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Autore: MoCridhe    10/02/2015    8 recensioni
Questa One Shot parte dall'idea di uno spoiler che Marc Guggenheim (produttore di Arrow) ha rilasciato in rete una settimana fa.
"-Puoi darci qualche suggerimento riguardo all'Olicity nell'episodio 18?- Marc G: cinque secondi"
Ecco.. mi sono fatta tutto un viaggio mentale su questa frase perchè è noto che la 3x18 porterà una svolta alla coppia Olicity. E siccome si vocifera che Feliciy sarà in Ospedale ho inventato questa storia. Spero vi piaccia! ^_^ Enjoy!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 SECONDS
 
Aprii gli occhi e dolorante mi lasciai sfuggire un lamento.
“Bene” pensai “allora quello che è successo non è stato solo frutto della mia immaginazione”. A conferma di ciò vidi la borsa e il foulard di mia madre sulla sedia accanto al mio letto.
“Allora non ho immaginato neanche quello”  si perché mia madre era venuta per me e ricordo solo di aver avuto la forza di parlare con lei per pochi minuti prima di ricadere in un sonno profondo. Tra me e me mi domandai dove fosse finita, fuori era buio e l’unica luce proveniva dalla lampada posta sopra il mio letto.
-È andata a prendersi un caffè- disse una voce proveniente dalla finestra. Mi spaventai ma sapevo a chi apparteneva.
Oliver se ne stava nascosto nella penombra. Era seduto con in gomiti poggiati sulle cosce e la schiena ricurva, sembrava che tutto il peso del mondo fosse sulle sue spalle.
-Oliver…- ero così felice di vederlo.
-Non sforzarti-
-Sto bene- dissi e fui sorpresa di constatare che fosse la verità. Gli antidolorifici stavano facendo effetto.
La porta della stanza si aprì prima che potesse ribattere.
-Tesoro sei sveglia. Come ti senti?-
-Sto bene- ero già stanca di rispondere a quella domanda.
Oliver si alzò e si avvicinò al letto. Quando mia madre lo vide un enorme sorriso comparve sul suo viso e mi guardò come a chiedermi qualcosa.
-Cosa c’è mamma?-
-Sono solo venuta a prendere la borsa e il cappotto. Volevo andare a casa per farmi una doccia, spero non ti dispiaccia. Tanto ti lascio in buona compagnia-
 -Non mi dispiace-
-Va bene- si abbassò e mi diede un bacio sulla fronte – sì, stai decisamente meglio. Mi domando perché?- disse tra i denti, era chiaro che si riferisse a Oliver.
-Ciao Oliver, è stato un piacere rivederti-
-Anche per me- le rispose allungando una mano verso di lei.
Pochi secondi dopo restammo soli.
Mi fissava immobile, con le braccia conserte. Per rompere il ghiaccio lo ringraziai per aver telefonato a mia madre e averle chiesto di venire. Gli chiesi anche di versarmi un bicchiere d’acqua e questo lo fece sorridere. Lo guardai mentre con movimenti lenti e misurati riempiva un insignificante bicchiere di plastica e lo trovai bellissimo; era la prima volta che si prendeva cura di me…
-So cosa vuoi dirmi- dissi sospirando.
-A si?- lo conoscevo da abbastanza tempo da sapere che era arrabbiato con me.
-Non sapevo che quel pazzo sarebbe arrivato a tanto e in quel momento mi sembrava una buona idea fare quello che ho fatto…-
-Certo, ti sembrava una buona idea metterti in mezzo per evitare che Ray Palmer si facesse male. Sei la donna più avventata che conosco-
In quello che aveva appena detto lessi tanto risentimento, ma anche qualcos’altro.
-Oliver, ti ha dato fastidio che io abbia rischiato la mia vita per salvare Ray?-
-Sì!- mi rispose  alterato.
-Lo avrei fatto per chiunque, lo sai-
-Avresti dovuto aspettare Barry. Se lo avessi fatto a quest’ora non staresti in un letto d’ospedale con un trauma cranico, quattro costole incrinate, una caviglia slogata ed ematomi sul resto del corpo- 
-Se lo avessi fatto a quest’ora Ray sarebbe morto! –
-Non mi importa un accidente di Ray. Io mi preoccupo per te!- sbottò alterato.
Mi stava facendo innervosire, ma capii che le sue parole erano dettate solo dalla paura, o almeno me ne convinsi.
-Per fortuna Barry è arrivato in tempo…-
-Si ma non ha potuto evitare che quel tale di scaraventasse contro un muro facendoti perdere i sensi-
