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Autore: Saretta_12    14/02/2015    1 recensioni
Di nuovo Phite e Draco e i loro momenti nascosti agli occhi del mondo.
Dal testo:
“Ce la faccio da solo...non c'è bisogno che mi accompagni!” rantola lui, cercando di staccarsi da me, ma non si regge in piedi e si appoggia goffamente al muro. “No invece...non ce la fai...e smettila di fare così!” gli sibilo io tra i denti, con uno sguardo rabbioso, riprendendolo dal braccio e trascinandolo per il corridoio. “Di fare così come?” mi chiede, quasi in un sussurro. “Di allontanarmi...smettila...io non me ne vado...ficcatelo in quella testa bacata che hai!”. Lui tenta un sorriso, mentre si lascia andare appoggiandosi a me. “Sei ancora più bella quando ti arrabbi!” mi dice, ansimando per lo sforzo che impiega per camminare. “Sei proprio un idiota!” gli dico, senza guardarlo."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Sento nelle viscere che sta per succedere qualcosa di brutto. Io e Harry stiamo parlando con Katie, si è appena rimessa dall'incidente con la collana stregata e fortunatamente ora sta bene. “Ricordi chi ti ha dato quella collana Katie?” le chiede Harry, il più carinamente possibile, per non sconvolgerla ulteriormente. Katie lo guarda e i suoi occhi si fanno tristi, “No Harry mi dispiace! Ci sto provando ma non ricordo niente!” gli risponde lei, terribilmente dispiaciuta. Le afferro la mano in segno di conforto e cerco di tranquillizzarla, “Non ti preoccupare Katie, non fa niente!” le dico sorridendole dolcemente. Povera Katie. Dopo quello che le è successo è normale che abbia dimenticato, l'avrei fatto anche io al posto suo. Sento un calore improvviso alla bocca dello stomaco e istintivamente mi volto verso l'entrata della Sala Grande. È in quel momento che lo vedo. Sta varcando la soglia della Sala e il mio sguardo cade sul suo viso, è terribilmente teso e la cosa non mi sfugge. Che gli sta succedendo? In quel momento Katie lo vede e sgrana gli occhi. Non capisco! Harry nota lo sguardo di Katie e si volta nella sua direzione. Lo vedo stringere i pugni lunghi i fianchi mentre fissa Draco con un disprezzo che non gli ho mai visto nello sguardo. Draco si accorge di noi, il suo sguardo corre al viso di Katie e lo vedo sbiancare all'istante. Finalmente capisco e la cosa mi spaventa. Rivolgo lo sguardo verso Katie e sento che la sua mano trema nella mia. D'istinto riporto lo sguardo su Draco e lo vedo allontanarsi velocemente dalla sala, impaurito. Harry non ci pensa due volte e lo segue, lasciando me e Katie in piedi in mezzo alla sala. Non posso permettergli di fare stupidaggini, a nessuno dei due. “Scusami Katie!” le dico e rincorro Harry tentando di fermarlo. “Harry fermati...ti prego! Cosa vuoi fare?” gli dico, mentre attraversiamo il corridoio di corsa seguendo la strada presa da Malfoy. “Ho intenzione di smascherarlo! Perché dietro a tutto questo c'è lui ne sono sicuro!” mi dice lui, la voce alterata dalla rabbia. “Harry non possiamo esserne sicuri! Aspetta ti prego!” gli urlo io, afferrandolo per il polso. Lui si volta e mi guarda con un fuoco rabbioso negli occhi verdi. “Come fai a difenderlo ancora Phite? Come puoi dopo tutto quello che ha fatto? Non ti riconosco più!” mi sputa