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Autore: crige    09/02/2015    7 recensioni
SAVE ME.
Nell' attesa dell' aggiornamento di "Love Of My Life", potete leggere questa breve storia.
Feffe e Alessia alle prese con i classici problemi di una relazione a distanza.
Non mancherà il diabete, le uscite di Erica e la saggezza di Nene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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L' Amore è tutto, ma non abbastanza.
Spesso alcune situazioni sono troppo grandi.
Troppo forti ed intense.
Tanto da non averne via d' uscita.

Certe cose non si possono semplicemente ignorare.
Sì, le accumuliamo in una parte interiore del nostro cervello.
Le lasciamo lì.
Ma il fatto che ci sfugge, è che esse non se ne vanno.
Rimangono esattamente dove sono.

Una sopra l' altra.
Da poche diventano molte.
E poi, semplicemente, esplodono.
Tutte insieme.

Arriva un momento in cui bisogna far fronte ai nostri pensieri.
In cui essi vanno affrontati.
Esternati.
Non si può ignorare per sempre.

A volte, però, rimaniamo convinti delle nostre autoconvinzioni.
Mentiamo a noi stessi per non lasciarci travolgere dall' inevitabile.
Ma se si chiama così, un motivo c'è.

Per quanto ci sforziamo di lasciar perdere.
Di convincerci che le cose non stanno così.
Arriva il momento dove si deve dire "basta".
Dove far finta di niente non è più la soluzione giusta.
Ma diciamocelo, questa non è mai la soluzione giusta.

Dovremo imparare tutti ad affrontare subito il problema.
A non girarci intorno solo perchè le conseguenze ci spaventano.
Dovremo semplicemente prenderle di petto e agire per tempo.

Perché non si sfugge ai piensieri.
Non si sfugge alle situazioni.
Questo non ci rende maturi, ci rende codardi.

Quindi, basta fare gli immaturi.
Basta con l' autoconvinzione.
Agiamo, prima che tutto esploda e lasci solo cenere.
Facciamo in modo che ci sia ancora qualcosa per cui valga la pena lottare.
E non solo l' autocommiserazione.
L' Amore non è abbastanza, ma è un buon punto da cui partire.






                                                                         **********



"C'è una cosa che devo dirti"


E' iniziato così questo silenzio interminabile.
Questo gioco di sguardi che si cercano e si sfuggono.
Questa ansia che mi divora dentro.

Mi chiedo cosa sia di così importante da spaventarla.
Talmente tanto da arrivare a nascondermela.
Mi ha sempre detto tutto.
A parte di Antonio.

Che sia di nuovo una cosa di questo genere?
Eppure lei e Erica sono inseparabili.
Che si sia accorta di non amarla più?
La vuole fuorse lasciare?
Ma se è veramente questo, io che c'entro?

-Ok, basta- esordisco, dopo parecchi minuti -dimmelo e basta, no?! Non ha senso stare qui in silenzio!-

Mi agito un po' sul divano di casa Santoro.
Fisso la mia amica sulla poltrona di fronte a me.
La vedo prendere un bel respiro.
Passarsi una mano tra le lunghe ciocche bionde.
Separare le gambe prima accavallate.
Aprire in fine la bocca, per poi richiuderla subito.

-Nene!- la richiamo, scocciata -per favore- addolcisco poi il tono -cos'è successo di così tanto brutto?-

-Brutto non so- sospira -dipende dai punti di vista-

-Oddio- sbuffo rumorosamente, passandomi una mano sugli occhi -senti, non ho dormito nanche stanotte, sono stanca morta! Quindi, sputa il rospo e falla finita!-

-Va bene- si arrende.

-Ok, credo che mi servirà una birra per affrontare questo discorso- esclamo, alzandomi.

Mi dirigo lentamente in cucina.
Apro il frigo recuperando due lattine.
Torno poi di là, porgendone una a Eleonora.

-Ora puoi parlare-

-C'è una cosa che non ti ho detto- inizia, puntando finalmente i suoi occhi nei miei -pochi giorni fa mi è arrivata una lettera. Una lettera dalla Federazione Italiana di Rugby- dice, lasciandomi senza parole -è una convocazione per il prossimo raduno nazionale-

-Cosa?!-

-Sì- annuisce -e io, io ci sto pensando-

-Ma..-

-Insomma, è un anno che non ne ricevevo una- m' interrompe, iniziando a gesticolare -so che non ne avevamo più parlato, perché nessuna delle due ne voleva più sapere, ma ora è passato veramente tanto tempo e il rugby è tutta la mia vita e vorrei tanto dargli una possibilità e..-

-MA E' FANTASTICO!- urlo di gioia, scattando in piedi -perché cazzo non me lo hai detto prima?!- mi getto addosso a lei, abbracciandola -mi stavo domandando che cazzo aspettassero a convocarti di nuovo!-

-Non sei arrabbiata?- chiede, sorpresa.

