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Autore: bblackwidow    12/02/2015    2 recensioni
«Hai detto che sarei rimasto per sempre nel tuo cuore. Per sempre.» -
Harry sottolineò quelle due parole con una forza che non gli apparteneva. Si aggrappò ad esse come se fossero la sua sola ancora di salvezza. Perché lui, in fondo, in quel "per sempre" ci sperava ancora.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Always in my heart.



«Ci credevi?»
Furono le uniche parole che uscirono dalle labbra del ragazzo. Fiumi d'alcool gli scorrevano nel sangue, e ormai gli annebbiavano la vista e i pensieri.
Dall'altro capo del telefono, Louis era più confuso che mai. Erano mesi che non si parlavano, e ora si ritrovava al telefono con l'uomo che aveva amato e che, in fondo, amava ancora.
Si guardò intorno, spaesato, come se le quattro mura che lo circondavano avessero avuto le risposte alle sue domande.
«Harry, io..»
«Rispondimi. Ci credevi davvero?» La voce profonda del riccio lo fece rabbrividire, nonostante non avesse la minima idea di cosa stesse parlando.
«Credere a cosa?» Si sentiva esausto, anche se non aveva fatto nulla per tutto il giorno: si trovava in uno stato di apatia dal quale non credeva sarebbe uscito tanto facilmente.
«A quello che hai detto. Che sarei rimasto per sempre nel tuo cuore. Per sempre.» Harry sottolineò quelle due parole con una forza che non gli apparteneva. Si aggrappò ad esse come se fossero la sua sola ancora di salvezza. Perché lui, in fondo, in quel "per sempre" ci sperava ancora.


Louis, d'altra parte, la speranza l'aveva persa da un bel po' di tempo. Da quando le cose si erano fatte troppo complicate e la cosa migliore da fare era lasciarsi, fingendo che nulla fosse successo. Si era auto-convinto che non facesse poi così male, che avesse potuto accantonare i sentimenti senza far sì che intaccassero la sua carriera, ma non ci era riuscito. Tutti si erano accorti che qualcosa non andava. Aveva smesso di curarsi, nei suoi occhi non c'era più la stessa luce, e il suo viso ogni giorno appariva sempre più magro e pallido. Sembrava uno straccio, si era messo in una situazione più grande di lui, e quando si era accorto che così non poteva andare avanti, aveva abbandonato tutto e tutti, venendo risucchiato dal proprio dolore, lo stesso che aveva inflitto ad Harry.
Proprio a lui, che non meritava niente di tutto ciò, neanche una briciola di quella sofferenza.
Con quale coraggio lo avrebbe di nuovo guardato in faccia dopo quello che era successo? Come avrebbe fatto a sorridere di nuovo accanto ad un'altra persona senza che il suo pensiero non andasse ai suoi ricci castani e ai suoi meravigliosi occhi verdi? Troppe domande che non facevano altro che aggiungersi alla prima, quella più importante.
Ci credeva davvero? Non lo sapeva neanche lui. Un tempo, forse.
Fece una lunga pausa che sembrò durare ore e la speranza di Harry andò ad affievolirsi.

«Dove sei?» Gli chiese, passandosi una mano sul viso.
«Al blue light, ci siamo venuti un paio di volte con i ragazzi...» La voce di Harry era stanca, biascicava le parole, e a Louis ci volle qualche secondo prima di essere sicuro di aver capito.
«Si, me lo ricordo. Arrivo fra dieci minuti. Aspettami e non bere nient'altro.»
Prima che l'altro potesse replicare, chiuse la chiamata. Si alzò di corsa e dopo aver afferrato le chiavi, entrò in macchina e premette l'acceleratore più che poté per arrivare da lui al più presto possibile. Non riusciva a immaginare in quali condizioni l'avrebbe trovato. Pregò solo che non si fosse fatto coinvolgere in una rissa per poi finire col prenderle di santa ragione. Non voleva giocare a fare la crocerossina. Non quella notte.


