A
BEAUTIFUL FAIRYTAIL: THE
PRINCESS AND THE
TOAD
Girò
la
pagina di quella rivista di moda che stava leggendo comodamente seduta sul
divano nella sala dell’acquario. Aveva deciso di rilassarsi
un po’ prima di
andare a dormire, approfittando del silenzio che era calato sulla nave.
Sdraiato ai suoi piedi, Zoro sonnecchiava pacifico, in attesa di andare
a
prendere servizio al suo turno di guardia. La quiete era rotta solo di
tanto in
tanto dal leggero russare dello spadaccino.
D’un
tratto,
il cigolio della porta che si apriva distrasse la sua attenzione.
Gettò
un’occhiata in quella direzione, trovando il piccolo medico
che zampettava
allegro verso di lei. Fra le zampe anteriori stringeva un libro
dall’aspetto
consistente.
-
Ehi, Chopper!- lo salutò
- Non sei ancora andato a dormire?-
-
Ecco…io…-
abbassò la testolina,
dondolando le gambe come era solito fare quando si vergognava di
qualcosa.
-
Che c’è? Hai paura di
qualcosa e vuoi
dormire con me e Robin?-
-
No, no!- scosse forte la testa in
segno
di negazione - Ѐ solo che Robin mi ha
regalato questo libro di favole, però sta facendo delle
ricerche e non può
leggermelo. Così pensavo che potevi leggermene una tu, se
avevi voglia…-
Non
poté
fare a meno di sorridere davanti a quella richiesta e a quegli
occhietti così
dolci. Le piacevano i bambini, e Chopper lo era senza ombra di dubbio.
-
Certo, molto volentieri!-
acconsentì - Anche a me da bambina
piacevano molto le
favole-
-
Davvero?- chiese stupita la renna,
prendendo posto accanto a lei sul divano e passandole il libro.
-
Sì. Me le leggeva sempre mia madre-
Anche
se
stava sorridendo, sul suo volto era comparsa un’ombra di
velata malinconia. Era
impossibile ricordare Bellemere senza provare tristezza.
Un
grugnito
proveniente dalla bocca di Zoro costrinse entrambi a girarsi verso di
lui.
-
Oh c’è anche Zoro! Non me
n’ero accorto-
ammise Chopper.
-
Ha detto che voleva riposare un po’
prima
del suo turno di guardia-
-
A proposito: Robin mi ha detto di dirgli che
per stanotte lo sostituisce lei. Visto che deve stare sveglia per le
ricerche
ci pensa lei a fare la guardia-
-
Glielo diremo quando si sveglierà,
per
adesso lasciamolo ronfare e godiamoci la nostra favola!- fece
l’occhiolino.
-
Sì!- annuì
felice il medico.
-
Ne hai già scelta una?-
chiese, facendo
scorrere lo sguardo sull’indice.
-
No, me ne va bene una qualsiasi.
Perché non
la scegli tu?-
-
D’accordo-
Lesse
i nomi
uno ad uno, cercando qualche storia che potesse aver già
sentito da piccola.
Era bello tornare indietro di quattordici anni e rivivere le emozioni
che aveva
provato all’epoca. Sgranò di poco gli occhi quando
riconobbe fra i titoli
quello di una delle sue fiabe preferite. Era incredibile, quasi non
fosse
nemmeno una coincidenza. Inutile dire che non finì la lista:
ormai la sua
scelta era più che ovvia.
-
Trovata!- esclamò felice.
-
E come si intitola?-
allargò gli occhi
Chopper, ancora più impaziente di lei di cominciare la
storia.
-
La Principessa e il Rospo-
Aprì
finalmente il libro alla pagina corrispondente, soffermandosi qualche
secondo
ad osservare l’illustrazione che presentava la fiaba: una
bellissima
principessa dai lunghi capelli adornati con fermagli vistosi ed
elaborati, la
quale indossava un vestito altrettanto raffinato e pregiato, reggeva
fra le
mani un rospo di grosse dimensioni. Sullo sfondo vi era
l’immagine sbiadita di
un giovane samurai.
