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Autore: thegingerbatch    09/02/2015    0 recensioni
In realtà quella notte rimasi sveglia per ascoltare il suo respiro. Era poco più di un soffio, mai l’avrei udito se la casa fosse stata meno che perfettamente immobile. Credo che se la felicità non mi avesse riempito completamente in quegli istanti, avrei potuto temere che un suono tanto esile potesse essermi strappato via da tutta quell’immobilità.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’erano una volta due eoni e mezzo fa, a tre oceani di distanza da qui, una Naomi e un Lorenzo sdraiati vicini nel cuore della notte più splendida che l’Universo concederà mai a questa Terra. Nulla, infatti, avrebbe mai pareggiato tanta bellezza nella storia dell’intera umanità, poiché mai avrebbe potuto esistere luce abbastanza luminosa da oscurare la notte in cui le anime dei due Innamorati erano diventate una sola per la prima volta. La consapevolezza che il nuovo giorno avrebbe rappresentato la fine di quel mirabile momento, indusse Naomi a rimanere sveglia per contare i secondi rimanenti all’arrivo dei primi raggi di luce.

Ah, ma perché sto mentendo..?Nemmeno nei confini della mia mente riesco ad essere completamente sincera?

In realtà quella notte rimasi sveglia per ascoltare il suo respiro. Era poco più di un soffio, mai l’avrei udito se la casa fosse stata meno che perfettamente immobile. Credo che se la felicità non mi avesse riempito completamente in quegli istanti, avrei potuto temere che un suono tanto esile potesse essermi strappato via da tutta quell’immobilità.

Quella fu la notte in cui lui mi insegnò che il silenzio può essere meraviglioso. 
 
Prima di incontrarlo ridevo in faccia a qualunque persona sostenesse che i silenzi sterminati potessero essere belli. Ma trovavo ancora più immensamente divertenti coloro che dichiaravano i suddetti silenzi necessari. Necessari!

«Ah!Bisogna pur rimanere da soli con se stessi ad un certo punto, no?E se ancora non si è superata la paura del silenzio si rischia di impazzire!».

Non ricordo se gliel’ho mai sentito pronunciare, ma la patetica accettazione di ciò che erano incapaci di evitare mi era così chiara che, se anche fossero andati in giro strillando ciò che gli passava per la testa, non avrei avuto bisogno di farvi caso. Oh, se ridevo!Poveri, poveri loro. Li compativo per essere incapaci di riempire ogni istante delle loro tristi vite. D’altronde si sa, bisogna ricorrere a conversazioni inutili, litigi, drammi.. bisogna ingegnarsi se si vuole arrivare a fine giornata troppo stanchi per fare qualunque cosa che non sia dormire.

Evitare il silenzio è un arte. Ed io, io ero la più devota delle artiste.

Poi lui è entrato nella mia vita, e mi ha insegnato che i silenzi sterminati hanno effettivamente il potenziale necessario per diventare meravigliosi.

«Diavolo, portami. Portami, diavolo!»

L’eco delle sue parole rimbalza sui muri del salotto, e poi su, lungo le scale, fino a trovare la fessura tra la porta della mia stanza e il pavimento. Poco importa che siano state pronunciate ormai trentotto minuti fa.
Duemiladuecentottanta secondi non sono abbastanza per dimenticare l’esatta cadenza, volume, tono di voce con la quale sono state proferite. Duemiladuecentottantuno, ottantadue, ottantatre..                                                                                                                                                    
Mi sarei dovuta tappare le orecchie, avrei dovuto evitare di ascoltarle. O provocarle. O avrei potuto urlare qualcosa di talmente orrendo da costringerlo a scusarsi con me. Oppure scoppiare a piangere..delle lacrime avrebbero potuto trattenerlo. Che stupida!Come ho potuto esitare?Avrei dovuto lasciare che vedesse quanta angustia la sua distanza mi causa!...E se poi se ne fosse approfittato?..E se ogni gesto da lui compiuto fino a questo momento fosse stato solo per vedermi umiliata ai suoi piedi?Ah no!Non saprà mai quanto l’amo!Finché non lo confesserò ad alta voce non saprà mai di potermi ferire!..E se invece mi amasse tanto teneramente quanto mia sorella sostiene?..E se in questo momento questi stessi pensieri stessero attraversando anche la mente di Lorenzo?Oh, non essere sciocca, figuriamoci se lui spreca un solo secondo della sua giornata per pensare a te!..
Figuriamoci se ti ama!

