cofano di una BMW blu; indossa una berretta, una sciarpa e gli occhiali da sole per non essere riconosciuto, immagino. E l’espediente sembra funzionare.
“Niente, sarà per la prossima volta… ma chi è quel figo?” dice Abigail. Mi ero totalmente dimenticata che fosse ancora in fianco a me. “Un mio amico. Ciao!” le rispondo accelerando il passo per seminarla così che non possa farmi altre domande e raggiungo Colin.
“Ciao ragazza annoiata” esordisce e, avvicinandosi, mi da un bacio sulla guancia. Sento la pelle bruciare a contatto con le sue labbra.
“Ciao ragazzo di Vanity Fair” gli rispondo tentando, invano, di celare il  mio imbarazzo.
“Vogliamo andare?” chiede mentre mi apre la portiera della macchina per farmi salire. Che galante!
“Si, grazie!”
“Prego piccola!” Ed ecco che mi ritrovo di nuovo le guance in fiamme. Tento di trovare rapidamente un argomento di cui parlare per non fare la figura della ragazzina imbarazzata.
“Complimenti per la macchina, è stupenda; altro che quel catorcio della mia Panda scassata. Ma sbaglio o l’altra sera avevi una macchina diversa?” dico ammirando l’auto.
“Non sbagli. Era di un mio amico, mentre questa è a noleggio; tutte le mie macchine sono rimaste a Los Angeles” rispose continuando a guardare la strada.
“Ah quindi abiti a LA?” chiedo curiosa “e dove mi stai portando?”
“Si, per comodità mi sono trasferito definitivamente lì. Spero ti piaccia il cibo italiano, perché ti sto portando nel migliore ristorante di Dublino. La Terrazza”
Lo conosco si quel posto, costa un occhio della testa ed è il più rinomato di Dublino; per prenotare bisogna chiamare con almeno un mese di anticipo. È situato a Killiney Hill, dove si può ammirare una vista sulla baia mozzafiato. Da piccola, in primavera, ci andavo sempre con i miei genitori; mi piaceva correre nel prato, soffiare sui dente di leone e osservarli finché tutti i ciuffi bianchi non avevano preso il volo verso il mare come piccoli paracadute. Poi esprimevo sempre un desiderio.
Mi risvegliai dai miei pensieri e cominciai a guardare il viso di Colin, senza più riuscire a distogliere lo sguardo. Era stupendo, una bellezza indescrivibile, con dei lineamenti perfetti.
“Ti piaccio?” chiese lui cogliendomi di sorpresa.
“Cosa??” dissi accorgendomi della figura di merda “non stavo mica guardando te! Ero persa nel vuoto pensando ad una cosa”.
“E allora cosa occupava i tuoi pensieri?” mi domandò curioso.
“Niente di interessante” risposi vaga. Inaspettatamente mi prese la mano e la strinse, era così calda e il mio cuore prima perse un battito e, successivamente, iniziò ad accelerare i battiti.
Una ventina di minuti dopo arrivammo a destinazione; Colin mi aprì la portiera e ci avviamo all’ingresso del ristorante. Il cameriere all’ingresso riconobbe subito Colin. “Signor Farrell, benvenuto. Vi accompagno subito al vostro tavolo.”
Dopo aver consultato il menù optammo entrambi per una fiorentina, io presi anche un bicchiere di vino mentre per Colin solo acqua. Mi spiegò che si concedeva all’alcool solo una volta al mese a causa della sua passata dipendenza.
Pranzammo continuando a parlare del più e del meno, ero curiosa di sapere quante più cose possibili su di lui; era terribilmente interessante.
“Allora uomo misterioso, parlami un po’ di te” domandai curiosa.
“Come ben sai mi chiamo Colin, ho 38 anni e vivo a LA da molto tempo ma sono qua per prendermi una vacanza.”
“Grazie per avermi fatto il riassunto della tua pagina di Wikipedia. Io vorrei conoscerti per la persona che sei veramente, non chi sei per gli altri” risposi acida e imbarazzata.