-Perché dovrei esserlo?- domando, stranita -solo perché io non ne voglio più sapere, non implica che anche per te debba essere così!-


Sì, l' apparenza inganna.
Cioé, non che io non sia contenta per lei.
Ovvio che lo sono.
Sono solamente sorpresa.

Non credevo che lei ci pensasse ancora.
Non ne sapevo niente.
Mi domando perché non ne abbia mai parlato con me.

-Non volevo farti pensare a quel giorno- sussurra, staccandosi dal mio abbraccio -so che ci pensi già abbastanza-

-Proprio per questo avresti dovuto parlarmene- le accarezzo una guancia -sono felice che tu abbia ritirato fuori i tuoi sogni dal cassetto-

-Già- sorride -dovresti farlo anche tu-

Abbasso lo sguardo, fissandomi i piedi.
Sospiro.
I miei sogni..

La verità è che non so neanche più se ne ho.
E se sì, non so quali siano.
Non so più niente, ormai.

Anni fa pensavo fosse la Nazionale.
Sognavo di indossare quella maglia.
Sognavo di andare a vivere con Federica.
Sognavo di lavorare per qualche azienda grafica.
E adesso?
Adesso che mi rimane?

-Bhé, Antonella mi lascerà il Danger- mi sforzo di sorrdere, tornando a guardarla -e poi io e Alessia abbiamo dei progetti-

-Tipo?-

-Lei finirà gli studi e poi tornerà a cercare lavoro qui e..-

-Ma qui non si parla di cosa vuole lei- m' interrompe -stiamo parlando di cosa vuoi tu!-

Io Amo Alessia.
Io vorrei un futuro con lei.
Io vorrei tanto fare dei progetti con lei.

Ma tutto ciò mi ha già fregato una volta.
Non voglio fare dei piani, per poi vedermeli scivolare via dalle dita.
Non voglio pianificare per poi dover riniziare tutto da capo.

-Non so cosa voglio fare, Nene- ammetto, sospirando -per il momento mi limiterò a dirigere il Danger e poi vedremo-

-Va bene- si arrende -ma lo sai meglio di me che se tra i tuoi piani rientrasse la Nazionale, non resterebbe solo un sogno-





                                                                            **********




Mi sveglio all' imrpovviso.
Scatto a sedere, affannando.
Dio, ancora quel sogno.

Più cerco di non pensarci e più la mia mente continua a riportarlo a galla.
E' una cosa assurda.
Senza senso.

Non è così.
Io Amo Francesca.
Io..

-Si può sapere che cazzo ti prende?- Erica sbadiglia, sedendosi a sua volta -è tutta la notte che mi prendi a botte e poi mi svegli pure!-

-Scusami- sospiro -ho fatto un brutto sogno-

Avevamo in programma un pigiama party, la scorsa notte.
Ma dopo un pacchetto di patatine e una birra, ci siamo addormentate.
Peggio di due bambine..

Era da tanto che non passavamo una serata insieme.
Da qualche mese, almeno.
Mi mancava la mia migliore amica.

-Ne vuoi parlare?-

Quella domanda mi fa gelare.
Non ne ho voluto parlare neanche con me stessa.
Quindi, ne voglio parlare?

Se esternassi tutto, forse starei meglio.
In fondo non ho fatto niente di male.
O almeno, non io.

-Non lo so- rispondo, titubante.

-Che cazzo di risposta è?- s' imbroncia -sono le tre di notte, ho un sonno muoio, quindi decidi in fretta!- bubbola, incrociando le braccia.

-Ok- annuisco -ma mi devi promettere che non ti arrabbi e che non darai di matto-

-Ora mi stai preoccupando- dice, sedendosi compostamente.

Adesso o mai più.
C'è un perché se da "rimarrò qualche giorno", sono passata a "qualche settimana".
C'è un perché se ultimamente sono sempre sovrapensiero. 
C'è, ma ho paura a dirlo.

