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Autore: Claireroxy    11/02/2015    1 recensioni
[-Creepypasta-][Originale/Oc]
È iniziato tutto sei mesi fa. Le Creepypasta avevano invaso la mia vita [...] Insomma, avevo un'ossessione.
Desideravo scrivere anch'io uno di quei racconti che tanto mi affascinavano, ma ogni volta che avevo un'idea e la mettevo scritta, mi sembrava stupida e infantile, assolutamente non degna di quelle storie che tanto amavo. Provai a scriverne una per tre mesi, e stavo quasi per arrendermi quando lei si mostrò.

Piccola sciocchezzuola che ho ritrovato sulle note dell'ipad e ho deciso di pubblicare. Non sono sicura d'aver azzeccato la sezione, quindi...
Spero che vi faccia venire almeno un brivido! Lo spero tanto...
P.s:"Ringrazio" la Creepypasta Calliope per avermi aiutato a superare il blocco dello scrittore!
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Probabilmente tu, che hai aperto la pagina, avrai pensato di trovare la solita storiellina su un tipo stupido che scopre una cosa terrificante e che, nonostante tutti gli indizi gli urlino il contrario, decide di indagare su quella cosa, andando incontro alla morte o alla pazzia più totale.
Ma questo non credo sia il mio caso: l'unica cosa sbagliata che ho mai fatto, in tutta questa faccenda, è stata di aver cancellato la sua storia, forse. Lasciatemi spiegare meglio.
Il mio nome? Mi hanno detto di non rivelarlo. Se proprio ne vuoi uno, chiamami Scelus.
È iniziato tutto sei mesi fa. Le Creepypasta avevano invaso la mia vita: ne leggevo almeno dieci al giorno, sia in italiano che in inglese, guardavo tutti i video creepy che riuscivo a trovare e stavo seguendo con attenzione le discussioni su vari forum. Insomma, avevo un'ossessione.
Desideravo scrivere anch'io uno di quei racconti che tanto mi affascinavano, ma ogni volta che avevo un'idea e la mettevo scritta, mi sembrava stupida e infantile, assolutamente non degna di quelle storie. Provai a scriverne una per tre mesi, e stavo quasi per arrendermi quando lei si mostrò.
Una notte, mi svegliai all'improvviso. Ricordo che mi stupii, perché le medicine le avevo prese (soffro d'insonnia) e non capivo cosa fosse successo. Poi udii qualcuno che respirava forte, accanto a me. Mi voltai e, alla sua vista, mi pietrificai.
Una donna, dai capelli neri come il buio della notte, era seduta sul letto accanto a me, con lo sguardo rivolto verso il basso, e la gonna del vestito nero che sfiorava il pavimento.
Stavo per mettermi ad urlare quando alzò lo sguardo. E vidi che quello che avevo scambiato per il viso era in realtà una maschera color bianco perla. Non aveva una fessura per la bocca, ma solo per gli occhi, senza iride né palpebre, che sembravano bui e profondi come la fine di un burrone. A quella vista la mia bocca, già pronta a gridare, si richiuse di scatto.
"Mi urge il vostro aiuto" disse la donna.
O meglio; non è che parlò. Non udii le sue parole, né le sentii risuonare nella mia testa; comunque compresi perfettamente tutto quello che lei voleva dire, anche se non uscì una sillaba dalla sua maschera. Come Dio parlò ai profeti, se credi in queste cose.
"Dovrete scrivere una storia" continuò "La storia che vi detterò. Codesta notte"
Balbettai qualcosa, non ricordo cosa. Probabilmente, era qualcosa sul perché dovessi scrivere io la storia, e sul perché avrei dovuto accettare.
"Avete talento e costanza. E avrete gloria. Se agirete così, invero"
Non me ne importava niente della gloria. Non capivo cosa stava succedendo, e volevo solo che quella donna inquietante s'allontanasse e che non tornasse mai più. Quindi, scossi la testa. 
E fu qui che rischiai la morte.
La donna s'irrigidì per poi portare la mano destra al volto, con una calma che terrorizzava e attraeva, e rendeva quasi incapaci di pensare.
Non appena uno solo di quei diti sfiorò la sua maschera, udì un lungo ed angosciante urlo, pieno di rabbia, dolore e disperazione. Un urlo di un torturato a morte.