“Hai ragione, scusa. Non sono abituato a parlare di me, la gente cerca altro; sono felice che tu sia interessata a ME” disse guardandomi negli occhi per qualche istante, poi mi fece un sorriso di gratitudine e riprese a parlare “allora… cosa posso dire di me; sono un uomo semplice nonostante l’apparenza, sono single per scelta e sto cercando il vero amore perché sono stanco di storielle da una notte sola. In passato ho avuto parecchi problemi con droga ed alcool ma sono pulito ormai da parecchi anni e ne vado molto fiero; mantengo questo equilibrio anche grazie allo yoga. Ho un fratello più grande di me, due sorelle e una madre fantastica, altro motivo per il quale mi trovo qui a Dublino. Ah.. e amo i tuoi capelli viola.” Gli sorrido imbarazzata e lo ringrazio.
Ha avuto una vita davvero dura ma è riuscito a lasciarsi tutto alle spalle e ora la affronta con un sorriso; un sorriso che mi fa sciogliere ogni volta, lui sorride e il mio cervello smette di funzionare. Continuo a guardarlo negli occhi, non riesco a distogliere lo sguardo, così penetranti come se volesse leggermi l’anima. Mi sentii arrossire e scattai in piedi.
“Che caldo! Tu non hai caldo qui dentro? Penso che andrò a prendere una boccata d’aria, fumarmi una sigaretta. Poi torno.” Afferrai la giacca e corsi fuori a respirare un po’. – Ma cosa diavolo mi prende? Come può piacermi così tanto se lo conosco solo da 5 giorni! E inoltre continuo a fissarlo come se fossi una stalker! Devo darmi una regolata – dico a me stessa mentre mi fumo la mia sigaretta e inizio a tranquillizzarmi. Ero assorta nei miei pensieri quando, con la coda dell’occhio, vedo Colin che mi si avvicina e si accende una sigaretta – è dannatamente sexy mentre fuma… NO Hanna smettila!!
“Adesso dove ti piacerebbe andare?” mi chiese sorridendo.
“In realtà dovrei portare fuori Bowie altrimenti mi distrugge la casa, ti andrebbe di accompagnarci per una passeggiata?” chiesi speranzosa di una sua risposta positiva.
“Molto volentieri! Andiamo” e si avviò verso la macchina.
“Ma non dobbiamo pagare il pranzo?”
“Ci ho già pensato io piccola. Non ti avrei mai permesso di pagare.” Mi fece l’occhiolino e aprì la portiera.
Sentendomi chiamare nuovamente ‘piccola’ rimasi imbambolata per qualche secondo, poi lo raggiunsi “grazie per il pranzo allora.” Salii in macchina e ci avviammo verso casa mia.
Mentre Colin mi aspettava sotto casa andai a recuperare Bowie e lo trovai seduto al centro della stanza con il suo guinzaglio in bocca in trepida attesa di uscire.
“Ciao amore mio! Ho fatto un po’ tardi, perdonami” gli dissi accarezzandogli il pancino “dai andiamo che Colin ci aspetta.” Neanche il tempo di terminare la frase che, al solo nominare Colin, Bowie si precipitò giù dalle scale per saltargli addosso.
“Ciao Bowie! Anche tu mi sei mancato cucciolone.”
Mi chiudo il portone alle spalle e guardo il mio cane farsi coccolare “Sei un venduto
Bowie”.
Ci avviammo verso il parco e chiacchierammo per tutta la passeggiata; io gli parlai un po’ di me, della mia famiglia, della mia vita e di quanto stimi Tim Burton. Lui mi parlò del suo mondo, di quanto possa essere tanto affascinante quanto pericoloso. Una trentina di minuti dopo ci ritrovammo di nuovo sotto casa mia; era arrivato il momento dei saluti, ma nessuno dei due voleva andare via.