Prese
un
lungo respiro, iniziando la lettura.
“
C’era una volta una bellissima
principessa, figlia del sovrano del regno di Wano Kuni. Era una ragazza
molto
giovane, ma anche molto superficiale e interessata solo alla ricchezza.
Un
giorno la principessa passeggiava tranquilla nei pressi del fiume
Tamgawa,
osservando i ciliegi in fiore. Mentre stava attraversando il ponte di
legno che
congiungeva una sponda all’altra, sentì una voce
provenire dall’acqua.
-
Aiuto!-
Era
una voce dal tono gracchiante, ma la corrente del fiume che scorreva
impetuosa
rese tutto molto confuso.
-
Aiuto!- ripeté la voce.
La
principessa si affacciò dalla sponda del ponte, guardando
giù: qualcosa di
apparentemente verde sbucò dall’acqua, per poi
venirne nuovamente inghiottito.
Non sapendo cosa fare, iniziò a guardarsi intorno, cercando
qualcuno che
potesse aiutarla; purtroppo, però, era sola in quel luogo
pervaso dalla natura.
Fu allora che il suo sguardo cadde su un lungo e robusto ramo caduto da
un
albero di ciliegio, proprio quello che le serviva per ripescare quello
sventurato essere ancora sconosciuto che stava annegando. Lo
afferrò e lesta lo
immerse nell’acqua, cercando di arraffare con la punta
biforcuta quella parte
verde che vedeva sbucare fuori. Quando finalmente ci riuscì,
sollevò in alto il
bastone, recuperando il malcapitato. Con sua grande sorpresa,
scoprì che si
trattava di un gigantesco rospo, il quale indossava una bizzarra
pancera
intorno al corpo. Era viscido e bagnato, e le aveva sporcato le mani.
Lo
stupore si trasformò in disgusto, e la principessa
pensò di aver pescato la
cosa sbagliata. Forse nel fiume c’era una persona che per
colpa del suo sbaglio
era morta, trascinata via dalla corrente. E lei se ne stava
lì, con una
disgustosa rana fra le mani!
La
fissò storcendo la bocca: era anche un esemplare piuttosto
bruttino, con una
sottospecie di panciera stretta in vita. Perché mai un rospo
avrebbe dovuto
indossare una panciera?!
Seccata
da quella perdita di tempo, la principessa si apprestò a
ributtare in acqua
l’animale. Ma non appena allungò la mano oltre la
sponda del ponte, la voce che
prima le aveva chiesto aiuto si fece risentire.
-
No, aspetta!-
Ritrasse
la mano, portandosi il rospo vicinissimo al viso e osservandolo con gli
occhi
fuori dalle orbite. A parlare, infatti, era stato proprio lui. Se
pensava che
la pancera fosse assurda, il fatto che parlasse lo era ancora di
più.
-
T-Tu p-parli…?-
balbettò.
-
Certo che parlo!- replicò
il rospo,
come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-
Ma sei un rospo! I rospi non parlano!-
precisò la ragazza.
-
Non sono un rospo-
affermò l’altro.
-
Come sarebbe a dire che non sei un
rospo?! Mi prendi in giro?! Sei verde, viscido, hai una voce
gracchiante e
quattro zampe! Sei un rospo a tutti gli effetti!-
-
Non lasciarti ingannare dal mio aspetto-
le disse l’animale - In
realtà io sono un
samurai-
-
Un samurai?!- fece stordita la
principessa.
-
Esatto. Sono stato trasformato in un
rospo da una strega- spiegò - Mi
aveva chiesto di sposarla ma io ho rifiutato; così lei mi ha
lanciato contro
una maledizione trasformandomi in un rospo. Potresti darmi una mano a
tornare
normale? Devo assolutamente tornare al castello dal mio signore e
riferirgli
l’accaduto. Sono assente da parecchio ormai, non vorrei
pensasse che l’ho
tradito- concluse il suo racconto.
La
principessa, che come si diceva all’inizio della storia era
molto superficiale
su certi aspetti, di tutto il racconto dello sventurato rospo-samurai
comprese
solo la parola “signore”. Un ricco proprietario
terriero, magari addirittura
regnante, era l’uomo che fin da bambina sognava di sposare.