addosso lui senza pensarci. D'istinto gli lascio andare il polso. Lo ammetto, mi ha ferita, ma ha ragione. Non posso continuare a difenderlo quando so per certo che dietro tutto questo c'è lui. Ma Harry non capisce. Non è stato con lui per tutti questi mesi, non ha visto il terrore nei suoi occhi ogni giorno. Non so cosa stia combinando, non so quale sia il terribile compito che gli hanno affidato. Ma so che ha paura, è spaventato, e mi ha allontanato per questo. Sono settimane che mi evita, che evita il mio sguardo, che fa finta che tra di noi non ci sia niente. Settimane che si è allontanato da tutti. È spaventato e crede che allontanando le persone possa tenerle al sicuro. Non capisce che non riuscirà ad affrontare questa situazione da solo, di qualunque situazione si tratti. Io voglio aiutarlo ma lui non me lo permette. Ma di certo questo non mi ferma, Phite Halliwell non si è mai tirata indietro davanti a niente, soprattutto se in gioco c'è così tanto. Senza pensarci due volte corro dietro ad Harry, in tempo per vederlo entrare nel bagno dei maschi al sesto piano. Non capisco cosa possa farci Draco qui dentro. Entro dietro ad Harry e la scena che mi si propone davanti mi lascia davvero senza parole. Draco ci da le spalle, aggrappato con le mani ai lati del lavandino, la testa quasi bianca china in avanti. “No” sento gemere la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei cubicoli. “No...dimmi cosa c'è che non va...io posso aiutarti...” “Nessuno può aiutarmi” gli risponde Malfoy. Sta tremando. “Non posso farlo...non posso...non funzionerà...e se non lo faccio presto...dice che mi ucciderà...”. Io e Harry rimaniamo come fulminati. Draco sta piangendo: le lacrime scorrono sul volto pallido e dentro il lavandino sudicio. Malfoy singhiozza e deglutisce, poi, con un gran brivido, guarda dentro lo specchio incrinato e vede me e Harry che lo fissiamo al di sopra della sua spalla. Si volta di scatto ed estrae la bacchetta. “Phite vattene!” mi dice a denti stretti, tenendo lo sguardo fisso su Harry. Lui lo guarda con un fuoco negli occhi che mi spaventa. Si piazza davanti a me e d'istinto sfodera la bacchetta. “Devo dargli ragione...vattene Phite!” mi dice, spingendomi con un braccio verso la porta. “No!” urlo a entrambi, piazzandomi in mezzo, “No che non me ne vado! Smettetela di minacciarvi a vicenda! Basta!” urlo, fissando lo sguardo prima negli occhi verdi di Harry e poi in quelli madre perla di Draco. In un attimo tutto il mio autocontrollo svanisce, negli occhi di Draco vedo delle scintille di rabbia che non ho mai visto, e questo mi spaventa più di tutto il resto. È come se non mi vedesse, non mi sentisse e tanto meno mi ascoltasse. È concentrato su Harry e niente può distogliere la sua attenzione. Nemmeno io. Lui mi fissa avvicinandosi a me. “Vattene!” mi dice di nuovo, spingendomi di lato. Come una stupida perdo l'equilibrio e cado rovinosamente a terra. La maledizione di Malfoy manca Harry di pochi centimetri, mandando in pezzi la lampada sulla parete accanto a lui. Harry si getta di lato e agita la bacchetta, ma Malfoy blocca la fattura e si prepara a scagliarne un'altra...

“No! No! Basta!” strillo io. La mia voce echeggia forte nella stanza foderata di piastrelle. “Basta! BASTA!”