La verità è che prima di tornare è successo qualcosa.
Quando io e Francesca abbiamo avuto quella discussione a casa mia e lei è uscita, è successo qualcosa.
Un qualcosa a cui non ho dato troppa importanza.
Ma evidentemente per la mia mente, non è così.

-C'è una cosa che devo dirti- affermo, in fine -ma voglio che tu mi lasci finire, prima di dire qualcosa-

-Oddio!- grida -non ti sarai accorta di amarmi, vero? Perchè per quanto io ne sia lusingata, ti vedo solo come un' amica e...-

-Erica!- la interrompo -sto cercando di parlare di una cosa seria-

-Perché, questa non era seria?-

Prendo un bel respiro, per evitare di prenderla a botte.
Le sorrido sarcasticamente.
Per poi tornare a parlare.

-Ok, non mi sono accorta di amarti, va bene? Non è questo che devo dirti!-

-Va bene, va bene!- alza le mani a mo' di scusa -ti ascolto-

-E' successa una cosa prima che tornassi a Firenze- inizio, incerta -quando io e Francesca abbiamo discusso e lei è uscita di casa, sono andata in salotto e poco dopo Stella mi ha raggiunto- butto giù il groppo alla gola, per poi continuare -abbiamo bevuto e parlato e lei....lei mi ha baciato-

-COSAAAAA??? Io l' ammazzo!- scatta in piedi, armata di cuscino.

-Ecco, io non ho ricambiato e mi sono fiondata in camera e quando Feffe è tornata l' ho convinta a partire subito. E' per questo che siamo tornate la sera-

-E Francesca che ha detto?-

-Niente- sospiro -perché non lo sa-

Erica sgrana gli occhi.
Spalanca la bocca, incredula.
Non sa cosa dire.
Come me, del resto.

Non ho dato molto peso a quel fatto.
Per me non è stato niente.
Ma la mia mente continua a farmelo rivivere.
E di certo i problemi che sto avendo con Francesca, non aiutano.

Ultimamente continuo a sentire che ci stiamo in qualche modo allontanando.
Che abbiamo perso il nostro equilibrio.
Non riusciamo più a trovarci.

Io la amo da morire.
E ci sto male.
Tutto questo mi fa impazzire.

Sì, ho sbagliato a non farmi sentire.
A metterla leggermente da parte.
Ma lei non riesce a capire che ho bisogno del mio spazio, adesso.

Che necessito di farmi nuove amicizie.
Di fare nuove esperienze.
E che non posso stare costantemente attaccata al cellulare.

-Perché non glielo hai detto?- domanda, stranita -insomma, per te non ha significato niente, giusto?-

-Giusto- annuisco -non le ho detto niente perché avevo paura di come potesse prenderla. Hai visto anche tu che non facciamo altro che litigare..-

-Bhé, la maggior parte delle volte è per colpa tua- sussurra, abbassando lo sguardo.

-Io lo so di avere delle colpe!- ribatto, alzando un po' la voce -ma anche lei ha le sue! Partendo dal fatto che ancora fa difficoltà ad aprirsi con me! Potevo capire i primi tempi, ma stiamo insieme da due anni, ormai! Mi fa sentire sempre inferiore! Come se io non potessi mai capirla!-

-E allora perché non ne parli con lei?-

-Perché lo sai anche te com'è!- calde lacrime iniziano a scendermi giù per le guance -si arrabbierebbe un sacco e ho paura che possa arrivare a lasciarmi-

-Shhh- mormora, avvolgendomi in un abbraccio -parlale! Lei ti ama e si fida di te, vedrai che capirà-

-Non lo so, Erica- singhiozzo.

-Stella che dice?-

-Non l'ho né vista, né sentita- tiro su con il naso, asciugandomi gli occhi -e non so neanche come comportarmi quando tornerò a Milano-

-Ma prima o poi dovrai tornare e affrontare la situazione-

-Lo so..-

Non so come la prenderebbe Francesca.
Non so neanche perché io non glielo abbia detto subito.
E' che avevamo appena litigato.
E ho avuto paura che potesse dare di matto e fare del male a Stella.

In questo periodo Francesca è strana.
Non volevo darle altre preoccupazioni.
Sinceramente, non so che fare.





                                                                             **********



-Francesca, mi stai ascoltando?-


Sobbalzo, risvegliandomi dai miei pensieri.
Ero totalmente travolta da essi, da non aver dato minima attenzione alla persona di fronte a me.
Credo di essermi persa almeno mezz' ora del suo discorso.