Per lei i soldi
erano fondamentali, come lo era condurre una bella vita circondata da
tutto ciò
che desiderava. Di certo sposando un uomo ricco ogni suo capriccio
sarebbe
stato soddisfatto.
-
Hai detto “signore”?-
ripeté.
-
Sì, perché? È
normale che un samurai sia
al servizio di un signore-
-
E dimmi…il tuo signore è
ricco?-
-
Ovvio, che proprietario terriero sarebbe,
sennò?-
-
Ed è bello?-
continuò.
-
Personalmente non è il mio tipo,
per
quanto lo rispetti e gli sia fedele- ironizzò il
rospo-samurai.
La
principessa sospirò con aria sognante, facendo gli occhi
dolci e volteggiando
su se stessa, per poi prendere a camminare lungo il ponte con le mani
chiuse
sul petto, fantasticando sulla sua futura vita.
-
Ho sempre desiderato sposare un aitante,
giovane e soprattutto ricco signore, andare a vivere con lui in un
gigantesco
castello e avere servi e gioielli a volontà!-
allargò le braccia
sorridendo.
-
Mi fa piacere per te- la interruppe
il rospo - Adesso però ascoltami-
-
Sarò la principessa più
bella di tutto il
Giappone, e anche la più ricca!- continuava a
fantasticare la ragazza,
ignorandolo.
-
Mi vuoi ascoltare?!- alzò
i toni,
irritato.
- Che
vuoi?- rispose seccata per essere stata svegliata da quel
sogno
meraviglioso.
- Devi
aiutarmi a tornare normale-
- E
cosa dovrei fare, sentiamo-
- L’incantesimo
si romperà solo quando riceverò il bacio di una
principessa. È una cosa
stupida, ma quella strega ci ha visto lontano! In queste condizioni
qualunque
donna si rifiuterebbe di baciarmi, ancor più una principessa
abituata a vivere
nel lusso. Tu sei una principessa, giusto? L’ho capito dal
tuo abbigliamento e
dal tuo modo di ciarlare. Ti prego di aiutarmi, allora-
concluse.
- Te
lo puoi scordare!- storse il naso la principessa - Io non bacio un viscido e puzzolente rospo!-
strillò.
- Guarda
che nemmeno a me piace vedermi in questo corpo!-
precisò contrariato.
- Allora
arrangiati e cercati un’altra principessa! Ma figuriamoci se
faccio una cosa
del genere, non sei nemmeno un principe, del resto! Non ne varrebbe la
pena!-
incrociò le braccia al petto, assumendo un’aria
altezzosa.
- Che
cosa volete dire?! Sono comunque un uomo e merito di vivere come tale!
Si
tratta solo di un bacio, cosa vuoi che sia?!-
- Ѐ
tanto invece, troppo! Che cosa ci guadagnerei in cambio, eh?-
- Purtroppo
non ho denaro da offrirti, mi dispiace- ammise.
- Perfetto,
pure squattrinato!- esclamò acida lei - Dammi
una sola ragione per cui dovrei fare questa cosa!-
- Non
c’è altro che desideri, oltre al denaro?-
chiese - Un qualcosa che posso fare per te
per sdebitarmi-
La principessa si
portò una mano al mento,
pensandoci su. Non aveva denaro, ma restava pur sempre il servitore di
un ricco
signore. Era quella la carta vincente.
- Hai
detto che devi tornare dal tuo signore, giusto?- chiese
infine.
- Esatto-
- Allora
portami con te. Mi presenterai a lui e dirai che hai pensato che io
potessi
essere una perfetta moglie- sorrise soddisfatta del suo piano.
- D’accordo,
accetto. Ma se non ti vorrà io non avrò colpe-
precisò.
- Se
non mi vorrà troverai fuori il denaro per ripagarmi, e anche
alla svelta!-
- Certo
che sei proprio una vipera! Adesso sbrigati, non voglio restare un
minuto di
più in questo corpo!-
Con
un’espressione disgustata sul volto, la
principessa raccolse da terra il rospo, riponendolo sul palmo di una
mano.
