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Autore: SunsetBlue    11/02/2015    0 recensioni
Poi le blocca le dita della mano sinistra che, con i polpastrelli, cercavano di afferrare le gocce di pioggia che correvano dalla parte esterna del vetro, costringendola a guardarlo.
“Passerà, Amelia.”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Seduta sul davanzale della finestra della sua camera, con una felpa che le arriva fino a metà coscia e un fermaglio a bloccarle disordinatamente i capelli, Amelia guarda la pioggia che cade oltre i vetri.
Le piace la pioggia, le è sempre piaciuta. Fin da bambina, quando passava ore davanti la finestra con il naso incollato ai vetri freddi.
È lì che fissa, alternativamente, la pioggia e l’asfalto bagnato da più di due ore.
Si limita a distogliere lo sguardo dall’esterno solo quando sente lo scricchiolio della porta che viene aperta e subito dopo richiusa senza troppi complimenti.
“Lascia che per una volta qualcuno si prenda cura di te, Amelia. Permetti a me di farlo.”
“Non ho bisogno di nessuno.”
Si stringe nelle spalle, per poi tornare a guardare fuori. Questa volta la sua attenzione viene attirata dalle foglie degli alberi che cadono, inseguendosi, una dietro l’altra.
“Sei orgogliosa, ed è per questo che non lo ammetterai mai, ma hai bisogno d’aiuto. Ed io voglio aiutarti. Perché non vuoi capirlo?”
“Ti sbagli, io lo capisco. Capisco, ma non ho bisogno di te, né di nessun altro.”
Il ragazzo muove qualche passo verso di lei, fino a raggiungerla. La guarda per un po’ in silenzio, nella penombra della stanza.
Poi le blocca le dita della mano sinistra che, con i polpastrelli, cercavano di afferrare le gocce di pioggia che correvano dalla parte esterna del vetro, costringendola a guardarlo.
“Passerà, Amelia.”
“Il problema è che, ora come ora, io non ne sono poi così sicura, e questa insicurezza mi distrugge.”
“In questo caso, l’unica cosa da fare è prendere le tue incertezze e renderle certezze, non credi?”
“Sto cercando di farlo, davvero.”
“Si, ma forse questo non è il modo giusto.”
Per un attimo resta senza parole, Amelia. A cosa servono poi le parole con Michele, che la capisce solo incrociando il suo sguardo?
Ed è quello che cerca di fare Amelia. Lo guarda, provando a fargli capire tutto quello che non dice.
“Ehi, io ci sono. Sono qui per te.”
“Lo so.”
E le parole tornano a mancare, ma questa volta non è importante, perché Michele capisce, e fa scontrare il fragile corpo di lei contro il suo petto, in un abbraccio.
Si fa spazio sul davanzale di legno e la stringe tra le sue braccia, cullandola.
Ed è quando un singhiozzo abbandona le labbra della ragazza, che Michele le lascia un bacio tra i capelli scompigliati e poi un altro ancora.
“Non so se ce la faccio, non sono abbastanza forte per tutto questo.”
“Ti sbagli, lo sei.” le risponde, allontanandola da sé quando basta per guardarla negli occhi, “Amelia, tu sei semplicemente incredibile, e il colmo è che non sai di esserlo.”
“Vorrei che fosse come dici tu, Michele.” continua lei.
“Tranquilla, è già così. Questo io lo so, ora tocca a te capirlo.”
“A quanto pare oggi non capisco un po’ di cose.” sussurra la ragazza, afferrando la camicia del ragazzo e stringendola con quanta più forza possiede in corpo.
Michele sorride debolmente e la copre con un plaid, che afferra dalla sedia accanto alla finestra.
“Ora però voglio sapere come stai, anche se l’immagino già.”
“Sto bene.”
“E’ inutile dire cazzate, perché con me non funziona, lo sai.”
Amelia si porta il plaid fin sopra la testa e fa scontrare la sua fronte con quella di Michele, che le stringe il viso tra le mani, aspettando la sua risposta.
Ma a lei la voglia di replicare inizia a passare.
Preferirebbe restare in quella posizione per tutta la vita, lasciandosi alle spalle il mondo reale, e perdersi negli occhi azzurri della persona che le sta di fronte.
E immaginarci un mondo di quelli come dice lei, in quegli occhi.
“Devastata.” decide di rispondere, alla fine.
La pioggia lentamente cede il passo ad un vento gelido, e Michele sa già che dovrà passare ancora del tempo prima di poter vedere di nuovo il sole.

 
   
 
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