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Autore: Magaskawee    13/02/2015    0 recensioni
Un libro che parla di una storia vera, accaduta anni fa, ai tempi di una Konoha sotto la guida del Quinto Hokage.
Un evento irripetibile travolgerà tutti in un'esperienza dalle mille sfaccettature, un'occasione più unica che rara per crescere e conoscere nuovi ragazzi simili a loro ma con realtà e culture molto differenti.
Konoha avrà l'onore di aprire le porte a tre nuove squadre ninja, provenienti da paesi lontani sparsi per il mondo. Uno scambio culturale ricco di tradizioni, mistero, magia.
Questo fresco vento di novità, quanto sconvolgerà le vite dei ninja? Queste tre squadre, avranno dei segreti? Verità celate? Loro, figli della notte, troveranno quel raggio di luna, pronto a guidarli? O rimarranno smarriti nel buio?Immergetevi nel loro mondo e, forse, lo scoprirete ;)
[Fic momentaneamente sospesa]
Genere: Fantasy, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Naruto prima serie, Contesto generale/vago
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Prologo

 
Il cielo era buio quel pomeriggio. Attraverso la grande finestra del salotto si potevano vedere gli alberi che venivano spinti di qua e di là dal vento, che ululava imponente come un brigante. Da giorni ormai il brutto tempo costringeva gli abitanti del villaggio a rintanarsi nelle proprie dimore, sorseggiando tè o raccontando storie di guerra per intrattenere i piccoli futuri ninja. La piccola Fuyumi si stava annoiando parecchio quel giorno. Quasi fosse un dispetto, tutti i suoi coetanei erano impegnati a dare una mano in piccoli lavoretti domestici, o era stato vietato loro di uscire per il maltempo. Era da quattro giorni che non usciva da casa e la cosa la irritava molto. Aveva cercato di ingannare il tempo allenandosi nella piccola palestra costruita sotto le fondamenta della casa, aveva riordinato a dovere la propria stanza, lavato i piatti, aiutato sua mamma a preparare deliziosi biscottini al cioccolato; ma ora, distesa a pancia in giù sul tatami della sua cameretta, iniziava davvero a perdere la pazienza. Non sapeva più come ingannare il tempo e, più i minuti passavano, più la bambina diventava irrequieta.
   «Uffa, uffa, uffa!» imprecò sbattendo i piedi sul pavimento. «Maledetto, maledettissimo tempo!» Si alzò furibonda per osservare dalla finestra il vento che, più furioso di lei, si prendeva gioco dei pochi alberi tipici di quella zona, mentre la sabbia si alzava e abbassava come un mare in tempesta. Fuyumi rimase un attimo a guardare i granellini di sabbia, che messi assieme formavano piccoli vortici e strani ghirigori. Lavorò di fantasia, ed ecco che in un attimo nella tempesta spuntava un leprotto che zigzagava per le stradine, prima di dissolversi in una nuvola di sabbia. Ora, davanti ai suoi occhi, un imponente drago aveva occupato il posto del coniglietto che fino a qualche secondo fa saltellava spensierato. Il rettile alato, però, non pareva preoccupato della tormenta anzi, sembrava quasi prendersi gioco del vento e gridare: “Più forte, vento! Più forte!”
I minuti scorrevano e la piccola era ancora lì, seduta sui talloni con il volto attaccato al vetro della finestra, mentre con la mente immaginava le forme dei minuscoli granelli di sabbia prendere vita – ora un tozzo cagnolino scodinzolava allegramente – e nella sua testa essi vorticavano e danzavano, come la farfalla che le passava davanti agli occhi, con le sue ali fragili che a ogni battito lasciavano una scia di piccoli scintillanti puntini color caramello. Ben presto anche quel buffo passatempo fu scartato e la piccola Fuyumi si ritrovò in preda alla noia.
Improvvisamente però, come un lampo di genio, si ricordò del discorso avuto con sua madre qualche giorno fa, quando si era trovata per un attimo senza sapere cosa fare, giocherellando con un kunai.