-Scusami, Anto- mormoro, passandomi una mano sugli occhi.

-Hai capito, almeno, come si trascrive l' inventario?- chiede, stancamente -come si segnano le rimanenze?-

-Sì, l'ho studiato ieri a casa- annuisco -penso di avere un quadro generale completo-

-Bene- sorride -tu devi solamente scrivere ciò, in modo da sapere cosa ordinare ai fonitori-

Annuisco ancora una volta.
Credo di aver capito tutto.
Non è troppo difficile.
Penso di potercela fare.

Ormai sono qui nel piccolo ufficio del Danger, da quasi tre ore.
Antonella mi sta spiegando alcune cose.
Ancora qualche incontro e saprò tutto ciò che mi occorre per dirigere al meglio il locale.

-Alla parte contabile penserà il commercialista- continua, poi -tu devi solamente ricordarti di mettere da parte ogni fattura, con relativo bollo, se esso c'è-

-In ordine cronologico, giusto?-

-Possibilmente sì, altrimenti ci penserà poi lui!- mi spiega -ma li faresti un piacere-

-Capito-

-Va bene- batte le mani, alzandosi -credo che per oggi possa bastare-

Tiro un sospiro di sollievo.
Sono contenta di avere un progetto per il futuro.
Un impiego e una sicurezza economica.

Non è da poco in questo periodo di crisi.
Specialmente per una ragazza della mia età.
Mi ritengo molto fortunata.

Ciò però non impedisce ai miei pensieri, di riemergere.
Ai vecchi sogni di farsi presenti di nuovo.
Ai miei desideri nascosti di venir fuori.

Rimarrà sempre una parte di me, che si vede seduta in un ufficio a lavorare a qualche progetto grafico.
Magari per qualche azienda importante.
Per una nuova pubblicità di un qualche prodotto sorprendente.
Ammetto di pensarci spesso.

-Bene e ora che abbiamo finito il lavoro sporco, mi dici dove hai la testa?-

Antonella richiama la mia attenzione.
Si siede nuovamente davanti a me, porgendomi una birra.
In fine, mi fissa in attesa di una risposta.

-L' hai notato, eh?- sorrido, amaramente.

-Francesca- inizia, con tono dolce -ti conosco da anni- si apre in un sorriso tenero -ti ho visto in tutte le maniere possibili, so bene quando c'è qualcosa che non va-

-Già- sospiro, tristemente.

-Allora, cosa c'è?- chiede, ancora -problemi con Alessia?-

-Anche- sussurro, scompigliandomi i capelli.

-Ti ascolto, se vuoi, lo sai- mi stringe una mano, infondendomi coraggio.

Ci penso su per qualche momento.
In fondo, parlo spesso con lei.
Mi fa bene avere un parere da una persona esterna.

Io adoro Eleonora, ma è troppo convolta.
Ora come ora, poi, ce l' ha a morte con Alessia.
Non sarebbe oggettiva.

-Ecco- inizio, evitando di guardarla negli occhi -io e Ale, stiamo attraversando un momento difficile- ammetto, sospirando -ognuna delle due ha delle colpe e io sento che ci stiamo allontanando. Vorrei risolvere questa situazione, ma sinceramente non so neanche cosa fare-

-Capisco- afferma, richiamando il mio sguardo -la cosa migliore in queste situazioni, è parlarne insieme. I rapporti a distanza sono difficili da gestire, ancora di più se non avete un equilibrio. Ma prima di tutto devi capire cosa vuoi tu-

-Io voglio risolvere!-

-Allora parlane con lei!- alza la voce, strappandomi un sorriso -è la cosa migliore, fidati! Rimandare non porta a niente-

-Lo farò- le concedo, guadagnandomi un occhiolino.

So che ha ragione.
E avrei dovuto parlare con Alessia tempo fa.
Ma non abbiamo avuto molti momenti per stare da sole.
E quando ce li avevamo, eravamo impegnate a fare tutt' altro che parlare.

Credo che anche Alessia abbia i miei stessi pensieri.
Ma tutte e due, abbiamo paura di tirarli fuori.
Paura delle conseguenze.
E se capiamo che non si può risolvere?

-Sù, dimmi cos' altro ti perplime!- mi sprona, Antonella.

