SLEIGHS AT
CHRISTMAS NIGHT
Ciarliera allegria
regnava sovrana in una piccola baita montana, illuminata a
festa.
Un gradevole odore
di biscotti e thè speziato di natale di diffondeva nell’aria, il cielo luminoso
era come un ribollente calderone di stele, cucite sul velluto della notte; la
neve conferiva al paesaggio quella nota festosa tipica del Natale e le risa e i
canti che giungevano dalla baita accentuavano quell’atmosfera di
festa.
Un leggero fil di
fumo usciva dal comignolo sul tetto.
Dentro, un gruppo
di amici era disordinatamente seduto su divani, poltrone, perfino sul tappeto;
uno scoppiettante fuocherello ardeva nel caminetto in
muratura.
Su un basso
tavolino al centro della stanza, numerose tazze fumati e colorate facevano bella
mostra di sé assieme con dorati e profumati biscotti appena sfornati, posti su
chicchere di maiolica; un gradevole odore di thè speziato si diffondeva
nell’aria calda e greve.
Una bambinetta di
dieci anni, vestita con un pesante maglioncino beige, dai folti capelli biondi
cantava assieme a un bambinetto di circa cinque anni più piccolo a ritmo della
chitarra che un ragazzo moro con gli occhiali
suonava.
Due uomini, uno
moro con gli occhiali e uno biondo, chiacchieravano animatamente seduti sul
divano, mentre le due donne sedute affianco a loro roteavano gli occhi
rassegnate: “Jean, la mia piccola Elycia è troppo brava, ammettilo!” esclamò il
moro, gli occhi luminosi di gioia e orgoglio, indicando la bimbetta che rideva,
“Il mio piccolo Heimrich è più bravo, ha nemmeno cinque anni e già riesce a
tener testa alla tua bimba!” replicò l’altro, esibendo una folta zazzera bionda
disordinata.
“Ragazzi, calma,
sono bravissimi entrambi!” sorrise benevola la donna a fianco del moro,
abbracciandolo, “Già, sono due cantanti provetti!” aggiunse la giovane accanto
al biondo, una bella brunetta sorridente con un maglione rosso decorato con
renne, approvata dal miagolio soddisfatto di un micetto nero seduto sulle sue
ginocchia, “Approvi anche tu, Temy?” sorrise lei, accarezzando il folto pelo
nero dell’animale che teneva in grembo, il quale iniziò a far le fusa
soddisfatto.
“Ragazzi, siete
proprio divertenti!”.
Una voce profonda
e divertita si aggiunse alle risate collettive, la voce di un moretto
sprofondato nella comoda poltrona accanto al divano, la testa mollemente
poggiata sul palmo della mano, puntellandosi sul bracciolo col gomito; egli
cingeva per la vita un ragazzo dai capelli d’oro, abbracciato teneramente a lui
e rannicchiato sul suo grembo che sorrideva felice; l’occhialuto gli fece una
linguaccia e afferrò uno dei biscotti: “Fuocherello, attento! Chi è che oggi si
è fatto pasticciare la faccia dalla mia intelligentissima bambina mentre
dormiva?” lo canzonò, “Assieme al mio piccolo ometto?” aggiunse il biondo
ghignando, “Certo che voi due, quando c’è da tormentarmi, vi coalizzate, eh??
Edward, digli qualcosa! Difendi il mio onore!” piagnucolò il moro, abbracciando
il biondo, “Nay, te la arrangi da solo! Lo zietto è lo zietto! Deve sottostare
alle torture dei nipotini!” ghignò il biondo, scivolando giù dalle sue gambe per
andare a prendersi la tazza colma di thè
fumante.
“Ahahahaha! Il
nostro glorioso Fuhrer si fa sottomettere da due bambini! Allora avevamo ragione
quest’estate!” esclamò un rossino, rientrando nella sala, seguito da due giovani
dell’età di Edward e una ragazza, “Ma si sa, ormai!” aggiunse Alphonse,
raggiungendo il fratello che giocava coi due bambini sul tappeto creando
giocattolini con l’alchimia; tutti scoppiarono a ridere, perfino il Fuhrer, che
prese in braccio il piccolo Heim, mentre Ed si occupava della piccola
Elycia.
“Ehi, ragazzi, ma
dove sono finiti Riza-san e il generale?” interloquì improvvisamente l’altro
ragazzo moro dai capelli a spazzola, guardandosi attorno, “Sono fuori a
preparare le slitte, Envy-chan, dovrebbero rientrare tra poco, giusto in tempo
per i regali!” esclamò un argenteo, seduto accanto al ragazzo con la
chitarra.
In quel momento,
una bella donna dai capelli dorati e un marcantonio fecero il loro ingresso
nella calda sala, festosamente accolti: “Tutto sistemato, possiamo partire in
qualunque momento!” esclamò l’omone, sedendosi sulla poltrona all’altro lato del
divano, “Grazie Alex! Che ne dite, apriamo i regali?” propose Ed, approvato
dalle urla di giubilo dei bambini, “Si, zio Ed!!” urlarono felici i due,
piazzandosi in grembo al biondino, tra gli sbuffi seccati del
Comandante.
“Allora… Questo
pacchetto è per Heim!”, “Accie, zi Win!”.
La moglie di Al
sorrise nel passare il pacchetto al bimbo, aiutata dal marito: “Questo è per il
niisan! Per Envy-chan! Comandante, pacco in arrivo!” ridacchiò Al, passando
pacchi e pacchetti, in testa aveva un grazioso cappello da babbo natale,
“Ely-chan, questo è per la bimba più bella di tutte! È un regalo speciale da
parte di una persona speciale!” ammiccò l’Elric minore, passando alla bimba,
sotto lo sguardo indagatore del padre, un pacchetto
rosso.