Si sente una sonora esplosione e il bidone dietro Harry scoppia, Harry tenta un Incantesimo delle Pastoie che rimbalza sulla parete dietro l'orecchio di Malfoy a fracassa la cassetta sotto Mirtilla Malcontenta, che strilla più forte di me; l'acqua si riversa dappertutto e Harry scivola in terra, mentre Draco, il volto deformato dalla rabbia, urla; “Cruci...” ma non può farlo. Non può davvero. “No Draco! No!” urlo terrorizzata, tentando di rialzarmi. Lui è come se si risvegliasse da una specie di trance appena sente la mia voce spaventata. Si volta verso di me con gli occhi sgranati e abbassa istintivamente la bacchetta. Io lo guardo negli occhi terrorizzata. Non è lui, non è il Draco che conosco davvero. Purtroppo in quel momento di distrazione non riesco a fermare Harry. “SECTUSEMPRA!” grida dal pavimento, agitando furiosamente la bacchetta. Il sangue schizza dal volto e dal petto di Malfoy come se fosse stato colpito da una spada invisibile. Barcolla all'indietro, lascia cadere la bacchetta dalla mano afflosciata e piomba sul pavimento allagato sollevando un enorme spruzzo, sotto il mio sguardo terrorizzato. “No...” ansima Harry, senza fiato. Scivolando e barcollando, mi rialzo e mi lancio verso Malfoy, che ha il viso lucido e rosso, le sue mani bianche raspano il petto zuppo di sangue. “Draco...” sussurro tra le lacrime, cercando di capire cosa posso fare per risolvere la situazione. “No...io non...”. Harry non sa cosa sta dicendo, cade in ginocchio di fianco a me, accanto a Draco, che trema in maniera incontrollabile, in una pozza di sangue. Mirtilla Malcontenta leva un urlo assordante: “ASSASSINIO! ASSASSINIO NEL BAGNO! ASSASINIO!”.

La porta si spalanca dietro di noi, che alziamo lo sguardo: Piton si è precipitato nella stanza, livido in volto. Spinge via Harry e mi fissa per un secondo, indeciso se allontanare anche me o no. Non lo fa e lo ringrazio per questo. Non posso allontanarmi da Draco, non adesso. Piton si china su Malfoy, estrae la bacchetta e la passa sopra le profonde ferite provocate della maledizione, borbottando un incantesimo che sembra quasi una canzone. Il flusso di sangue sembra rallentare; Piton asciuga quello che resta dal volto di Malfoy e ripete la formula. Le ferite sembrano ricucirsi. Harry rimane immobile a guardare, orripilato da quanto ha fatto, glielo leggo negli occhi verdi. Mi fissa negli occhi per un lungo istante e sembra quasi che voglia chiedermi scusa. Io abbasso lo sguardo, non riesco a guardarlo, non ce la faccio, avrebbe potuto ucciderlo. Mirtilla Malcontenta continua a singhiozzare e a ululare, in alto e quasi mi da sui nervi. Quando Piton finisce di applicare la contromaledizione per la terza volta, riesce a rimettere in piedi Malfoy. Io lo aiuto silenziosa, tenendo stretta la mano di Draco nella mia. Piton mi fissa con uno sguardo strano, non capisco se stia per urlarmi contro o ringraziarmi. Senza staccare gli occhi dai miei si rivolge di nuovo a Draco, “Devi andare in infermeria. Può darsi che restino delle cicatrici, ma se prendi subito del dittamo forse riusciamo a evitarlo...credo...” dice, senza mai spostare lo sguardo da me, “Che la signorina Halliwell possa benissimo accompagnarti...mentre io mi occupo del signor Potter!” aggiunge, finalmente spostando lo sguardo da me e rivolgendolo ad Harry. Credo che non gli aspetteranno delle ore gradevoli ma questo al momento non è un mio problema. “Certo signore!” rispondo al professor Piton, stringendo ulteriormente la mano di Draco e accompagnandolo fuori dal bagno, sorreggendolo. Passo di fianco a Harry e lo guardo per un secondo, lui ricambia lo sguardo inorridito, “Mi dispiace Phite...davvero...non volevo!” mi sussurra, e vedo nel suo