Era una giornata come tante altre, il sole splendeva nel cielo e la scuola attendeva i suoi allievi come ogni santo giorno. Kira si avviava verso quel posto di malavoglia visto che quel giorno doveva essere interrogata in scienze, per lei non era proprio una bella giornata. Tutto scorreva uguale ogni giorno, nulla era diverso sempre e solo la solita vita monotona. Mentre si avvicinava al portone della scuola vide un ragazzo mai visto prima e…gran figo! Alto e ben fatto, occhi scuri e uno strano tatuaggio che partiva dalle sopracciglia e con i capelli rossi legati a coda. Ecco che partiva il brutto vizio di Kira cioè sognare a occhi aperti: si immaginava stretta tra le sue braccia, con le labbra che le percorrevano il corpo e… si chiedeva se anche li sotto fosse rosso! Ma che diavolo di pensieri -Ciao Kira- fortunatamente i suoi pensieri osceni furono interrotti da Ives-Che faccia!- -Taci è parecchio che non dormo!- -Come mai?? Passi la notte a farti seghe mentali?- scherzò l’amica -Ma che cazzo spari! Comunque non lo so il perché, sarò sonnambula- -Cambiando discorso, hai visto il tipo che c’è fuori da scuola?- -Sì, è carino- -Oho! Ma che hai gli occhi foderati di cacio cavallo! Altro che carino gli strapperei quella camicia bianca e quei jeans neri per fargli la festa!- esclamò Ives. -Sei una porca Ives!!!!- Il ragazzo dai capelli rossi osservò Kira entrare a scuola e le sorrise quando si voltò a guardarlo e poi sparì. Kira entrò a scuola e iniziarono i complessi, come poteva lei attirare un tipo così? Era un po’ in carne, con i capelli indomabili e gli occhi scuri spenti dal sonno? No, era impossibile ( MA Nà TIPA CHE NON SI Fa COMPLESSI ESISTE?????)Però il rossino continuò a tormentare i suoi pensieri fino a casa, un tipo intrigante e sensuale e la sensazione di averlo già visto non le lasciava il cuore ma i suoi pensieri furono avvolti dalla nebbia e il corpo divenne pesante “non posso svenire qui, non passa nessuno” ma i pensieri si spensero nel buio più totale. Kira si risveglò , faticò a riconoscere il luogo in cui era, si alzò ma la testa le pulsava violentemente. -Stai giù- disse una voce maschile sconosciuta. -Chi…Chi sei?- Lui si avvicinò al divano per farsi vedere e Kira per poco non ricadde in catalessi. -Sono Renji Abarai, ti ho trovata svenuta a terra- spiegò lui. Ariecco il brutto vizio di Kira: come faceva a sapere dove abitava? (ORA SEGUIREMO IL PERCORSO MENTALE DI UNA SCHIZZATA) Allora se sapeva dove abitava vuol dire che l’aveva seguita, se l’aveva seguita vuol dire che si era innamorato di lei, se si era innamorato di lei era una gran botta di culo e quella gran botta di culo li avrebbe fatti fidanzare e forse sposare e… e…e…. . Visibilmente felice Kira chiese: -Come sai dove abito?- -Semplice avevi dei documenti con te e io li ho letti per portarti a casa e le chiavi le avevi in tasca- spiegò semplicemente il ragazzo. I bei sogni si sciolsero come tenere neve al sole e lei ricrollò nel baratro oscuro. Si risvegliò a tarda sera con la consapevolezza che c’era un essere umano i più in casa e lo cercò trovandolo in cucina con una tazza di caffè in mano.