-Adesso non prendertela anche con Barry! Ha fatto tutto quello che era in suo potere per salvarmi. Mi ha persino riportata a Starling-
-Ma non ha fatto abbastanza- sibilò duro.
Okay, non volevo sentire una parola di più.
-Senti, non puoi rinchiudermi sotto una campana di vetro. I pericoli ci sono e io li corro come tutti gli altri, certo non posso negare che me la sia cercata ma lo sai che lo avrei fatto per chiunque. Sì, non ho pensato alle conseguenze del mio gesto- alzò le sopracciglia come per dire “Oh almeno lo ammetti” – ma non mi pento affatto-
-È questo che voglio farti capire. Tu…- puntò un dito contro di me- tu… mi manderai al manicomio- disse frustrato.
-E perché mai?-
-Perché non pensi alle conseguenze di quello che fai. Non pensi alle persone che fai preoccupare, tu non pensi a me… accidenti a te a alla tua condotta morale Felicity Smoak!-
-Io penso a te, sempre- le parole mi sfuggirono senza riuscire a controllarle, ma dopo l’imbarazzo iniziale non mi pentii di averlo fatto.
-Ti prego, dì qualcosa- il mio cuore stava cominciando a fare le bizze. Non sopportavo di vederlo in quel modo e men che meno sapere che fosse arrabbiato con me. 
-Ho già parlato abbastanza, non so cos’altro dovrei dire-
-Dì che mi perdoni-
-Lo sai che non c’è niente che non ti perdonerei- dalla sua voce trasudava amore e sofferenza in parti uguali.
“Gesù quanto è sfiancante torturarci in questo modo?” pensai  e in un nanosecondo decisi qual era  il passo successivo da fare. 
-Vieni qui- gli dissi più audace che mai – ho bisogno di sentirti vicino- non volevo più scappare dai miei sentimenti.
Mi guardò sorpreso e terrorizzato, come se gli avessi chiesto di lanciarsi nel vuoto senza paracadute.
-Per favore… solo per 5 secondi… potresti stringermi e fare finta che esistiamo solo noi? Puoi fare finta che Arrow non esista e che in questa stanza ci siano solo Oliver e Felicity?-
-Ho paura di farti male- e non ero sicura si riferisse al male fisico.
-Allora non sai quanto mi faccia male vederti così lontano, sapendo che se solo allungassi una mano potrei prenderti-
Non se lo fece ripetere due volte. Si stese sul letto accanto a me e piano mi strinse le braccia intorno alle spalle, spingendomi contro il suo petto.
Affondai il naso nel suo maglione e inalai il suo profumo buonissimo. Il suo respiro mi solleticava i capelli e seppur con fatica trovai la forza di avvicinarlo ancora di più a me. Il suo corpo si adattò perfettamente al mio e il cuore iniziò a battere all’impazzata. Ero dove volevo essere.
-Se solo potessi tenerti così per sempre- ormai avevo rotto gli argini. Non mi importava più della promessa che mi ero fatta di stragli lontana ed era ora che lo sapesse anche lui. Le lacrime avevano preso a scendere senza che nemmeno me ne accorgessi.
-Ti terrei al sicuro da ogni pericolo e ti farei capire quanto tu sia importante per me e quanto amore ho da darti-
-Ma tu già lo fai, sempre…-
-E allora rimani- a quel punto alzai il viso per trovarmi a pochi centimetri dal suo.
-Non sai quanto vorrei farlo –
-Oliver, stanotte ho rischiato di morire- a quelle parole chiuse gli occhi e strinse possessivamente una mano sul mio fianco. Mi fece un po’ male, ma questo evitai di dirglielo.
-Perdonami, non te lo sto dicendo per farti arrabbiare o perché voglio che tu provi compassione per me, ma solo per farti capire che in quell’istante, in quel momento,  quando pensavo che quell’uomo mi avrebbe uccisa, l’unica persona che volevo al mio fianco, l’unico a cui pensavo, eri tu-
-E io volevo esserci, lo sai quanto è importante per me che tu sia al sicuro-
-Oliver, ti prego basta. Forse gli antidolorifici mi stanno facendo straparlare più del solito, ma voglio che tu sia sincero con me. Non dirmi quello che pensi sia giusto, dimmi quello che provi veramente-
Lo guardai dritto negli occhi e come un fiume in piena lasciai che le parole sgorgassero dalle mie labbra senza avere il potere o la voglia di fermarle.