sguardo che è sincero. Ma non riesco davvero a perdonarlo adesso. Lo lascio nel bagno con Piton ed esco nel corridoio sorreggendo Malfoy. “Ce la faccio da solo...non c'è bisogno che mi accompagni!” rantola lui, cercando di staccarsi da me, ma non si regge in piedi e si appoggia goffamente al muro. “No invece...non ce la fai...e smettila di fare così!” gli sibilo io tra i denti, con uno sguardo rabbioso, riprendendolo dal braccio e trascinandolo per il corridoio. “Di fare così come?” mi chiede, quasi in un sussurro. “Di allontanarmi...smettila...io non me ne vado...ficcatelo in quella testa bacata che hai!”. Lui tenta un sorriso, mentre si lascia andare appoggiandosi a me. “Sei ancora più bella quando ti arrabbi!” mi dice, ansimando per lo sforzo che impiega per camminare. “Sei proprio un idiota!” gli dico, senza guardarlo. Ma inevitabilmente mi scappa un sorriso, è davvero incredibile, è qui di fianco a me che non riesce a stare in piedi senza appoggiarsi al mio braccio, ha appena rischiato di morire dissanguato per uno stupido duello con Harry, e l'unica cosa che riesce a dire è quanto sono bella quando mi arrabbio. Non riesco a crederci. “Stai sorridendo!” mi dice dopo qualche secondo di silenzio, mentre ci avviciniamo all'infermeria. “Era da tanto che non te lo vedevo fare!” aggiunge sospirando. “Perché è da tanto che mi eviti forse?” gli rispondo io, la voce incrinata dal dolore. Non ha idea di come io abbia passato gli ultimi due mesi. Ogni volta che lo vedevo in corridoio e tentavo di avvicinarmi lui se ne andava in mezzo alla folla senza che io riuscissi a seguirlo. L'ultima volta che ho avuto l'occasione di parlargli ero riuscita finalmente ad avvicinarlo da solo, senza dargli l'occasione di scappare da me come sempre, e mi aveva detto delle cose, non troppo carine in realtà, anzi veramente poco carine. Visto che la scusa del “sei in pericolo se stai con me” non aveva funzionato, aveva pensato bene di dirmi che non voleva stare con me, che non provava assolutamente niente per me, che mai e poi mai sarebbe potuto stare con la Prescelta. Per quanto sapessi in quel momento che le sue parole erano più false di un incantesimo Confundus mi aveva ferita, terribilmente. Dopo quella conversazione non mi ero più avvicinata a lui, avevo tentato di non cercarlo più, ma avvertivo in continuazione il suo sguardo addosso e questo mi uccideva. Mai avrei potuto abbandonarlo e aspettavo solo l'occasione buona per dimostrarglielo. E l'occasione era arrivata proprio qualche minuto prima in quel bagno, anche se avrei preferito evitare che succedesse uno scempio del genere. “Phite...” mi dice ad un tratto, interrompendo il flusso dei miei pensieri. Si è fermato poco prima della porta dell'infermeria e mi prende per le spalle per voltarmi in modo che possa guardarmi negli occhi. Fisso lo sguardo nel suo senza paura e leggo nei suoi splendidi occhi madre perla una confusione che mai avrei pensato di ritrovare in Draco Malfoy. So cosa sta per dirmi, ma non voglio sentirlo, non adesso. “Draco non voglio parlarne, ora hai bisogno di cure, il resto può aspettare, qualsiasi cosa sia!” gli dico, abbassando lo sguardo e voltandomi verso la porta dell'infermeria. Abbasso la maniglia e entro nella stanza con lui che mi segue barcollante. “Madama Chips abbiamo bisogno di lei!” le dico, appena la scorgo mentre risistema delle boccette in un armadio enorme. “Signorina Halliwell...Signor Malfoy...” dice, mentre si volta a guardarci e inevitabilmente sgrana gli occhi. Effettivamente non siamo un bello spettacolo entrambi, Draco è ridotto davvero male, la camicia bianca è strappata in più punti e al di sotto si notano i tagli profondi che gli ha inferto la maledizione, i