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Autore: Edward_Son 2    14/02/2015    2 recensioni
Una giornata completamente sola al Castello Oscuro, porteranno Belle a vagare per il maniero. Farà un incontro inaspettato quanto surreale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Castello Oscuro
Una tormenta di neve si stava abbattendo sul maestoso edificio. La neve sverzava le guglie del castello come punte ghiacciate e il vento gelido scuoteva gli alberi maestosi che circondavano il luogo. Non era facile arrivarci a chi era privo di magia, dato che era inerpicato su rocce che garantivano anche una sorta di protezione.
Ad una delle immense finestre dell’imponente maniero vi era Belle.


La giovane, al momento nel salone principale, al primo piano, si godeva il tepore del camino acceso dopo una mattinata passata a pulire e lucidare l’argenteria di qualche sala che vi era sullo stesso piano. Si era occupata persino di lucidare alcune armature e ora si godeva lo spettacolo bianco davanti ai suoi occhi.
Si portò alle labbra la tazza di thè fumante ripensando alle parole del suo padrone quella stessa mattina.
“Siamo intesi, Dearie? Ho un affare importante di cui occuparmi, arriverò tardi quindi tu non aspettarmi alzata.” Aveva esordito quella mattina, dopo colazione, con la sua solita voce acuta.

Belle annuì, non le aveva dato tanti incarichi e se ci si fosse messa di impegno già per l’ora di pranzo avrebbe finito. Poi si sarebbe dedicata alla sua attività preferita: la lettura.
“E un’altra cosa: non aprire a nessuno, anche se dovesse sembrarti affabile. Non ho intenzione di dover venire a recuperarti o salvarti da chicchessia.” Aveva aggiunto con tono pungente, anche se a Belle sembrò di aver sentito una nota di preoccupazione. Ma di certo non lo avrebbe mai ammesso davanti a lei.
Era poi sparito nella sua solita nube viola.
Ed ora eccola li, a sorseggiare il tè e…annoiata. Che poteva fare? Non aveva intenzione di stare tanto ferma a lungo per quanto il libro fosse coinvolgente.
Quindi decise di chiudere il libro, non prima di aver messo un segnalibro tra le pagine, poggiarlo su un tavolino vicino al libro e…partire in esplorazione del castello.
Era davvero maestoso ed ebbe l’impressione, mentre vagava tra i corridoi, che fosse più grande di quello che sembrava. Scese una scalinata e si trovò nei pressi di un piccolo atrio. Conosceva quell’area, era il tragitto che faceva per andare alle cucine.
Notò solo allora che c’era una porta socchiusa, vicino alla scalinata che aveva notato sempre chiusa a chiave, con tanto di lucchetto. Forse il suo padrone si era dimenticato di rimetterlo.
La porta cigolò sui cardini arrugginiti sospinta dalla mano di Belle. Davanti a lei vi era un breve corridoio che a un certo punto svoltava a sinistra. Prese una delle torce appese alla parete di roccia e proseguì il cammino. Faceva davvero freddo in quell’area del castello, o forse era una sua impressione.


Li, lei non ci aveva mai messo piede, e né il suo padrone glielo aveva mai chiesto.
Chissà perché. Che si celasse qualcosa di pericoloso? Rumplestiltskin, per quanto potesse essere odioso l’avrebbe informata, ne era sicura.
 