“Ehm… io non avrei nulla da fare fino alle 17:30. Non è che ti andrebbe di salire? Ci beviamo qualcosa o ci guardiamo un film” chiesi in imbarazzo, magari aveva qualcosa di più importante da fare.
Il viso di Colin si illuminò, poi disse “Ci sto! Ma il film lo scelgo io!”
Gli aprì la porta e lo lasciai entrare “Fai pure come se fossi a casa tua e non badare al disordine, per favore. Non ho avuto il tempo di sistemare la casa in questi giorni.” “Sembra casa mia. Un po’ più piccola… parecchio più piccola, ma il disordine è lo stesso” disse Colin mettendosi a ridere.
“Hey! Non prendere in giro la mia casina, io non sono una superstar di Hollywood; questo è il massimo che posso permettermi” risposi tentando di sembrare offesa e mettendo un broncio che lo fece ridere.
“Ok, hai ragione, chiedo umilmente perdono. Comunque mi piace, è accogliente e… intima.”
Intima… sento le guance di nuovo in fiamme, credo di essere paonazza in viso.
“Grazie” sussurro “comunque mettiti pure comodo; lì c’è il portatile, scegli pure un film su Netflix mentre vado a preparare i pop-corn.” Corro in cucina super imbarazzata e sbircio in salotto per vedere cosa fa lui: si è comodamente seduto sul divano con il portatile sulle ginocchia, con una mano digita sulla tastiera e con l’altra accarezza Bowie che dorme accanto a lui – l’uomo più bello che abbia mai incontrato, un divo di Hollywood, è sul divano della mia incasinatissima casa. Ditemi che non sto sognando! – il suono del microonde mi avvisa che i pop-corn sono pronti, mi risveglio dai mie pensieri, prendo la ciotola e raggiungo Colin sul divano.
“Hai scelto il film da guardare?” chiedo curiosa.
“Assolutamente si! Saving Mr. Banks” dice euforico “l’hai mai visto?”
“Mmm… no. Mai sentito nominare. Di cosa parla? Che attori ci sono?” chiedo un po’ confusa.
“Tom Hanks? Emma Thompson? IO?” elenca ponendo una particolare enfasi su se stesso. Lo guardo mortificata “mi spiace, mai visto! Ma son più che felice di vederlo se ci sei tu” gli dico sorridendo.
Entrambi cerchiamo una posizione comoda, prendo una coperta, metto la ciotola dei pop-corn tra noi e facciamo partire il film. Inizia a piacermi fin da subito, è da parecchio tempo che non guardo un film ‘normale’ senza effetti speciali da studiare; appena appare il personaggio di Colin mi giro verso di lui e lo guardo euforica, lui mi sorride imbarazzato.
“Non essere in imbarazzo! Sei bravissimo e molto bello” gli dico dolcemente. Lui mi sorride e mi abbraccia “grazie piccola, ma quei capelli non mi piacevano nemmeno un po’” ride.
“No stavi bene, ma ti preferisco ora con quest’aria da ragazzaccio.”
Ci sciogliamo dall’abbraccio ma il suo braccio rimane a circondare le mie spalle lasciandomi leggere carezze che mi fanno rabbrividire e avvampare; cerco di controllarmi e torno a concentrarmi sul film. Riesco a guardarlo tutto senza altre interruzioni e alla fine mi emoziono “bellissimo film, ma potevi dirmelo che faceva piang…” non riuscì a finire la frase perché, voltandomi, mi accorsi che Colin si era addormentato. Aveva un volto completamente rilassato e le labbra leggermente socchiuse; era così bello e dolce mentre dormiva. Allungai la mano verso il suo viso e lo accarezzai delicatamente, sentivo la sua pelle calda sotto le mie dita, il contatto mi fece rabbrividire e ritrassi subito la mano – ma che fai? E se si sveglia e ti trova a fissarlo imbambolata come un pesce lesso? Terza figura di merda della giornata! – dissi rimproverandomi mentalmente. Osservo l’orologio distrattamente e mi accorgo che sono le 17:10 – devo iniziare a prepararmi per andare al lavoro – lascio Colin dormire e vado in bagno per mettermi la divisa da lavoro. Alle 17:20 sono pronta. Mi siedo accanto a Colin che dorme ancora come un bambino, non vorrei svegliarlo ma devo.