capelli sono bagnati fradici, respira a fatica e non riesce a reggersi in piedi senza appoggiarsi a qualcosa. Io d'altro canto non sono ridotta così male ma comunque non sono uscita indenne dal loro scontro. Ho il sangue di Draco su tutti i vestiti, i capelli anche io fradici e sento che comincia a pizzicarmi qualcosa sulla fronte, sopra l'occhio destro. D'istinto mi porto una mano in quel punto e la scopro sporca di sangue. Bene, alla fine ne sono uscita anche io con una ferita. “Che diavolo vi è successo?” ci chiede la professoressa, visibilmente scioccata. “Uno stupido duello finito male!” rispondo io, rivolgendo uno sguardo di fuoco a Draco che è rimasto poco dietro di me, appoggiato alla spalliera di un letto. “Il professor Piton ha detto che Draco ha bisogno di Dittamo per evitare che gli si formino delle cicatrici!” le spiego, mentre la vedo dirigersi di nuovo verso l'armadio dove stava sistemando quando siamo entrati. “Venga qui signor Malfoy, ce la fa a stendersi sul lettino?” gli chiede gentilmente Madama Chips, mentre ripone sul tavolino di fianco al letto delle fialette contenenti un liquido dal colore indefinito. “Sì grazie!” sento sussurrare Draco, mentre si avvicina al letto e con fatica ci si stende sopra. “Dobbiamo togliere questa camicia!” gli dice Madama Chips, sbottonandogliela, stando attenta a non colpire le ferite. “Forse è il caso che io aspetti fuori!” dico ad un tratto, presa da un imbarazzo che non mi sarei mai aspettata. È vero, non è la prima volta che vedo Draco senza camicia ovviamente, ma in questo momento non siamo soli e sarebbe davvero sconveniente rimanere in questa stanza, per entrambi. Cerco di spostarmi dal fianco del letto per dirigermi verso la porta ma sento una mano che mi trattiene per il polso. È Draco. Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi, non ho mai visto così tanta paura nei suoi occhi madre perla. “Per favore non te ne andare!” mi dice in un sussurro, agganciando lo sguardo al mio. Mi sento avvampare sotto quello sguardo così intenso. Non dovrei farlo, non dovrei rimanere, Madama Chips ci sta guardando in modo strano e sono sicura che si sta facendo mille domande sconvenienti. Ma non posso neanche lasciarlo lì da solo, non ce la faccio, soprattutto dopo una sua richiesta così esplicita. “Non me ne vado!” gli dico con un sorriso, rimanendo al suo fianco, la mano intrecciata alla sua. Finalmente lo sento rilassarsi e lasciarsi andare alle cure di Madama Chips, che nel frattempo sorride dolcemente ad entrambi.

Mi siedo su una sedia di fianco al letto e aspetto in silenzio che Madama Chips finisca il suo lavoro senza mai lasciare la mano di Draco. Sta versando dell'Essenza di Dittamo sulle sue ferite con una cura degna di una mamma. L'effetto del Dittamo è incredibilmente veloce, quasi tutte le ferite si stanno rimarginando come se non ci fossero mai state. Ora che il pericolo è scampato tiro un sospiro di sollievo e cerco di rilassarmi sulla sedia. Quando Madama Chips finisce di medicarlo ripone la bottiglietta nel grosso armadio e mi osserva con uno sguardo dolce e comprensivo, “Starà bene, ha soltanto bisogno di riposo!” mi dice, sorridendomi. “Grazie!” gli rispondo io cercando di ricambiare il sorriso. So che probabilmente dovrei andarmene ma non ce la faccio a lasciarlo solo. “Potrei...insomma...” comincio a dire balbettando, non so come chiederglielo. Capisco anche da sola che la situazione è decisamente strana, tutti in questo castello ne sono a conoscenza, tutti sanno che sono la Prescelta e che lui è il figlio di un Mangiamorte. Per questo ci stiamo nascondendo dall'inizio dell'anno, perché se la gente sapesse realmente cosa c'è tra di noi sarebbe pericoloso, per lui