- Io… ti voglio. Voglio tutto di te, sempre. Voglio viverti. Voglio tornare a casa e sapere che sei li ad aspettarmi, voglio sapere che lotterai per la tua sopravvivenza perché non posso perderti un’altra volta. Non posso pensare di passare anche solo un giorno della mia vita senza di te.  Voglio baciarti e amarti- dissi in un sussurro  mentre gli sfioravo il naso con il mio- come non ho mai fatto con nessun altro e voglio che tu faccia lo stesso con me- automaticamente i mie occhi si posarono sulle sue labbra e non potei farei a meno di desiderare di assaggiarle.
-Adoro quando straparli- disse solamente e, come se mi avesse letto nel pensiero, mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Non mi aspettavo che mi prendesse alla lettera ma di sicuro, quello fu un bacio diverso da tutti gli altri che ci eravamo scambiati fino ad allora.
Il mio cervello andò in standby. Riuscivo a pensare solo che tra le mie braccia c’era l’uomo che amavamo più della mia vita e sentire il suo respiro mischiarsi con il mio mi fece emozionare a tal punto che la macchina della frequenza cardiaca cominciò a emettere un suono frequente e acuto.
-Così mi uccidi- gli dissi con un sorriso quando lasciò che riprendessi fiato. Anche lui sorrideva per le capriole che aveva fatto fare al mio cuore.
-Ti amo Felicity- sussurrò poggiando la sua fronte alla mia.
-Ti amo anche io-
Era la prima volta che glielo dicevo, nonostante gli avessi già fatto capire in altre parole quali fossero i miei sentimenti per lui. Mi guardò emozionato ed io mi persi in quel mare blu di dolcezza.  
Ben presto però la realtà piombò nuovamente su di noi: il suo cellulare aveva preso a suonare ma, stranamente, lui non rispose. Il mio angolo di paradiso non poteva durare a lungo, non potevamo fare finta che fossimo solo Oliver e Felicity. Avevamo chiuso il mondo fuori dalla stanza ma non potevamo fingere o rinnegare quello che eravamo.  L’ultimo briciolo di felicità venne spazzato via da un’immagine:  io e lui, il giorno della nascita di Sara. Avevo così paura di perderlo e di lasciarlo andare che mi aggrappai con tutte le forze al suo maglione. Non so se capì quanto fossi spaventata in quel momento, ma di sicuro poteva leggere nei miei occhi che qualcosa era cambiato.
-Cosa c’è?- disse aggrottando la fronte.
-Qualche mese fa, nei corridoi di questo Ospedale, mi hai detto che non potevi essere sia Oliver Queen che Arrow. Mi hai baciata e poi tutto è finito. Non voglio rivivere quella scena di nuovo, non lo sopporterei. Ma ho bisogno che tu sia sincero con me-
Si irrigidì per qualche secondo e poi si staccò da me-sì, hai ragione-  mi disse prima di alzarsi e mettersi seduto. Il distacco dal suo corpo mi fece così male che fu come rivivere il mio incidente, di nuovo. Non volevo che si alzasse, non volevo che si allontanasse, ma forse aveva bisogno di mettere dello spazio tra di noi e questo mi fece paura. Mi preparai a ricevere le sue parole come un pugile si prepara ad incassare il colpo finale, ma neanche la più spessa delle imbottiture avrebbe potuto proteggere il mio cuore da un altro dolore, l’ennesimo, che lui stava per infliggermi.
Si girò lentamente verso di me e mi prese le mani tra le sue. Aveva la faccia dell’”Oliver che sta per dire una cosa importante”.
Io lo guardavo imbambolata, anche il quel momento non riuscivo a smettere di ripetermi quanto, nonostante quello che stava per dirmi, lo amassi disperatamente.
-Ti prego di credermi quando ti dico che non sono mai stato più spaventato all’idea di perdere qualcuno come lo sono stato stanotte. Credo di aver perso qualche anno di vita quando mi hanno detto quello che era successo, quando sono entrato e ti ho vista in questo letto avrei tanto voluto essere al tuo posto-
-Ti sei spaventato così tanto?- la mia voce si ruppe i più punti per il nervosismo.
-Ero terrorizzato! Felicity, l’idea di perderti mi terrorizza.  Io non posso stare senza di te, ne Oliver e ne Arrow possono stare senza di te-
-Capisco… - dissi abbassando lo sguardo, ormai mi stavo preparando al peggio e la cosa buffa era che volevo che continuasse, era come se io stessa gli stessi dicendo:  “tieni Oliver, prendi il mio cuore e calpestalo ancora una volta”.
-No, non capisci…-
