Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Marlene93    10/02/2015    5 recensioni
Mpreg. Angst. Fluff.
Sterek.
Nemici. Incomprensioni. Amore.
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho visto Paige
 
 
 
Più che una cena quella era stata una riunione per analizzare l’accaduto con cibarie fatte in casa per riempire i momenti di raccoglimento. Stiles e Lydia, aiutati da Peter, Derek e Allison avevano provato a teorizzare chi potrebbe essere il nemico di fondo o per lo meno quale natura potesse avere, ed erano arrivati a tre differenti creature soprannaturali: al primo posto c’erano i vampiri, a cui la maggior parte del tavolo aveva storto il naso al solo pensiero, perché non si trovavano in uno dei libri della Meyer, al secondo c’era la possibilità che si trattasse di qualche strega o stregone e per ultimo, ma non meno importante una qualche creatura mitologica come ad esempio la sirena.
«Abbiamo ristretto il campo» intervenne Scott, dopo aver inghiottito il boccone di lasagne «Tuttavia, non mi sembrate molto convinti» aggiunse, affermando che anche a lui sembrasse mancasse qualcosa nei loro ragionamenti.
«Infatti è così» gli rispose Allison, carezzandogli un avambraccio «I calcoli non tornano, perché i vampiri non se ne fanno nulla di una Banshee che riporta in vita i morti».
«E non hanno motivo di attentare alla vita del cucciolo prima che nasca» parlò Peter, attirando su di sé l’attenzione di tutti «Non abbiamo problemi con loro da più di tre secoli» detto ciò guardò il nipote, che con un cenno della testa gli diede ragione «Le sirene andrebbero a nozze con la potenza delle laringi di una Banshee, ma non se ne fanno nulla di ciò che Stiles porta nella pancia e per quanto riguarda le streghe, non potrebbero entrare nel nostro territorio senza che ce ne accorgessimo» ricapitolò, ricordando a tutti la storia della città in cui si trovavano e l’esilio da essa che era toccato a quella specie di creatura «Quindi: siamo punto e a capo».
«Non del tutto» parlò ancora Scott, questa volta però con la bocca ancora piena per via dell’entusiasmo «Sappiamo che sono un branco strano, non come quelli di alfa che affrontammo in passato» si corresse, ingoiando finalmente l’ennesimo boccone di lasagne «Tipo come noi. C’erano sia mannari che umani, giusto?» gli altri annuirono non capendo dove volesse andare a parare McCall «Scommetto che anche voi a un certo punto abbiate sentito puzzo tipo di felci, rabarbaro, e qualche cos’altro che ora mi sfugge, durante il corpo a corpo» tutti i mannari si ritrovarono ad annuire, mentre Stiles sembrava aver afferrato dove il suo migliore amico volesse andare a parare «Deaton ha detto che queste piante assieme servono a sviluppare particolari caratteristiche» parlò, perdendo l’entusiasmo e mormorando in fine «Ma non mi ricordo in quali creature».
«Tranquillo Scottie, hai fatto abbastanza» se ne venne fuori Stiles, allungandogli una terza porzione di lasagne in segno di apprezzamento «Abbiamo avuto a che fare con creature davvero strane nell’ultimo periodo, che non ci è sembrato possibile avere a che fare con un “semplice” branco di mannari e umani, anche se non si sa che tipo di umani, certo» parlò Stiles incupendosi un attimo «Tuttavia, il fatto che usino erbe mi fa pensare che anche loro abbiano un emissario alle spalle che li aiuti» Stiles si interruppe per colpa di uno sbadiglio, la stanchezza stava bussando ora che si era totalmente rilassato «Se troviamo l’emissario, troviamo anche il branco».
La tavolata annuì e Stiles giurò di percepire in lontananza una tripletta di sospiri, nell’istante in cui, Derek si alzò e gli mise una mano su una spalla scuotendolo piano, invitandolo ad alzarsi e trasmettendogli una gradevolissima sensazione di calore che aumentò quando sentendo le gambe cedergli  il mannaro gli passò un braccio attorno alla vita e con uno gli cinse le spalle, sorreggendolo prontamente e non poté che sorridere nel sentire le minacce di Derek ai suoi lupi, mentre questi commentavano la scena.
 
Quando si svegliò, stiracchiandosi un po’ di qua e un po’ di là, capì immediatamente che Derek doveva trovarsi ancora nell’appartamento, perché la sua parte di letto era ancora molto calda. Tuttavia, Stiles non ricordava quando si fossero messi a letto, l’ultimo ricordo che aveva della sera precedente era delle braccia di Derek che lo sorreggevano, mentre ringhiava al branco di stare zitti. Sospirò, andando a portare inconsciamente le mani sull’addome, sentendo improvvisamente una sensazione di incompletezza, ma non ci diede molto peso, giacché i fabbisogni di ragazzo incinta prepotentemente lo strapparono da ogni suo ragionamento, costringendolo ad abbandonare il letto e a incominciare la giornata inginocchiandosi sul water.