soprattutto. Ma in fondo in questa stanza ci siamo solo noi e Madama Chips, non credo sia così pericolosa una richiesta del genere da parte mia. Prima che io possa finire la domanda la professoressa mi precede, “Puoi restare Phite!” mi dice, e il suo sorriso di allarga ancora di più mentre gli occhi le cadono sulle nostre mani ancora intrecciate. “Parlerò io con la professoressa McGranitt e con il professor Silente, credo che possano capire meglio di me!” aggiunge, dirigendosi verso la porta dell'infermeria. Prima di uscire si volta di nuovo verso di me, “Tornerò fra qualche ora, cercate entrambi di riposare!” mi dice, prima di chiudersi la porta alle spalle. La sento pronunciare un incantesimo al di fuori della stanza, ci sta chiudendo dentro per evitare inconvenienti e non so davvero come ringraziarla. Finalmente mi rilasso davvero e mi lascio andare contro lo schienale della sedia. Pericolo scampato. Per un attimo penso ad Harry e a quali saranno le conseguenze per le sue azioni, Piton non sarà clemente con lui, lo so benissimo. Certo se mi avesse ascoltato almeno un secondo tutto questo si sarebbe evitato, ma ormai è troppo tardi per tornare indietro, quel che è fatto è fatto, e io non riesco proprio a perdonarglielo, fortunatamente per lui non è successo niente di brutto. Anche se a vederci non si direbbe certamente. Lascio scorrere il mio sguardo verso Draco. È sdraiato sul letto e ha gli occhi chiusi, penso stia dormendo ed è un bene dopo quello che ha passato negli ultimi minuti. Mi perdo per un secondo a fissarlo e tutta la frustrazione che provavo un attimo prima scompare di colpo. Sembra un angelo in questo momento, i capelli biondi gli ricadono sulla fronte, ha il viso finalmente rilassato dopo tanto tempo. Vorrei poter fermare il tempo e lasciarlo così fino a quando questa guerra non sarà finita. Non è giusto che debba passare tutto questo, vorrei poter fare qualcosa per lui, ma mi sento impotente. I miei occhi cadono inevitabilmente sul suo petto scoperto. Le ferite si sono completamente rimarginate e la sua pelle è tornata ad essere liscia e senza imperfezioni, come sempre. Mi tremano le mani dalla voglia di sfiorarlo, di sentire ancora la sensazione che mi da il contatto con lui. Se fosse sveglio me lo impedirebbe, mi allontanerebbe come ha fatto negli ultimi mesi. Ma sta dormendo, quindi in realtà potrei farlo senza che lui se ne accorga. Mi alzo piano dalla sedia e mi avvicino al letto tentando di non fare rumore. Alzo la mano libera e l'avvicino piano alla sua guancia, lascio scorrere le dita lentamente stando molto attenta a non svegliarlo. “Mi manchi Draco!” sussurro e sento le lacrime scorrermi lungo le guance. “Non piangere Halliwell, ancora non sono morto!” dice ad un tratto, spaventandomi a morte. Faccio un salto all'indietro e mi appoggio alla sedia per non cadere. Lo vedo aprire gli occhi e sorridere furbo. “Mi hai spaventata!” gli dico, portandomi una mano al petto dove sento i battiti del mio cuore accelerati. “Non stavi dormendo!” aggiungo, guardandolo in cagnesco, e non è di certo una domanda. “No...non stavo dormendo!” mi dice lui, confermando la mia ipotesi. Con fatica si alza e si sistema meglio sul letto, in modo da stare seduto con la schiena appoggiata ai cuscini. “E tu hai passato almeno dieci minuti buoni a fissarmi!” mi dice, una volta sistemato del tutto, fissando il suo sguardo nel mio. Arrossisco di colpo e mi verrebbe voglia di picchiarlo se non fosse in quelle condizioni. Anzi, non mi interessa delle sue condizioni, si merita una sistemata questa stupida serpe. D'istinto mi avvicino al letto e comincio a prenderlo a pugni sulle braccia con tutta la forza che ho in corpo. “Ahi...sono convalescente