Con questi pensieri percorse il breve tratto per trovarsi davanti a un’altra porta, questa aperta. Varcò la soglia per trovarsi in una sala, all’apparenza era quello, con due finestre per lato, impolverate.  Era ovvio che non ci venisse nessuno da un pezzo, li. La stanza versava nel caos più totale. Nella parete dietro di lei vi era un armadio che doveva aver visto periodi migliori.
Belle face vagare il suo sguardo che si perse in ciò che vi era all’interno dell’angusta stanza.
Bauli, tappeti ripiegati su sé stessi, armi accatastate alla bell’e meglio,  sedie e due tavoli su ci vi erano altrettante cianfrusaglie. Notò solo allora una rientranza sulla destra da cui proveniva un leggero bagliore verdastro. Si fece coraggio e si avvicinò
Non era una semplice rientranza, era una sorta di minuscola stanza dove, alla parete, era appoggiato uno specchio i cui contorni erano in oro finemente lavorato.
Si incuriosi di più quando notò che la superficie di esso iniziò a incresparsi  e le parve persino di sentire una voce.
Era impazzita? Forse no. Perché era assolutamente reale il volto che era apparso sul monile.
Apparentemente sulla quarantina, la figura apparsa sullo specchio aveva capelli radi cosi come la barba. Gli occhi grandi e scuri saettavano sulla sua figura.
“Tu devi essere Belle, vero?” parlò l’uomo , la voce profonda.
“Come fai a sapere il mio nome?” chiese lievemente intimorita.
“Oh bè…diciamo che so tutto quello che succede in questo maniero.” Disse sibillino.
“Il mio nome è Zoso. Sono, anzi ero, il DarkOne precedente a quello che c’è ora.”
Belle alzò le sopracciglia stupita. Quindi Rumple non era l’unico che aveva dovuto sopportare il peso di quella maledizione?
“Ma…come è possibile?”
“Bè è possibile visto che mi ha ucciso e ereditato il mio fardello” Disse con un ghigno soddisfatto.
Belle era quasi sconvolta. Quindi il Rumple umano era si riuscito a ucciderlo ma aveva dovuto pagare, come era solito dire, il prezzo di quella magia. Un prezzo terribile.
“Se sei morto…perché sei qui?” chiese curiosa. Scrutava quegli occhi cosi simili a quelli del suo padrone, come la pelle, ora biancastra, che doveva essere stata identica a quella di Rumple.
“Bè questo castello è particolare. Molto particolare anche grazie  a chi ci abita.” Disse mentre faceva vagare lo sguardo fin dove poteva arrivare.
“Ma non parliamo di te. Tu chi sei? Per quel codardo intendo?”
Belle si accigliò.

