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Autore: Orangebooks    10/02/2015    1 recensioni
Quattro amici, un amore non ricambiato e un'avventura da vivere. Un monologo di una ragazza alle prese con il primo amore che scopre pian piano come è fatto il mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sono le cinque del mattino e io ancora leggo. Deve essere successo qualcosa di grosso se sono ancora qui, in un altro mondo. Si, perché di solito leggo per evadere, per non pensare più, per scappare da quello che mi succede.
È tutta colpa di Giorgio e di quello che mi ha detto oggi pomeriggio, “Io ci ho provato a dare retta agli altri, a vederti come una ragazza qualsiasi con cui provarci, ma poi mi sono ricordato che sei tu.” E così mi ha mollato dopo aver preso l’iniziativa, dopo avermi fatto credere che gli piacessi. Mi sentivo la ragazza più felice del mondo quella sera e ora mi sento solo la più stupida. Non so se essere più incazzata perché sono stati i suoi amici a convincerlo, perché mi voleva usare come una ragazza qualsiasi, o perché ci ha ripensato quando si è ricordato che ero io. Che ero solo io. La sua amica brutta e sfigata di cui non potrà mai innamorarsi. In fondo mi sarei accontentata anche di essere una qualsiasi perché, dopo tre anni che sei innamorata, ti aggrappi a qualsiasi cosa. Questo pensiero mi fa schifo ma è quello che sento e mi faccio schifo da sola perché non so reagire, perché non so fregarmene, perché non so dire basta e ricominciare da capo. Non so quanto tempo ho pianto, quante volte ho rigirato il cuscino perché era troppo bagnato, quante volte mi sono maledetta per non essere abbastanza. Quando ho smesso mi sono lavata la faccia, ho preso un libro a caso, e ho cominciato a leggere. In un attimo non ero più io e non avevo più i miei problemi. Ne avevo di più grandi, ma ero dentro un libro e avevo la certezza che si sarebbero risolti, mentre i miei non si risolvevano mai. L’indomani a scuola avevo ancora gli occhi rossi di pianto e pesanti per non aver dormito. Fortuna che quando sono così nessuno si avvicina, nessuno chiede, e oggi nemmeno Francesco e Andrea, i  migliori amici miei e di Giorgio, hanno il coraggio di farlo. Forse hanno già parlato con lui, meglio così non ho voglia di rispondere a un interrogatorio. La notte seguente si ripete la stessa storia: piango poi mi immergo nella lettura e passa tutto. Va avanti così per un po’, fino a quando non mi rendo conto che devo reagire, che sta arrivando l’estate e che devo lasciarmi questa storia alle spalle, devo lasciarmi lui alle spalle e non pensarci più.
L’estate arriva ma lui non esce dalla mia vita ne dai miei pensieri. Lo vedo più spesso che in inverno e per via delle amicizie in comune usciamo sempre insieme. Così un pomeriggio che ci eravamo riuniti a casa di Andrea ci racconta che si è innamorato e, ironia della sorte, la fortunata è una compagna di classe di mia sorella, Carola, più piccola di lui di un anno. La conosco bene e sicuramente non ricambia ma decido di non dirglielo, probabilmente lo scoprirà presto da solo. Il mondo è piccolo dice il proverbio, ed è proprio vero. Mi fa male ascoltarlo, vedere brillare i suoi occhi ogni volta che pronuncia il suo nome, ma lo faccio lo stesso perché è l’unico modo che ho per stare con lui. La sera del Ferragosto la passiamo tutti e quattro insieme, sulla spiaggia, io Andrea Francesco e Giorgio. L’anno prossimo non lo passeremo più sugli stessi  banchi di scuola, L’anno prossimo si va alle superiori, si cambia vita, si conoscono nuove persone, ma ci promettiamo di rimanere in contatto e di vederci qualche volta. La serata passa piacevolmente e per una volta i nostri genitori, accampati  poco distante da noi, ci lasciano in pace. Ci sdraiamo a guardare le stelle e poco dopo Francesco e Andrea stanno già dormendo. Rimaniamo solo io e lui, in silenzio. Sono io a rompere il ghiaccio, ho paura che si addormenti, ho paura di sprecare questi poche momenti che ci restano da passare insieme, e so anche qual è l’unico argomento per il quale mi darà retta. “Tu la ami Carola?” Gli chiedo. “Non lo so” mi risponde, “non ho mai provato niente del genere”. “Ti manca quando non c’è? Voglio dire non senti come un vuoto quando non sei insieme a lei? Non ti manca da morire se non la vedi?”. “Si” mi risponde, e faccio fatica a sentirlo perché lo sussurra appena. Ho una fitta allo stomaco ma la ignoro. “Allora è amore”. Forse non è questo l’amore, forse a tredici anni non puoi sapere cos’è l’amore ma io so che mi manca l’aria quando non lo vedo, che rischio di impazzire se non lo sento,che il mio cuore fa un balzo ogni volta che mi sfiora. Forse è un amore ingenuo, inesperto, senza pretese, ma preferisco questo a quello degli adulti. “Tu sei mai stata innamorata?” Mi chiede. Non rispondo. Non può essere così ingenuo, non può non averlo capito. Stacca gli occhi dal cielo e si gira a guardarmi. Vede i miei occhi lucidi che fissano le stelle senza vederle davvero. “Scusa” mi sussurra. Mi prende la mano e incrocia le sue dita con le mie. Rimaniamo cos’ fino a quando il cielo non diventa più chiaro, fino a quando le stelle scompaiono e il sole rompe la magia, spezza il sottilissimo filo che ci aveva legato, anche se solo per una notte. E io ritorno io e lui ritorna lui. E capisco che non è colpa sua, che a volte le cose vanno così, anche se è ingiusto, che anche lui soffre per un amore non ricambiato e che devo farmene una ragione. Prima o poi passerà.
Anno nuovo vita nuova, si dice. Quest’anno ho proprio cambiato tutto: nuova scuola, nuovi amici, nuovi problemi, ma sempre un chiodo fisso, Lui. Non so se riuscirò mai a togliermelo dalla testa ma si dice che il primo amore non si scorda mai quindi mi sembra già più difficile. Mi sento come un disco rotto, inceppato sempre sullo stesso punto. Devo tirarlo fuori dalla radio, devo tirarmi fuori da questa situazione. Ma so che da sola non ce la farò mai. Mi serve il cosiddetto “chiodo schiaccia chiodo”. E arriva. Lo conosco ad una festa, amico di qualcuno. Bassino, biondo, viso da bambino, occhi castani: mi piace un sacco. Ci scambiamo un’occhiata e viene a sedersi vicino a me. Parliamo tutta la sera e alla fine mi chiede il numero. Sono euforica e strafelice, questa è la volta buona che lo dimentico. Due giorni dopo usciamo insieme, una passeggiata sulla spiaggia. Lui mi sta vicinissimo e mi guarda negli occhi con un po’ di malizia, ma non si decide a baciarmi così quando ci sediamo sulla sabbia prendo io l’iniziativa e provo a baciarlo. Lui si allontana e mi guarda divertito. Io capisco che mi sta prendendo in giro e gli tiro un ceffone sulla guancia. Ci mette un attimo a riprendersi, si butta su di me e finalmente mi bacia. Passiamo il resto della serata a pomiciare come se non ci fosse un domani, io ne ho bisogno e a lui non sembra dispiacere. Ci salutiamo troppo presto per i miei gusti ma sono sicura che domani lo rivedrò. Gli mando un messaggio appena salgo in macchina: “mi piaci tanto, voglio rivederti, già mi manchi”. Non risponde. Forse non ha credito o ha il cellulare scarico, mi risponderà domani. Passa una settimana e io aspetto ancora che mi risponda. Nonostante i continui messaggi non ha dato segni di vita. Ci sono rimasta malissimo ma in fondo non era così importante, quindi cancello il suo numero e fingo che non sia mai esistito. Un pensiero fisso mi gira nella mente però: dove ho sbagliato? Che ho fatto di male questa volta? La scuola va uno schifo, Giorgio ogni tanto si fa sentire per avere consigli su come conquistare Carola e io preferirei che sparisse del tutto ma in questo modo ce l’ho sempre in testa. Mi accorgo che non riesco più a innamorarmi. Guardo tutti i ragazzi intorno a me e non riesco a vederli come potenziali fidanzati. Così decido di non guardarmi più intorno, di smettere di cercare, perché qualcuno mi ha detto che le cose le trovi quando smetti di cercarle. Chissà se funziona anche con l’amore.
Passa un anno intero e ritorna l’estate. Mi sono concentrata solo sulla scuola e mi sono fatta qualche amica. Ho guadagnato un bel nove in pagella e due nuove migliori amiche ma sento che manca qualcosa e l’estate riporta a galla vecchi ricordi. Con il ritorno delle vacanze ritorna pure lui. Ricominciamo a vederci e a uscire insieme a Francesco e Andrea, ma questa volta non voglio lasciarmi trasportare da lui, voglio godermi l’estate e non pensarci. Anche quest’anno andiamo in campeggio tutti e quattro insieme e proprio lì conosco Paolo, alto, moro e due anni più grande di me: bellissimo. Cosa posso chiedere di più? Iniziamo a frequentarci e sembra che io gli piaccia, così lo presento ai miei amici ma, mentre Andrea e Francesco sono felici e sorridono Giorgio nemmeno lo guarda in faccia. Non mi importa se non gli piace. E’ colpa sua. Ci sarebbe lui al suo posto se ci avesse pensato prima. Quella sera rimango sulla spiaggia con Paolo e rimaniamo a baciarci per un po’. Poi lui mi mette le mani sui fianchi e le fa scivolare sotto la maglietta. Risale lentamente e mi tocca il seno ma a me non da fastidio. Quando però scende giù e arriva a toccare l’orlo delle mutandine comincio ad agitarmi. È troppo presto per fare qualunque cosa abbia in mente, ci conosciamo da appena due giorni. Gli blocco la mano e mi allontano. “Che ti prede?” Mi chiede lui. “Niente” rispondo io. “Allora possiamo continuare?” “No”. Mi alzo  e me vado. Torno a letto ma ho troppo caldo e troppi pensieri in testa per dormire, quindi esco e vado di nuovo in spiaggia. Per fortuna Paolo non c’è più, ma scorgo una sagoma poco distante da me. La luna illumina solo una parte del suo viso ma io lo riconoscerei anche completamente al buio. Mi avvicino e mi siedo in riva al mare, accanto a lui, lasciandomi bagnare le dita dei piedi dalle onde. Giorgio si gira a guardarmi. “Da quanto tempo sei qui?” gli chiedo. “Non sono nemmeno andato a dormire” mi risponde. Spero che non mi abbia visto con Paolo, sarebbe troppo imbarazzante. “La tua serata romantica non è andata proprio bene eh?” Ok, mi ha visto, ma non ha il diritto di farmi pesare la cosa più di quanto non mi pesi già. “E a te cosa importa eh? Perché hai reagito a quel modo sta mattina se non ti importa niente di me? E perché mi spiavi?” Gli urlo infuriata. “Io non ti stavo spiando! Ti ho solo visto andare via e poi, non so nemmeno io cosa mi prende. Da quando carola mi ha detto che non gli piacevo per niente ho avuto solo un pensiero in testa”. Mi addolcisco un po’, lo capisco, so quale pensiero gli tormenta la mente. “Quello di non essere abbastanza?” Gli chiedo. “No” risponde lui, “quello di essermi lasciato scappare molte altre ragazze nel frattempo”. Ah, giusto. Lui è un ragazzo non può avere pensieri profondi come i miei. Sono una stupida, sono passata di nuovo per la vittima di turno, la sfigata dai mille complessi. “Una in particolare”. Non capisco. Mi giro a guardarlo con la faccia perplessa ma lui è più veloce di me. Mi mette una mano dietro la nuca, mi tira a sé e mi bacia. Credo che questo sia il momento più bello della mia vita. L’ho aspettato per ben due anni e finalmente è arrivato. Appena le sue labbra toccano le mie sento un brivido lungo la schiena e mi rendo conto di non aver mai smesso di amarlo. Sono ancora follemente innamorata, forse più di prima.
Io e Giorgio ci siamo messi insieme. L’estate è finita e siamo tornati a scuola ma non ci siamo allontanati. Stiamo bene insieme e non ho più versato una lacrima per lui, solo sorrisi. La sera riprendo i libri e leggo fino a quando non mi addormento. Adesso però leggo perché mi piace, per viaggiare con la fantasia, per conoscere, per divertirmi e non per evadere. La realtà adesso è bellissima, più bella di qualsiasi mondo immaginario. Perché è tua, te la costruisci da solo e la vivi in prima persona, non con gli occhi di qualcun altro. Perché c’è solo una cosa più bella dei libri: la vita.
   
 
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