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Autore: Wolfgirl93    14/02/2015    1 recensioni
La mia prima storia su Free! Spero che non faccia troppo schifo.
Dal testo: "Nella piscina ormai deserta si sentiva solo lo sciabordio dell'acqua che si muoveva ogni bracciata che il piccolo Mikoshiba faceva, non era da lui restare anche dopo l'orario consentivo, eppure quel giorno sembrava che solo l'abbraccio dell'acqua fresca riuscisse a calmarlo.
Era da un po' che si sentiva strano, ogni volta che i suoi occhi dorati incontravano quelli verdeacqua del senpai ecco che uno strano dolore al petto si faceva sempre più forte, credeva di essere malato, forse sarebbe morto; scosse il capo scacciando quei pensieri, di certo era solo stanchezza, magari era solo timore di deludere il suo senpai, Momo non riusciva a darsi una risposta..."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Nella piscina ormai deserta si sentiva solo lo sciabordio dell'acqua che si muoveva ad ogni bracciata che il piccolo Mikoshiba faceva, non era da lui restare anche dopo l'orario consentivo, eppure quel giorno sembrava che solo l'abbraccio dell'acqua fresca riuscisse a calmarlo.
Era da un po' che si sentiva strano, ogni volta che i suoi occhi dorati incontravano quelli verdeacqua del senpai ecco che uno strano dolore al petto si faceva sempre più forte, credeva di essere malato, forse sarebbe morto; scosse il capo scacciando quei pensieri, di certo era solo stanchezza, magari era solo timore di deludere il suo senpai, Momo non riusciva a darsi una risposta.
D'un tratto però il turbinio dei suoi pensieri fu interrotto da una voce agitata che lo chiamava con insistenza.
“Momo-kun! Rin-senpai è su tutte le furie, sai che non ci è consentito rimanere in piscina fino a quest'ora!” La sua voce portò il rosso alla realtà che subito si diresse verso il bordo della piscina e uscì andando ad asciugarsi e a prendere i suoi vestiti. “Scusa... Non ho fatto molto caso all'orario.” Mormorò senza il suo solito entusiasmo mentre si accingeva a vestirsi.
Gli occhi azzurri di Aiichiro si fissarono sulla figura curva davanti a se, sapeva che c'era qualcosa che non andava, era da qualche giorno che Momotarou era sempre giù di morale ma ogni volta che provava ad entrare nell'argomento l'altro se ne usciva con un “va tutto bene” e lo liquidava con un sorriso che non lo convinceva per niente.
Si diressero con calma verso la loro camera, nessuno dei due parlò durante il tragitto, ad aspettarli di fronte alla porta della stanza vi era il loro capitano e Yamazaki-senpai.
Gli occhi di Momo si alzarono e si fissarono sulla figura del moro, il suo viso si fece paonazzo ma subito cambiò espressione quando Rin iniziò a parlare.
“Ti sembra l'orario di ritornare al dormitorio?! Sai che la piscina a quest'ora è vietata a tutti e tu non sei di certo un'eccezione! Domani farai 10 vasche in più degli altri e non voglio doverti riprendere una seconda volta altrimenti ti toglierò dalla staffetta!” Le parole di Rin arrivarono come lame al piccolo dorsista che si limitò ad annuire e a sussurrare un flebile “sì”.
Sousuke intanto stava fissando il ragazzino dai capelli rossi ed era rimasto scioccato quando non aveva sentito nessuna lamentela “Stai bene Mikoshiba?” Aveva chiesto lievemente preoccupato.
Momo alzò appena lo sguardo e si sforzò di sorridere mentre guardava i senpai. “Sto benissimo, sono solo un po' stanco, tutto qui.” Disse cercando di essere più convincente possibile.
Rin sbuffò poi annuì “Va bene, domani vedete di non fare tardi per l'allenamento.” Disse prima di congedarsi seguito da Sousuke che prima di andarsene lanciò l'ennesima occhiata al dorsista.

“Momo stai bene?” La voce calma di Nitori lo fece sobbalzare, pensava che stesse già dormendo e soprattutto non si aspettava quella domanda.
“Certo, sto bene.” Il rosso ringraziò mentalmente il buio che in quel momento regnava sovrano nella stanza, almeno non avrebbe dovuto fingere l'ennesimo sorriso.
Aiichiro sospirò poi allungò la mano verso l'interruttore della luce e l'accese cogliendo di sorpresa il suo compagno di stanza, si arrampicò sul letto a castello e salì sul letto di Momo fissandolo serio.
“Smettila di dire bugie, ho visto che non stai bene! I tuoi tempi sono calati, proprio come i tuoi voti e poi non riesci a guardare in faccia Yamazaki-senpai per più di cinque secondi, puoi dirmi che cosa ti prende?!? Siamo amici, almeno a me puoi dirlo!” Nitori non aveva mai alzato la voce, eppure in quel momento aveva quasi urlato cogliendo di sorpresa il rosso.
Momotarou si strinse nelle spalle, non sapeva come dirlo, era qualcosa che nemmeno lui riusciva a capire. “C...Credo di essermi innamorato.” Ammise con un soffio di voce.
Nitori spalancò gli occhi poi tutto gli fu chiaro “Di Yamazaki-senpai?” Chiese avvicinandosi lievemente a Momo che in quel momento si era raggomitolato nel letto.
Non ricevette nessuna risposta, vide solo il rosso annuire e abbassò lo sguardo. Nell'istituto ormai si era già sparsa la voce che Rin e Sousuke stessero assieme, queste voci poi erano alimentate anche dal fatto che i due passavano quasi sempre il tempo insieme e soprattutto che stavano già pianificando che college avrebbero scelto.
Il cuore di Nitori si strinse nel vedere il suo kohai in quello stato, la sua aria sempre felice era stata spezzata e di lui rimaneva solo un ragazzino indifeso che si stava raggomitolando sul letto come se volesse sparire.
Nella mente del dorsista intanto si stavano affollando mille pensieri, ancora si chiedeva perchè si era innamorato del suo senpai; il moro non aveva mai avuto un occhio di riguardo per lui, però quando si era offerto di allenarlo e l'aveva spronato a migliorare ecco che qualcosa dentro di lui era scattato. Ogni volta che finiva una vasca e vedeva il viso del senpai si sentiva meglio, quando lui abbozzava un sorriso dicendogli che stava piano piano migliorando ecco che sentiva il cuore quasi scoppiargli dalla gioia.
Momo sorrise mentre alcune lacrime gli solcarono le guance "Neh...Dici che domani starò meglio?" La voce tremante e incrinata dal pianto contrastava totalmente con il suo viso sempre sorridente. L'altro gli posò una mano sul capo accarezzandogli i capelli. "Sì, forse domani passerà." La bugia più grande che avesse mai detto.
Quella notte restarono l'uno fra le braccia dell'altro, mentre i singhiozzi del più piccolo risuonavano nella stanza e si infrangevano sul cuscino.

   
 
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