   «Fuyumi, ti ho detto mille volte di non giocare con i kunai, sono troppo pericolosi per te».
   «Ma mamma, mi annoio!» rispose lei, corrucciando le labbra in una piccola smorfia di disapprovazione. Sapeva che sua madre avrebbe ceduto in qualche modo, con il suo piccolo visino dai lineamenti delicati era davvero difficile resisterle; l’unica eccezione era suo padre, che resisteva impassibilmente a qualsiasi sua strategia.
   «Suvvia, ci sarà qualcosa che puoi fare… perché non leggi un libro?».
Come proposta non era da scartare, almeno avrebbe trascorso un po’ di tempo in tranquillità senza annoiarsi troppo. In casa c’era una piccola libreria non molto fornita a dir la verità – la maggior parte dei libri erano nell’ufficio di suo padre, principalmente quelli complessi o pericolosi se dati in mano ad una bambina – ma c’erano abbastanza libri da tenerla occupata tutto il pomeriggio.
Con sua sorpresa quel piccolo passatempo si era rivelato un preziosissimo aiuto contro il maltempo, tant’è vero che nel giro di due giorni Fuyumi aveva già letto tutti i libri presenti in casa.
 
Se prima pensava di poter ritornare a leggere qualsiasi cosa, ora si sbagliava: non c’erano più nuovi libri da leggere. Si sentiva peggio di prima, e pensare che proprio ora aveva trovato la soluzione scaccia noia per eccellenza! Voleva, anzi, doveva leggere qualcosa o sarebbe impazzita, prima o poi, tra quelle mura. Si vide costretta a disubbidire agli ordini dei suoi genitori, temporaneamente assenti, mettendosi una sciarpa per coprirsi il volto, evitando così il più possibile la fine sabbia che volava ovunque, appiccicandosi come polline sui vestiti, tra i capelli, nelle fessure di porte e finestre. Aperta la porta e uscita da casa, un forte e caldo vento le fece perdere per un momento l’equilibrio, costringendola ad aggrapparsi allo stipite per non cadere. Per sua fortuna, l’ufficio di suo padre si trovava a pochi metri da casa, ma doveva rimanere comunque attenta a non farsi trovare dai ninja che lavoravano nell’edificio o controllavano la zona. Il villaggio era apparentemente deserto ma, anche se le tempeste di sabbia in quella zona erano molto frequenti e la gente era abituata a simili situazioni, era stato impartito l’ordine di uscire da casa solo in caso di necessità, poiché quella tempesta si rivelava più forte e persistente di tutte le altre. Di casa in casa, la piccola sgattaiolava furtivamente, avvicinandosi sempre più alla sua meta. Quando la raggiunse, i suoi sensi erano tesi al massimo per percepire il minimo rumore, e si fecero ancora più acuti quando riuscì a entrare senza intoppi, lasciando una piccola scia di sabbia all’ingresso. Mentre saliva le scale, nascondendosi non appena si avvicinava qualcuno, percepiva il cuore battere forte nel petto, unito a una scarica di agitazione e adrenalina. Sapeva che le era stato proibito di uscire da casa senza permesso, ancor di più se all’esterno imperversava una tempesta di sabbia con i fiocchi, ma la voglia di leggere anche solo un libro – con tante o poche pagine non aveva importanza – cresceva ad ogni passo felpato che faceva, gradino dopo gradino.
L’ufficio di suo padre era vuoto, tuttavia le luci erano accese, segno che si trovava in zona. Doveva assolutamente sbrigarsi. Di fronte a lei si trovava un’ampia libreria piena di libri di tutti i tipi, dai più antichi ai più recenti. L’odore acre di carta invecchiata e polverosa le faceva pizzicare il naso, costringendola più volte a tapparsi la bocca per soffocare gli starnuti che le provocavano quei grossi tomi che, sconosciuti, stavano di fronte a lei. In fretta e furia guardava tra gli scaffali, cercando qualcosa di comprensibile e interessante. C’erano pergamene di ogni tipo, qualcuna si trovava aperta sul tavolo a fianco della libreria, c’erano manuali di pronto intervento, di armi, di tecniche a lei sconosciute. Nulla di tutto ciò però le interessava. Libri sulla geografia delle varie regioni? Troppo complicati. Libri di storia, di guerre, di conquiste? Troppo soporiferi. Più volte però il suo sguardo incrociava un libro argenteo, posto accuratamente su un ripiano poco più alto di lei. In qualche modo quel libro la attirava come un magnete. Forse per il fatto che appariva così nuovo e tenuto con molta cura, o forse perché era rivestito di una stoffa argentea che al riflesso della luce brillava come avesse vita propria; Fuyumi non lo sapeva. Sentiva solo che era lui il prescelto, il suo prossimo compagno per il resto della giornata. Passi lontani si avvicinavano sempre di più. Nel giro di pochi istanti, il libro si trovava sotto la sua veste, protetto dalla sabbia che sembrava voler aggredire il corpo della piccola, mentre si apprestava a correre verso casa dopo una frenetica corsa giù per le scale e poi fuori, di nuovo nelle fauci del vento.
Ora che si trovava nuovamente in casa, al sicuro, la giovane poteva guardare meglio il libro affascinante che aveva preso in prestito dalla libreria personale di suo padre.
La copertina era ricoperta di un tessuto argenteo, fine e morbido, tirato in modo da non formare nemmeno una piega. Fuyumi riconosceva quel tessuto. Era pura seta, lo stesso tessuto che si trovava in qualche vestito di mamma, che spesso e volentieri indossava quando non andava in missione. Al centro della copertina anteriore c’era incastrata una bellissima falce di luna crescente, fatta con lapislazzuli e altre gemme che non conosceva.
“Che strano libro” pensò, mentre accarezzava la liscia copertina annusandone il profumo che le ricordava quello di una rosa appena sbocciata.
Nella prima pagina si trovava il titolo, di un bellissimo blu notte, scritto in modo elegante e fantasioso: Figli della Notte.
Nella pagina successiva si trovava soltanto una frase, scritta in corsivo, in alto a destra.
 