Dopo aver correttamente risposto anche al richiamo della natura Stiles si fece una doccia e nel lavarsi i denti non poté che iniziare a riflettere sul sapore disgustoso del dentifricio e sulla stessa onda di quel pensiero, ancora con l’accappatoio indosso, raggiunse la cucina e chiese a entrambi gli Hale seduti al bancone, la ragione del sapore strano del dentifricio.
«Sei incinta» fu la risposta che gli diede Peter, tornando poi alla propria colazione.
«Oh! Perspicace» bofonchiò il figlio dello sceriffo, portandosi una mano sotto al mento e socchiudendo gli occhi «Ho letto che durante la gravidanza la donna cambia gusti nel mangiare, ma non ci avevo creduto seriamente» concluse, facendo per tornarsene in camera ma bloccandosi subito dopo «No, aspetta. Perché tu sei qui?» domandò poi con il dito puntato verso Peter. Lo zio psicopatico dell’alfa non lo degnò di una risposta, ma si limitò a ghignare divertito verso il nipote «Derek, perché lui è qui?».
«Proteggerà il bambino in mia assenza» parlò, abbandonando il suo posto e riponendo le stoviglie nel lavabo.
«Non ho bisogno della babysit-» provò a parlare, ma il licantropo lo zittì sul nascere con un ringhio arrabbiato.
«Non mi interessa di quello che serve a te» Stiles sgranò gli occhi, trattenendo per un attimo il respiro, il tono che stava usando era particolarmente duro e frustrato «Il bambino deve avere la priorità» terminato di parlare Derek aveva lasciato la cucina, senza guardarlo negli occhi, ma limitandosi a scambiare uno sguardo truce con Peter.
«Ehi, terra chiama Stiles» il ragazzo si riprese sentendo chiamare il suo nome «Vuoi fare colazione?» rispose con un cenno negativo del capo, congedandosi per tornare alla propria camera.
Una volta tra le quattro mura che Derek gli aveva permesso di occupare nell’appartamento, Stiles serrò dapprima gli occhi e poi li sbatté più volte nel tentativo di asciugare e combattere le lacrime suscitate dal comportamento del licantropo alfa.
«Eppure dovrei essere io quello con gli sbalzi ormali» si ritrovò a sdrammatizzare nell’attimo in cui riuscì a domare le lacrime. Una volta vestitosi, il figlio dello sceriffo recuperò il proprio laptop ed incominciò a fare alcune ricerche, tuttavia i pensieri erano così tanti che ben presto si ritrovò ad abbandonare il computer sul letto e a cambiarsi «Odio il vostro super udito» commentò indispettito nel trovare Peter già pronto sulla porta che faceva girare le chiavi della macchina sull’indice.
«Dove andiamo, madame» lo prese in giro il licantropo guardando dietro di lui con un sorrisetto sghembo.
«Lontano da qui» parlò facendo finta di non sapere che dietro di lui ci fosse l’alfa «Ho bisogno di divertirmi un po’, sia mai incontro il mio principe azzurro» un ringhio gli fece nascere un sorrisetto sulle labbra, ma non si girò, preferendo uscire dall’appartamento di Derek.
Aveva chiamato l’ascensore e quando vi entrò subito dopo di lui c’era l’alfa.
«Perché ti diverti a provocarmi» ringhiò il licantropo, pressando il corpo di Stiles contro il fondo del vano elevatore «Perché non puoi semplicemente obbedire agli ordini, eh?».
«Perché non sono un tuo beta, Derek» parlò, cercando di fissarlo negli occhi e non concentrarsi sulla sua bocca «Sono qui con voi perché lo voglio, non che mi piaccia avere mostri e demoni cattivi alle calcagna, sia chiaro» ci tenne a precisare con un risolino isterico «Ma ricorda, posso sempre andarmene se la cosa ti fa piacere, ma mio figlio viene via con me».
«Non te ne andrai da me» sibilò il licantropo, tuffandosi sulla sua bocca.
«Ma ti senti quando parli?» sbottò, liberandosi della presa ferrea del licantropo con estrema facilità «Tu non riesci a capire cosa vuoi, io però lo so cosa voglio, Derek» incominciò a parlare, camminando avanti e indietro per i tre metri dell’ascensore, dopo averlo distrattamente bloccato tra il primo piano e quello terra «Mi sembra di essere tornati indietro, ai tempi del liceo. Hai presente? Quando tu non ti fidavi di me, cercavi di tenermi lontano e -».
«Cercavo di tenerti al sicuro» lo corresse il mannaro, fissandolo con circospezione.
