An (u)normal Saint Valentine’s Day
between Dauntless
Un
giorno prima …
Erano
a
mensa, intenti a cenare, quando Fiamma prese la parola.
-
Domani è San Valentino. –
Lo
disse così, tra un boccone di carne e l’altro,
come se la cosa non avesse la
minima importanza per lei.
Annuì.
–
Lo so. –
Pensò
di averla scampata finchè lei non tornò a
fissarlo, questa volta incuriosita.
-
Pensavi di fare qualcosa? Non so, magari hai in mente una sorpresa
– la buttò
lì.
-
San
Valentino non fa per me … e nemmeno le sorprese. –
Fiamma
sbattè gli occhioni chiari, rivolgendogli il migliore dei
suoi sguardi da
cerbiatta. – Non faresti un’eccezione …
per me? –
Si
mordicchiò il labbro inferiore, lentamente, continuando a
osservarlo in attesa
della sua replica. Era una mossa sleale, lo sapeva bene,
perché quei denti
bianchi che mordevano le labbra chiare e ben disegnate smettevano di
mandargli
il sangue al cervello per dirottarlo verso zone decisamente
più … basse.
Sforzandosi
di mantenere il controllo, optò per un diplomatico: -
Facciamo una scommessa.
Se tu sali sulla zip line all’indietro, come un cadavere, ti
faccio una
sorpresa. –
Fiamma
parve soppesare le sue parole per un po’, finchè
non si aprì in quel sorriso
spaventosamente determinato che le aveva visto sfoggiare quando si
metteva in
testa qualcosa e, da brava tipa battagliera, la portava avanti
finchè non
riusciva nel suo intento.
Non
usciva mai nulla di buono dalla sua testardaggine.
-
Ci
sto –, gli tese la mano con aria solenne, - Abbiamo un
accordo? –
Annuì,
stringendola. – Abbiamo un accordo. –
14
Febbraio, San Valentino.
Eric
era appena saltato giù dal treno quando la vide. La zip
line era in funzione e sfrecciava lungo il solito percorso;
l’unica cosa
anomala era la posizione in cui si era assicurata la ragazza impegnata
nella
discesa. Era sdraiata a pancia all’aria, la testa in
direzione opposta che le
impediva di vedere il punto esatto in cui la corsa terminava e
cominciava il
muro.
I
capelli neri che ondeggiavano nell’aria gli confermarono
quello che già sapeva: quella pazza esagitata della sua
ragazza aveva
seriamente intenzione di sottoporsi a quella scommessa.
La
osservò, consapevole di essere diventato sempre
più
pallido mano a mano che la zip line si avvicinava alla robusta parete.
Il freno
cigolò giusto in tempo e Fiamma si ritrovò a un
paio di centimetri scarsi dal
muro.
Allungò
una mano verso il moschettone e fece scattare la
chiusura.
-
Sembra che io abbia vinto la scommessa – decretò,
quando
si fu liberata dell’imbracatura e fu atterrata con un
movimento agile come
quello di un gatto.
-
Sembra che tu sia completamente matta – la corresse,
scrutando ogni minimo centimetro della pelle esposta alla ricerca di
qualche
danno collaterale.
-
Bella scoperta, credi che se fossi stata sana di mente
avrei fatto una cosa del genere? – lo rimbeccò,
sorridendo divertita.
-
Avresti potuto schiantarti contro il muro. –
-
Già … quello non
sarebbe stato molto divertente. –
Scosse
la testa, incredulo.
Aveva
notato quanto i Candidi che si trasferivano tra gli
Intrepidi fossero sfrenati, rissosi, e alla perenne ricerca
d’adrenalina, ma
non riusciva a capacitarsi del fatto che avesse compiuto un gesto
praticamente
suicida solo per una stupida promessa che le aveva fatto. Doveva
appuntarsi
mentalmente di non darle altre strane idee; lei probabilmente sarebbe
sopravvissuta a un’altra pazzia di quel genere, ma lui di
sicuro avrebbe avuto
un attacco di cuore. E diciassette anni erano decisamente troppo pochi
per
avere un infarto e lasciarci la pelle.
Con
la coda dell’occhio vide che Fiamma lo osservava come se
fosse in attesa di qualcosa.
-
Beh, che c’è? –
-
La sorpresa -, gli ricordò, - Non ho mica rischiato
l’osso
del collo per niente. –
Sbuffò.
