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Autore: taisa    02/12/2008    3 recensioni
Qualcosa distorce il cielo terrestre, qualcuno minaccia la Terra... qualcuno deve difenderla.
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Crilin, Goku, Nuovo personaggio, Piccolo, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Mai dire mai

*

Era una bellissima mattinata di metà maggio, e il sole splendeva sulla periferia della città dell’Est, tra l’erba alta e i monti della prateria attorno all’immensa città.

Shion, come ogni giorno, si alzò presto al solo scopo di portare il proprio gregge a brucare nell’immenso manto erboso. Erano ore che camminava, accompagnato dal suo fedele cane e dalle innumerevoli pecore che con lui passeggiavano beate.

Fu uno strano rumore a distrarre il giovane pastore dell’adempimento del suo compito. Un sonoro boato lo costrinse a voltarsi, scoprendosi a osservare, ad alcuni metri di distanza, uno strano velivolo.

Shion, esterrefatto, fissò sgomento l’abitacolo; cercando alquanto inutilmente di scoprirne la provenienza. Il suo gregge di pecore era ormai diventato di secondo piano, poiché la sua mente era proiettata verso nuovi interrogativi.

Il solo indizio risultò essere la coltre di fumo che, in cielo, era ancora chiaramente visibile. Shion, titubante ma alquanto curioso, si avvicinò a quello strano oggetto; determinato più che mai a conoscerne l’origine.

Per puro scrupolo, tuttavia, si privò del proprio bastone da pascolo armandosi di un’arma ben più utile e funzionale, a suo dire. Il fucile, nascosto per ogni evenienza nella propria vettura, divenne la sua unica protezione contro gli eventuali pericoli che si sarebbe ritrovato ad affrontare. Almeno così credeva.

Apprensivo, corse velocemente verso lo strano mezzo; scoprendo essere non un’air jet, come pensava o sperava inizialmente. Anche un povero contadinotto ignorante e un po’ tonto come lui sarebbe riuscito a comprendere che quello non era un mezzo della più grande azienda mondiale di abitacoli sul genere, la Capsule Corporation. E forse nemmeno apparteneva alla Terra, un mezzo così strano.

Tuttavia, sempre più incuriosito dallo strano velivolo, Shion non poté fare a meno di avvicinarsi il più possibile; osservando il mezzo dal basso.

Al cospetto di tale struttura lui sembrava una formichina piccola e indifesa. Tanto era grande l’enorme astronave, perché di questo si trattava.

Il giovane pastore deglutì sonoramente e attese un segnale, sperando tuttavia che, di segnali, non ne arrivassero poi molti. Fu proprio quando pensò che da essa nessun essere vivente si sarebbe presentato, che l’astronave cominciò a dare dei cenni di vita.

Da prima furono luci e suoni abbaglianti a catturare la sua attenzione. E Shion sobbalzò, nascondendosi dietro una roccia; accompagnato dal cane e dalle altrettanto curiose pecorelle.

Il secondo segnale arrivò dall’altoparlante che annunciò l’atterraggio riuscito e l’apertura dei portelloni. Il contadino si tramutò in una parte della roccia, tanto era pietrificato.

Ci vollero ancora alcuni secondi, prima che il terzo e definitivo segno giunse dall’abitacolo alieno. Il portellone, come annunciato, si aprì provocando una notevole coltre di fumo. Eppure tra la nebbia erano già visibili diverse sagome che incedettero lungo la rampa che li separava dal suolo terrestre.

Le strane figure, che andavano via via delineandosi, non promettevano nulla di buono. I sorrisi degli individui e le loro risate nefaste contribuirono a far venire la pelle d’oca al povero spettatore; che ignaro delle loro intenzioni si limitò a celare la sua presenza, quanto più gli fosse possibile.

Gli alieni si scostarono, lasciando passare una figura decisamente più piccola rispetto agli altri. L’alieno, che sembrava essere il capo, additò l’orizzonte con un ghigno infausto e divertito al tempo stesso. “Sapete cosa dovete fare” annunciò ai suoi uomini che nel frattempo si erano inginocchiati tutti ai suoi piedi, “Voglio che questo Pianeta venga distrutto entro domani, ora andate” ordinò. Tutti i suoi tirapiedi, in un battito di ciglio, sparirono misteriosamente mentre risate ed esplosioni cominciarono a udirsi a grande distanza.

Il capo, che ancora non si era spostato, restò immobile per alcuni secondi riportando il braccio lungo il fianco. “Jiko, Amok, Neman e tu Koma. A voi affido tutto il resto” dispose, apparentemente al vento. Alle sue spalle quattro figure si mostrano al suo cospetto, producendosi in un servile inchino, “Sì, Nobile Kojin” asserirono in coro. Sparendo a loro volta senza lasciare traccia.

Kojin alzò gli occhi al cielo. Osservando le figure dei suoi quattro soldati migliori sparire nel nulla. Intanto la sua mano si rivolse senza fretta verso la roccia dietro la quale il malcapitato contadino si nascondeva. Fu troppo tardi quando Shion si accorse del pericolo.

Il piccolo dittatore, ormai in completa solitudine, si lasciò andare in una fragorosa risata. “Oggi sarà la Terra a soccombere ai miei piedi, domani l’universo intero!” parlottò tra sé, tornando sui suoi passi e richiudendo il portone alle sue spalle.

*

Sorvolò il cielo, lasciandosi accarezzare dalle soffici nuvole che di tanto in tanto macchiavano quello splendido azzurro. Gli occhi ben chiusi, lasciandosi cullare dal vento; assieme ad una respirazione chiaramente calma e rilassata.