“Moderi i toni. Lui non è un codardo.” Disse risoluta.
“Ah no? Sai che ha disertato una guerra?”
“Oh lo so benissimo. E le sue intenzioni erano più che nobili!” disse cominciando a scaldarsi
“Era ed è solo un debole. Per questo sono riuscito ad attrarlo con l’inganno.” Commentò con ghigno beffardo.
“L’eredità che mi portavo dietro stava diventando fin troppo pesante. Ed ero stanco di essere sotto controllo di qualcuno.” aggiunse.
“Sotto controllo? Davvero? Nessuno può controllare il DarkOne.”
L’altro allora rise. Una risata cupa e sinistra.
“Certo. Grazie a quel pugnale che, sono ben certo, tenga sempre con sé.”
Belle respirò a fondo.
“Quindi…hai semplicemente cercato qualcuno su cui scaricare la tua maledizione.” Era indignata
“Non è stato difficile. Già la moglie lo aveva mollato, prevedibile, è bastato far vacillare la sua già precaria sicurezza.”
“Lei è…incommentabile. Si rende conto di quello che ha fatto?”
“Certo. Non avrei dovuto? Essere L’Oscuro non è certo cosa semplice.”
“Nessuno le ha chiesto di diventarlo!”
“Bè per il potere questo e altro. E comunque, ragazzina, grazie a me è diventato potente e inarrestabile.”
“No…è diventato solo una creatura sola e odiata da tutti. Grazie a lei!”
“Era già solo da umano. Non mi pare ci sia differenza ora” disse duro.
“C’è eccome. Ora ha me.” Ammise fiera.
“Si? E tu chi sei? Un altro dei suoi trofei?”
“No solo una persona che ha deciso di seguirlo per il bene del suo regno”
L’altro rise ancora.
“Davvero? Non sono cosi ingenuo. Cosa ti ha spinto a seguirlo? Le sue ricchezze? O speravi di diventare la sua …sgualdrina?” Disse con tono velato d’odio.
“Io non sono la sua sgualdrina. Una domestica se mai ma non quello che dice.”
“Sei una donna e siete tutte uguali…” Belle sbarrò gli occhi e se avesse potuto avrebbe mollato un ceffone a quell’uomo così crudele e insensibile.
Ma chi credeva d’essere? E per quale motivo Rumple teneva un oggetto del genere?
Zoso ghignò.
“Dalla tua confusione penso ti stia chiedendo perché sono in questo specchio. Bè si è vero sono morto ma solitamente una parte, quella umana, che è stata L’Oscuro rimane all’interno di queste mura come sorta di…coscienza.”
“Bella coscienza si…” Disse pesantemente ironica.
“Non lo trovi divertente? Penso che per lui sia anche peggio trovarsi davanti a colui che l’ha portato alla sua disfatta.”
“Lei è veramente mostruoso.” Disse con disprezzo.
“Oh bè…è per questo che mi è piaciuto cosi tanto essere il DarkOne. E ancora di più dovermene sbarazzare a mia convenienza!”
Belle era inorridita e incredula. Come poteva quell’uomo rallegrarsi della disgrazia che aveva inflitto a un pover’uomo?
Stava per ribattere quando notò che l’espressione di Zoso era cambiata. Sembrava…spaventato?
Si sentirono dei passi, veloci. La porta si spalancò per rivelare sulla soglia la figura di Rumplestiltskin.
Il padrone del castello varcò la soglia per avvicinarsi a lei quando capì dove fosse. L’accordo si era concluso prima del previsto, non per questo però non aveva potuto portare a casa degli oggetti di fattura magica necessari per aprire un portale verso un mondo senza magia. Non trovando Belle da nessuna parte, l’aveva chiamata diverse volte, era partito alla sua ricerca. Aveva certo notato il fatto che avesse portato a termine i suoi compiti ma si chiese dove fosse finita. In Biblioteca non c’era quindi era partito in esplorazione del castello.  Cero avrebbe dovuto immaginarlo che la sua assenza più la sua curiosità l’avrebbe portata ad aggirarsi per il maniero. Ma mai avrebbe immaginato che fosse riuscita ad arrivare in quella stanza.
La teneva sempre chiusa ermeticamente, ciò che vi era all’interno non era essenzialmente pericoloso se non quell’unico oggetto che era davanti a Belle.
Lo specchio degli Oscuri. Mostrava la persona che aveva ricoperto quella sfortunata e dannata carica prima dell’attuale DarkOne. Non si sa chi abbia incantato lo specchio, che certamente doveva avere subito il maleficio tempo prima. Era una sorta di “risorsa” .
“Belle! Si può sapere che ci fai qui?” le chiese con tono inquisitorio.
Era chiaramente arrabbiato e Belle se ne era accorta.
“Ho solo voluto fare un giro per il castello. Non avevo certo intenzione di fare nulla di male!” lo rimbeccò.
“Lo spero dearie!” disse sgranando gli occhi.
Si sentì una risata. Era Zoso.
“Dearie eh? Solo una domestica…vero? Perché tanta pena per una sgualdrina qualunque che…”
Ma non terminò di parlare. Rumple fu veloce a mettersi davanti allo specchio.
“Taci! Taci maledetto! Cosa le hai detto eh? Speravi di mettermela contro o cosa?” disse con tono alterato.
“Oh niente di tutto questo. Volevo solo scambiare quattro chiacchiere con questa incantevole creatura…” disse guardandola lascivo. Belle lo guardò disgustata.