-
Non te la meriti, mi hai fatto quasi prendere un
accidenti. –
Stese
la mano davanti a lui, determinata ad averla vinta. –
Mi devi una sorpresa, e fa’ che sia qualcosa di bello.
–
Quando
lo guardava così, con il labbro inferiore arricciato
in un lieve broncio, non riusciva a resisterle. Su chiunque altro
quell’espressione
sarebbe parsa infantile, sul suo viso invece era tremendamente, assurdamente, sexy.
-
D’accordo, avrai la tua sorpresa – cedette.
-
E sarà qualcosa che mi piacerà? –
-
Forse. –
Fiamma
si alzò in punta di piedi, posando le labbra sulle
sue. Le cinse i fianchi, aspettando un bacio che non arrivò
mai. Infatti la
ragazza si limitò a mordicchiargli il labbro, allungandolo
verso il basso, e ad
allontanarsi con una risata.
-
E quello cosa avrebbe dovuto essere? – le gridò
dietro.
-
Quel forse non valeva un vero bacio. Sorprendimi e la
prossima volta mi ci metterò molto più
d’impegno - disse,
lanciandogli uno sguardo di fuoco al di
sopra della spalla.
Poi
si ravviò le lunghe onde scure, accentuando appena il
movimento dei fianchi mentre rientrava nella Residenza.
Osservò
le ali nere che si era recentemente tatuata in
corrispondenza delle fossette di Venere, e che erano messe in risalto
dal top
corto che le lasciava scoperta una buona porzione di pelle alabastrina
che andava
dall’ombelico fino alla vita dei pantaloni.
La
sua mente partì in quarta, fantasticando di percorrere
quella stessa porzione di pelle con le labbra e la lingua. Riusciva
quasi a
vedere il modo in cui Fiamma avrebbe rabbrividito sotto il tocco freddo
e
metallico dei suoi piercing.
Scosse
la testa, scacciando quei pensieri.
Doveva
darsi una calmata o avrebbe finito con il perdere il
controllo in pieno giorno e in mezzo a una decina di Intrepidi. Gli
sembrava
già di sentire i commenti che avrebbero fatto se fossero
stati informati di quanto
anche solo pensare a lei gli scombussolasse gli ormoni.
E
poi al momento aveva altre cose, di gran lunga più
urgenti, a cui pensare. Cosa organizzare come sorpresa, tanto per
cominciare.
Lui
non era un tipo romantico, né particolarmente affettuoso
a dirla tutta; baci, abbracci e tutto ciò che riguardava il
contatto fisico era
okay, se l’era sempre cavata in modo molto più che
egregio sotto quel punto di
vista, ma dolcezza e romanticherie varie … beh, quelle non
erano proprio il suo
campo. E quello era il giorno delle coppie per antonomasia.
Oh,
Cristo santo, quanto odiava quella stupida ricorrenza.
San Valentino doveva essere stato inventato da qualche
personalità
incredibilmente sadica.
Probabilmente
una donna.
Sì,
nessun uomo avrebbe mai potuto ideare qualcosa di
altrettanto diabolico.
E
proprio a una donna avrebbe dovuto chiedere consiglio.
Percorse
in fretta la strada che lo separava dal casermone
degli iniziati trasfazione, affacciandosi dentro con circospezione.
Alex
era seduta sul suo letto, accanto a una Jo che non la
smetteva più di blaterare di qualcosa. Probabilmente anche
lei era caduta preda
di quella giornata melensa.
Le
fece un cenno del capo, invitandola a raggiungerlo, poi
si appoggiò con le spalle contro la parete del corridoio.
Sua
sorella lo raggiunse in una manciata di secondi,
visibilmente sollevata dall’essere stata strappata a quel
monologo.
-
Ti serve qualcosa? –
Annuì.
– Mi serve un’idea. –
-
Perché il tuo cervello non è in grado di
partorire un’idea
da solo, l’ho sempre saputo – ghignò
divertita.
Era
impressionante quanto gli ricordasse se stesso in quei
momenti.
-
Perché il mio cervello non capisce gli strani meccanismi
dietro la mente femminile -, la corresse, - Perciò mi sono
rivolto a te che,
anche se lo nascondi abbastanza bene, sembri essere una donna.
–
Alex
gli pestò il piede con vigore, strappandogli un gemito.
-
Certo, come posso non aiutarti se me lo chiedi con questa
gentilezza? –
Poi
aggrottò leggermente la fronte, giocherellando
distrattamente con una ciocca bionda finchè non
trovò l’idea che cercava. – Ce
l’ho. Voi abitate in due appartamenti diversi, no? –
Annuì.
