Videogiochi > Sonic
Ricorda la storia  |      
Autore: Kilian_Softballer_Ro    14/02/2015    4 recensioni
Era San Valentino e tutti sarebbero stati impegnati a girare in coppia come tanti piccioncini.
Tutti tranne lui, naturalmente.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Amy Rose, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vi era solo un numero ristretto di cose che Sonic non sopportava davvero.
Alcune erano ovvie e note ai più, come l’acqua o l’essere inseguito e accalappiato da Amy, ancora convinta che i loro nomi fossero intrecciati in un amore segreto a tutti (lui compreso).
E poi c’erano giornate intere in cui il suo morale e la sua voglia di fare crollavano al minimo storico e lui cercava di non farlo notare a nessuno.
Quando si svegliò quella mattina, bastarono pochi secondi perché si accorgesse che sarebbe stata una di quelle giornate.
Controllò il calendario, con la sottile speranza di essersi sbagliato (o di aver, per qualche caso fortuito, dormito più di trenta ore, saltando così un’intera giornata), ma ovviamente non poteva essere COSI’ fortunato. La data era lì, ben visibile davanti ai suoi occhi.
Buon 14 febbraio, Sonic.
Ricadde sui cuscini, sbuffando. Bene, eccolo lì. Era San Valentino e tutti sarebbero stati impegnati a girare in coppia come tanti piccioncini. Tutti tranne lui, naturalmente. Ai single non erano concesse queste fortune.
Almeno fosse stato single sul serio, libero e senza gente per la testa, avrebbe potuto andare alla ricerca di qualche altro spaiato con cui passare la giornata. Ma no, il suo non era essere single-alla-ricerca-dell’altra-metà-della-mela, ma single-l’altra-metà-della-mela-è-in-missione-e-chissà-quando-torna.
Meditò per un pezzo se restare sdraiato a letto e far passare la giornata senza mettere il naso fuori, ma rinunciò quasi subito. Già non riusciva a restare fermo a lungo quando era di buonumore, figurarsi ora che aveva dozzine di pensieri che gli frullavano in testa. No, meglio uscire. Per male che fosse andata, una bella corsa lo avrebbe distratto e gli avrebbe sollevato il morale almeno un po’.
Non poteva comunque esserci niente di peggio che un letto vuoto a San Valentino.
 
Non aveva purtroppo contato il fattore Amy Rose.
Era riuscito a fare un bel po’ di chilometri avanti e indietro senza troppi disagi. Gli si stavano schiarendo le idee e se fosse andato avanti ancora un po’ sarebbe riuscito ad arrivare alla fine della giornata.
Questo pensava, prima di decidersi a passare all’interno della città. Non aveva piani particolari,d’altronde tutti i suoi amici erano accoppiati e avrebbero speso ore e ore con i loro compagni, ma avrebbe potuto recuperare qualcosa da mangiare. Dopotutto, si era guadagnato il diritto a divorarsi un bel chili dog. O due. O venti.
Si stava appunto dirigendo verso una strada dove sapeva che avrebbe trovato un chiosco di hot dog quando sentì una familiare (e temuta) voce femminile. – Yuhuuuu! Ehi, Sonic!
Nello spazio di un secondo si chiese se sarebbe valsa la pena di fuggire e farsi dare del maleducato, ma poi lasciò perdere e si fermò. Non aveva fretta di andare da nessuna parte. Avrebbe speso qualche minuto con una compagnia (seppur sgradevole) diversa da sé stesso.
- Ciao, Amy.
- Finalmente, ti ho cercato dappertutto! – La ragazza lo raggiunse, raggiante. Era vestita di rosa, probabilmente in tema con la giornata-e con la sua terribile monotonia in fatto di colori- e reggeva in mano una scatola. - Volevo mostrarti il mio nuovo taglio di capelli,ti piace? – Chiese, inclinando la testa per mostrarglieli.