“Colin…” gli accarezzo un braccio.
“Colin…” ripeto scuotendolo leggermente e lui finalmente apre gli occhi, si guarda in torno e poi torna ad osservarmi mortificato.
“Perdonami. Non volevo addormentarmi, scusami tanto” implora.
“Non ti preoccupare, non è un problema, ma io ora devo andare al lavoro e non posso lasciarti qui” gli dico semplicemente.
“Avresti potuto lasciarmi qua da solo, non ti avrei rubato nulla giuro.”
“Non posso lasciarti da solo in casa mia, ci sono cose che sono… private!”
“Hai paura che sbirci tra le tue cose e scopra che in realtà sei una mia grandissima fan e che tieni le mie foto nudo attaccate alle pareti della tua camera?” dice guardandomi euforico, un secondo dopo si alza e corre verso la mia camera per controllare. Gli corro dietro.
“Cosa fai?! È camera mia, non puoi entrarci senza il permesso!” dico indignata.
“Dovevo controllare, ma sono rimasto molto deluso. Non hai mie foto nudo alle pareti” risponde dispiaciuto con la testa china e le spalle basse “peccato, non sai cosa ti perdi.”
Lo guardo perplessa ed entrambi scoppiamo a ridere, afferro il primo cuscino che mi capita sottomano, mi avvicino lui e glielo tiro dritto in faccia. “Quanto sei scemo” dico continuando a ridere.
“Come. Hai. Osato?” un ghigno compare sul suo volto, mi viene incontro placcandomi come se fossi un sacco di patate, mi lancia sul letto e inizia a farmi il solletico. “Adesso te la faccio pagare cara. Non smetto finché non implori pietà” dice continuando a farmi il solletico. Mi dimeno per liberarmi ma è tutto inutile, è troppo forte e la sua presa è salda. Sto ridendo troppo e mi manca il fiato.
“Pietà! Hai vinto! Non respiro!” urlo tra una risata e l’altra. Colin si ferma ma non si sposta, entrambi ridiamo cercando di riprendere fiato senza staccare gli occhi l’uno dall’altro. Pochi istanti e Colin diventa serio, continua a guardarmi, mi accarezza i capelli e pian piano avvicina il suo viso al mio; i nostri nasi si sfiorano, gli sguardi incatenati, le labbra sempre più vicine, posso sentire il suo respiro sulle mie labbra, sta per chiudere gli occhi…
“Dovremmo andare! Sono in ritardo per il lavoro” dico un istante prima che le nostre labbra si incontrino – CRETINA! – urlo dentro di me.
Colin si alza e mi tende una mano per aiutarmi “certo piccola, andiamo” dice con un sorriso e ci avviamo verso la porta. Prendiamo chiavi e giacche ed usciamo di casa; si offre di accompagnarmi al lavoro visto che la mia macchina è ancora dal meccanico. Il tragitto durò solo cinque minuti, ma furono i più lunghi della mia vita poiché li passammo in silenzio, troppo imbarazzati e tesi per poter dire qualcosa.
Si fermò proprio davanti al pub “Eccoci qua. Grazie mille per la bella giornata Hanna, e scusami per essermi addormentato” dice ancora mortificato.
“Figurati, il piacere è stato mio. Mi hai salvato da un pomeriggio di noia ed è stato un piacere sentirti russare” gli dico scherzando.
“Hey! Io non russo… credo! Ho russato?” mi chiede visibilmente preoccupato.
“No, stavo scherzando” rispondo e lui tira un sospiro di sollievo “ora vado perché sono in ritardissimo. Ciao!” e lo abbraccio. Ci sciogliamo dall’abbraccio ma il contatto rimane, lui strofina leggermente il suo naso contro il mio e prova ad avvicinarsi a me ancora un po’. Chiudo gli occhi, questa volta pronta a baciarlo, lo sento fare un sospiro pesante e poi le sue labbra sono sulla mia guancia. Riapro gli occhi e lui mi sorride dolcemente “Buon lavoro.”