 
“La luna crescente indica la speranza, la speranza di veder risorgere la luna dal cielo buio. La certezza di diventare più forti giorno dopo giorno.
Sii come questo ciondolo, porta un raggio di luce per chi nell’anima ha un cielo nero senza stelle”.
 
Non c’erano dubbi: quello che Fuyumi teneva in quel momento, tra le piccole e pallide mani, era il libro più particolare che avesse mai visto. Senza indugiare oltre, voltò lentamente pagina, come a voler assaporare centimetro dopo centimetro la carta che toccava facendo scorrere le sottili dita.
Sotto i suoi occhi ora si trovava la prefazione:
 
“Questo testo non è opera della nostra immaginazione – sarebbe bello poter affermare il contrario -, né di leggende tramandate da chissà quanti secoli. Che ci crediate o no, in questo libro è descritta la realtà. Una sorta di raccolta di esperienze che noi, giovani ninja, abbiamo avuto la fortuna – e la sfortuna! – di vivere. È tutto qui dentro, custodito gelosamente in queste pagine. Avventure vissute sulla propria pelle, con i ricordi che ci riportano al primo giorno, quando tutto ebbe inizio. Ancora oggi, rievocare certi momenti fa scaturire in noi le emozioni di quei tempi, brividi che dal collo si espandono in tutto il corpo, scuotendoci l’anima. Ogni nostra esperienza individuale, scritta in terza persona, è il modo più semplice e diretto per esprimere le nostre sensazioni che, mescolate assieme ad altri punti di vista e testimonianze che abbiamo raccolto, hanno potuto creare ciò che voi avete in mano proprio ora. Speriamo di riuscire a catapultarvi nei racconti, vivendoli intensamente come li abbiamo vissuti noi.
Starà a voi, una volta finito il libro, a scegliere se credere o no.

 
Grazie.”
 
 
E finalmente, voltata pagina, il primo capitolo si rifletteva negli occhi chiari della bambina che, impaziente, fremeva dalla voglia di leggere.


 
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Angolino Personale   

Ciao! ^.^ Con questo prologo si apre l'avventura che Fuyumi andrà a leggere da quel libro particolare... come vi sembra? Spero abbia incuriosito anche voi, mi piacerebbe conoscere i vostri pareri al riguardo ^^. Detto questo vi saluto (ebbene sì, non so più cosa scrivere in questo mio piccolo spazio personale... e pensare che ho voluto crearlo io! Lasciamo perdere T_T), un grazie a coloro che hanno letto questo capitolo, cercherò di aggiornare il prima possibile! 

A presto ^.^
Magaskawee

 
 
 
 

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