- Carino – rispose lui con un sorriso che non aveva bisogno di forzare, per colpa di un pensiero rapidissimo e stupido che gli aveva attraversato la testa. Mi dispiace, Amy, ma finché restano rosa e non scuri non hai speranze.
- E volevo portarti questa. – Gli mise in mano la scatola, a sua volta di un allarmante  colore rosa. La monotonia, signore e signori. – E’ una torta al cioccolato. Fatta apposta per te stamattina.
- Oh, grazie.
- Stavo pensando.... – Amy si arrotolò una ciocca di capelli intorno al dito, come riflettendo. – Visto che è San Valentino e siamo entrambi senza compagnia,saresti disposto a una cena a due? Cucino io, naturalmente.
E avanti. – Grazie, ma quest’anno passo.
Lei aggrottò la fronte. – Dai, Sonic, che ti costa dirmi di sì una volta?
- Non insistere, Amy.
- Se non insisto non mi darai mai retta! – Praticamente urlò la ragazza.
- E se non ti dessi mai retta? – Replicò lui, scaldandosi a sua volta.
- Ecco, lo sapevo, sei un maledetto insensibile!
- Non avrei urtato così tanto i tuoi sentimenti se tu avessi capito anni fa che non voglio stare con te!
- Sei uno stronzo – disse lei tirando su col naso. – Adesso capisco perché oggi sei da solo.
Fece più male di quanto avrebbe dovuto. In parte perché era vero. Perché una certa persona mancava da settimane e non si era fatta vedere nemmeno per quel giorno. Non si era fatta neanche sentire.
Ma non poteva certo dire queste cose ad Amy.
- Vaffanculo – sibilò invece, e corse via prima di poter sentire la sua replica.
Non si accorse di avere ancora in mano la scatola della torta prima di essere arrivato di nuovo a casa. La sbatté sul tavolo di malagrazia, e pace se si sarebbe rotta. Dannata torta, dannata Amy Rose, dannato San Valentino.
Dannato tutto.
 
Era calata la notte. Sonic si rigirava nel letto, aspettando che arrivasse il sonno.
Se il cielo voleva, quella giornataccia stava per finire. Finalmente. Non ricordava un pomeriggio talmente pesante da trascorrere da secoli. Le ore erano sembrate non passare mai. Uno scenario deprimente.
Aveva già superato il limite giornaliero di brutti incontri, perciò era rimasto chiuso in casa, a vagare per le stanze come un cretino e a svuotare il frigo (che, per il bene della sua salute, era già quasi vuoto: non era il tipo da ricordarsi di fare cose banali come fare la spesa).
Comunque. Il pomeriggio era passato, e così la sera. Ancora un’oretta, forse meno, e sarebbe stato il 15 febbraio. Una giornata come tutte le altre. Avrebbe gettato quella disgraziata di una torta (che era rimasta per tutto il tempo sul tavolo, ad ammonirlo, a ricordargli che a prescindere da tutto era San Valentino e lui non poteva farci niente)  nel cestino e avrebbe passato qualche ora con Tails, senza preoccuparsi di trovare coppiette che si sbaciucchiavano dietro ogni angolo o cuori giganti nelle vetrine dei negozi. Non sarebbe stato costretto a pensare alla solita certa persona che gli faceva riempire lo stomaco di farfalle, con buona pace di Valentino e dei suoi colleghi santi, e...
Tutti questi pensieri e piani lo stavano facendo scivolare finalmente nel sonno, e lui vi ci sarebbe anche abbandonato,se non avesse sentito il caratteristico rumore di una motocicletta.
Drizzò le orecchie, ora del tutto sveglio, senza alzare la testa dal cuscino. Il suono si avvicinò e si fermò a brevissima distanza da lui. Non poteva essere altrove che non nel suo giardino, ma no, non era possibile, non avrebbe potuto crederci...
Qualcuno stava aprendo la porta principale
- Bastardo – mormorò. Si precipitò nell’ingresso e accese la luce per trovarsi davanti Shadow in tutta la sua persona, il casco da moto e lo zaino rigonfio ancora in mano, come se avesse voluto posarli a terra. Il bruno lo guardava con un’espressione interdetta.