-Nene ha ricevuto una convocazione per un radunone con la Nazionale-

-Wow!- esclama, felice -e non ne sei contenta?-

-Sì, ovvio che sì- ribatto, sinceramente -ma, ecco, ho sempre immaginato che ci saremo andate insieme e ora, so che non è più possibile-

-E perché no?-

-Perchè credo che quel capitolo della mia vita si sia concluso- sospiro -ora gioco a rugby più per sfogo che per divertimento. Non è più come prima. Sì, amo questo sport! E' una parte fondamentale, ma ha perso il significato che aveva per me, anni fa-

Credo che Eleonora abbia capito i miei pensieri, stamani.
Che abbia compreso la mia gioia, ma anche la mia trsitezza.
E' per questo che non ha continuato il discorso.
Ma che lo ha semplicemente lasciato cadere.

Sono davvero felice per lei.
Per il suo sogno che si realizza.
Ma al tempo stesso, vedo come tutti i miei si siano infranti uno ad uno, contemporaneamente.
La invidio perchè lei è riuscita ad andare avanti, mentre io non ci riesco.

-Tu sei blocatta, Francesca- dice, la donna, lasciandomi perplessa -sei in un momento della tua vita, dove non sai cosa vuoi. Dove non hai progetti-  mormora, sorprendendomi del modo in cui è riuscita a leggermi dentro -sai, alla tua età anche io ero in questa posizione. Ma la verità è che una parte di me, sapeva cosa volessi. Dovevo solo trovare il coraggio di farla emergere e alla fine ce l'ho fatta-

-E cosa è successo?- domando, curiosa.

-Guardati intorno- ride, allargando le braccia -Il Danger- sorride -ecco cosa è successo-

-E perchè, adesso, me lo vuoi cedere?-

-Perchè ho trovato il coraggio di realizzare un altro mio sogno-

-E sarebbe?- chiedo, sorpresa.

-Aprire un locale in Australia- sorride, contenta -mi trasferirò lì con il mio compagno. Sidney! Suo fratello abita là e ci ospiterà fino a quando non troveremo un posto tutto nostro-

-Fantastico!- esclamo, felice.

-Già- annuisce -ecco perchè anche tu devi trovare la forza per fare quello che vuoi. Io so, come lo sai anche te, che c'è una tua parte nascosta che vuol venire fuori! Falla emergere, Francesca! Fai quello che ti rende felice! Lasciati il passato alle spalle e guarda al futuro!-

-Ci proverò- le concedo, finendo poi la mia birra -ora però devo andare- dico, alzandomi -grazie di tutto-

-Figurati- mi abbraccia -sono qui quando vuoi-

Ricambio la stretta, staccandomi poco dopo.
Le dedico un ultimo sguardo, prima di dirigermi verso l' uscita.
Abbandono il Danger, ancora più confusa di come lo ero prima di entrare.

Antonella mi ha messo i pensieri più in confusione che mai.
Mi ha scosso.
E vorrei tanto capire il perchè.
Anche se forse lo so di già.

Ma adesso ho un lavoro stabile e non posso mandare all' aria tutto.
Come non posso riprendere in considerazione la Nazionale.
Devo pensare solamente a ciò che posso fare in questo momento.
Ovvero, parlare con Alessia.
M' importa davvero molto della nostra relazione e vorrei risolvere le incomprensioni.

-Feffe!- mi sento chiamare, poco prima di raggiungere la macchina.

Mi volto e vedo il centro dei miei pensieri, venirmi incontro.
Sorrido, come sempre, incontrando i suoi occhi.
Bellissima come al solito.

-Ehi- la saluto, una volta che mi è di fronte -che ci fai qui?-

-Avevo voglia di vederti- sorride a sua volta -ti va di fare una passeggiata al parco?-

-Certo- acconsento, facendole segno di salire in auto.




                                                                            **********



Il cuore batte all' impazzata.
Il respiro è affannato.
La testa potrebbe esplodermi per i troppi pensieri che ci frullano dentro.

Ho deciso di dirle tutto.
Devo farlo.
Deve sapere.
E non posso più rimandare.

Le cose tra noi, ultimamente, non vanno bene.
Ci stiamo allontanando e non so neanche quale sia il motivo preciso.
Ma se poi io non sono neanche sincera con lei, le cose si complicano ancora di più.

Camminiamo mano nella mano, senza aprir bocca.
Seguiamo il percorso tra gli alberi folti.
Si vede proprio che la Primavera è alle porte.

-Com'è andata la tua nottata con Erica?- chiede, rompendo il silenzio.

-Bene- sorrido -ma ci siamo addormentate quasi subito-

-Davvero?- ride, contagiandomi -avete saltato la guerra con i cuscini?-

-Si- annuisco, trattenendo le risa.

-Tanto mi ha detto Nene, che a casa Santoro è diventato quasi un fatto quotidiano- m' informa -Marta e Erica si prendono a cuscinate ogni giorno, finendo sempre con il contagiare Ele-

-Tipico da loro- 

-Già- sospira.

Non so come e da dove iniziare.
Insomma, non posso dirglielo e basta.
Ma non posso neanche trattenermi oltre.
Che cavolo devo fare?

-Il tuo pomeriggio con Antonella?-

-Tutto bene- risponde, donandomi un' occhiata furtiva -credo di aver capito tutto quello che dovrò fare. Menomale che alla parte contabile ci penserà il commercialista!- esclama, ridendo -altrimenti sarei fottuta!-

-Tu e la matematica non andate troppo d' accordo- 

-Non che andassi male al liceo, eh! Ma non mi è mai piaciuta- scuote la testa, sorridendo -e comunque facevo il grafico, quindi non m' interessava proprio!-

-Capisco-

Cade di nuovo il discorso.
Torniamo a camminare in silenzio.
Penso ancora come affrontare la Cosa, quando lei interrompe i miei pensieri.

-Ci sediamo?- domanda -ti devo parlare-

-Certo!- acconsento, dirigendomi verso la prima panchina.

Ne troviamo una poco dopo.
Ci sediamo, mettendoci leggermente di lato, così da guardarci negli occhi.
La vedo prendere un bel respiro prima di iniziare.

-Come credo tu abbia notato, le cose tra di noi si sono un po' complicate- annuisco, lasciandola continuare -un po' per colpa mia e un po' per colpa tua, ma ci stiamo allontanado e ciò non mi piace-

-Neanche a me- sospiro, abbassando la testa.

-Penso che dovremo parlarne e capire cosa fare- continua, richiamando il mio sguardo -insomma, io ti Amo e ci tengo a te, a Noi. Voglio riuscire a trovare la situazione più giusta per entrambe, ma tu mi devi aiutare-

Ecco, dopo questo discorso, come faccio a dirle ciò che le devo dire?
Cosa devo fare per non mandare tutto a puttane?
Forse la soluzione migliore è diglielo e basta.

-Francesca..-

-No, aspetta! Fammi finire- m' interrompe, alzando una mano -senti, io so di aver sbagliato. So di aver esagerato con la storia che non ti fai mai sentire ecc. So che ti deludo quando non riesco ad aprirmi con te, ma ti prometto che migliorerò, che proverò a cambiare-


-Feffe..-

-Mi dispiace, Alessia. Mi dispiace di averti ferito ed urlato contro. Ho sbagliato a dare tutta la colpa a te e..-

-Stella mia ha baciato- sputo tutto d' un fiato.

Francesca si blocca.
La bocca spalancata.
Lo sguardo incredulo.

Rimane così per diversi minuti.
Mi sento uno schifo.
Avrei dovuto diglielo subito..

-Mi dispiace!- esclamo, in fine -è successo quando sei venuta a trovarmi e abbiamo litigato e tu sei uscita di casa! Sono andata in salotto, ho bevuto un paio di birre con Stella, stavamo parlando e lei mi ha baciato- butto tutto fuori, sentendo calde lacrime scendermi le guance -io non l'ho ricambiato! Non te l' ho detto prima perchè avevamo litigato e non volevo peggiorare le cose. Ho sbagliato! Dovevo dirtelo subito, ma..-

-Ferma- mi blocca, nuovamente -solo, stoppati- dice, con tono impassibile.

Mi guarda.
Nei suoi occhi leggo dolore e delusione.
L' Amore che emanavano prima, è sparito in un attimo.

-Io sono qui a dirti che mi dispiace, che voglio risolvere le cose con te e tu..tu..- prende un bel respiro, cercando di rimanere calma -e tu mi dici solamente adesso che Stella ti ha baciato?-

-Mi dispiace!- mormoro, iniziando a piangere sul serio -non sapevo come dirtelo-

-Io...io..io ho bisogno di stare da sola- afferma, alzandosi.

-Franscesa!-

-No!- sbotta -non dire niente. Ho bisogno di ricordarmi perché ti Amo, in questo momento. Ma se tu parli o nomini un' altra volta quella là, penso che potrei perdere la calma- sussurra, voltandosi -dammi tempo. Devo capire cosa voglio fare-

-In che senso?- mi alzo, agguantandola per un polso.

-Credo tu lo sappia- si libera dalla mia presa, allontanandosi.

Mi risiedo di botto.
Mi porto le mani sul viso, sfogandomi in un pianto senza fine.
E' tutta colpa mia.
Avrei dovuto gestirlo in un' altra maniera.
Sento di aver rovinato tutto...




                                                                                  **********


Sapevo che c'era qualcosa che non andava.
Me lo sentivo.
Avrei dovuto capirlo prima.

Fanculo!
Tiro un altro pugno al saccone.
M' immagino la faccia di Stella.
Altra serie di pugni.

Avevo capito che quella lì ha una cotta per Alessia.
Ma confidavo nella mia ragazza.
Mi fidavo!

Mi sento presa in giro.
In un certo senso, mi sento tradita.
Anche se lei non ha ricambiato quel fottuto bacio.

Ormai sono nello scantinato da ore.
Dovevo sfogare la mia rabbia in qualche modo.
Questo mi è sembrato il più giusto.

Continuo ad immaginarmi la scena delle loro labbra che si toccano.
Le mie labbra!
Dio, è insopportabile.

E adesso non so cosa fare.
La voglio lasciare?
No.
Almeno non credo.
Ma allora cosa ho intenzione di fare?


-Ehi! E' mezz' ora che ti cerco!- riconosco la voce di Nene, avvicinarsi -che ci fai qui?-

-Stella- ringhio, tirando un altro colpo -ha baciato Alessia- 

-Te l' ha detto, allora- mi giro di scatto, sentendo la voce di Erica.

-Tu lo sapevi?-

-Me lo ha detto ieri notte- ammette, con sguardo colpevole.

Mi volto verso la bionda.
Ele alza le mani, scuotendo la testa.
Fa un passo indietro.

-Non ne sapevo niente, giuro- afferma -e ora vorrei prenderla a botte-

-Pfff- sbuffo, tornando a colpire il saccone -non ho intenzione di prendere a pugni Stella-

-Non mi riferivo a lei, infatti- ribatte.

-Ele!- esclama, la sua ragazza -Tu non farai proprio niente!-

-Ma..-

-Ha ragione Erica- la interrompo -non sono cose che vi riguardano- sospiro.

Purtroppo loro non mi possono aiutare.
Solo io posso decidere cosa fare.
COme comportarmi.
Loro non ci devono entrare.

-Vi lascio sole- mormora, Eri -a dopo- saluta Nene con un bacio e me con un abbraccio stritolante da dietro, per poi andarsene.

Continuo a tirare pugni ancora per qualche minuto.
Alla fine mi fermo, lasciandomi scivolare a terra.
Nascondo il viso tra le mani.

-Cosa farai, adesso?- Nene mi si siede a fianco.

-Non lo so- scuoto la testa -vorrei tanto piangere, sinceramente-

-Puoi farlo, se vuoi-

-No- sorrido amaramente -non risolverebbe niente- lascio andare un sospiro -io le stavo parlando, le ho detto che volevo risolvere le cose con lei una volta per tutte e invece, se n'è uscita con la storia di quel bacio!- tiro un pugno al suolo -perché cavolo non me lo ha detto?-

-Avrà avuto paura della tua reazione-

-Questo non la giustifica- dico, guardando la mia amica -non so cosa fare, Nene-

-Io invece credo che tu lo sappia, ma questo ti spaventa-

Accuso il peso delle sue parole.
Abbasso di nuovo la testa, piegando anche le spalle.
Tiro l' ennesimo sospiro.

Sto per parlare, quando sento il campanello suonare.
Ci alziamo entrambe, salendo poi le scale che portano in casa.
Alla fine, vado ad aprire.

Mi paralizzo trovandomi di fronte Alessia.
Abbassa il capo imbarazzata, alla vista di Eleonora.
Sa che lei è già a conoscenza di tutto.

-Me ne vado- sbotta, Nene -fatti sentire- mi lascia un bacio sulla guancia, andandosene.

-Entra- dico ad Alessia, spostandomi per farla passare.

-Grazie- mormora, sorpassandomi.

Ci dirigiamo in salotto.
Prendo posto sul divano.
Lei si siede poco distante da me.

Mi sento il suo sguardo addosso.
E' come se mi bruciasse la pelle.
Fa male..