Scendo dalla macchina e mi avvio all’entrata del pub, alle mie spalle l’auto parte a tutta velocità – perché non l’hai baciato quando eravate in camera? Perché sei così cretina e ti sei tirata indietro? Ha fatto bene ad andarsene. Ha fatto proprio bene – continuai a rimuginare per tutta la sera, ma fortunatamente il lavoro mi distrasse dai miei pensieri. Colin mi manderà al manicomio, è il primo uomo dopo tanto tempo che scatena in me queste emozioni e, onestamente, ho paura.
 
• • •
 
 “Sei un cretino! Perché non l’hai baciata? Voleva essere baciata! Aveva pure chiuso gli occhi! Perché sei così cretino Colin? Perché?” dico parlando da solo guardandomi nello specchietto retrovisore della macchina.
“CRETINO!!!”
 
• • •
 
Sto fissando il soffitto quando la sveglia inizia a suonare, sono le 8:00. Ieri sera sono tornata tardissimo dal lavoro e non ho dormito un granché; ho passato tutto il tempo a rigirarmi nel letto pensando a Colin, ai suoi occhi e a quei baci non dati. Sono esausta e, oltretutto, alle 10:00 ho pure lezione. Decido di alzarmi e farmi una doccia per darmi una bella svegliata; mi sistemo e alle 8:40 sono pronta, è ancora presto. Mi faccio un caffè e decido di chiamare in Skype Lilian e Andrea, ho bisogno di parlare con loro.
Avvio la chiamata a tre e pochi istanti dopo entrambe mi rispondono.
“Ciao ragazze!” dico guardando i visi che sono apparsi sul monitor del mio computer.
“Ciao tesoro!” mi risponde Lily con un sorriso.
“Spero che questa chiamata sia una questione di vita o di morte…” dice Andy con la faccia assonnata e i capelli di chi si è appena svegliata, non che siano molto diversi dal solito in realtà “sono andata a letto due ore fa! Se non è importante ti uccido Hanna” conclude minacciandomi.
“Non la definirei questione di vita o di morte ma… quasi” rispondo imbarazzata, è passato così tanto tempo dall’ultima volta che mi ho parlato di un uomo alle mie amiche.
“Cosa è successo Hanna?” mi chiede subito Lily con espressione preoccupata. Vedo Andrea allontanarsi dal computer e farsi un caffè “Parla pure che ti sento” mi dice “Però ho bisogno di un caffè.”
“Ehm… ecco… ieri ero in accademia e mi annoiavo, finché non mi ha scritto Colin” dico incerta.
“E?!?!?!” dicono in coro le ragazze.
“E niente… mi ha invitato a pranzo ed io ho accettato” confesso con voce stridula.
Loro mi fanno cenno di continuare ed inizio a raccontare tutta la giornata passata con Colin. Mi ascoltano interessate e curiose. Racconto anche del momento in cui, in camera mia, lui ha provato a baciarmi e io mi sono tirata indietro.
“Cosa???” chiede Lilian basita.
“Ma sei scema?!” mi insulta invece Andrea.
“Non sapevo cosa fare! Volevo baciarlo ma avevo paura, ero in imbarazzo, non bacio nessuno da un po’; inoltre lo conosco da troppo poco tempo ed ero in ritardo per il lavoro” tento di giustificarmi.
“No Hanna. Non ci siamo. Un uomo del genere cerca di baciarti e tu ti sposti? Ma cosa hai in testa? Lascia perdere la paura e tutto il resto; era solo un bacio, mica devi sposartelo” replica Lilian quasi urlando.