«Diavolo, portami. Portami, diavolo!»

Scherzavo!Scherzavo!Certo che ti ama, è ovvio che ti ama, non voleva dire nul— «Diavolo, portami. Portami, diavolo!»

Maledizione!Perché, perché tutti questi pensieri non bastano a distrarmi?Com’è possibile che la sua voce ancora riecheggi per la casa quando sono già duemilatrecentoventi secondi che è fuggito via da me?Cos’hanno quelle di diverso da ogni altra parola che io abbia mai ascoltato prima?Ci devono pur essere altri pensieri che hanno bisogno di essere pensati.. E se.. E se, per questa volta soltanto, ammettessi che anch’io ho bisogno che il silenzio visiti la mia mente ogni tanto?..Se per questa volta soltanto ammettessi che nonostante non sia un ospite gradito, la sua presenza non è meno che assolutamente, totalmente, necessaria in alcune occasioni?Certo, finora ha bussato alla mia porta solamente per mettere in dubbio le mie certezze. Oppure per ricordarmi che indipendentemente da quanto io possa amare qualcuno non posso obbligarlo a ricambiare con altrettanta forza i miei sentimenti. Oh, c’è anche stata quella volta in cui mi ha dimostrato come ogni atto che compiamo non sia altro che il futile tentativo di sconfiggere la solitudine.                                                                                                                                                        
Però questa volta sarà diverso. Questa volta non scapperò davanti alle sue domande, non lascerò che sposti le mie certezze di un solo millimetro. Rimarrò impassibile di fronte a qualunque insegnamento voglia tentare di impartirmi. Lo prometto.


Lo ami perché sei da lui amata, oppure sei da lui amata perché l’ami?



Lo ami perché hai bisogno di lui, oppure hai bisogno di lui perché l’ami?

… Io …

Io  lo sapevo!Oh, se lo sapevo!Domande alle quali non so rispondere!Ma ti pare che dopo tanto tempo che non gli concedevo nemmeno di salutarmi, il silenzio possa arrogarsi il diritto di insinuare che c’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui amo Lorenzo?Perché io lo amo!A-M-O!E se avessi voluto ascoltare un qualche tipo di critica sarei corsa da mia sorella.

Ed eccola!Ecco l’ispirazione.

Sapevo che non mi avrebbe abbandonata a lungo.
Non importa cosa la gente creda, si può sempre soffocare il suono dei propri pensieri se si urla forte abbastanza. E nessuno, nessuno riesce a farmi alzare la voce tanto quanto mia sorella.

.. o tanto quanto Lorenzo. E forse, forse questo suggerisce che l’unica ragione per il quale lo amo è che ho bisogno di lui. Ho bisogno di lui perché gli orribili dubbi portati dal silenzio nel cuore delle rare notti insonni fuggono le ore scandite dal di lui respiro, e perché mai in sua presenza i miei pensieri sono calmi abbastanza da lasciare che verità scomode di alcuna natura emergano dal fondo nero pece che è la mia mente. E dunque ciò che io mi diverto a mascherare da amore non è altro che il più alto atto di egoismo che uomini e donne possano compiere. Ed, in quanto tale, non differisce in nessun modo da un ennesimo patetico tentativo di sentirsi meno soli in questo breve intervallo di tempo durante il quale ci è concesso di vivere.
Ah, che riflessione profonda. Peccato che non sia riuscita a sentirla sopra il frastuono delle mie urla. Sono bastate cinque parole perché mia sorella trovasse inammissibile non litigare. Non si direbbe, ma in realtà è incredibilmente facile provocarla se si è disposti a ricorrere all’espediente dei bambini. Non essere stata in grado di mettere al mondo dei figli le fa ancora terribilmente male.
                                   
Le direi quanto mi rammarica sapere del suo dolore, ma ci sono queste nuove nozioni che insistono per avere la mia attenzione, e l’unico rifugio che ho è questa nostra lite, non posso dunque lasciare che finisca in pochi minuti. Non ritengo di star compiendo un atto particolarmente meschino, in fondo  tutto ciò che chiedo è continuare a vivere la mia vita nell’ignoranza di chi sono e di ciò che provo.  Se questo implica dovermi a tratto aggrappare, e a tratto ferire coloro che più mi sono vicini allora credo di essere più che disposta a farlo.       
 
   
 
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