-Certo che sì!- risposi infervorata- quando ti ho creduto morto io ero morta con te. Per più di un mese pensavo di averti perso ed io credo… sì, credo che neanche per me ci sia mai stato un dolore più grande. Neanche dopo l’abbandono di mio padre ho provato tanto dolore. Ero piccola quando lui se ne è andato e anche se non capirò mai il perché sono andata avanti con la consapevolezza che lui esiste, nonostante non sia con me, lui esiste ed è da qualche parte in questo mondo. Tu invece mi avevi promesso che non mi avresti mai lasciata e… e poi sei morto- conclusi con le lacrime agli occhi.
-Non ti avrei mai lasciata. Dopo che Ra’s mi ha trafitto nei miei occhi c’era solo il tuo viso. Ho rivisto uno dei momenti più belli che abbiamo vissuto insieme ed è stato il desiderio di tornare da te che mi ha tenuto in vita-
Non me lo aveva mai detto. Ero così incredula e felice allo stesso tempo che non trovai altre parole da dirgli se non – Dici sul serio?-
-Dico sul serio-
-Okay ma… questo non risolve la nostra situazione-
Mi guardò stupito – quale, esattamente, delle parole “Io non posso stare senza di te” non hai afferrato?-
-Sì, ma hai detto che neanche Arrow può stare senza di me. E fidati, per quanto creda in quello che fai, per quanto ami stare al tuo fianco, io è con Oliver Queen che voglio stare. E se tu non riesci a capire che quella parte di te che si traveste ogni notte per proteggere gli abitanti di questa città può convivere con quella parte di te che amo tanto, allora non ci sarà mai un futuro per noi-
-È qui che ti sbagli…-
-Non…-
-Ti sbagli, perché io voglio davvero un futuro con te- snocciolò quella frase con tale naturalezza che il cuore mi si fermò in gola – voglio stare con te, voglio essere felice. C’ho messo un po’ a capire che essere Arrow non può impedirmi di vivere come Oliver Queen, semmai vivere come Oliver Queen può rendere migliore Arrow e quello che faccio. Ho lottato per così tanto tempo per trovare la mia vera identità che quando ho iniziato a desiderare una vita senza arco e cappuccio, ho avuto paura. Ho avuto paura dei miei sentimenti per te e non ho lottato abbastanza per noi. Ti ho allontanata, ho lasciato che frequentassi un altro uomo, un uomo che credevo fosse migliore di me perché tu meriti il meglio, ti ho fatta soffrire alleandomi con Merlyn e ti ho fatto rimpiangere i sentimenti che provo per te…  io-
-No – lo interruppi, anche se avevo cominciato a vedere tutto sfocato – anche se ti dissi quelle parole non ho mai smesso di amarti. Io voglio essere la donna che ami perché il meglio per me sei tu, e nessun’altro prenderà mai il tuo posto-
-Neanche Ray Palmer?- mi chiese e a ragione. Durante l’ultimo periodo mi ero avvicinata parecchio a Ray, tanto che non nego di aver pensato che forse, con il tempo, sarebbe potuto diventare più di un amico per me. Ma ogni volta che pensavo ad una simile eventualità ecco che Oliver bussava prepotentemente alle porte del mio cuore e mi faceva rinsavire.
-Neanche Ray Palmer-  prese un respiro profondo e poi mi sorrise sghembo.
-Piuttosto, voglio che mi prometti una cosa-
-Sentiamo-
-Promettimi che la prossima volta che una bomba farà esplodere il ristorante in cui stiamo mangiando tu non mi lascerai su due piedi, perché non lo sopporterei. Se decidiamo di provarci, dobbiamo farlo in due. Non si scappa.-
Mi strinse maggiormente le mani prima di rispondermi.
-Te lo prometto- disse infine.
Lo attirai a me facendolo stendere di nuovo al mio fianco.
-Dovrai avere molta pazienza con me- disse affondando il naso tra i miei capelli.
-Non lo metto in dubbio. Ma ce la faremo- gli risposi beandomi delle sue carezze e della certezza del suo corpo attaccato al mio.
-Come fai ad esserne così sicura?-
-Perché lo faremo come abbiamo sempre fatto tutto-
-E cioè?-
-Insieme- mi fece alzare la testa e mi diede un bacio dolcissimo sulle labbra.
-Sì- confermò- insieme ce la faremo-
 
 
 
 
Grazie per aver letto la mia storia. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate! ^_^ Alla prossima.
 

 
 
 
 
 
 
   
 
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