Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice
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Autore: Mialex1    12/02/2015    0 recensioni
PROLOGO:
Nonappena scesi dall'auto nera mi slegarono i polsi e mi levarono la benda che mi copriva la visuale. Non potevo credere ai miei occhi, a quel che c'era oltre a quel cancello altissimo e strettamente sorvegliato, oltre il viale alberato: l'edificio più grande che avessi mai visto. L'Alice Academy.

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"Non ho intenzione di morire per un mondo di persone che non si meritano nulla!"
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“Lui non sa nulla di me, non sa cosa sia la debolezza[...]lui non sa niente...e non dovrà sapere niente...”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsume Hyuuga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NATSUME'S POV

 

Verso le cinque del mattino fui svegliato da un rumore persistente. Quando aprii gli occhi mi resi conto che era causato da Ruka che picchiava sul vetro della finestra, a giudicare dalla sua espressione si trattava di qualcosa di importante.

Mi alzai, facendo attenzione a non svegliare Fuyumi, e gli aprii.

Iniziò a bisbigliare.

-Ho sentito Persona dire che domani le assegneranno la prima missione. Natsume, dobbiamo anticipare tutto-

Lo guardai, nei suoi occhi vidi paura e dolore, probabilmente era ciò che si trovava pure nei miei, in fin dei conti. Abbassai il capo ed annuii.

Rialzai la testa e cercai di pensare in maniera razionale.

-La sveglio io, tu pensa al resto-

Lo feci uscire dalla porta, senza fare rumore.

Quando se ne fu andato mi riavvicinai al letto, sedendomi vicino alla ragazza che ancora dormiva.

La svegliai scuotendole leggermente la spalla; quando aprì gli occhi sorrise, ma vedendo la mia espressione si fece subito seria e mi chiese cosa stessa succedendo.

Le spiegai la situazione e dopo diverse discussioni si cambiò e si decise ad aspettare Ruka in terrazzo.

L'unico problema?

Le avevo promesso che sarei andato con lei.

 

 

FUYUMI'S POV

 

Aspettammo per una decina di minuti, poi venimmo raggiunti da Ruka che ci diede il necessario per la fuga e mi salutò. Ci abbracciammo a lungo, poi se ne andò con gli occhi lucidi, mentre io piangevo, pensando a quanto mi sarebbe mancato.

 

Natsume mi baciò, e per i pochi minuti che seguirono continuò a ripetermi quanto mi amasse.

-Ricorda sempre, Fuyumi: tu sei mia, ed io sono tuo. Non importa nient'altro. Ricordalo, ti prego-

Il suo sguardo, il suo tono, quelle parole, le mani tremanti… Non ero stupida: qualcosa non andava.

Pensavo di sapere cosa, ma non volevo accettarlo. Sarebbe venuto con me. Giusto?

I miei sospetti si dimostrarono fondati e divennero un'orrenda realtà quando la porta della camera si aprì di colpo.

Entrò Persona, seguito da altri uomini i cui visi erano coperti da maschere simili alla sua.

 

Ciò che accadde dopo fu tutto troppo veloce.

 

Un ultimo bacio veloce e carico di disperazione, un “Ti amo” dipinto in viso, senza bisogno di dirlo a voce, poi il buio.

 

Quando il buio svanì erano passati pochi secondi, eppure ero già fuori dall'istituto. Da sola.

In quel momento non mi importava né come fosse stato possibile, né il fatto di essere libera.

Ero sola.

Vidi del fumo venire dai dormitori e riuscii a mettere a fuoco qualche fiamma.

Ancora una volta, mi sentii inutile, incapace di aiutare qualcuno che amavo, vigliacca, pronta a scappare senza lottare.

 

Pensai “Questa non sono io. Non sono una codarda, dovrei tornare là e combattere”… eppure non lo feci.

Corsi a perdifiato, scappai dal fuoco, dal male, dalla lotta, e dall'amore. Per la seconda volta.

In quei momenti, però, mi resi conto che era come scappare da me stessa.

Io ero il Fuoco e distruggevo tutto e tutti sul mio cammino.

Io ero il Male, facevo soffrire le persone e compivo azioni orribili, ma i sensi di colpa non erano mai abbastanza forti da fermarmi.

Io ero in lotta contro me stessa, contro i cambiamenti che avevo avuto in pochi mesi.

Io non ero l'Amore, però.

Natsume lo era.

O, per lo meno, era il mio.

Eppure lo abbandonai lì.

 

Le lacrime continuavano a rigare il mio volto, ma la vista appannata e la stanchezza non mi fermarono.

Corsi lontano, il più possibile.

Dopo ore, mi ritrovai in campagna, vidi una fattoria, e pensai ad alcuni dei pochi film americani che avevo visto. Mi avvicinai e vidi che c'era un fienile, così entrai senza troppi problemi e cercai di riposare.

 

Eppure non riuscivo a non pensare.

Per la seconda volta avevo abbandonato la persona a me più cara.

 

Per la seconda volta, l'avevo persa per sempre.

 

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Alex
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Questo è l'ultimo capitolo.
Adesso posto l'epilogo e…
Beh.
Sarà finita, finalmente.
Grazie a chi l'ha seguita per così
tanto tempo, grazie.

Alex

   
 
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