Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: ELIOTbynight    13/02/2015    4 recensioni
Le mani tremano, i piedi scalpitano. Il battito aumenta e la testa scoppia.
Mente, anima e cuore gli dicono cose diverse, ma il corpo agisce da solo, senza che niente e nessuno possa fermarlo.
E Kageyama soffre.
Soffre, poiché non sa.
Non sa come, non sa perché.
Sa solo che Oikawa lo tiene in pugno.
L’unica sua certezza è l’impossibilità di liberarsi dalla sua dipendenza.

*
Volete l'OiKage? Avrete l'OiKage.
Ma a modo mio.
[Ho messo l'avvertimento Non-con giusto per precauzione.]
Storia partecipante alla Challenge "Poeti maledetti", indetta dal Gruppo FB "Gli scrittori maledetti - Sezione Anime e Manga".
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
#


È senza dubbio il dolore
peggiore
il non sapere perché,
senza amore e senza odio,
il mio cuore abbia tanta pena!
- P. Verlaine; Romanzo senza parole, Arietta III, vv. 13-16
 

*
 
 
A D D I C T I O N


 
 
Mi si para davanti un muro.
No, non è una lastra di cemento o la rete che i miei compagni cercano di abbattere durante una partita.
È un muro diverso, inconsistente, ma fastidioso e inespugnabile come pochi.
Vedo ergersi questo muro ogni giorno davanti a me, ogni volta che alzo gli occhi e li distolgo da me stesso.
Un ostacolo che da sempre mi isola dal mondo, una gabbia che imprigiona i miei sentimenti e li nasconde.
Brucia e consuma la mia anima. Mi priva della gioia di apprezzare le piccole cose della vita.
Mi rende vulnerabile, talmente da accentuare e allo stesso tempo nascondere gelosamente la mia debolezza.
È un’arma a doppio taglio, uno specchio che riflette da fuori e da dentro.
L’orgoglio.
Ogni giorno mi chiedo che cosa ci sia al di là del muro, ma contemporaneamente ho paura di saperlo.
Ho paura di fidarmi, ho paura di sorridere, di lasciarmi andare.
Lo voglio fare, ma ne ho il terrore.
Come si fa a temere qualcosa che si desidera?
Già, è la stessa domanda che mi pongo ogni volta che penso a lui.
A quell’ex senpai che continua a farmi impazzire anche dopo le scuole medie e continuerà a farlo sempre.
All’alzatore migliore della prefettura, al compagno peggiore che si possa avere vicino.
Con quel sorriso che seduce la gente, ma con quegli occhi che calpestano il mondo.

Tooru Oikawa; proprio lui.
 
