CAPITOLO 1 Cosi come tutti i miei ‘coetanei mondani’ vado a scuola o come mi piace chiamarlo L’INFERNO. Mi preparo per andare a scuola, mi vesto e scendo in cucina dove trovo mia madre che prova a cucinare (non è proprio una gran cuoca). Mangio velocemente una brioches, raccolgo lo zaino da terra e mi avvicino alla mamma- ciao ma io vado, non so se il pomeriggio torno a casa forse io e Backy andiamo a vedere..- oddio. PANICO. Cosa le dico? Che andiamo a vedere se ci sono dei demoni in giro per Londra? Pensa Jake pensa –una partita di rugby- la mamma alza un sopracciglio ma non commenta – va bene tesoro, io ho il turno lungo tornerò sta sera- mi dice dandomi un bacio sulla guancia, dopo di che esco. Ho perdonato tutto a mio padre, tutte le cose sbagliate, me se c’è una cosa che non gli perdonerò mai è il fatto di non aver detto alla mamma cosa sono. Non è che ‘crei problemi’ ma fa male doverle dire tutti i giorni bugie. Sto pensando a tutto questo mentre mi dirigo verso la strada principale. Per arrivare a scuola devo passare per un parco, Hyde park (dove mi vedo con Backy), poi attraversare a piedi Upper Brook St dove prendo l’ autous per arrivare al west London college. Mentre penso e ripenso a tutto questo non mi accorgo di essere arrivato all’inizio di Hyde Park e che non c’è Backy. Mi guardo attorno spaesato, aspetto 10 minuti dopo di che decido di andare avanti, insomma non posso arrivare tutti i giorni in ritardo! Mentre mi addentro nel parco non posso fare a meno di notare le foglie gialle che cadono dagli alberi annunciando l’imminente autunno. Il colore giallo spicca sul verde creando un’ illusione spettacolare. Ormai sono all’inizio della strada Upper Book quando decido di andare a piedi. Passo per una stradina interna dove ci sono ovunque cottage inglesi perfettamente allineati, di colori tenui e con i loro giardinetti ben curati. L’occhio mi cade su una casetta totalmente diversa dalle altre, era si, un piccolo cottage ma era di un insolito color azzurrino chiaro e aveva un bel giardino con un vialetto asfaltato. Guardando meglio all’interno del giardino si stava muovendo qualcosa. Poi decido di andare a vedere senza dare troppo nell’occhio, facendo il passante che butta l’occhio per osservare meglio il prato o roba del genere. Quindi mi avvicino silenziosamente, arrivato davanti al cancello mi blocco di colpo. Sul piazzale cera una ragazza che stava pattinando, era così bella, aveva dei lunghi e lisci capelli marroni con degli occhi grigi bellissimi, e aveva un’insolita felpa blu, indossava dei leggins neri e, ai piedi, indossava dei bellissimi pattini argentati e bianchi, Jake era rimasto ipnotizzato da questa figura, la osservava attentamente cercando d’imprimersi ogni dettaglio meglio che poteva nella memoria partì dai pattini, fino ad arrivare alla scollatura della ragazza dove si fermò, intorno al collo indossava una bellissima collanina d’argento, attaccata alla collanina c’era una chiave, una chiave dalle ali d’agelo. Jake era rimasto scioccato, probabilmente aveva fatto rumore perché la ragazza si fermò e lo guardò con curiosità come se non si fosse accorta prima della sua presenza, le uniche parole che uscirono dalla bocca di Jake furono- tu….-