QUATTRO ANNI DOPO

Sono passati quattro anni dal ballo di fine anno del liceo, quattro anni da quando Brent ha detto a Tanner che non avrebbe voluto perderlo.
Sono passati quattro anni da quando, appena pronunciate quelle parole, Brent si è pentito, perché proprio quella frase ha significato perderlo un po’.
All’inizio avevano continuato a vedersi, ogni weekend, ogni occasione era quella giusta per incontrarsi, poi, con il passare dei mesi, quella tradizione era andata persa, sepolta sotto il peso degli esami e della distanza.
Sono passati quattro anni e Brent non ha ancora dimenticato quel bacio da ubriachi, seduti sul marciapiede davanti casa di Tanner.
Brent è agitato, non si sentiva così dai tempi del primo giorno di scuola elementare. Sta per rivedere il suo migliore amico, il suo primo amore, anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo.
Sono passati quattro anni e a Tanner mancano i tempi del liceo, quando lui e Brent erano inseparabili, quando tutto sembrava più divertente.
Il college lo ha cambiato, adesso è più sicuro di sé, ma anche più triste. La luce nei suoi occhi non brilla più da quando lui e Brent si sono allontanati.
Tanner guarda ancora una volta l’ora, mentre un sorriso gli si dipinge sul volto, involontariamente, alla vista del suo sfondo, è l’ultima foto che ha con Brent, una delle più belle.
Il sorriso lascia il posto ad una smorfia ansiosa, sono le quattro e mezza, Brent è in ritardo, magari non verrà. I dubbi si insinuano nella mente di Tanner, le domande si affollano, mandandogli in corto circuito il cervello. E se fosse cambiato? E se non si trovassero più bene insieme?
Un turbinio di pensieri gli vorticano in testa, confondendolo così tanto che non si accorge che Brent si è fermato davanti a lui, con un sorrisino, il suo solito sorrisino, provocatorio sulle labbra.
Non è cambiato molto, sembra solo più consapevole e rilassato.
“Ehi, Terra chiama Tanner” esclama Brent, agitando la mano davanti al suo viso.
Tanner inclina la testa in modo da poterlo guardare, poi si alza dal marciapiede su cui era seduto, mentre la luce nei suoi occhi si riaccende, mentre fa un sorriso sincero.
“Mi sei mancato, gnomo” sussurra all’orecchio del suo amico.
“Non sei più tanto più alto di me, Tan Tan” borbotta Brent, inarcando un sopracciglio.
Tanner lo guarda, tentennando un po’, prima di gettargli le braccia al collo, stringendolo forte, riempiendo il vuoto di quegli anni passati senza di lui, facendosi bastare qualche sporadico messaggio una volta ogni tanto.
“Mi sei mancato davvero, davvero tanto” ripete, scostandosi leggermente.
Brent sorride, quelle parole sono esattamente ciò di cui aveva bisogno per tornare a vivere normalmente.
“Mi sei mancato anche tu” risponde, dopo un attimo di silenzio.
Continuano così, parlando, ridendo, scherzando, tutto il pomeriggio, senza mai smettere di tenersi la mano, di abbracciarsi, hanno gli arretrati, devono rimettersi in pari.
“Sai cosa potremmo fare, Brent?”
“Cosa?”
“Potremmo prendere i sacchi a pelo e restare qui fuori per vedere l’alba” suggerisce Tanner.
“Oddio, si! Come avremmo voluto fare da piccoli. Non ci siamo mai riusciti, ci addormentavamo sempre.”
Brent ripensa a quei giorni, quando ancora non capivano cosa significasse amare, quando dormire insieme non era qualcosa di cui vergognarsi, quando tutti i migliori amici facevano cose del genere.
“Prometti che stavolta non ti addormenterai?” chiede divertito.
“Guarda che eri sempre tu ad addormentarti per primo, gnomo” lo rimbrotta Tanner.
Prendono i sacchi a pelo e si sdraiano in giardino, vicini, mano nella mano, parlano tutta la sera, ci sono così tante cose da dirsi, dopo tutto questo tempo.
È quasi l’alba.
“Tan Tan, ora ti farò una domanda, ma devi giurarmi che risponderai…”
“Lo giuro.”
“Sei stato con qualcuno in questi anni?”
“Beh, si…” comincia Tanner “Però non sono mai state cose serie, continuavo a pensare…”
La frase resta in sospeso, galleggiando, traslucida come una bolla di sapone, facendo riflettere Brent.
“A cosa pensavi, Tanner?”
“Pensavo a quel giorno sotto il portico di casa mia e al giorno in cui ti avrei rivisto.”
I primi raggi di sole illuminano il volto del ragazzo, che dopo aver pronunciato quelle parole è arrossito.
Brent si gira su un fianco, guardandolo con aria enigmatica. Tanner tiene lo sguardo basso.
“Non voglio perderti, Tan Tan.”
“Non di nuovo, Brent, per favore.”
Brent si avvicina e posa le sue labbra su quelle dell’amico, chiudendo gli occhi, mentre le luci e i colori dell’alba si insinuano nel giardino, riempiendo ogni cosa di nuova vita.
“Non voglio perderti, mai più, e l’unico modo a cui riesco a pensare è di tenerti tutto per me.”

#spazioautrice: salve amici inesistenti! Non essendoci una sezione GBF fra i film, immagino che questa storia andrà perduta insieme a centinaia di altre, quindi non mi aspetto che qualcuno la legga. Effettivamente, non so nemmeno perché la sto pubblicando, forse per condividere con qualcuno il mio dolore. Qualcuno di inesistente, obv. Comunque, ci sono rimasta malissimo quando è finito GBF, ho sperato per tutto il film che Brent e Tanner si mettessero insieme e quando così non è stato, dopo una crisi di pianto isterico e una buona dose di epiteti esornativi indirizzati ai produttori e agli sceneggiatori, ho deciso di scrivere un finale alternativo.
Prima o poi scriverò una ff Paul/Michael perché sono terribilmente pucciosi e visto che non ho una vita particolarmente interessante, la mia massima aspirazione è quella di scrivere storie su coppie immaginarie e/o impossibilitate nello stare insieme causa morte/orientamento sessuale/scrittori bastardi/produttori inutili.
Dopo tutto questo pippone noioso e inutile, 
Baci e biscotti della fortuna,
Alice In Wonderbook xx