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Autore: poetaperiferico    12/02/2015    0 recensioni
Ripercorrendo la strada che facevo da bambino per andare a scuola... ho vissuto questo!
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi sono ripassato su quella strada, che facevo da bambino, per andare alle elementari, ed ho avuto un'emorragia di ricordi.

Ricordo il dolce profumo del panificio, dove compravo la pizza, che poi avrei mangiato a merenda, il rumore degli spicci, il motore della macchina, la voce di Fernanda con il suo lavoro, l'impressione di una giornata iniziata.

Ricordo spesso la porta del bar, il rumore del vento, le colazioni anche se in ritardo fatte con mia madre, l'odore dei cornetti, prendere la cartella al volo e poi via.

Ricordo Ida e la sua cartolibreria, piena di coriandoli e stelle filanti a Carnevale, piena di quaderni con ogni sorte d'invenzione, piena di sogni e di qualche emozione.

Ricordo il supermercato ad un passo dalla scuola, dove incontravo l'amato bidello, il suo nome era Guerino, pronto sempre ad offrirmi il succo di frutta e tante figurine, l'immagine del tempo, adesso porta a quel che sono.

Ricordo un piazzale dove mi vedevo con i miei compagni, prima di iniziare le lezioni, la statua della Madonna in giardino con un topo, che diventava pian piano uno scoiattolo, una volpe, una scimmia e poi io, lì pagai i miei piccoli sbagli, l'odore di un bacio al caffé. 

Ricordo la palestra e i miei primi allenamenti di mini basket, la palla che rotolava, il casino negli spogliatoi e lo spiazzale dove c'era la fontana con i girini, le spinte frenetiche per andare al bagno, la voce di Adriana rimbombava durante gli allenamenti.

Ricordo luci di Natale, quelle del teatro, l'allegria delle nostre famiglie in quelle prime esibizioni, piccoli momenti, la paura d'iniziare, le frasi dimenticate, il lieto fine, pizzette e tramezzini, una fine lieta e il sipario che si chiudeva come una conchiglia.

Ricordo la mensa, il cibo di Daniela la nostra cuoca, la fretta di arrivare ed avere davvero fame, una chiacchiera al tavolo delle maestre e già eri il più grande della classe, il grembiule che stava stretto e la campanella che ci avvertiva di risalire.

Ricordo infine, il mondo delle fiabe, un'aula tutta verde e con dei tappetoni, dove senza scarpe, potevamo sentir leggere poesie, racconti, storie...
non a tutti piaceva, ma forse è da lì, che i miei ricordi sono iniziati.
   
 
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