- Ho
visto Paige
- Più
che una cena quella era stata una riunione per
analizzare l’accaduto con cibarie fatte in casa per riempire
i momenti di
raccoglimento. Stiles e Lydia, aiutati da Peter, Derek e Allison
avevano
provato a teorizzare chi potrebbe essere il nemico di fondo o per lo
meno quale
natura potesse avere, ed erano arrivati a tre differenti creature
soprannaturali: al primo posto c’erano i vampiri, a cui la
maggior parte del
tavolo aveva storto il naso al solo pensiero, perché non si
trovavano in uno
dei libri della Meyer, al secondo c’era la
possibilità che si trattasse di
qualche strega o stregone e per ultimo, ma non meno importante una
qualche creatura
mitologica come ad esempio la sirena.
- «Abbiamo
ristretto il campo» intervenne Scott, dopo
aver inghiottito il boccone di lasagne «Tuttavia, non mi
sembrate molto
convinti» aggiunse, affermando che anche a lui sembrasse
mancasse qualcosa nei
loro ragionamenti.
- «Infatti
è così» gli rispose Allison,
carezzandogli un
avambraccio «I calcoli non tornano, perché i
vampiri non se ne fanno nulla di
una Banshee che riporta in vita i morti».
- «E
non hanno motivo di attentare alla vita del
cucciolo prima che nasca» parlò Peter, attirando
su di sé l’attenzione di tutti
«Non abbiamo problemi con loro da più di tre
secoli» detto ciò guardò il
nipote, che con un cenno della testa gli diede ragione «Le
sirene andrebbero a
nozze con la potenza delle laringi di una Banshee, ma non se ne fanno
nulla di
ciò che Stiles porta nella pancia e per quanto riguarda le
streghe, non
potrebbero entrare nel nostro territorio senza che ce ne
accorgessimo»
ricapitolò, ricordando a tutti la storia della
città in cui si trovavano e l’esilio
da essa che era toccato a quella specie di creatura «Quindi:
siamo punto e a
capo».
- «Non
del tutto» parlò ancora Scott, questa volta
però
con la bocca ancora piena per via dell’entusiasmo
«Sappiamo che sono un branco
strano, non come quelli di alfa che affrontammo in passato»
si corresse,
ingoiando finalmente l’ennesimo boccone di lasagne
«Tipo come noi. C’erano sia
mannari che umani, giusto?» gli altri annuirono non capendo
dove volesse andare
a parare McCall «Scommetto che anche voi a un certo punto
abbiate sentito puzzo
tipo di felci, rabarbaro, e qualche cos’altro che ora mi
sfugge, durante il
corpo a corpo» tutti i mannari si ritrovarono ad annuire,
mentre Stiles
sembrava aver afferrato dove il suo migliore amico volesse andare a
parare
«Deaton ha detto che queste piante assieme servono a
sviluppare particolari
caratteristiche» parlò, perdendo
l’entusiasmo e mormorando in fine «Ma non mi
ricordo in quali creature».
- «Tranquillo
Scottie, hai fatto abbastanza» se ne venne
fuori Stiles, allungandogli una terza porzione di lasagne in segno di
apprezzamento «Abbiamo avuto a che fare con creature davvero
strane nell’ultimo
periodo, che non ci è sembrato possibile avere a che fare
con un “semplice”
branco di mannari e umani, anche se non si sa che tipo di umani,
certo» parlò
Stiles incupendosi un attimo «Tuttavia, il fatto che usino
erbe mi fa pensare
che anche loro abbiano un emissario alle spalle che li aiuti»
Stiles si
interruppe per colpa di uno sbadiglio, la stanchezza stava bussando ora
che si
era totalmente rilassato «Se troviamo l’emissario,
troviamo anche il branco».
- La
tavolata annuì e Stiles giurò di percepire in
lontananza una tripletta di sospiri, nell’istante in cui,
Derek si alzò e gli
mise una mano su una spalla scuotendolo piano, invitandolo ad alzarsi e
trasmettendogli una gradevolissima sensazione di calore che
aumentò quando
sentendo le gambe cedergli il
mannaro
gli passò un braccio attorno alla vita e con uno gli cinse
le spalle,
sorreggendolo prontamente e non poté che sorridere nel
sentire le minacce di
Derek ai suoi lupi, mentre questi commentavano la scena.
- Quando
si svegliò, stiracchiandosi un po’ di qua e un
po’ di là, capì immediatamente che
Derek doveva trovarsi ancora
nell’appartamento, perché la sua parte di letto
era ancora molto calda.
Tuttavia, Stiles non ricordava quando si fossero messi a letto,
l’ultimo
ricordo che aveva della sera precedente era delle braccia di Derek che
lo
sorreggevano, mentre ringhiava al branco di stare zitti.
Sospirò, andando a
portare inconsciamente le mani sull’addome, sentendo
improvvisamente una
sensazione di incompletezza, ma non ci diede molto peso,
giacché i fabbisogni
di ragazzo incinta prepotentemente lo strapparono da ogni suo
ragionamento,
costringendolo ad abbandonare il letto e a incominciare la giornata
inginocchiandosi sul water.
- Dopo
aver correttamente risposto anche al richiamo
della natura Stiles si fece una doccia e nel lavarsi i denti non
poté che
iniziare a riflettere sul sapore disgustoso del dentifricio e sulla
stessa onda
di quel pensiero, ancora con l’accappatoio indosso, raggiunse
la cucina e
chiese a entrambi gli Hale seduti al bancone, la ragione del sapore
strano del
dentifricio.
- «Sei
incinta» fu la risposta che gli diede Peter,
tornando poi alla propria colazione.
- «Oh!
Perspicace» bofonchiò il figlio dello sceriffo,
portandosi una mano sotto al mento e socchiudendo gli occhi
«Ho letto che
durante la gravidanza la donna cambia gusti nel mangiare, ma non ci
avevo
creduto seriamente» concluse, facendo per tornarsene in
camera ma bloccandosi
subito dopo «No, aspetta. Perché tu sei
qui?» domandò poi con il dito puntato
verso Peter. Lo zio psicopatico dell’alfa non lo
degnò di una risposta, ma si
limitò a ghignare divertito verso il nipote
«Derek, perché lui è qui?».
- «Proteggerà
il bambino in mia assenza» parlò,
abbandonando il suo posto e riponendo le stoviglie nel lavabo.
- «Non
ho bisogno della babysit-» provò a parlare, ma il
licantropo lo zittì sul nascere con un ringhio arrabbiato.
- «Non
mi interessa di quello che serve a te» Stiles
sgranò gli occhi, trattenendo per un attimo il respiro, il
tono che stava usando
era particolarmente duro e frustrato «Il bambino deve avere
la priorità»
terminato di parlare Derek aveva lasciato la cucina, senza guardarlo
negli
occhi, ma limitandosi a scambiare uno sguardo truce con Peter.
- «Ehi,
terra chiama Stiles» il ragazzo si riprese
sentendo chiamare il suo nome «Vuoi fare
colazione?» rispose con un cenno
negativo del capo, congedandosi per tornare alla propria camera.
- Una
volta tra le quattro mura che Derek gli aveva
permesso di occupare nell’appartamento, Stiles
serrò dapprima gli occhi e poi
li sbatté più volte nel tentativo di asciugare e
combattere le lacrime suscitate
dal comportamento del licantropo alfa.
- «Eppure
dovrei essere io quello con gli sbalzi ormali»
si ritrovò a sdrammatizzare nell’attimo in cui
riuscì a domare le lacrime. Una
volta vestitosi, il figlio dello sceriffo recuperò il
proprio laptop ed incominciò
a fare alcune ricerche, tuttavia i pensieri erano così tanti
che ben presto si
ritrovò ad abbandonare il computer sul letto e a cambiarsi
«Odio il vostro super
udito» commentò indispettito nel trovare Peter
già pronto sulla porta che
faceva girare le chiavi della macchina sull’indice.
- «Dove
andiamo, madame» lo prese in giro il licantropo
guardando dietro di lui con un sorrisetto sghembo.
- «Lontano
da qui» parlò facendo finta di non sapere che
dietro di lui ci fosse l’alfa «Ho bisogno di
divertirmi un po’, sia mai
incontro il mio principe azzurro» un ringhio gli fece nascere
un sorrisetto
sulle labbra, ma non si girò, preferendo uscire
dall’appartamento di Derek.
- Aveva
chiamato l’ascensore e quando vi entrò subito
dopo di lui c’era l’alfa.
- «Perché
ti diverti a provocarmi» ringhiò il
licantropo, pressando il corpo di Stiles contro il fondo del vano
elevatore
«Perché non puoi semplicemente obbedire agli
ordini, eh?».
- «Perché
non sono un tuo beta, Derek» parlò, cercando
di fissarlo negli occhi e non concentrarsi sulla sua bocca
«Sono qui con voi
perché lo voglio, non che mi piaccia avere mostri e demoni
cattivi alle
calcagna, sia chiaro» ci tenne a precisare con un risolino
isterico «Ma
ricorda, posso sempre andarmene se la cosa ti fa piacere, ma mio figlio
viene
via con me».
- «Non
te ne andrai da me» sibilò il licantropo,
tuffandosi sulla sua bocca.
- «Ma
ti senti quando parli?» sbottò, liberandosi della
presa ferrea del licantropo con estrema facilità
«Tu non riesci a capire cosa
vuoi, io però lo so cosa voglio, Derek»
incominciò a parlare, camminando avanti
e indietro per i tre metri dell’ascensore, dopo averlo
distrattamente bloccato tra
il primo piano e quello terra «Mi sembra di essere tornati
indietro, ai tempi
del liceo. Hai presente? Quando tu non ti fidavi di me, cercavi di
tenermi
lontano e -».
- «Cercavo
di tenerti al sicuro» lo corresse il mannaro,
fissandolo con circospezione.
- «Sì,
certo. Come no? Semplicemente mi volevi fuori dei
piedi» lo accusò, fermandosi e puntandogli
l’indice contro «Dimmi cosa vuoi
Derek, perché mi sto stancando di venirti dietro
inutilmente. Già, se non
volessi capirlo tu sei diventato quello che è stato Lydia
per molti anni. Anzi,
con te è un po’ diverso perché posso
giocarmi le mutande e quello che c’è dentro
se dico che con te è amore, ma il concetto non
cambia» sputò fuori una parola
dietro l’altra con fare concitato e guance sempre
più rosse «Tanto è tutto a
senso unico».
- «Ho
visto Paige» Stiles sgranò gli occhi.
- «P-Paige?»
balbettò in domanda, fermandosi sul posto,
senza però guardarlo negli occhi «Allora
… è viva?».
- «Sì»
parlò dopo alcuni attimi di silenzio «Lei
è in
città, mi ha chiesto di -».
- «Fantastico,
amico» lo interruppe con tono
improvvisamente giocoso, facendo ripartire l’ascensore
«Lei … lei è stato il
tuo primo amore ed è viva. È …
è fantastico» prese a parlare «Sono
felice per
te! Davvero, congratulazioni» l’ascensore si
fermò e Stiles si sentì in dovere
di dirgli, guardandolo in faccia per la prima volta da alcuni minuti
«Sai che
straparlare è la mia arte, no? Quindi, dimentica tutto e ci
vediamo per cena,
forse, cioè sempre se non hai da fare con lei, eh»
nel dire quello gli regalò
un occhiolino complice, per poi uscire con passo spedito
dall’ascensore,
trascinando Peter fuori dall’edificio.
- Peter
stava guidando da alcuni minuti, Stiles ancora
non aveva spiccicato una parola e lui aveva capito che il nipote aveva
svuotato
il sacco sulla questione Paige, ma ancora non sapeva cosa gli avesse
rivelato e
cosa no.
- «Credo
di aver bisogno di un posto dove dormire» se ne
venne fuori, grattandosi la nuca con fare impacciato «Non
voglio fare il terzo
incomodo in casa di Derek, sai non sia mai che …»
aggiunse con un sorriso
tremolante, abbassando lo sguardo sulle proprie mani «Ho
già detto che odio il
vostro super udito?» in risposta Peter gli portò
una mano alla testa
spettinandogli di poco i capelli.
- «Mi
dispiace sia andata così, Stiles» disse
l’uomo
«Avrei preferito avesse scelto te».
- «Ovviamente,
chi vuoi che scelga il ragazzino
logorroico che soffre d’asma se non lo zio
psicopatico?» la buttò sul ridere,
allontanando da sé la mano di Peter, manifestando il
desiderio di mangiare
qualcosa di dolce.
- «Conosco
un buon posticino, a tre isolati da qui»
incominciò a parlare il licantropo, mettendo la freccia a
sinistra.
- «Solo
a tre isolati? Peter, così mi deludi» se ne
uscì, mettendo una mano in tasca e chiudendo il cellulare,
non aveva voglia di
sentire nessuno «Pensi … pensi faccia bene a
tenerlo? Cioè, non riuscirei mai
ad abortire, ma adesso ha lei, Paige è viva. Lei
è una donna, sai con un
appartato predisposto a fare bambini e diciamocelo, ho visto delle foto
di
Paige ed è bellissima e lui è bellissimo,
cioè Derek è davvero figo e loro
farebbero dei figli perfetti ed io sono sbagliato in mezzo a tutto
questo»
spiegò con tono sempre più cupo e rattristato
«E anche se la parte di lupo di
Derek voleva il bambino c’è sempre la sua parte
umana oltre a quella lupesca
che la ama e sono certo si sia già pentito del bambino e se
solo potesse lo
rinnegherebbe e non gli dispiacerebbe se io me ne andassi, se ne
farebbe presto
una ragione» Peter non aveva detto nulla e non sembrava
intenzionato a farlo
«Se me ne andassi non soffrirebbe più di tanto,
non dico per sempre, ma finché
non si calmano le acque, finché non mi abituo».
- «Così
facendo lo perderesti per sempre -».
- «Non
è mai stato mio» sibilò immediatamente,
sbuffando
frustrato dal naso «Alla fine sono stato solo uno sfogo,
è inutile quello che
stai cercando di fare Peter, per tutti questi anni mi sono ripetuto che
forse,
sotto sotto, ero un pochino importante per Derek e forse lo sono
davvero, ma
non sono lo stesso tipo di importante che lui è per
me» spiegò il suo
ragionamento, lasciandosi andare contro lo schienale «Puoi
scegliere se essere
mio complice oppure lasciarmi organizzare da solo la fuga, con il
rischio che
mi rapiscano e facciano del male a me e al bambino. Okay, sembro aver
sviluppato una forza da licantropo non indifferente, ce ne siamo
accorti tutti,
non puoi negarlo, ma potrebbe anche essere una cosa passeggera,
giusto?».
- «Te
l’ho già detto che preferisco te a lei,
vero?»
disse solamente Peter, rivolgendogli un sorriso divertito.