E poi se ne sovrapposero molti altri, tutti di tonalità e graduazioni diverse, ma ugualmente disperati. Provai a gridare, provai a sovrastare quelle urla, ma tutto ciò che mi uscì fu un debole gemito, mentre mi tappavo le orecchie per provare inutilmente a sfuggire al dolore.
Lanciai un'occhiata alla donna, e vidi che s'accingeva a sollevare la maschera.
Fu allora che il terrore mi invase. Quelle urla sempre più acute e perforanti, la mia incapacità di muovermi; intuivo che era tutta colpa di quel gesto, di quel movimento che stava per rivelare qualcosa che non doveva essere rivelato.
Così, feci l'unica cosa che mi venne in mente.
Scattai verso quella mano e, con le urla che stavano per farmi esplodere il cervello, allontanai la mano dalla maschera, che ricadde con un piccolo tonfo.
"Accetto" ansimai, godendomi quell'assenza di urla nelle orecchie "Accetto di scrivere quella storia... Se dopo te ne andrai. E non tornerai. Mai più"
La donna rimase immobile. Poi, con un movimento quasi impercettibile del capo, annuì.
Subito dopo, sentii una gran stanchezza e, non appena chiusi gli occhi per un attimo, caddi in un sonno profondo. 
Ebbi un incubo. Di un matrimonio infelice, di un marito adulterio, di servi che mangiavano carne troppo gustosa, di fantasmi disperati ed entusiasti allo stesso tempo.
Come forse hai già capito, era la storia che la lei voleva farmi scrivere. Se volevi saperne di più sul mio sogno mi dispiace, ma non dirò di più. Questo è quello che lei voleva che facessi, e so che non mi ha ceduto questa storia per niente, poco ma sicuro. Ma allora non l'avevo compreso.
Non appena nel pomeriggio ebbi un po' di tempo libero, mi misi subito a scriverla. Allora, accadde quello che non mi era capitato per tre mesi: le parole cominciarono a fluire da sole, come se una mente divina (o, in questo caso, demoniaca) mi stesse ispirando. Finì di scriverla in due giorni, e per sistemarla mi ci volle solo una settimana e mezza. Ero pronta a mandarla, quando sentì quella rima.
Ero da sola a casa: i miei genitori lavoravano. Eppure, nonostante non ci fosse nessuno, sentii una voce all'orecchio che mi sussurrò:
"fa' attenzione alla strega nera.
non ci crede? lei è vera..."
Sobbalzai, e mi guardai attorno. Nessuno.
Pensai d'essermelo immaginato. Tuttavia, riflettei: avevo una verifica il giorno dopo, e non pensavo di sapere tutto... Così decisi di posticipare la pubblicazione della Creepypasta.
Ma, il giorno dopo, dovevo uscire con gli amici e non potevo pubblicarla.
E il giorno dopo ancora dovevo accompagnare mia nonna dal medico.
E il giorno ancora dopo... Insomma, avrai capito: per un motivo o per l'altro, posticipai sempre l'uscita della storia. La vocetta mi aveva inquietato non poco. Allora non sapevo che mi aveva salvato la vita...o, più semplicemente, ritardato il mio dolore.
Per due settimane, riuscì a riempirmi d'impegni. Poi, accadde una cosa terribile.
Un pomeriggio ci ritrovammo il corpo di un barbone sull'ingresso di casa. Cercammo chi fosse, ma non trovammo informazioni su di lui e, una volta che le pompe funebri se lo portarono via, tutti iniziarono a non volerne più parlare. È vero, il particolare della testa fracassata era inquietante, ma nessuno voleva più pensarci. Tutti pensavano che avesse sbattuto la testa contro il palo, probabilmente perché era ubriaco. O depresso.
O impazzito dopo aver visto sotto la sua maschera.
Non parlai a nessuno di questa ipotesi. Tanto, quella notte era stata solo un sogno; questa era la litania che mi ripetevo per tranquillizzarmi. Era tutto troppo insensato, e se lo avessi ammesso a voce alta, probabilmente la pazzia avrebbe preso possesso di me.
In ogni caso, non sottovalutai quel messaggio. Capii che non potevo più rimandare l'uscita della storia, così quella sera stessa mi misi al computer per pubblicarla. Prima, però, volevo rileggerla un pochino, e così feci.
Tutto normale, fino a quando non arrivai a circa metà della storia.
Era stato aggiunto un pezzo.
La prima vittima non era più il padre del protagonista, ma un povero straccione che nessuno conosceva, e che era stato trovato sull'ingresso della casa con la testa fracassata.
Come se l'avesse sbattuta tante, tante volte.
Mi immobilizzai. All'inizio, tentai di convincermi che qualcuno si fosse intrufolato nel mio computer e che avesse, chissà per quale motivo, modificato quella parte.
Ma nessuno ne aveva la password: l'avevo cambiata appena tre giorni fa! E, anche se un hacker l'avesse identificata, perché modificare solo un pezzo di una storiella e non prendere informazioni più importanti?
Mi convinsi che nessuno avrebbe potuto farlo. Poi il pensiero di lei mi balzò in testa.
Non ci volevo avere più niente a che fare, così cancellai la storia, sperando che, in questo modo, tutti i collegamenti tra me e quell'essere s'interrompessero.
Certo, davanti alla nostra porta non apparve più nessun morto, ma le cose non migliorarono.
Ogni volta che camminavo per strada, sentivo un paio d'occhi neri e profondi che mi osservavano.
Ogni volta che riflettevo in silenzio, sentivo delle disperate grida di terrore.
Ogni volta che mi dedicavo allo studio, sentivo la seta di un guanto bianco sfiorarmi la schiena.
Esattamente come al protagonista della mia storia.
Già; la storia che mi era stata dettata dalla donna (so che non è davvero una donna, ma non saprei in che altro modo chiamarla) la stavo vivendo io sulla mia pelle.
E, alla fine della storia, il protagonista bruciava con la sua famiglia, e moriva tra atroci dolori per finire a vagare in eterno nella casa.
Non sapevo cosa fare; fingere che non fosse successo niente, e continuare a vivere la mia vita fino (forse) alla morte mia e della mia famiglia, o riscrivere la storia e pubblicarla, sperando che la "maledizione" sparisse?
Confessarmi non era possibile: chi mi avrebbe creduto? E come avrebbero potuto aiutarmi? Probabilmente, il massimo che avrebbero fatto sarebbe stato mandarmi da uno psichiatra a imbottirmi di farmaci, per provare a far sparire le "allucinazioni". Ma io sapevo che era vero, fottutamente vero, e che quel rimedio non avrebbe scacciato i mostri.
Ci pensai su per un po'. Poi, questo pomeriggio, decisi di provare una terza opzione.
Contattare la vocetta.
Lo so, quell'idea non aveva alcun fondamento logico, ma mi appariva comunque migliore delle altre due, siccome la vocetta era stata l'unica ad aiutarmi, finora. Così, mentre i miei genitori erano via, accesi il computer, aprì una nuova pagina di Word e scrissi la filastrocca che avevo sentito la prima volta. "Fa' attenzione alla strega nera, non ci crede? Lei è vera". Non me l'ero più dimenticata.
Esattamente dopo tre minuti e trentatré secondi (l'ansia continuava a farmi controllare l'orologio ogni secondo) vidi formarsi una piccola concavità sul sedile del divano, proprio accanto a dove stavo io. Poi vidi apparire delle virgolette sulla pagina. Col cuore in gola, abbassai lo sguardo e mi allontanai, in modo da lasciare più spazio alla figura invisibile. Non sapevo se ci fosse o meno, se esistesse o no, ma ormai neanche la sanità o la pazzia m'importavano; volevo solo che quest'incubo finisse.
Il tasto della L s'abbassò senza che io lo premessi. E poi quello della E, assieme al caps lock. In breve, mi apparì questo messaggio:
"lEi TI veDe
mI CONtrolLa
noN Ho poTUtO aiUtarTi
fINorA"
Poi, i tasti smisero di abbassarsi. Col fiato in gola, scrissi queste parole:
"Ma ora puoi aiutarmi, vero? Puoi far finire questa maledizione, giusto?"
"noN MaLEdiZIone Ma paTtO
DEvI ScRIVere
FiNIsCE pOi"
"Devo... Riscrivere la Creepypasta? Ma non credo sia una buona idea!"
"nOn CReePyPaSta
NUOva sTOria
leTTorE DevE idENtIFicarSI"
"Cosa? Non capisco... Mi dici di scrivere una nuova Creepypasta?"
"Sì
iN prIMA PerSoNa LeTToRE s'IDEntiFicA
lUi diVeNTa Te
lEi ceRca lUi 
tE liBErA"
E questo è il risultato.
Se ti sei identificato, anche solo per un secondo, con me (ho anche modificato delle frasi per evitare problemi di genere diverso!), prima o poi vedrai quella strega accanto al tuo letto, a chiederti di raccontare la sua storia. Devi assolutamente dire sì, e poi scrivere una cosa simile, per poi pubblicarla subito, senza ripensamenti. È così che mi ha consigliato la voc
...
.                         .            
 .     .
,,,,
 
