Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: lovewholovesyou    12/02/2015    1 recensioni
Allora, la guardava e Brittany le diceva un timido “ti amo”. Non le rispondeva mai, perché sapeva benissimo quanto sentisse lo stesso per lei.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lo se, sono passati secoli dall'ultima cosa che ho pubblicato, ma la mia vita è un casino unico e scrivere era diventato impossibile. Un po' per il tempo, un po' per l'ispirazione che se ne andata a quel paese, un po' a causa di problemi emozionali seri e distruttivi.
Però, tutti questi imprevisti non mi hanno fermata e ho riesumato questa cosina di qualche mese fa che ho scritto pensando alla quinta stagione di Glee. Voglio dire, non credo che Santana sia stata al settimo cielo per aver lasciato Brittany...e dunque ho scritto questa cosa.
Buona lettura e siate carini.


 

Wildest Dreams

Accarezzare quella pelle così soffice non era mai stato così liberatorio. Quei piccoli lembi rosa chiaro, sfiorarli appena quasi ad aver paura di romperli. Seguire le linee delle ossa che si mostravano sulla sua schiena non appena le stringeva le mani sui glutei, avvicinandola a sé. Il profumo di pesca che sentiva non appena appoggiava le narici sull’incavo della sua spalla mentre le sue braccia s’intrecciavano in un abbraccio. Fare l’amore con Brittany le era mancato come se le fosse mancato il respiro; come se le fosse mancata l’acqua; come se le fosse mancata la pizza ogni sabato sera;
Cosa le mancava del fare l’amore con lei? La delicatezza con cui le sue labbra la baciavano e ogni volta doveva bagnare le sue per l’ossessione di sentire il suo sapore ancora di più. Le mancava lasciarsi sottomettere con leggiadria dalle stesse mani che le provocano piacere mentre costruivano un percorso sul suo corpo. Erano quelle sensazioni che voleva vivere con tutta se stessa, che voleva ricordare in ogni dettaglio e sfumatura. Anche quelle cose imbarazzanti, come quando la sentiva lamentarsi del fatto che stesse succedendo tutto troppo in fretta: allora le prendeva il viso, i suoi occhi neri a contatto con quelli azzurri dell’amante, e le dava cinque o sei baci di seguito, a fior di labbra, e le ripeteva quanto volesse che quel momento potesse ricordarlo per sempre.
Lei si ricordava a memoria ogni suo dettaglio. Le sue smorfie buffe quando non si prendeva sul serio mentre erano in pieno atto sessuale, il suo agitarsi gridando battute peculiari di film erotici. Conosceva anche il suo istinto naturale e intrattenibile di morderle la spalla quando si sentiva vicina all’apice del suo piacere. Se chiudeva gli occhi, avrebbe potuto disegnare alla perfezione le curve dei suoi polpacci, la linea immaginaria che percorreva il suo ventre, la rotondità dei suoi seni, l’incavo tra le sue spalle e poi il segno della sua colonna vertebrale che sbucava quando contraeva i muscoli. Chiudendo gli occhi, avrebbe potuto sentire ancora sentire la dolce melodia dei suoi gemiti che, più che imbarazzarla, la facevano sembrare più reale di quello che Brittany già era.
Quel che rimaneva di Brittany erano un paio di foto e un ritratto a parole dei tratti morbidi del suo viso, gli occhi sottili, color ghiaccio, ma che regalavano un calore al solo incrociarli, il sorriso che a volte accennava perché convinta di non averne uno bellissimo, i capelli lucenti che le contornavano le guance rosse, in pieno contrasto con la sua carnagione chiara.
Santana sapeva solo ricordarla a parole, scritte su un foglio di carta e nascoste in un cassetto. Altri, sotto il cuscino. Avvolta dalle sue lenzuola, ancora sentiva l’odore dell’amata inondarle le narici, come se fosse giusto dietro di lei, ad abbracciarla e a ripeterle quanto l’amasse. Non voleva scordarsi di Brittany, in nessuno dei suoi segni particolari. Si affidava a tutte le volte che l’aveva fermata dal cercarla con mania e ricordava ogni dettaglio, trascrivendolo, anche solo riportarlo alla memoria. Riportare in vita quella che un tempo era la sua unica ragione di vita. Quella persona così semplice, innocente e che, credeva, eternamente sua. Santana ci pensava ogni notte, prima di addormentarsi: posso ferire un essere così? Posso lasciare che si rovini un’opera d’arte vivente come Brittany?
Dato ciò, decise di vivere di ricordi. Fissava il soffitto, chiudeva gli occhi e quando li riapriva Brittany era in piedi davanti a lei. Come spesso l’aveva vista, avvolta dal suo asciugamano di soffice cotone che lasciava cadere a terra dopo aver impersonato una stripper e si accostava a Santana. Incredibile come potesse ancora sentire la sua saliva depositarsi sulla sua bocca, la punta della sua lingua cercare di coprire ogni spazio delle sue labbra e scontrarsi con quella di Santana, soffiandole appena sopra. Quell’immagine così chiara la collegava al suo corpo tramortito, distrutto e sudato, che si piegava e si muoveva a scatti irregolari quando era dentro di lei. La sua femminilità violata in ogni spazio, i suoi umori lusingati dai baci di Santana, sempre tremante ed indecisa ogni volta che ci si avvicinava. Assaggiarla in ogni sua parte, graffiarle le schiena mentre la sua testa si muoveva giù per il suo corpo portandosi dietro i ciuffi color grano dei suoi capelli, dandole una simpatica sensazione di solletico.
Poi arriva quella sensazione estrema di goduria che le spezzava il fiato e che la costringeva ad aggrapparsi al bordo del letto, all’anta della doccia, al ripiano della cucina, al braccio del sedile della loro auto, o a Brittany stessa. Quell’orgasmo che solo Brittany era stata in grado di darle.
Si fermava e le rimaneva ancora quel battere del cuore frenetico e il muoversi delle stomaco quando la baciò per la prima volta. Allora, la guardava e Brittany le diceva un timido “ti amo”. Non le rispondeva mai, perché sapeva benissimo quanto sentisse lo stesso per lei.
Da quando viveva di ricordi, e pensava insistentemente a lei, in quei giorni in cui le mancava da morire, poteva solo immaginarsela seduta sul bordo del suo letto a New York, baciarla e infilarsi con lei sotto le lenzuola. Non era lei a stessa ad accarezzarsi, ma Brittany che percorreva con un solo dito lo spazio tra i suoi seni, li stringeva e inumidiva i suoi punti più sensibili. Santana l’avrebbe lasciata scendere fino al confine della sua intimità, accarezzare il suo punto delicato. L’indice ed il medio che le marcavano l’entrata e il pollice che spingeva regalandole eccitazione. L’avrebbe fatta sua e l’avrebbe lasciata gemere sottovoce perché Kurt e Rachel avrebbero potuto sentirle. Dopo di che, si sarebbero abbracciate e si sarebbero messe a chiacchierare.
Da quando Santana viveva di ricordi e pura fantasia, al momento di riaprire gli occhi, con ancora la sensazione di nostalgico piacere, sospirava, girava il cuscino e osservava la foto di Brittany. Poi, socchiudendo gli occhi diceva: “Ti amo anch’io.”
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: lovewholovesyou