Deglutì più e più volte, mentre lo
avvicinava al suo volto. Sentiva lo stomaco
contorcersi, e pregò con tutta se stessa che non le venisse
da vomitare. Ormai
pochissimi centimetri la separavano dal rospo, poteva sentirne
l’odore tipico
di acqua stagnante. Sporse in fuori le labbra, sfiorando la bocca
dell’animale,
e infine le premette leggermente, per poi staccarsi quasi subito.
Successe tutto in un
attimo. Un’aura
luminosa circondò il rospo, espandendosi e accarezzandola.
Si portò un braccio
a coprire gli occhi, chiudendoli. Quando
li riaprì davanti a lei non c’era più
quell’orrendo rospo, ma un bellissimo
ragazzo con una pancera in vita, vestito con uno yukata nero. I suoi
occhi
splendevano di un intenso verde brillante. Era l’uomo
più bello che avesse mai
visto. Oltre al fisico pronunciato, emanava una forza di attrazione
incredibile, come se tutto di fronte a lui perdesse valore.”
Fece
una
pausa dalla narrazione, restando a fissare la pagina come se stesse
cercando
qualcosa fra le righe. Intorno a lei c’era un profondo
silenzio, quasi il tempo
si fosse fermato. Prese un lungo respiro e ricominciò a
raccontare.
“ Ma,
nonostante questo, la principessa non
si era scordata che il samurai le dovesse un favore, e ne
approfittò per
ricordarglielo.
- Bene,
adesso come promesso mi condurrai dal tuo signore!-
proclamò.
Il samurai, allora, la
condusse fino al
castello del suo signore, il quale restò talmente colpito
dalla bellezza della
principessa che decise di prenderla in moglie.
E vissero tutti felici
e contenti.”
Chiuse
il
libro, sorridendo soddisfatta e girandosi verso Chopper.
-
Allora, ti è piaciuta?-
Il
piccolo
medico non rispose, perché si era ormai addormentato da un
bel pezzo.
Spaparanzato sul divano, respirava profondamente, colto dal sonno. Sul
suo
musetto era dipinta un’espressione felice.
Sorrise
anche lei, intenerita da quella visione.
-
Peccato, ti sei perso il finale della storia-
parlò fra sé e sé.
-
Tanto non era nemmeno giusto-
intervenne
Zoro.
-
Come?- si girò di
soprassalto verso di
lui.
-
Ho detto che hai cambiato il finale della
storia- ripeté, alzandosi e mettendosi seduto con
le gambe incrociate.
-
Ma non stavi dormendo?-
-
Ero sveglio da un po’, giusto in
tempo per
sentire il tuo finale alternativo- si grattò la
nuca.
-
E tu che ne sai se la storia non finisce
così?- incrociò le braccia al petto,
fissandolo alla ricerca di
spiegazioni.
-
Perché quella storia l’ho
letta anche io-
Non
poté
fare a meno di stupirsi per quell’affermazione. Anche Zoro
era stato bambino,
questo era scontato, ma mai avrebbe immaginato che fosse stato uno di
quelli
che leggevano le favole. Se lo era sempre immaginato come un moccioso
scorbutico già fissato con le spade, che non faceva nulla di
tutto ciò che sono
soliti fare i bambini a quell’età.
-
Tu leggevi le favole?- volle
conferma,
non riuscendo a vincere la curiosità.
-
In realtà non l’ho letta
personalmente, così
come tante altre. Era la moglie del mio maestro che ce le raccontava
nei
momenti di pausa dagli allenamenti. Diceva che nelle favole, per quanto
irreali, c’era sempre un fondo di verità e
soprattutto una morale- spiegò.
-
Quindi sapresti raccontare il finale?-
lo mise alla prova.
