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Autore: Demire    12/02/2015    5 recensioni
E ora, steso su questo letto non riesco a non guardare le mie mani, sporche del suo sangue, di colui che era come un padre per me.
Ma un padre non chiede al proprio figlio di ucciderlo.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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JUST MY LIFE

Sono qui, nella mia casa, se così si può ancora definire.
Sono solo, ancora una volta, ma ormai ci sono abituato.
La mia ombra è divenuta la mia unica confidente, l’unica amica che mi è rimasta.
E ora, steso su questo letto non riesco a non guardare le mie mani, sporche del suo sangue, di colui che era come un padre per me.
Ma un padre non chiede al proprio figlio di ucciderlo.
La luce entra debolmente dalla piccola finestrella alla mia sinistra illuminandomi il volto che sta diventando sempre più magro e pallido, ma nessuno sembra accorgersene.
Con le ultime forze che mi restano mi metto a sedere e mi avvio verso la fonte del mio disturbo e, mentre cammino con il petto scoperto passo le dita sul quel segno, quel segno che mi ha reso un mostro, un assassino.
Questo marchio è stato la mia rovina, la mia condanna, ed io da giovane ho avuto il coraggio di pensare sarebbe stato la mia salvezza.
Arrivo nel punto in cui la luce entra e poso una mano sulle scanalature della finestrella.
Rimango per un tempo indeterminato a fissare il vetro che riflette la parte superiore della mia figura.
Distolgo subito lo sguardo da quella realtà troppo cruda da poter reggere mentre chiudo la finestra.
Mi dirigo verso il mio giaciglio e mi distendo.
Cerco di chiudere gli occhi, ma ogni volta rivivo quel momento e sento la sua voce «Severus... ti prego. »
Ha avuto il coraggio di pregarmi.
Non lo perdonerò mai.
Questo misto di rabbia e rassegnazione si sta facendo troppo grande, quindi decido di prendere un distillato soporifero che avevo preparato precedentemente e messo nel piccolo cassetto del comodino di fianco al mio letto.
Levo il tappo di sughero dalla boccetta e subito le bevo.
Sento il sapore agrodolce scivolarmi giù per la gola e donarmi un po’ di sollievo.
Le mie palpebre si fanno pesanti mentre la mia mente si svuota poco a poco.
E nel breve istante prima di cadere tra le braccia di Morfeo penso che nel mio profondo vorrei che l’effetto della pozione durasse per sempre, perché la mia vita ora è completamente vuota, e non si può nemmeno più definire tale.
 
Ciao a tutti!
Se siete arrivati fin qui allora vi voglio dire un grazie per aver letto questa mia “creazione”, tra l’altro la prima, che ho deciso di scrivere in un momento di noia.
Se avete voglia vi invito a lasciarmi una piccola recensione o anche solo un messaggio privato per farmi sapere i vostri pareri e soprattutto i vostri consigli.
Non vi trattengo oltre e ancora grazie.
  
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