La bimba arrossì e
si affrettò a scartarlo.
Un
bell’orsacchiotto di peluche con un grazioso maglioncino beige e un fiocco in
testa, del tutto simile alla nuova proprietaria fece capolino dalla carta da
regalo, “E questo è per il piccolo Heim, il futuro Fuhrer!” annunciò Al, tra gli
strepiti di disappunto di Roy; passò al bimbo un pacco in carta blu, anche
questo passato sotto lo sguardo indagatore di
Jean.
Glacier e Lilith
si scambiarono un cenno di intesa, ghignando
furbescamente.
Heimrich si
affrettò a scartarlo, e un orsetto dal pelo color miele, vestito con una divisa
militare fece capolino, strappando gridolini di gioia al bambino, che subito si
alzò, sulle sue gambette tozze e andò verso la
biondina.
Sotto lo sguardo
stupefatto dei due padri e le urla di gioia di tutti, Kyle Heimrich Havoc diede
un bacio sulla guanciotta rossa della piccola rampolla Hughes, che ricambiò
timidamente, i due uomini erano scioccati: “Hehe, il bambino ha buongusto nel
scegliersi la sua compagna per la vita! È naturale, il Fuhrer ha sempre un
debole per i biondi!” sogghignò Breda, scoccando un occhiata a Edward, che
arrossì visibilmente.
Roy lo ignorò e
prese in braccio il compagno, rimettendoselo sulle gambe e baciandolo con
trasporto, stringendolo forte a sé.
Qualche minuto
dopo, conclusa la consegna dei regali tutti si alzarono e indossarono i cappotti
e le sciarpe per poi uscire, chiacchierando.
Fuori, due slitte
trainate da cavalli li attendevano.
Roy prese al
parola: “Forza, manca ancora un po’ a mezzanotte! Tutti a bordo! Ed, tu con me!”
ordinò il Fuhrer, abbracciandolo, “Sissignore!” replicò lui, salendo dietro di
lui sulla prima slitta, assieme alle due famigliole; con un nitrito, le due
cavalcature presero a correre sulla neve, Roy conduceva una, l’altra era
condotta dal generale.
La bianca coltre
si stendeva a perdita d’occhio, nel cielo passò rapida una stella
cadente.
Il biondo
alchimista stava abbracciato al Comandante, le gambe coperte dal suo pesante
cappotto rosso, beandosi del calore che il moro
emanava.
Era uno splendido
Natale.
Dopo qualche
minuto, si fermarono in un ampia conca naturale, che si apriva su un cielo
stellato stupendo: “Ecco, siamo arrivati!” esclamò trionfante il generale,
scendendo dalla slitta; tutti quanti lo imitarono, i bambini erano felicissimi
di poter giocare con tutta quella neve.
Il Comandante
prese numerose coperte e le distribuì a tutti, invitandoli a sedersi sulla neve
con lui.
Tutti eseguirono
felici, il piccolo Hayate cominciò a giocare con la neve assieme ai bambini,
alcuni si sdraiarono a fissare rapiti il cielo.
Solo due figure
stavano in disparte rispetto al gruppo
“è troppo bello
qui, Roy, ma quando hai architettato tutto questo??” domandò Ed, rannicchiato in
braccio al Fuhrer, “Mmmm, qualche mese fa… Ma le sorprese non sono ancora
finite, mio caro!” sussurrò dandogli un bacio sulla fronte; il moro infilò una
mano nella tasca del cappotto, traendone un pacco in carta rossa che consegnò al
biondo, “Buon Natale, Edo.” gli sorrise; il ragazzo crollò il capo e trasse
anche lui dalla tasca un pacco, questa volta blu, “Buon Natale, Taisa!” replicò
allegro, cominciando a scartare il pacchetto sotto lo sguardo divertito del
Fuhrer, che a sua volta scartò il regalo.
Sotto lo sguardo
stupefatto dei due, erano due cornici uguali
identiche.
Anche la foto era
identica.
Una loro foto
addormentati sotto la grande quercia di Reseembol, scattata in quella famosa
estate.
Scoppiarono a
ridere e si abbracciarono con trasporto: “Regalo uguale, eh? Siamo telepatici!”
gli mormorò all’orecchio, “Le anime gemelle sono telepatiche, non lo sapevi?”
rispose il biondo, sfiorandogli le labbra con le sue; il moro ne approfittò per
approfondire il contatto e per intrufolarsi nella bocca del più giovane,
avvolgendolo in un bacio d’amore.
Quando si
staccarono, rimasero abbracciati a guardare il cielo.
“Buon Natale Edo…”
“Buon Natale Roy,
ti amo..”.
“Anche io,
piccolo… Anche io…”.
BUON
NATALE A TUTTI!!
Ok,
sono un pochino in anticipo, ma desideravo tanto scrivere questa
fic!
Intanto, ringrazio Liris per avermi permesso di usare Lilith, Temy
e Heimrich e le dedico il componimento per la sua disponibilità e le serate
pazze passate a chattare!
GRAZIE
TATA LIRY!
In
più, dedico questo a tutti i miei fedeli lettori, ELISETTA, MAMY, PAPY,
SHIKADANCE e tutti coloro che mi seguono.
Ragazzi, vi auguro un buon
Natale!!!
AUGURI
A TUTTI!!!
Ah, precisazione,
l'Envy che compare non è l’Envy originale, ma il MIO Envy, quello di “AMESTRIS
EXPRESS” e “BACK TO THE EXPRESS”.
CIAO!!!
BUONANOTTE!!!
SPERO
CHE VI SIA PIACIUTO!
SHUN