Sonic batté le palpebre un paio di volte. La visione era talmente sbalorditiva che non riuscì a trovare niente di meglio da dire che: - Da quando hai le chiavi di casa mia?
Shadow sbuffò e alzò gli occhi al cielo. – Attraverso lo stato rompendo una quarantina di limiti di velocità per venire accolto così? La prossima volta resto dove sono. – Lanciò a terra gli oggetti che aveva in mano e si sfilò la giacca di pelle, stendendo i muscoli. Il ragazzo dai capelli blu seguiva ogni suo movimento, registrando tutti i dettagli che incontrava. I vestiti erano in uno stato pietoso, come se l’altro si fosse rotolato a terra per ore, i capelli sembravano non vedere un pettine da giorni, e la pelle già scura di suo era sporca di olio per motori e chissà cos’altro, ma Shadow era intero, era vivo ed era . Era sufficiente a compensare tutto. – Comunque avevi lasciato la porta aperta, idiota.
Sonic non lo sentì. Non stava più prestando attenzione. Si ritrovò quasi senza saperlo a fiondarsi verso di lui e a stringerlo fra le braccia, prima che potesse sparire di nuovo. – Cosa diavolo ci fai qui? – Gli bisbigliò nell’orecchio,ignorando il suo grugnito di sorpresa.
- Volevo vedere quanto saresti diventato miserabile senza qualcuno che ti reggesse il moccolo a San Valentino – rispose lui, infilando una mano nella massa di capelli blu quasi distrattamente. – E poi avevo finito. Lavoro chiuso. E deve ancora nascere l’agente del GUN in grado di tenermi fermo a sprecare tempo.
- E pensare che sei vecchio – disse Sonic, e l’altro rise, in quel modo profondo e secco che gli faceva sempre salire il cuore in gola, prima di baciarlo a lungo, a fondo, come a voler recuperare le settimane perdute. Sonic godette di quella sensazione piacevole che tutto fosse tornato a posto,finalmente, e quasi ne sentì la mancanza quando alla fine Shadow si staccò e lui poté riprendere a parlare.  – Sei anche stupido, quanto tempo hai viaggiato? Non potevi farla di corsa e arrivare qui in meno di un’ora,vero?
- E lasciare laggiù la moto per permettere a quegli idioti di confiscarmela? Puoi scordartelo. – Shadow si mosse per stirare i muscoli del collo. – Però ora ho bisogno di una doccia. E di mangiare. Dimmi che hai perso quella stupida abitudine da scapolo di non riempire la dispensa a meno di non essere costretto.
- Quanto sei simpatico. C’è una torta, se proprio vuoi saperlo. – Vedendolo alzare un sopracciglio, il ragazzo rise e proseguì. – L’ha fatta Amy, però. Io farei attenzione, potrebbe essere avvelenata.
- Correrò il rischio. – Shadow tacque e l’altro sentì una mano infilarglisi sotto la maglietta e seguire la spina dorsale con la punta delle dita, provocandogli brividi di sicuro non dovuti al freddo. Quando il bruno riprese a parlare,aveva abbassato il tono. – Ma non c’è fretta per quello. D’altronde ho solo un’ora scarsa per fare in modo che tu non passi San Valentino completamente in bianco.....
E dopo quella frase, Sonic capì che quella terribile giornata sarebbe finita meglio di com’era incominciata.
 
Buon San Valentino a tutti! Pubblico tardi questa storia un po' a caso, ma ci tenevo a spanderla per il mondo lo stesso. Spero che abbiate festeggiato a dovere anche se siete single come me <3
^Ro
PS Questa storia la dedico alla donna eritrophobia (no, non è la mia ragazza, purtroppo) (sareste stati invidiosi, ammettetelo). Ti voglio bene, lombrico <3
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: Kilian_Softballer_Ro