Non sono io. Che caz... Ah! Forse il proprietario della vocetta è ancora qu
.
 . 
       .
NO!
                     A.
Cosa?
Sei qui? 
Ehi?
Devi dirmi qualcosa?
Scusa, puoi mettere i tuoi pensieri tra virgolette?
Come prima.
Per non confonde
".
.
. A.
.
.
. AaA..
.
AHAHAHAHAAAHHHHAHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH
AHHHHHHAAAAAHHHAAHHAH!!!
!!!!             !!!A!!!
         !
Fa' attenzione alla Strega Nera,
La tua morte avverrà stasera! "
... Cos'era quello?
!
Ho sentito un cigolio. Di una porta che si apriva. Ma l'unica porta che cigola è questHJOlarak,
       G           Nn llllllluh
Lp.          Nn.      Mm.                      He.                
                                   AAAAAA
Ghhiiytrghjijfdnoojfdef
LEI È QUI! MI OSSERVA E NON RIEsCO a MUOV..
Le voci. 
Le sento.
Ridono.
Dicono che andrò con loro.
Lei si sta per togliere la maschera.
Morirò.
Non vedrò mai più i miei genitori, i miei amici.
Non riesco a smettere di scrivere.
Non posso smettere di scrivere.
Inganno.
Ho paur......jdgyjsom
somsondodmo
dmdje
Mdi
                    N.                           mrjod,pmajj
                                                                                   mejmmskjmsokmoak
                    ,nksins.           Leynshajnxosn,,,,.
Okjgojgd
sfnkojfcbjifscbjlppokjjnnnhfcvjijfsad.                hlojgvbjihbnjjADGNKIBBiutfhjubjijhjjjjkklls
Okmm
maskakamak
                       C.                     LHYJMKOOLLLLLL
 
 
 
 
                                                 iL MalE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"
 
 
 
 
(L'inedito scritto di XXXX XXXX, qui col nome di Scelus, scomparsa dalla sua abitazione il 30 novembre 2012, è stato pubblicato sul mensile locale della cittadina di XX, con sottotitolo: "Creepypasta; pazzia o spaventosa realtà?" Il giornale é stato poi costretto a ritirare tutte le copie e a consegnare il testo alla polizia, che sostiene possa essere un elemento fondamentale per il ritrovo di XXXX XXXX e dei suoi genitori, spariti ormai da due anni e mezzo...)
                                                                                
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                                                   fAi ATTenZIonE aLlA StREGa NeRA
                                                                                           NOn cI CredI? iO SoN veRA...
  
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