Harry, nel frattempo, incurante degli sguardi di pietà che gli rivolgeva il barista, ordinò nuovamente da bere. Aveva perso il conto di tutti i bicchieri che aveva mandato giù, ma ormai non aveva più importanza. Non aveva neanche avuto il tempo di ribattere che Louis aveva già chiuso la telefonata; avrebbe voluto dirgli che avrebbe chiamato un taxi per farsi portare a casa, ma non ne aveva avuto la possibilità, così ora si ritrovava ad aspettarlo e a pensare a cosa gli avrebbe detto dopo essersi ritrovato faccia a faccia con lui.
«Gran bella situazione del cazzo.» Mugugnò fra sé e sé.
Il trillo del cellulare lo distolse dai suoi pensieri. Osservò il nome che comparve sullo schermo e lo studiò per qualche secondo, prima di visualizzare il messaggio.


“Sto per arrivare, non combinare casini. Chiamami se succede qualcosa.”
 

Sorrise fra sé e sé. Nonostante tutto, continuava a preoccuparsi come aveva sempre fatto. Forse perché ci teneva ancora? O, più semplicemente, provava pena? Optò per la seconda.
Cinque minuti più tardi aveva già scolato altri due drink.
Buttò giù l'ultimo sorso di vodka prima di sentire il calore familiare di una mano posarsi sulla sua spalla.
«Harry...»
Avrebbe riconosciuto la sua voce su mille. Si voltò lentamente, ma ciò che vide fu un'altra persona, non il Louis che ricordava.
Due occhiaie pronunciate gli contornavano gli occhi che erano diventati di un azzurro che non gli apparteneva. Erano spenti, stanchi, completamente diversi da quelli di cui si era follemente innamorato, e in parte se ne diede la colpa. Sapeva che quella telefonata era stata del tutto fuori luogo, ma sentiva il bisogno di parlargli.
Non gli rispose, semplicemente rimase a guardarlo in silenzio, cercando di catturare ogni minimo dettaglio, consapevole che l'indomani non avrebbe ricordato nulla se non qualche immagine sbiadita.


 

«Andiamo a casa, su...» Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Lo vide alzarsi e barcollare un po' prima di appoggiarsi su di lui, che, dopo aver lasciato delle banconote al barista, lo accompagnò in macchina, passo dopo passo.
Lo aiutò a sedersi sul sedile posteriore, per poi mettersi alla guida e avviarsi verso casa, lanciandogli di tanto in tanto qualche occhiata dallo specchietto retrovisore. In pochi minuti si era addormentato appoggiato al finestrino e con le labbra schiuse. Non riuscì a non farsi scappare una risatina intenerita, ma quasi immediatamente il suo sorriso si spense e tornò a concentrarsi sulla strada davanti a sé. Accese la radio e abbassò il volume, nella speranza di trovare conforto in qualche linea notturna. Cosa che, ovviamente, non accadde. Ultimamente la fortuna sembrava non essere dalla sua parte.
Non appena cambiò stazione, il silenzio che aleggiava in quell'auto fu rimpiazzato dalle note dolci di una chitarra, e da una voce che cantava quella che era stata la loro canzone.



"You can't go to bed without a cup of tea
And maybe that's the reason that you talk in your sleep
And all those conversations are the secrets that I keep though it makes no sense to me"


Louis pianse in silenzio.