-
Non per filo e per segno, sono passati
parecchi anni da quando l’ho sentita raccontare
l’ultima volta. Però ricordo
che la principessa era rimasta così colpita dal samurai che
lo aveva invitato a
trascorrere ancora un po’ di tempo con lei, per ripagarla del
favore che gli
aveva fatto. Lui aveva accettato, e nel tempo trascorso insieme le
aveva
mostrato un mondo che la principessa non conosceva. Le aveva fatto
scoprire i
valori e le virtù che tipiche dei samurai, facendole capire
che c’erano cose
molto più importanti del denaro e della
superficialità del mondo. La principessa
era rimasta così colpita da questo che si era innamorata del
samurai, cambiando
la sua natura. Anche il samurai aveva finito per innamorarsi di lei e
le aveva
chiesto di sposarla. Così la principessa aveva rinunciato al
suo regno ed era
diventata sua moglie. Alla fine della storia se ne vanno a vivere al
castello
del signore di cui il samurai era servitore, se non ricordo male-
concluse
sbrigativo.
-
Però, mi stupisci Zoro!-
si complimentò
- La ricordi piuttosto bene per essere
una cosa che non ti interessava-
-
In realtà la figura del samurai mi
aveva
colpito, ecco perché la ricordo-
precisò.
-
Io invece mi sono sempre immedesimata nella
principessa- ammise, sorridendo con aria sognante.
-
In effetti direi che ti assomiglia-
ghignò lo spadaccino - Avida di
denaro,
capricciosa, viziata e rompiscatole!-
-
Tante grazie per la considerazione!-
storse il naso.
-
Non è forse così?-
-
Beh…non è solo per
questo…- assunse
un’espressione pensierosa - A dire
il
vero non ho mai capito perché alla fine la principessa abbia
scelto il samurai,
rinunciando non solo a sposare il ricco signore, ma anche ai suoi
stessi
possedimenti e al suo titolo. È una cosa da pazzi!-
allargò le braccia.
-
Dipende dai punti di vista-
replicò Zoro
- Come dicevo prima, in tutte le favole
c’è una morale di fondo, e quella della storia in
questione è proprio questa-
-
Cioè?- chiese, non
comprendendo.
-
Ci sono cose che hanno molto più
valore del
denaro, dei gioielli e delle cose materiali. Valori che non si possono
vedere
con gli occhi e che per questo vengono trascurati o dati per scontati.
La
figura del samurai incarna questi valori, e alla fine la principessa li
comprende e vede oltre alla superficialità a cui era solita
fermarsi. Questa è
la vera morale della favola: non importa quanto tu sia ricco o quanti
beni tu
possieda: se non hai valori morali non vali nulla-
Lo
ascoltò
attentamente, rapita dalla semplicità con cui il verde aveva
capito ciò che per
anni era rimasto un mistero per lei. Forse perché Zoro
più di chiunque altro
poteva comprendere i valori del samurai, dei quali ne aveva fatto una
stile di
vita. Aveva pochi abiti, nessun soldo e nessun interesse per la
ricchezza;
tuttavia possedeva delle qualità morali invidiabili. Lei
stessa, superficiale
come la principessa della fiaba, ne restava colpita ogni volta che le
metteva
in pratica. Anche se faceva tanto la spavalda quando le si chiedeva
come fosse
il suo uomo ideale, rispondendo che doveva essere ricco sfondato, in
realtà non
le sarebbe affatto dispiaciuto un tipo come Zoro. Doveva ammettere che
ne era
rimasta affascinata sin dal primo momento in cui lo aveva visto, e da
allora
non aveva mai smesso di provare interesse per lui.
-
Probabilmente hai ragione- sorrise -
Ora capisco perché, tutto sommato,
la figura
del samurai mi faceva sentire protetta. Mi addormentavo tranquilla
sapendo che
un valoroso guerriero avrebbe vegliato su di me. Eppure non ho mai
pensato che
la principessa lo avesse scelto per quel motivo- scosse la
testa.
-
Perché ti sei fermata alla
superficie-
ribatté il verde - Adesso hai
rivalutato
il samurai?-
-
Credo di sì-
annuì - E tu me lo ricordi tanto,
Zoro-
Non
ci fu
bisogno di altre parole, avrebbero solo rovinato il momento. La morale
della loro
storia era rinchiusa in quelle confessioni velate e mascherate che si
erano
appena fatti. Si sorrisero, scambiandosi intensi sguardi che volevano
dire
molto di più di quello che appariva. La principessa e il
samurai si erano
ritrovati.