 
Un improvviso dolore alla tempia lo fece tornare alla realtà. L’autobus aveva frenato bruscamente, con disappunto di Kageyama, che si massaggiò il punto dove il suo cranio si era scontrato con il finestrino.
Lo stava di nuovo sognando. Si ritrovava così, senza un criterio logico, ad averlo sempre accanto in un modo o nell’altro. Aveva preso le redini del suo cervello da un tempo indefinibile.
Scese dall’autobus e si avviò silenzioso, senza neanche pensare davvero a dove mettesse i piedi. Si sentiva attratto da una forza strana e intensa, ma non affatto misteriosa. Le gambe gli si appesantivano ad ogni metro e strisciavano sull’asfalto, come risucchiate da un vortice d’oblio che trascinava Kageyama giù, nell’oscurità della notte più profonda.
Come una calamita, arrivò a casa ed entrò senza neanche annunciarsi o accendere la luce. Dopotutto, tutte le sere era la stessa storia.
Fece cadere in un angolo la borsa sportiva e la giacca, poi raggiunse lentamente la camera. La maniglia si abbassò sotto la sua mano con troppa facilità e la porta parve quasi aprirsi da sola. La sola luce che permetteva a Kageyama di vedere dove mettesse i piedi proveniva dai lampioni della strada.
Mosse qualche passo verso la finestra e vi si appoggiò con la fronte. I suoi occhi sempre gelidi, pungenti e concentrati fissarono le luci di fuori con fare distratto. Sospirò e aggrottò le sopracciglia, permettendo al silenzio della casa di stordirlo.
Durante la sua attesa, la solita spirale di pensieri lo avvolse.
Tremava, ma non faceva freddo. Era solo eccitato. Non ci si era abituato e non ci avrebbe fatto mai l’abitudine.
Si vergognava; non era in grado di risolvere il suo problema da solo. Forse perché era la sua mente a pensare che fosse un problema, mentre i suoi muscoli, le sue ossa, il suo corpo fremevano dalla voglia di subire quel problema.
Un vago rumore di passi e Kageyama rabbrividì. Chiuse gli occhi e staccò la fronte dalla finestra, come in trance.
Le sue orecchie si sensibilizzarono all’ambiente circostante. Dei passi lenti, ma sempre più vicini, ancora più vicini, fino ad arrivare alle sue spalle. E infine il silenzio.
- Bentornato, Tobio-chan.-
Quella voce, ah, quella voce. Un fluido che gli entrò dai timpani e penetrò sotto ogni centimetro della sua pelle. Kageyama si morse il labbro inferiore e fu sorpreso dallo strano tic che aveva iniziato a far muovere a scatti i suoi polpastrelli.
Si ritrovò per l’ennesima volta davanti a un bivio. Le due strade da prendere erano così diverse, che anche se era passato del tempo e quella scelta gli si presentava davanti tutti i giorni, Kageyama non riusciva mai a decidere. Da una parte c’era la luce del giorno, fresca e benefica, che lo guidava in un sentiero piccolo e accogliente e lo portava fuori dal muro un passo alla volta, dove lui sarebbe stato solo ancora per poco, perché avrebbe imparato ad aprire il suo cuore agli altri e non avrebbe più avuto paura di accettare certi tipi di sentimenti.
Ma dall’altra parte … c’era Oikawa.
Con quel ghigno sempre stampato su quel delicato viso da angelo decaduto, con quei gesti e quelle parole brucianti che però distruggevano il muro d’orgoglio di Kageyama con estrema eleganza, silenziosamente, nel buio di ogni notte.
Kageyama voleva uscire dal muro, voleva lasciarsi l’orgoglio alle spalle, ma non sapeva mai come farlo e allora era Oikawa a scegliere per lui.
Un fruscio ai fianchi lo fece sussultare. Le dita esperte del suo ex compagno di squadra non avevano perso tempo e gli si stavano insinuando sotto la maglietta. Allo stesso tempo, come una sensazione ormai familiare ma non troppo, Oikawa gli stuzzicava il collo con dei piccoli baci leggeri.
Poteva essere una coccola dolce per chiunque altro, ma Kageyama strinse i denti e irrigidì la spina dorsale ancora di più. Tutti quei tocchi, quei piccoli schiocchi creati dalle labbra di Oikawa su di sé sapevano di bugie, di ipocrisia, di possessione e di potere. Kageyama non si sentiva amato, ma succube, e a sua volta non era innamorato, ma anzi, covava un odio insopportabile.
Ma al suo corpo, alle sue dita che tremavano visibilmente, al suo stomaco che si attorcigliava in modo violento e ai suoi muscoli che parevano esplodere al tocco dell’altro alzatore, tutto questo non importava. Tutta quella confusione non era niente se paragonata all’inquietante piacere che Oikawa emanava.
La voce sparì persino dai suoi pensieri, dalle mille frasi che avrebbe voluto sbraitargli in faccia pur di allontanarlo. Il silenzio era sfiorato solo dal rumore lieve e continuo del tocco di Oikawa, che percorreva ogni cellula della pelle di Tobio-chan con le dita, con le labbra, con gli occhi, con il respiro. La maglietta era già sul pavimento e presto fu seguita da tutto ciò che impedisse un contatto diretto tra quei due corpi immersi nel buio.
Il muro era distrutto. Niente poté più impedire a Oikawa di entrare nella sua anima, spogliarla di ogni protezione e celebrarla in tutta la sua debolezza e fragilità, sfiorarla e poi toccarla a piene mani, afferrarla, stringerla e goderne fino all’ultima goccia di sudore, fino all’ultimo sforzo.
Non passò molto tempo, prima che Oikawa prendesse possesso anche della sua bocca. Un bacio profondo, caldo e languido che mandò in tilt ogni funzione vitale dell’altro. Era il bacio perfetto, dannazione, era impossibile resistere. Kageyama non trovò la forza per opporsi, per difendersi, per interrompere quella spaventosa estasi. A regnare era solo quel contatto fisico così inebriante e sensuale.
A poco a poco, mentre Oikawa si divertiva ad assaporare il suo corpo lentamente, Kageyama smise di tremare. Il viso si rilassò e le palpebre si chiusero, come se lui si stesse addormentando. Ancora una volta, il piacere l’aveva sopraffatto e si era arreso a quel turbine di brividi e sussulti che lo mandavano in visibilio.
Solo una lacrima leggera e luccicante percorse la sua guancia, ricordandogli che quella sua rassegnazione sarebbe stata orribilmente dolorosa.
Se il suo corpo aveva trovato la libertà dal suo muro d’orgoglio, la sua anima era stata invece incatenata in una prigione ancora più tragica della precedente.