“Sono quasi arrivato” annunciò a se stesso quando riconobbe le valli che stava sorvolando. Cominciò così una lenta discesa, fino a quando i suoi piedi si posarono sul manto verde che era la caratteristica del luogo.

Inspirò profondamente posandosi le mani ai fianchi, in seguito si guardò attorno. “Dove sarà andato?” continuò a parlare da solo, volgendo il capo prima da un lato, poi dall’altro.

Senza mai smettere di osservare l’ambente circostante iniziò a passeggiare lungo la sponda di un piccolo fiumiciattolo; posando lo sguardo, di tanto in tanto, anche alla superficie dell’acqua.

Una piccola cascata, nelle vicinanze, rompeva il silenzio della natura. Distogliendo il visitatore dai rumori di sottofondo. Forse fu proprio quello il motivo per il quale non si accorse subito dell’altra presenza.

Distratto, dunque, non si avvide di ascoltare altri rumori provenire dal fiume stesso. Fu troppo tardi quando uno scoscio d’acqua, preceduto da un sonoro grido, lo investi in pieno.

L’onda d’urto lo travolse facendo cadere il piccolo viaggiatore al suolo. Trovandosi non solo bagnato fradicio, ma anche seduto sull’erba; osservando il notevole spostamento dell’acqua.

Istintivamente provò a coprirsi il volto con un braccio. Ben presto scoprì che tale sforzo era inutile, ormai di asciutto non aveva già più nulla.

Serrò bene le palpebre per qualche istante, in attesa che la tempesta improvvisata si placasse. Quando riaprì gli occhi, osservò la figura di una persona ben conosciuta allegramente sguazzare nell’acqua del fiume e sparire sotto la superficie del torrente per alcuni istanti, per poi tornare a galla reggendo tra le mani un pesce dalle dimensioni abnormi.

“Goku!” esclamò il poveretto, osservando l’amico di sempre galleggiare, ora per aria, con l’espressione di un bambino appagato e del tutto tranquillo. Il Saiyan scostò lo sguardo sul terreno, guardando a sua volta la figura di una persona a lui conosciuta, “Ciao Crilin!” esclamò felice di vederlo.

Goku fluttuò per qualche istante nell’aria, infine posò i piedi al suolo appoggiandosi la sua preda su una spalla con la più totale naturalezza. Sembrava quasi stesse trasportando un sacco pieno di gommapiuma, piuttosto che un abbondante pesce. “Come mai da queste parti?” gli domandò avvicinandosi, posando la mano libera al fianco.

Crilin riuscì finalmente ad alzarsi. Si osservò da capo a piedi, pensando che sua moglie lo avrebbe ucciso se lo avesse visto rientrare inzuppato fino alle ossa. E questo lo sapeva per esperienza.

Con un sonoro sospiro si limitò a costatare mentalmente che non tutti sul Pianeta Terra potevano permettersi di comportarsi come bambini alla sua età. Con questo pensiero rivolse lo sguardo all’amico di sempre che, al contrario, di crescere non sembrava minimamente intenzionato.

“Ero solo di passaggio, così ho pensato di farti una visitina” spiegò strizzandosi la maglietta in un’insana speranza di asciugarsi. Quel tanto che bastava da risultare presentabile.

Dopo una ferrea lotta con i suoi indumenti, Crilin rivolse la sua attenzione al Saiyan. “Se continui così, non resterà un solo pesce in tutti i fiumi dei monti Paoz” scherzò, esibendosi in una delle sue facce buffe. Goku rise divertito, posò al suolo la bestia appena catturata e si riappropriò dei suoi vestiti abbandonati sotto un albero, “Ma no, che vuoi che sia, per un pesciolino ogni tanto” rise l’alieno accomodandosi sull’erba. L’altro gli rivolse uno sguardo scettico, “Certo” mormorò sarcastico, dopo aver appurato che quello che l’amico chiamava pesciolino sarebbe stato in gradi inghiottirlo in un sol boccone.

Crilin s’immaginò diventare il pasto completo di quello che, in teoria, doveva essere la sua preda. In quel caso lo stato dei suoi vestiti sarebbe stata l’ultima delle spiegazioni che avrebbe dovuto dare a 18; se mai fosse riuscito a tornarci a casa.

Gli occhi del piccolo terrestre si posarono sull’intrepido pescatore, rivestito e tornato a essere l’eroico guerriero che ben conosceva.

Senza esitare si accomodò al suo fianco, facendo attenzione a stare ben lontano dal pesciolino; tornando poi a osservare il cielo che aveva appena solcato. Anche Goku rivolse lo sguardo al manto azzurro sopra le loro teste, non prima di essersi infilato anche l’ultimo polsino. “E’ proprio una bella giornata, vero?” domandò quindi il Saiyan all’amico, sdraiandosi sull’erba e intrecciando le mani dietro la nuca. Crilin annuì. L’aveva pensato anche lui mentre leggiadro aveva viaggiato per raggiungere la dimora dell’amico. “Non può succedere nulla di male in un giorno così” assentì il terrestre.

Le ultime parole famose.

Una strana anomalia oscurò l’azzurro. Tutto improvvisamente sembrò annuvolarsi, mentre un’aria nefasta si diffuse sul globo.

Goku scattò in piedi come una molla, osservò il cielo e percepì in lontananza presenze negative. “Sta succedendo qualcosa di brutto da qualche parte sul Pianeta” annunciò l’eroe di sempre, già pronto a scattare in azione. “Ahhh… perché non imparo mai a starmene zitto!” si lagnò al suo fianco Crilin.

*

CONTINUA…

*

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