Halliwell l'hai dimenticato!” mi dice, cercando di rimanere serio, ma non ci riesce e scoppia presto a ridere di gusto, cosa che mi fa innervosire ancora di più. “Ti sembra il caso di ridere Malfoy! Sei proprio un cretino!” gli dico, senza smettere. Ovviamente non gli sto facendo niente ma mi aiuta lo stesso a sfogarmi. Mentre sono impegnata ancora a picchiarlo, senza che me ne renda effettivamente conto, fa passare il suo braccio dietro la mia schiena e mi avvicina a lui, tenendomi talmente stretta che non riesco a muovermi. “Ti sei sfogata abbastanza?” mi chiede sorridendo, ad un soffio dalle mie labbra. Degli intensi brividi mi scorrono lungo la schiena, ma non posso lasciarmi andare, sono ancora decisamente arrabbiata. “No...non sono ancora soddisfatta!” gli dico, fissando i miei occhi neri nei suoi, anche se inevitabilmente mi ritrovo a sorridere anche io. Con una lentezza incredibile avvicina la mano libera al mio viso e mi sposta una ciocca di capelli ormai asciutti dietro l'orecchio, senza mai staccare gli occhi dai miei. Non posso resistere ancora per molto a questa vicinanza, deglutisco rumorosamente e lascio cadere lo sguardo sulle sue labbra. Vorrei baciarlo, lo vorrei davvero tanto, ma ho paura, se mi allontanasse non lo sopporterei. Sembra che lui intuisca le mie intenzioni, anche i suoi occhi finiscono sulle mie labbra, mentre impercettibilmente lo vedo inumidire le sue. “Fallo!” mi sussurra senza spostarsi di un millimetro, “Non mi allontanerai?” gli chiedo io quasi ansimando per lo sforzo di trattenermi, “Non ce la farei!” mi risponde lui, avvicinandosi ulteriormente. E finalmente mi decido, le mie labbra sono di nuovo sulle sue dopo tantissimo tempo e mi sembra la cosa più giusta in questo momento. Draco approfondisce il bacio stringendomi ulteriormente a lui. Io mi appoggio al suo petto per non cadere, d'un tratto sento le gambe veramente molli che ho quasi paura che non mi reggano. Dopo qualche minuto ci stacchiamo ansimanti e ci guardiamo sorridendo. Il suo sorriso si spegne per un secondo quando passa gli occhi sul mio viso, “Sei ferita Phite!” mi dice, avvicinando le dita al mio sopracciglio destro. “Non è niente, solo un graffio!” gli dico io, portando la mia mano sulla sua. “Sarà anche solo un graffio ma va medicato prima che si infetti!” mi dice, guardandomi serio. “Non morirò per un insulso graffietto Malfoy!” gli rispondo sbuffando. Non è assolutamente niente di serio, un taglio sopra l'occhio destro, cosa sarà mai, sono sopravvissuta a cose peggiori. “Non mi interessa Halliwell, questo taglio va medicato quindi muovi il culo e portami la boccetta di Dittamo!” mi dice lui, serio. Non posso far altro che obbedire per evitare un'inutile discussione. Quanto la sta facendo lunga per un graffio. Gli porto il Dittamo e mi siedo sul bordo del letto il più possibile vicina a lui in modo che non debba fare troppi sforzi. “Posso farlo benissimo anche da sola!” gli dico, aprendo la boccetta. Lui me l'afferra dalle mani e ne svuota un po' su del cotone. “Non ci sarebbe gusto se ti lasciassi medicare da sola non trovi?” mi dice sorridendo, prima di passare il batuffolo di cotone imbevuto sul mio taglio. Il suo tocco è decisamente delicato e mi lascio andare tranquillamente alle sue cure chiudendo gli occhi. “Ora sei come nuova Halliwell!” mi dice dopo qualche secondo, riponendo la boccetta di Dittamo sul comodino. “Grazie Dottor Malfoy, non so davvero come ringraziarla!” gli rispondo io ridendo, mentre cerco di scendere dal letto. Ma Draco non me lo permette, mi afferra per un fianco e mi tira verso di lui in modo che finisca a cavalcioni sulle sue gambe tese. Mi appoggio alle sue spalle per non finirgli completamente