E Kageyama soffriva, perché non sapeva come uscirne.
Pregò che qualcuno aprisse la porta all’improvviso e lo salvasse dalle mani di Oikawa che strisciavano negli angoli più intimi del suo cuore, oltre che del suo corpo. Sapeva che non sarebbe mai successo, ma nell’angolo più remoto di se stesso esisteva ancora una speranza.
Oikawa si era ormai impossessato di lui e Kageyama non poté fare altro che lasciarsi toccare e invadere completamente, perché l’istinto animalesco da essere umano prevalse ed avrebbe continuato a prevalere sempre; tuttavia esisteva ancora un’unica via di scampo, che gli impedì di farsi soggiogare del tutto.
Ora che aveva toccato il fondo, poteva sempre risalire.
Così, in quella notte d’inferno, Kageyama gridò aiuto con quella fioca luce di pensiero che gli era rimasta, grazie alla quale riuscì a scorgere solo degli occhi vivaci e una testolina di capelli rossi, prima di piombare nuovamente nel buio più totale di quella terribile dipendenza.
 
 
 
 
 
 
 
~ Fine ~







Ora. Io shippo KageHina fino al midollo e continuerò a shipparlo con mente, anima e corpo per il resto della mia piccola vita.
Quando però un gruppo su FB ha indetto una Challenge e ho deciso di partecipare, nel pacchetto che mi è capitato c'era la citazione che avete letto all'inizio + l'obbligo "coppia yaoi".
Vai a capire cosa è successo nel mio cervellino bacato; il primo pairing che mi è venuto in mente era l'OiKage, la mia NOTP assoluta nel fandom di Haikyuu. La mia reazione è stata OH GOD WHY e roba simile. Giuro, ero sconvolta. Su EFP, poi, avevo finito troppo in fretta di leggere tutte le KageHina che c'erano e mi sono ritrovata circondata da OiKage. La disperazione pura.
Ma ho anche pensato che se fossi riuscita a scrivere qualcosa di davvero figo su una mia notp, come fanwriter avrei fatto passi da gigante (anzi, da piccolo gigante <3). Inoltre, Kageyama è un personaggio che amo tantissimo, viste le sue innumerevoli sfaccettature e i segreti che nasconde la sua personalità; scriverci su qualcosa del genere mi è sembrato inaspettatamente facile per i miei standard. E poi beh, l'idea era così bella che alla fine l'ho fatto. Ho persino colto l'occasione per mettere in cattiva luce quel moscerino di Oikawa - che però porcaccia la miseriaccia, sa rendersi figo in una maniera inaudita e io mi sono lasciata affascinare come una sanguisuga.
Insomma, il risultato di tutte queste mie acrobazie mentali ha portato alla stesura di Addiction.
Che ne dite? Giuro, questa OS rappresenta una svolta per me. Mai avrei immaginato di scrivere una OS yaoi, su una mia notp, con l'avvertimento Angst (io che sono sempre fluffosissima) e che mi uscisse un concentrato di "sexual tension" del genere. Perciò tengo alle vostre recensioni ora come mai prima. Sarebbe meraviglioso conoscere tutte le vostre opinioni, per vedere se ho fatto davvero quel passo da piccolo gigante.

Alla prossima! Tornerò presto sul fandom ;)

Eliot
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: ELIOTbynight