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Autore: Sehem    02/12/2008    1 recensioni
-Edward osserva Bella dormire mentre varie emozioni lo travolgono. Si può arrivare a sacrificare se stessi, per il bene di una persona che si ama? Mentre Edward cerca di capire cosa sia meglio per Bella...- Ambientata prima della fine di Eclipse
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guardavo dormire. Che altro c’era da fare la notte? Curioso, attendevo con trepidazione il momento in cui, preda di un sogno, lei sussurrava qualcosa…magari il mio nome, come già era accaduto. Ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che avesse accettato di tornare con me. L’avevo fatta soffrire incredibilmente, ma mi aveva perdonato…io, invece, non riuscivo a perdonare me stesso. Per tutto il resto della mia esistenza avrei cercato di fare ammenda, di farle dimenticare il modo in cui mi ero comportato. Sempre che finisse per decidere di restare con me.

Il mio cuore, che da ottant’anni aveva smesso di battere, sembrò spezzarsi. E se avesse cambiato idea? La sua testardaggine nel ripetere che mi amava e che voleva restare con me non mi impediva di capire che amava anche lui, quel…cane. Una parte di me desiderava ucciderlo, agognava farlo; ma come potevo? Come potevo farle questo? Per quanto desiderassi farlo scomparire dalla faccia della terra, non l’avrei mai fatto perché lei non me l’avrebbe mai perdonato. Perché l’avrei fatta soffrire. Per tantissimi altri motivi, che riguardavano solo ed esclusivamente lei -non quella stupida tregua con i licantropi- ma che riuscivano, in qualche modo, a farmi desistere dal mio proposito di ucciderlo.

Ero stato io, in fin dei conti, a far sì che nascesse questa situazione. Me n’ero andato, e queste erano le conseguenze. Ero pronto ad affrontarle, a fare qualsiasi cosa, per lei. Anche farmi da parte.

Da quando ero stato trasformato in un vampiro, avevo desiderato più volte di poter sognare: prima di conoscerla, lo desideravo per l’oblio, per riuscire a far passare quelle interminabili ore notturne che passavo invece da solo, leggendo libri, cacciando, suonando. Tutto, pur di far passare quei momenti. Mi sarebbe piaciuto potermi addormentare, sognare o meno non sarebbe stato un problema, era il far passare il tempo, la cosa principale. Dopo che l’ebbi conosciuta, volevo dormire per un’altra ragione: volevo sognarla. Sognare la vita che avrei potuto avere insieme a lei, se io fossi stato un essere umano e l’avessi incontrata in circostanze del tutto differenti. Sognare di poterla abbracciare senza aver paura di ucciderla; di poterle dare la vita che desideravo avesse. Anche nel periodo in cui me n’ero andato, lasciandola sola a raccogliere i cocci del suo cuore, desideravo poter sognare, anche a costo di vedere il suo sguardo perso nel vuoto, nel momento dell’addio. Anche se, probabilmente, avrei avuto gli incubi per ciò che le avevo fatto, l’avrei voluta vedere in sogno. Perché, ne ero certo, anche il peggiore degli incubi sarebbe stato meglio della realtà; una realtà dove lei non c’era. Ora, però, ringraziavo il cielo di non poter dormire, perché ero terrorizzato dall’idea di perderla. Dall’idea che, nel momento esatto in cui mi fossi svegliato, lei avesse scelto lui. Le mie mani vibrarono violentemente a quel pensiero. Non ero certo che l’avrei potuto sopportare e, al tempo stesso, ero sicuro che l’avrei fatto, per lei.

Si girò di lato, distendendo le labbra in un sorriso, ma non parlando. Gli occhi, sotto le palpebre chiuse, si muovevano rapidamente, segno che stava sognando. La guardai, rapito, come la prima volta che ero stato lì, la prima notte. Era bella come allora; lo sarebbe sempre stata, per me. Non c’era la luna, quella notte, ma i miei occhi coglievano lo stesso tutti i particolari del suo viso, come se fosse pieno giorno. Respiravo il suo profumo, ignorando ormai completamente il fuoco che mi bruciava in gola; non mi dava più fastidio, non dopo ciò che era successo. L‘averla creduta morta aveva cambiato il mio modo di vedere le cose…Mi avvicinai piano e le spostai una ciocca di capelli che le pizzicava il naso, stando attento a non toccarle la pelle; non volevo svegliarla col mio tocco ghiacciato. Aveva dormito poco, negli ultimi giorni, e desideravo che si riposasse.

Anche domani notte ci sarebbe stata la riunione con i licantropi, e lei avrebbe voluto partecipare, come sempre. Il giorno dello scontro previsto da Alice si stava avvicinando, e lei diventava più nervosa ogni giorno che passava. Non riuscivo a tranquillizzarla e, a parte rassicurarla che non aveva niente di cui preoccuparsi, non sapevo che fare. Mi sentivo impotente.

Si mosse ancora, avvicinando la spalla alla guancia, il sorriso ancora dipinto sul volto. Distese le labbra e pronunciò le parole - Edward, ti amo -

Il mio corpo fu attraversato da un brivido, sentendole. Sorrisi a mia volta, mentre le mie paure si dissolvevano.

 

- o - o - o -

 

Finita. Che ve ne pare? Spero vi sia almeno un po’ piaciuta. Il mio personaggio preferito è Edward (strano) e così ho deciso di fare la fanfic dal suo punto di vista. Ammetto che amerei poter leggere Twilight dal punto di vista di Edward, ma aspettando che ciò accada-se mai accadrà-ho cercato io stessa di esprimere i suoi pensieri.

Ho detto che è auto-conclusiva, ma ammetto che mi piacerebbe scriverne altre anche dal punto di vista degli altri personaggi, quindi aspetterò di vedere che ne pensate di questa e poi deciderò o meno se aggiungere altri, brevi, capitoli. Quindi, vi prego, recensite!

Samantha

  
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