-
Ѐ meglio portarlo a letto- ruppe il
silenzio Zoro, facendo un cenno con la testa verso Chopper, ancora
addormentato
sul divano.
-
Sì- confermò,
prendendo in braccio il
piccolo medico come fosse stato un bambino.
Lentamente,
mosse alcuni passi verso la porta, per poi fermarsi quasi subito.
-
Ah, Zoro?- lo richiamò a
bassa voce.
-
Mmh?-
-
Chopper mi ha detto che Robin…-
-
Sì, ho sentito- la
interruppe prima
ancora che riuscisse a terminare la frase.
-
Quindi eri sveglio già
dall’inizio della
storia?- si sorprese.
-
In realtà non ho quasi mai dormito.
Dovevo
vegliare su qualcuno- ghignò soddisfatto della sua
frase.
-
Grazie…-
arrossì lievemente per quella
metafora - Buonanotte Zoro- lo
salutò, afferrando la maniglia della porta e aprendola.
-
Aspetta- la fermò lui,
avvicinandosi.
-
Che c’è?-
-
Hai dimenticato questo- le porse il
libro di favole - Mi raccomando,
raccontagli di nuovo la storia ma con il giusto finale, stavolta!-
chiuse
gli occhi, concedendosi un sorriso di quelli dolci e rari.
-
Lo farò!- gli fece
l’occhiolino,
afferrando il libro e chiudendosi la porta alle spalle, non prima di
averlo
guardato un’ultima volta.
…………
Il
sole
splendeva radioso nel cielo, rendendo la giornata calda ma
fortunatamente non
afosa, grazie alle correnti del mare che mitigavano l’aria.
Un clima ideale per
rilassarsi, pescare o dedicarsi a qualunque attività di
svago.
Il
piccolo
Chopper ne aveva approfittato per mettere ad essiccare alcune delle sue
erbe
mediche, ed ora ne stava sminuzzando altre nel mortaio. Lavorava con
dedizione,
facendo trasparire da quei semplici gesti l’amore per il suo
compito di medico.
Si
avvicinò
lentamente, per non spaventarlo.
-
Chopper?- lo chiamò,
fermandosi in piedi
d’innanzi a lui.
-
Oh, ciao Nami!- la salutò
felice - Grazie per avermi letto la favola
ieri sera!
Mi spiace di essermi addormentato prima che finisse, ma ero tanto
stanco…-
assunse un’aria da cucciolo dispiaciuto.
-
Non importa- gli sorrise per
rassicurarlo - Vorrà dire che la
rileggeremo!-
-
Eh?! Davvero?!- saltò su
entusiasta.
-
Certo!- annuì - Devi assolutamente conoscere il finale!-
-
E perché?- chiese
curioso, come se ci
fosse qualcosa di assolutamente straordinario in quelle ultime righe.
-
Perché è un finale
bellissimo-
ANGOLO
DELL'AUTORE
Io ho cercato di
utilizzare tutte e tre le immagini, mi spiace per la schifezza che
è uscita! XD
Volevo fare una cosa con una morale di fondo ma non credo mi sia
riuscito
l'intento!
Immagini utilizzate:
Avete mai
desiderato poter modificare il corso della
storia? Purtroppo nella realtà non è possibile,
ma noi del Midori Mikan abbiamo
trovato un modo divertente per farlo, con le doujinfiction!
Attraverso
le pagine di un doujinshi esistente proposto, i partecipanti
dovranno reiventare la storia mantenendo solo gli elementi base che si
vedono
raffigurati. Questa iniziativa è nata anni fa per poi venire
pian piano
dimenticata, ma ora le utenti e lo staff vogliono riportare in auge
questo
evento, sperando di regalarvi delle piacevoli e ingegnose storie!
Per
saperne di più anche a proposito del prossimo girone di
questo evento,
tieniti aggiornato sul forum!