Fiamma
e Nicole avevano deciso di andare ad abitare insieme
subito dopo aver superato l’iniziazione e lui non aveva
trovato nulla da
ridire. Richard viveva sul suo stesso piano, a circa due minuti dal suo
appartamento, mentre le ragazze erano dall’altra parte del
corridoio. Si
vedevano quando ne avevano voglia e passavano praticamente tutte le
notti
insieme, per cui non c’erano grandi problemi.
-
Potresti darle una copia delle chiavi del tuo
appartamento. Ogni ragazza sogna il momento in cui il fidanzato le
chiede di
andare a vivere con lui. –
Poteva
valere come sorpresa?
Beh,
di sicuro Fiamma non se l’aspettava.
-
D’accordo, credo che possa andare –
acconsentì.
-
Sono una mente superiore, è ovvio che ciò che
dico vada
bene. –
Rise,
scompigliandole i capelli. Alex arricciò il naso,
infastidita.
-
Odio quando lo fai. –
Le
strizzò l’occhio, malandrino. – Lo so,
sorellina. –
*
Fiamma
avanzò a piccoli passi, lasciandosi guidare dalle
mani forti di Eric dal momento che una benda resistente le copriva gli
occhi.
-
Ecco, siamo arrivati – le annunciò, slacciando il
nodo.
Riacquistò
la vista in men che non si dica. Perplessa,
osservò il luogo in cui si trovavano. Le pareti bianche, il
letto con il
copriletto grigio e ogni cosa in perfetto ordine. Tutto al suo posto,
come
sempre del resto.
-
Il tuo appartamento. Cosa c’è di sorprendente in
questo? –
chiese, perplessa.
-
La cosa sorprendente è qui dentro – la corresse,
porgendole una scatoletta.
Era
di forma rettangolare, color carta da zucchero, e non
sembrava avere nulla di speciale. L’aprì
lentamente, fremente di curiosità, per
poi osservarne il contenuto.
-
Una chiave. – Poi, come se il suo significato le fosse
finalmente stato chiaro, sgranò gli occhi. –
È quello che penso che sia? Cioè …
è la chiave del tuo appartamento? –
Eric
si passò una mano dietro al collo, imbarazzato. Era
sicuramente sorpresa, ma non riusciva a capire se lo fosse in modo
positivo
oppure no.
-
Già. Lo so che non è niente di che, ma
… -
Fiamma
lo interruppe, attirandolo a sé e coinvolgendolo in
un lungo e passionale bacio. Quando si separarono, a corto di fiato,
Eric
mormorò: - Quindi la sorpresa ti è piaciuta?
–
-
La adoro – assicurò.
Sorrise,
soddisfatto di sé e dell’ispirazione di Alex.
Fiamma
tornò a baciarlo, stringendosi a lui come se volesse
fondere i loro corpi. Con un sospiro, Eric si lasciò
attirare verso il letto.
Affondò
una mano in quella massa di capelli scuri,
saggiandone la morbidezza e il profumo che li caratterizzava,
continuando a
baciarla con tutta la passione di cui era capace. In questo non aveva
certo
bisogno di suggerimenti da parte di chicchessia, pensò
ghignando quando la
sentì cingere le gambe intorno alla sua vita e attirarlo
maggiormente contro di
sé.
Forse,
tutto sommato, San Valentino non era poi questa gran
trappola mortale che aveva creduto inizialmente.
Chissà
… magari quella festa avrebbe persino potuto
cominciare a piacergli.
[1.740
parole]
Spazio
autrice:
Non
sono una grande fan di San Valentino, lo ammetto, ma per questi due ho
fatto lo
sforzo di scrivere una ff su questo giorno. Volevo qualcosa di
particolare per
loro, che non sono esattamente una coppia fluffosa quindi ho
partecipato all’iniziativa
indetta dal gruppo “The Capitol” su Facebook che
riguarda un post con
suggerimenti di prompt per le varie coppie. Questo, nello specifico,
è nato
dalla citazione che ha promptato Mary Feniah: - Facciamo
una scommessa. Se tu sali sulla zip line all’indietro, come
un
cadavere, ti faccio una sorpresa. –
Colgo
l’occasione
per ringraziarla per l’imput che mi ha dato; molto
probabilmente senza il suo
aiuto questa fic non sarebbe mai stata sviluppata visto che ero
abbastanza
impantanata.
Spero
che sia piaciuta a tutti voi e che vogliate farmi sapere che ne
pensate. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt