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Autore: Ambros    11/02/2015    6 recensioni
- "Kurt", lo chiama leggermente senza fiato, sorridendo senza neanche saperne il perché, "Dove stiamo andando?"
Ma Kurt non risponde, si limita a girarsi verso di lui e a camminare all'indietro, guardandolo con quel sorriso che è soltanto luce e che gli fa brillare persino gli occhi, e lo tira un po' verso di sé finché non sono ad un soffio di distanza, finché tra loro non c'è più spazio per la paura.
E poi lo bacia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Je, che è immensamente speciale. Buon compleanno :)

 

Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout




Kurt Hummel ha diciassette anni e si è sentito un codardo per buona parte della propria vita.

Non importa quello che dicono gli altri, non importa nemmeno quanto finga di essere coraggioso - finge persino con se stesso, finge anche nel
sorridere davanti ad uno specchio.

Kurt Hummel ha diciassette anni e nelle sue vene scorre solo paura.

E la domanda non è di cosa abbia paura, ma di cosa non ne abbia, perché Kurt ha paura di tutto.

Ha paura di se stesso e di tutto quello che non può fare, ha paura di quello che potrebbe diventare la sua vita. Ha paura degli altri e di ciò che lo circonda, ha paura dei giudizi e ha paura di diventare ciò che lo spaventa.

Ha paura della paura.

Ha paura di essere un codardo.

Ha paura che sia tutto lì.

Kurt Hummel ha diciassette anni e troppa paura che gli scorre sotto pelle.

Finché non incontra Blaine.


*


Blaine Anderson ha sedici anni ed è fatto di tutto ciò che la paura gli ha fatto perdere.

- E allora è fatto di libertà e promesse, di sogni e vita. E speranza. E' fatto di luce e sorrisi e a volte, se ci riesce, è fatto di coraggio. -

Blaine Anderson ha sedici anni e pensa che la paura sia inevitabile.

Come il buio.

E' lì e prima o poi arriva, e forse è solo ombra o forse è un'eclissi, ma è lì e la devi affrontare, ci devi stare dentro.

E Blaine, nell'ombra, ce l'hanno spinto.

A furia di insulti e spintoni e colpi che hanno finito col raggiungergli i polmoni e il cuore, a furia di occhiate e sibili che l'hanno costretto nel buio - e la cosa del buio è che è nero, ed è propriamente il momento in cui nessuna luce raggiunge i tuoi occhi.

E la cosa del buio è che non ci si abitua - non arriva un momento in cui puoi scrutare oltre.

Così Blaine ha avuto paura.

Ed è fuggito in un posto in cui il nero quasi non esiste.

Finché non ha incontrato Kurt. E ha imparato che il nero è dato dalla
combinazione di tutti i colori della luce.
 

*

 

Il fatto di essere KurteBlaine, e non più Kurt-e-Blaine, è che avere paura in due significa tenersi per mano nel buio.


*


La prima volta che escono insieme - per un appuntamento vero - Blaine sceglie un ristorante alla periferia di Lima e calcola i tempi in modo che siano di ritorno prima del coprifuoco della Dalton, e mentre guida lancia qualche occhiata in direzione di Kurt prima di racimolare il coraggio sufficiente a porgergli la mano continuando a guardare la strada, aspettando che Kurt intrecci le proprie dita alle sue.

Quando lo fa, Blaine si sente un po' più coraggioso.
Perché Kurt è fatto di bellezza, errori e coraggio.


*


Nel ristorante non possono tenersi per mano.

Potrebbero.

Ma di fianco a loro è seduta una coppia piuttosto anziana che continua a guardarli con un'ombra di disgusto nello sguardo, e Kurt è solo un po' stanco di dover ricordare a se stesso che in lui non c'è niente di sbagliato.

Così tiene una mano in grembo e una saldamente avvolta attorno alla forchetta, e mangia con lo sguardo basso, perché vedere il coraggio di Blaine lo fa sentire sempre un po' inadeguato.

Quando finalmente lo guarda, Blaine gli rivolge un sorriso piccolo e calmo, come se gli stesse dicendo lo so.

E allunga lentamente una mano verso di lui, sfiorando appena la tovaglia mentre la cameriera porta via i piatti del dolce; e quando Kurt la stringe, è perché le sue dita sono fatte per stringere quelle di Blaine.

Perché Blaine è fatto di tutto ciò per cui vale la pena sconfiggere la paura.
O forse è tutto il contrario.


*


Stanno attraversando Lima per ritornare verso Westerville quando Kurt si morde il labbro con aria indecisa e dice: "Ferma la macchina."

Blaine gli lancia un'occhiata interrogativa, ma Kurt ha gli occhi puntati sulla strada, così accosta lentamente e gira le chiavi nel quadrante, slacciandosi la cintura.

"Ti senti bene --?"

"Vieni con me.", Kurt non gli dà nemmeno il tempo di capire, apre la portiera della macchina e la richiude con un tonfo sordo, e rimane in piedi con le braccia strette attorno al petto per una brezza che non dovrebbe essere così fresca a Marzo, e Blaine si affretta a seguirlo con una piccola ruga tra le sopracciglia; "Kurt, va tutto bene?"

Kurt si volta verso di lui - Blaine pensa che non può esistere il buio nello stesso mondo in cui esiste il colore degli occhi di Kurt - e gli sorride in quel modo che è riservato solo a Blaine, in quel modo che va oltre la paura.

E gli stringe una mano così forte tra le proprie che è come se non lo dovesse più lasciar andare, trascinandolo con sé nel bel mezzo della strada, e Blaine lo segue - lo seguirebbe ovunque, perché dove c'è Kurt non può esserci buio.

"Kurt", lo chiama leggermente senza fiato, sorridendo senza neanche saperne il perché, "Dove stiamo andando?"

Ma Kurt non risponde, si limita a girarsi verso di lui e a camminare all'indietro, guardandolo con quel sorriso che è soltanto luce e che gli fa brillare persino gli occhi, e lo tira un po' verso di sé finché non sono ad un soffio di distanza, finché tra loro non c'è più spazio per la paura.

E poi lo bacia.

Nel bel mezzo di una strada di Lima, con le braccia strette attorno al suo collo e le mani di Blaine ad accarezzargli il viso, muovendo ancora qualche passo all'indietro mentre il freddo si allontana completamente da loro, come se non trovasse posto in quel sentimento.

Perché i ragazzi che si amano si baciano in piedi, anche se non lo sanno, perché il mondo li deve vedere.

I ragazzi che si amano diventano egoisti perché sono felici.

I ragazzi che si amano non sono fatti per vivere nel buio.

Perché i ragazzi che si amano si baciano in piedi.
 

 

 

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore




 

*

 

La poesia è I ragazzi che si amano di Jacques Prévert.
Spero che la storia vi sia piaciuta nonostante sia molto semplice. E Je, dolcezza, buon compleanno. :*
Come sempre, grazie a Fravah e alla sua collaborazione.
Qui la mia pagina Facebook.
Fatemi sapere!
Alla prossima!

 

 

 

  
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