«Spero solo che Takumi si sia portato dietro l’ombrello. E che si sia coperto bene, soprattutto» mormorò Mai a mezza voce, alzando gli occhi azzurri al cielo saturo di neve.

   «Smettila di preoccuparti, tuo fratello non ha più bisogno di una baby-sitter. Ormai è grande abbastanza per badare a se stesso.» A quelle parole, la ragazza chinò il capo, iniziando a riflettere sul fatto che, in effetti, il suo ruolo di madre putativa era finito mesi prima per lasciare posto unicamente a quello di sorella maggiore. «Devi lavorare, oggi?»

   «Mi tocca. Almeno fino alle nove» rispose, sistemandosi meglio la sciarpa attorno alla gola ed infilando i guanti. «Mi accompagni?»

   «E vengo anche a prenderti, se è per questo» le assicurò Yuuichi con aria da grand’uomo. Aprì il parapioggia scuro e le passò un braccio attorno alle spalle per proteggerla dal freddo pungente. Aveva nevicato tutta la notte, e, dopo una sosta di alcune ore, adesso la neve era tornata a cadere giù dal cielo, rischiando di paralizzare la città.

   «Perché non ti fermi a bere qualcosa di caldo, già che ci sei?» gli suggerì Mai, sperando di poter godere della sua compagnia il più a lungo possibile. «Oggi non hai gli allenamenti, vero?»

   Il giovane sbuffò, visibilmente seccato. «No, ma Shiho mi ha estorto la promessa di accompagnarla in cartoleria» le fece sapere. «E’ dura anche solo farle da fratello maggiore, figurarsi altro…»

   La bella Tokiha rise. «Povera Shiho-chan…»

   Yuuichi si accigliò, sempre più contrariato. «“Povera Shiho-chan” un corno!» protestò. «Sono io a dover essere compatito, non lei!»

   «Ti vuole bene, che puoi farci?»

   «Nulla.»

   «Anzi, scommetto che sotto sotto la cosa ti fa anche piacere.» Mai lo sentì mugugnare qualcosa di indecifrabile, segno che aveva fatto centro e che era persino riuscita a metterlo in imbarazzo. «E’ per questo che ti amo anch’io, perché sei buono e generoso» aggiunse poi, distogliendo lo sguardo, a metà fra il dolce e l’orgoglioso, ed arrossendo a sua volta.

   Sentendo ciò, Yuuichi si fermò e le passò l’ombrello, iniziando freneticamente a frugarsi nelle tasche dell’uniforme in cerca del cellulare. «Se mi sbrigo, riesco ancora a sganciarmi dall’impegno» ragionò, convinto.

   Mai lo fissò allibita. «Ma glielo hai promesso!»

   «Lo so, ma visto il modo in cui sei ben disposta nei miei confronti, oggi, magari riusciamo a concludere qualcosa prima che qualcuno si intrometta come al solito» le spiegò l’altro.

   La ragazza sospirò rassegnata. «Se rompi la promessa, Shiho-chan avrà ben ragione ad avercela con te per un bel po’, sai?»

   «Le dirò che mi hanno convocato all’ultimo minuto per un allenamento speciale.»

   «Vorrà venire a vederti, allora.»

   «No, se l’allenamento non si svolgerà in palestra.»

   «E se dovesse scoprire la tua bugia?»

   «Non scoprirà mai che le ho mentito, se tu non glielo dirai» stabilì Yuuichi, cacciando finalmente il cellulare fuori dalla tasca interna della giacca ed iniziando a cercare il numero di Shiho in rubrica.

   «Piantala, dài. Non è carino nei suoi confronti» lo avvisò Mai, continuando a fissarlo con disapprovazione.

   «Perché, è carino, nei nostri confronti, che lei faccia sempre da terzo incomodo?» le fece notare giustamente lui.

   «No, ma ormai glielo hai promesso» insistette la ragazza, iniziando ad innervosirsi. «Tanto più che, se lavoro, non possiamo stare insieme» aggiunse, aprendo la propria borsa e prendendo l’ombrello dopo avere restituito l’altro al giovane. «Vado da sola, a più tardi» decretò, avviandosi verso il cancello della scuola senza più curarsi di lui.

   «Ohi, aspetta!» sbottò Tate, stizzito, cercando almeno di seguirla, visto che con le mani ingombre gli veniva complicato bloccarla per un braccio.

   «Se fai il bravo e mantieni la promessa fatta a Shiho-chan,» iniziò allora Mai con voce divertita, volgendosi a sorridergli, «io ne farò una a te: stasera, quando verrai a prendermi, ti concederò quello che brami da tempo.»

   L’espressione di Yuuichi cambiò radicalmente, e la mascella quasi gli ricadde verso il basso. «Sul… serio?» Con il viso rosso per l’imbarazzo e gli occhi chiari in quelli nocciola di lui, la fanciulla annuì. Il giovane si illuminò e subito mise via il telefonino. «A stasera, allora!» la salutò energicamente, voltandole le spalle ed iniziando a correre fra la neve, col rischio di scivolare, verso l’edificio che ospitava le classi della scuola media del Fuuka Gakuen.

Mai rimase ferma a seguirlo con lo sguardo fino a che le fu possibile. Quindi tornò a camminare in direzione dell’uscita della scuola, rigirandosi il manico dell’ombrello fra le dita, il cuore leggero. Spesso le pareva davvero incredibile che dietro la scorza a volte acida e scorbutica di Yuuichi, si nascondesse invece un ragazzo che ancora sognava con tanto entusiasmo di poter dare il primo bacio alla propria innamorata.

 

In ordine di stesura, questa era la terza shot. Tuttavia non so spiegare il motivo per cui Lanfranco (il mio neurone) abbia deciso di collocarla invece come secondo scritto di questa raccolta... Boh.
Ringrazio chi ha commentato la precedente shot: NicoDevil (te l'ho detto anche ieri, ma ripeto che "inusuale pairing" non è un'espressione adatta alla KazuyaxAkane, visto che questa è l'unica coppia già formata dall'inizio della serie... sarebbe stato più esatto dire che nessuno, nel fandom, se li fila, e per questa ragione sembra che i due siano alieni), Atlantis Lux (concordo con te: Kazuya e Akane sono molto più dolci di Takumi e Akira che, invece, hanno dalla loro anche una buona dose di comicità dovuta in buona parte allo scontro dei loro caratteri opposti), Chiarucciapuccia (non è che Kazuya ha "un'anima porcella"... è semplicemente un adolescente, quindi è normale che abbia certe cose per la testa, poveretto! XD) e Hinata_chan (altra paladina dei pairing ignorati dalla massa).
Un bacio,
Shainareth