 

«Harry... Harry, svegliati. Siamo arrivati.»
Il ragazzo si sentì chiamare, e per un secondo avvertì uno strano
calore al petto. Niente di fastidioso, però. Era una bella sensazione.
Ma poi ricordò ciò che era successo, e si diede dello stupido per essersi mostrato a lui in quello stato. Borbottò qualche parola incomprensibile ed uscì dall'auto, con un braccio attorno alle spalle di Louis. Non poté trattenersi dal pensare che, dopo tutto, lui era ancora lì a sostenerlo. Ma tra loro era tutto finito, il giorno dopo ognuno sarebbe tornato alla propria vita, e non c'era pensiero che gli facesse più male. Forse con una coltellata al petto avrebbe sentito meno dolore.
Preso dai suoi pensieri, quasi non si era accorto che l'altro lo avesse portato in quella che era stata la loro camera da letto, testimone di tante notti insonni e di tutte le volte che, stretti l'uno all'altro, aggrovigliati nelle lenzuola, avevano fatto l'amore.
Barcollò piano verso il letto e vi si sedette con il capo chino, mentre le lacrime iniziavano a farsi strada lungo le guance.

«Scusami.»
 
Nel sentire quelle parole, Louis si passò una mano fra i capelli, fece un respiro profondo e su avvicinò piano al ragazzo. Avevano bisogno l'uno dell'altro, ma erano entrambi troppo vigliacchi per ammetterlo.
Orgoglio, rabbia, rancore... Tutto, quella notte, svanì. Ed era bastata solo una parola a fargli cambiare idea.
Si inginocchiò di fronte al riccio, e lentamente, iniziò a spogliarlo ,scoprendo quei tatuaggi che tanto aveva studiato ed osservato. Ne conosceva ogni singola sfumatura, il significato di ognuno di essi, ma ogni volta che li guardava era come la prima volta; nonostante ciò, non c'era niente di sessuale in quel gesto, nient'altro se non la voglia di prendersi cura di lui, ancora una volta.
Gli sfilò piano i vestiti e le scarpe, li appoggiò sulla poltrona accanto al letto e lo aiutò a stendersi.
Harry lo osservava. Il suo sguardo era vuoto e a tratti confuso: perché lo trattava ancora così? Gli importava ancora o era solo un modo per indorare la pillola prima di cacciarlo via a calci nel sedere?
Non volle pensarci. Non voleva infliggersi altro dolore, non aveva bisogno di altre illusioni.

Il movimento delle lenzuola dietro di sé lo distrasse dai suoi pensieri: Louis si era disteso al suo fianco e, con fare un po' impacciato, lo aveva abbracciato da dietro.
Si strinse a lui e poggiò la fronte sulle sue spalle così grandi e forti, ma che in quel momento sembravano portare su di esse tutto il dolore del mondo.

Dopo pochi attimi, Harry si ritrovò a rabbrividire sotto il tocco leggero delle sue dita fra i capelli e del suo respiro sul collo.


«Ci credevo, Haz.
Ci ho sempre creduto.»


La sua voce rotta dal pianto fu per lui come un pugno allo stomaco. Odiava quella situazione; si stavano distruggendo a vicenda, eppure sembrava che non riuscissero a fare a meno l'uno dell'altro.
Nel sentire quelle parole, si voltò verso il ragazzo e fissò i suoi occhioni azzurri segnati dalla stanchezza.
Con un sospiro si strinse a lui e senza pensarci due volte, lo baciò.


Entrambi sapevano che in quel bacio era racchiusa la promessa di non rinunciare mai al loro amore.
Nonostante gli errori, i momenti di crisi, i pianti e le urla, sapevano che alla fine, Harry sarebbe rimasto per sempre nel cuore di Louis.



 
                                                                                                        

“Always in my heart @Harry_Styles. Yours sincerely, Louis.”
02. 10. 2015




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Ciao a tutti :)
Questa ff è uscita un po' dal nulla, l'ho pubblicata senza pensarci due volte perché l'idea mi piaceva troppo (anche se alla fine il risultato non è stato uno dei migliori ma mi va bene così ahaha).
Spero vi piaccia questo piccolo delirio, se vi va lasciate una recensione e se pensate che debba cambiare qualcosa, non esitate a dirmelo. 
Bacini ♥

 
                                                                                                                bblackwidow
  
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