“Un momento, fammi capire… tu mi hai svegliata a quest’ora del mattino per parlare di Colin e della magnifica giornata che avete passato insieme e, quando arrivi al momento interessante della storia, mi dici che ti sei tirata indietro?! In poche parole mi hai svegliata così presto per dirmi che, oltre a non aver scopato, non te lo sei nemmeno limonata?” dice Andrea con aria disperata, punta un dito allo schermo e continua “sappi che mi devi due bottiglie di Jack” e si mette a ridere. Sembra arrabbiata ma so che sta scherzando, nonostante l’apparenza ha un cuore grande e se una di noi ha un problema è sempre pronta ad aiutarci.
“Ma dopo che ti sei tirata indietro lui cosa ha fatto?” mi chiede Lily cercando di tornare sul discorso principale.
“Niente, mi ha accompagnata al lavoro e, quando ci stavamo salutando, si è avvicinato di nuovo per baciarmi e…”
“Ti prego dimmi che te lo sei limonato, altrimenti chiudo la chiamata” interviene Andrea senza lasciarmi finire la frase.
“Beh… io ero pronta per baciarlo, ma lui si è tirato indietro e mi ha baciato la guancia. È da ieri sera che sto impazzendo, non so cosa fare. Lo so mi sono tirata indietro ma poi ero pronta. Avevo chiuso gli occhi, volevo baciarlo ma lui non l’ha fatto! Ho paura che abbia cambiato idea, che mi abbia presa per una stupida ragazzina impaurita” dico tutto d’un fiato. Sono seriamente preoccupata di quello che pensa Colin; mai nella mia vita qualcuno era riuscito a farmi sentire così bene in pochi giorni e ora temo che lui abbia cambiato idea su di me.
“Non ti preoccupare Hanna, lui sa che non hai mai avuto un buon rapporto con gli uomini. Sono sicura che prova dell’interesse nei tuoi confronti ma vorrà andarci piano per farti capire che di lui puoi fidarti; se ti fosse saltato subito addosso avresti pensato che per lui sei solo da ‘una botta e via’. Scommetto che si è dato del coglione da solo per non averti baciata!” mi rassicura Lilian regalandomi un dolce sorriso.
“Hai ragione, forse non dovrei preoccuparmi troppo ma vivere il momento. Solo che sono così spaventata, ho paura di iniziare a provare veri sentimenti per lui e alla fine di rimanerne fregata come tutte le altre volte.”
“Non fasciarti la testa prima ancora di averla sbattuta Hanna! Vedetevi, parlatene e poi deciderai cosa fare e…” Lilian si interruppe bruscamente e guardò accigliata lo schermo “Andrea è Jack Daniel’s quello che hai appena messo nel caffè?”
“Ehm… in realtà non ne ho idea, non c’è nessuna etichetta sulla bottiglia ma so di per certo che è alcool” rispose lei con aria fiera.
“ANDREA!!!” le urliamo in coro io e Lilian con tono arrabbiato.
“Sono le 9 del mattino cavolo” aggiungo io.
“Dai solo un goccio” si giustifica Andy.
Passammo i successivi 20 minuti a parlare di Colin, di quello che avrei dovuto fare, poi parlammo di Robert e Andra; ci raccontò della loro serata e di quello che le ha detto prima che lei andasse a recuperare Mat in prigione. Lilian, dopo essersi accertata che Marc non fosse nei paraggi, ci svelò che trovava Tom un tipo interessante e galante. Secondo me potrebbero essere proprio una bella coppia.
Arrivate le 9:30 mi accorsi che ero in ritardo.
“Ragazze io devo andare, ho una lezione tra 30 minuti” dico scocciata.
“Anche io ho lezione, e devo ancora vestirmi” ribatté Lilian.
“Io me ne tornerò a dormire visto che in ufficio devo andarci dopo pranzo.” Andrea, oltre che suonare, lavora per una rivista della città e si occupa delle recensioni per nuovi album e canzoni.
“Ci sentiamo ragazze. Buona giornata” dico mandando un bacio con la mano.
“Ciao!” risposero loro in coro.
E chiusi la chiamata.
 
 
 
   
 
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