“Tu…non permetterti sono stato chiaro? Dimmi cosa le hai detto! Oh sapevo che avrei dovuto farti sparire tempo fa.” Aggiunse ancora più arrabbiato.
“Bè e perché mai? Ho solo detto la verità a questa tua “domestica”.” Disse allusorio.
“Basta! È anche troppo!” disse orami al culmine della pazienza.
“Rumple…” cercò di richiamarlo Belle ma invano.
“No. Ora di mi occupo di lui. Poi ti toccherà una bella ramanzina” disse serio e alterato mentre la osservava.
“Davvero? E cosa vorresti fare? Non puoi uccidermi…sono morto.”
“Oh niente di tutto questo.” Disse con tono inquietante.
“Senza di me, la mia guida non saresti nessuno!” proferì con astio.
“La mia guida? Sei il mio tormento peggiore. E si avrei dovuto agire tempo fa.” Disse con voce acuta più del normale.
“Cosa…” un espressione confusa si dipinse sul volto di Zoso , prima di pietrificarsi.
“Ti meriti solo l’oblio eterno. Ed è ciò che ti accadrà.” Il volto dell’ex DarkOne era pietrificato ma perfettamente cosciente. Poco a poco lo specchio divenne sempre più opaco e una luce terrorizzata velò gli occhi di Zoso. Poi quello che sembrò davvero fuoco, si materializzò sulla superficie dello specchio, e il volto impresso sulla superficie urlò disperato mentre sentiva di star scomparendo a poco a poco. Finì tutto in un esplosione interna che lasciò intatto però lo specchio. Era tornato a essere un semplice monile riflettente, senza alcuna magia all’interno.
Ma Rumple non si fidava, c’era troppa magia oscura dentro quel castello per poterlo fare. Cosi con un semplice gesto delle mani lo specchio scomparve per riapparire nella Cripta degli Oscuri, ben sigillato nel suolo, per evitare grane in futuro e soprattutto che venisse scoperto da gente senza magia. Come Belle.
Si voltò a guardarla. Lei sembrava decisamente mortificata.
“Bè…ehm noto che siete tornato presto.” Disse cercando di smorzare la tensione.
“Mi sono sbrigato in fretta. Tuttavia è quasi ora di cena e non hai ancora preparato nulla.” Disse perentorio.
“Vi chiedo ancora scusa. Volevo solo fare un giro del castello, non combinare guai” Disse sincera.
“Sei stata una sconsiderata. Non sai cosa si può celare in queste mura, e fortunatamente non hai dovuto scoprirlo a tue spese!” aggiunse.
Belle sospirò. Si era aspettata una ramanzina.
“Ma non è successo nulla, alla fine! E’ questo che conta no?” disse cercando di sorridere.
Lui scuotè la testa rassegnato.
“Sei incredibile Dearie. E ora…fila nelle cucine prima che mi venga in mente di punirti!” brontolò.
Belle sorrise e si incamminò verso la porta. Si voltò però per poter parlare con Rumplestiltskin.
“Grazie” gli disse semplicemente, sincera e sorridendo.
“Oh ma che dici? Solo per averti tolta dall’impiccio di quel maledetto?” disse con una nota incerta nella sua voce. Era agitato e Belle se ne era accorta.
“Per tutto. Per come vi siete comportato. Siete davvero migliore di quello che volete apparire. E sono contenta di non sbagliarmi.” Aggiunse. Poi si dileguò nelle cucine.
Rumple rimase ancora un po’ in quella stanza. La verità era che si l’aveva protetta, ma non per mostrarsi più forte davanti a Zoso o più terribile o che altro, di quel disgraziato nulla gli importava. L’aveva fatto perché aveva avuto paura. Paura che Belle potesse aprire gli occhi su di lui, dopo le parole sentite allo specchio, e chissà cosa le aveva detto. Era stato un idiota a lasciare che un oggetto del genere fosse facilmente raggiungibile ma non si sarebbe ripetuta una cosa del genere. Avrebbe dovuto infatti sbarazzarsene subito, alla sua scoperta, come si doveva sbarazzare del potere del pugnale, infinitamente più pericoloso.
Con questi pensieri uscì dalla stanza, chiuse la porta a doppia mandata con aggiunta di due catenacci. Ecco ora nessuno sarebbe potuto più entrare li. Nessuno avrebbe inoltre cercato di portargli via Belle.
Con una scrollata di spalle e un ghigno soddisfatto si allontanò da li, ansioso di assaggiare la cena preparata dalla sua domestica.
Forse la prossima volta che avrebbe dovuto riscuotere un pagamento o stringere un accordo l’avrebbe portata con sé. Giusto per evitare incidenti come quel giorno. Non certo per, come era realmente, poter godere della sua dolce compagnia.
 
 
 
Fine.
 
Rieccomi! Mi sono chiesto come sarebbe stato un incontro, seppur surreale, tra Belle e Zoso, il DarkOne precedente a Rumplestiltskin. Anche se è apparso per pochi fotogrammi spero di aver colto il personaggio o quantomeno essermi avvicinato.
Spero vi piaccia! E come al solito…vi ringrazio in anticipo a chi leggerà questa oneshot e anche a chi la recensirà, anche se con critiche seppur costruttive.

Alla prossima! Ciaooo!!!
  
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