addosso. “Io un'idea ce l'avrei!” mi dice con un sorriso furbo e uno sguardo a dir poco malizioso. “Non credo sia il caso Malfoy!” gli rispondo io, sorridendo. Cercando di stare il più lontano possibile dal suo corpo. “E poi dovremmo ancora chiarire alcune cose! Non credi?” aggiungo, facendogli l'occhiolino. È vero, tutta la rabbia che ho provato in questi due mesi è evaporata nel momento esatto in cui le mie labbra hanno ritrovato le sue pochi secondi fa. Ma in ogni caso ci sono davvero delle cose di cui dovremmo parlare. “Dobbiamo proprio parlare?” mi chiede lui, tentando di avvicinare il viso al mio. Glielo impedisco spingendo con le mani le sue spalle in modo che si appoggi di nuovo ai cuscini. “Sì...dobbiamo proprio parlare!” gli rispondo io, incurante dei brividi che sto provando lungo tutto il corpo. “Mi hai allontanata per due mesi Draco, hai fatto finta che non esistessi, che non ti importasse nulla di me...non so se tu ricordi le ultime parole che mi hai detto?” gli chiedo, fissando lo sguardo nel suo senza tentennare, “Bhe io me le ricordo benissimo e non sono state di certo piacevoli!” concludo, cercando di combattere l'istinto di abbassare lo sguardo. “Mi dispiace Phite, davvero!” mi dice lui, accarezzandomi una guancia con la mano, “Mi dispiace davvero tanto, ma sono ancora convinto che stare separati adesso sia la cosa giusta, tu non sai cosa mi ha chiesto di fare, tu non hai idea di quello che sto passando!” mi dice, e leggo davvero un gran dolore nei suoi occhi. “Dimmelo Draco! Posso aiutarti...per favore!” lo supplico io, cercando di farlo ragionare. “Non posso parlartene Phite, cerca di capirmi!” “Lo so...lo capisco...ma non puoi chiedermi di starti lontano Draco...è già tutto così complicato non complicarlo ulteriormente!” gli dico, in pratica lo sto supplicando, e non è da me, sono Phite Halliwell, una Prescelta, una Grifondoro, non avrei mai pensato di potermi abbassare così tanto da supplicare una serpe. Il problema è che questa serpe bionda mi ha stregata e io non posso proprio farci niente. “Halliwell non è che per caso mi stai supplicando?” mi dice lui, sfoderando il suo sorriso diabolico che non vedevo da un sacco di tempo. “Ti piacerebbe Malfoy!” gli rispondo io alzando il mento con fare superiore. “Oh...non sai quanto!” mi dice lui, con un gesto fulmineo mi afferra per i fianchi e mi spinge contro il materasso, sotto di lui. È alquanto imbarazzante ma devo ammetterlo, è il momento più bello che sto passando da due mesi a questa parte. Io e lui, insieme. “Stai cambiando discorso Malfoy!” gli dico dopo qualche secondo di silenzio. Sento la sua mano che si insinua sotto la mia maglietta e mi sfiora i fianchi facendomi rabbrividire. “E' un discorso più interessante, non trovi Halliwell?” sussurra lui, continuando a muovere le dita sulla mia pelle e fissando gli occhi nei miei. “Non lo metto in dubbio...ma non finisce qui, lo sai vero?” gli rispondo io, facendo scorrere le dita sulla sua schiena. Lui chiude gli occhi e si lascia andare ad un sospiro. “Non mi allontanerai Draco...non di nuovo...non te lo permetterò!” lo avverto io, suona quasi come una minaccia, ed è meglio così, deve capire che io non lo lascerò andare di nuovo. Lui riapre gli occhi e li fissa nei miei, sta per ribattere ma io lo precedo, mi alzo di poco dal materasso e poso le mie labbra sulle sue in modo da zittirlo. Non può ribattere, non può dire niente, non deve assolutamente dire niente o rovinerà tutto come al solito. Lui sembra sorpreso dal mio gesto, ma quando insisto per approfondire il bacio si lascia andare e si rilassa tra le mie braccia.

Il discorso è chiuso...per il momento.

   
 
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