«Sì, certo. Come no? Semplicemente mi volevi fuori dei piedi» lo accusò, fermandosi e puntandogli l’indice contro «Dimmi cosa vuoi Derek, perché mi sto stancando di venirti dietro inutilmente. Già, se non volessi capirlo tu sei diventato quello che è stato Lydia per molti anni. Anzi, con te è un po’ diverso perché posso giocarmi le mutande e quello che c’è dentro se dico che con te è amore, ma il concetto non cambia» sputò fuori una parola dietro l’altra con fare concitato e guance sempre più rosse «Tanto è tutto a senso unico».
«Ho visto Paige» Stiles sgranò gli occhi.
«P-Paige?» balbettò in domanda, fermandosi sul posto, senza però guardarlo negli occhi «Allora … è viva?».
«Sì» parlò dopo alcuni attimi di silenzio «Lei è in città, mi ha chiesto di -».
«Fantastico, amico» lo interruppe con tono improvvisamente giocoso, facendo ripartire l’ascensore «Lei … lei è stato il tuo primo amore ed è viva. È … è fantastico» prese a parlare «Sono felice per te! Davvero, congratulazioni» l’ascensore si fermò e Stiles si sentì in dovere di dirgli, guardandolo in faccia per la prima volta da alcuni minuti «Sai che straparlare è la mia arte, no? Quindi, dimentica tutto e ci vediamo per cena, forse, cioè sempre se non hai da fare con lei, eh» nel dire quello gli regalò un occhiolino complice, per poi uscire con passo spedito dall’ascensore, trascinando Peter fuori dall’edificio.
 
Peter stava guidando da alcuni minuti, Stiles ancora non aveva spiccicato una parola e lui aveva capito che il nipote aveva svuotato il sacco sulla questione Paige, ma ancora non sapeva cosa gli avesse rivelato e cosa no.
«Credo di aver bisogno di un posto dove dormire» se ne venne fuori, grattandosi la nuca con fare impacciato «Non voglio fare il terzo incomodo in casa di Derek, sai non sia mai che …» aggiunse con un sorriso tremolante, abbassando lo sguardo sulle proprie mani «Ho già detto che odio il vostro super udito?» in risposta Peter gli portò una mano alla testa spettinandogli di poco i capelli.
«Mi dispiace sia andata così, Stiles» disse l’uomo «Avrei preferito avesse scelto te».
«Ovviamente, chi vuoi che scelga il ragazzino logorroico che soffre d’asma se non lo zio psicopatico?» la buttò sul ridere, allontanando da sé la mano di Peter, manifestando il desiderio di mangiare qualcosa di dolce.
«Conosco un buon posticino, a tre isolati da qui» incominciò a parlare il licantropo, mettendo la freccia a sinistra.
«Solo a tre isolati? Peter, così mi deludi» se ne uscì, mettendo una mano in tasca e chiudendo il cellulare, non aveva voglia di sentire nessuno «Pensi … pensi faccia bene a tenerlo? Cioè, non riuscirei mai ad abortire, ma adesso ha lei, Paige è viva. Lei è una donna, sai con un appartato predisposto a fare bambini e diciamocelo, ho visto delle foto di Paige ed è bellissima e lui è bellissimo, cioè Derek è davvero figo e loro farebbero dei figli perfetti ed io sono sbagliato in mezzo a tutto questo» spiegò con tono sempre più cupo e rattristato «E anche se la parte di lupo di Derek voleva il bambino c’è sempre la sua parte umana oltre a quella lupesca che la ama e sono certo si sia già pentito del bambino e se solo potesse lo rinnegherebbe e non gli dispiacerebbe se io me ne andassi, se ne farebbe presto una ragione» Peter non aveva detto nulla e non sembrava intenzionato a farlo «Se me ne andassi non soffrirebbe più di tanto, non dico per sempre, ma finché non si calmano le acque, finché non mi abituo».
«Così facendo lo perderesti per sempre -».
«Non è mai stato mio» sibilò immediatamente, sbuffando frustrato dal naso «Alla fine sono stato solo uno sfogo, è inutile quello che stai cercando di fare Peter, per tutti questi anni mi sono ripetuto che forse, sotto sotto, ero un pochino importante per Derek e forse lo sono davvero, ma non sono lo stesso tipo di importante che lui è per me» spiegò il suo ragionamento, lasciandosi andare contro lo schienale «Puoi scegliere se essere mio complice oppure lasciarmi organizzare da solo la fuga, con il rischio che mi rapiscano e facciano del male a me e al bambino. Okay, sembro aver sviluppato una forza da licantropo non indifferente, ce ne siamo accorti tutti, non puoi negarlo, ma potrebbe anche essere una cosa passeggera, giusto?».
«Te l’ho già detto che preferisco te a lei, vero?» disse solamente Peter, rivolgendogli un sorriso divertito.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Marlene93