-Mi dispiace- dice, rompendo finalmente il silenzio.

-Lo hai già detto, mi sembra- 

-Lo so- sussurra -ti prego guardami!- sospiro, assecondandola -io ti Amo! Quel bacio non conta niente! Lo sai che voglio solo te!-

-Ti avevo detto che ero stanca delle parole- affermo, puntando i miei occhi nei suoi -ti ho detto che avevo bisogno di fatti e tu, nascondendomi quel bacio, mi hai portato a dubitare ancora una volta di te-

-Ma non volevo! Ti giuro!- scoppia a piangere, rendendomi il tutto più difficile.

-Io non so più cosa pensare-

-Cosa vuoi dire con questo?-

Distolgo lo sguardo per un momento.
Prendo un bel respiro.
Cerco il coraggio di cui mi parlava Antonella.
E poi, finalmente, lo trovo.

-Credo che ci serva una pausa-





L' Amore è un sentimento che unisce due cuori, due anime.
L' Amore è un punto di partenza.
Un punto, intorno al quale si costruiscono progetti e promesse.
Un punto, che ne porta molti altri.

Ma è proprio quando viene a mancare uno di questi punti, che le cose si complicano.
L' equilibrio si spezza.
La magia finisce tutto d' un colpo.

Ed è lì che si deve tornare in dietro.
Che si deve pensare ai propri errori, alle proprie colpe.
Ci deve essere la voglia di ritrovarsi.
Di ritrovare quell' equilibrio che si era creato.

Ecco perchè, l' Amore non basta.
L' Amore è solamente la base, il punto focale.
Intorno ad esso, ci sono molte cose.

L' Amore è tutto, ma non abbastanza.





________________________________________________________________________________________________


Angolo dell' Autrice:



'Sera a tutti ^^
Come al solito, scusate per il ritardo!
Ho avuto molte cose a cui pensare, in queste ultime settimane.
Chiedo venia, ma come tutti, anche io ho i miei problemi :\

Ma veniamo alla storia!
Eh si, finisce proprio così.
So che mi state odiando come mai prima d' ora, ma siamo arrivati alla fine.
Dovrete aspettare l' effettivo seguito di Save Me, per scoprire come è andata a finire e cosa è successo dopo.

Come avrete capito, i capitoli precedenti sono serviti per portarmi a questo finale.
In essi, avevo sparso qualche piccolo indizio.
So che alcuni vi sono sembrati inutili e noiosi, ma credo che questo ultimo abbia ripagato a pieno gli altri.
Anche se magari non vi è piaciuto per niente ciò che è successo.

Ma finalmente, abbiamo capito un po' di cose:

-L' eccessivo attaccamento di Nene verso Feffe.
Dovuto al fatto che si sentisse in colpa per non averle detto del raduno.

-Il distacco di Alessia e il suo comportamento scontroso.
Questo, invece, dovuto alla questione del bacio.
Poteva provare a non pensarci quanto le pare, ma si sa che la nostra mente è al di sopra di tutto.

-E per finire, il comportamento insolito di Francesca e il perché dei sogni su Federica.
COme avete visto, ha molte cose in testa.
Molti dubbi, rimpianti e desideri che sente di non poter realizzare.
Si sente persa.
Non sa cosa vuole fare della sua vita e sa anche che né Nene, né Alessia possono aiutarla in questo.
E' sola in questa situazione e non sa come uscirne.
Ecco perché i sogni.
Quei ricordi facevano parte del periodo in cui sapeva esattamente cosa volesse.
Periodo in cui ogni suo progetto era ben chiaro.
Forse una parte di lei voleva ricordarle quali erano i suoi sogni.
I suoi piani.



Detto questo, spero che questa breve storia vi sia piaciuta.
Spero anche che seguirete il seguito di Save Me.
Ho già abbastanza tutto chiaro.
Devo solo finire Love Of My Life, o almeno portarla avanti un po' e poi inizierò a dedicarmi al seguito.


Aspetto, come sempre, le vostre impressioni così da parlarne insieme ;)
Ringrazio tutti quelli che hanno letto con interesse questa storia.
Tutte le persone che mi hanno messo tra gli autori preferiti.
E tutti quelli che hanno recensito.
Siete fantastici!

Un bacione,

Crige.


Ps: chiedo scusa se ho cannato qualcosa sulla parte economica (rimanenze, fatture, bolli ecc), ma non ho a che fare con 'sta roba dal liceo.
Siate clementi!

 
  
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