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Autore: Srsly    15/02/2015    6 recensioni
Non ci si è fiondata, fra quelle braccia. La musica alla festa continua a scorrere fra le fronde del bosco dove hanno passato insieme gli ultimi anni. Non ha mai pianto la scomparsa di qualcuno che è lì, al solito posto di ogni inizio vacanza, ad aspettarla, a dirgliele personalmente quelle parole.
Hotaru deve solo capirlo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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• Even when the music's gone •



 

“Il dolore è una musica dentro di noi che non conosciamo, finché la vita non decide di suonare quelle corde.”
— Selvaggia Lucarelli, Che ci importa del mondo
 

 
    Hotaru cerca la voce di Gin mischiata alla musica della festa. Ripercorre i propri passi con la devota grazia di una ballerina solerte, in punta di piedi, come se facendo troppo rumore rischiasse di censurare l'unico suono di cui ha bisogno. Le basta un attimo, un'ultima volta, mettere in replay come si fa con le canzoni che piacciono, quelle che si ascoltano fino alla nausea e a che non le s'impara a memoria. 
    Lei la conosce, la voce di Gin, lo sa com'è, per questo torna indietro, dove c'è caos e confusione, così che possa indirizzare il proprio biasimo verso quella molestia esterna che non le permette d
i sentirlo richiamarla, magari ridendosela, ancora seduto sull'erba, nascosto da qualche parte, a dirle Sei ancora una bambina, Hotaru, stavo solo scherzando.
    Senza che l'ipocrisia si aggiunga alle lacrime per arruginirla. 
    Perché benché aneli il silenzio in cuor suo freme di dolore al solo ipotizzare di restare l'unica fonte di decibel nei paraggi, perché lo sa che è tutto nella sua testa, che Gin non l'è scomparso fra le braccia lasciandole nient'altro che una maschera di quello che la prima volta era stato lo scudo fra i propri occhi e i suoi. Che è una burla, probab
ilmente è rimasto lì, fra la folla, con un kimono diverso, ma è tutto calcolato, sono stati gli spiriti per forza, lo hanno aiutato a sparire e comparire da tutt'altra parte. 
    Non era vero niente.
    Non è vera la sensazione tanto appagante quanto paradossalmente devastante del trovarsi finalmente fra le sue braccia, non è vera l'emozione acchetata nel fondo della sua anima, quella riemersa quando ha toccato il corpo di Gin, quando lo ha cinto con le braccia. Non è vero che il tempo è stato così tiranno da concerderle giusto di stringerlo fra la febbrilità delle dita mentre lo sentiva perdere di consistenza fra i polpastrelli.
     Perché se guarda in basso, Hotaru non ha le ginocchia sporche di terra e l'ultimo ricordo di Gin non è quella maschera che ha tenuto scioccamente lei fino a che non l'ha esortata ad abbracciarlo.
     Non ci si è fiondata, fra quelle braccia. La musica alla festa continua a scorrere fra le fronde del bosco dove hanno passato insieme gli ultimi anni. Non ha mai pianto la scomparsa di qualcuno che è lì, al solito posto di ogni inizio vacanza, ad aspettarla, a dirgliele personalmente quelle parole. 
    Hotaru deve solo capirlo.
    Non è vero che fa male. Finché la musica continua ad andare avanti avrà le orecchie occupate e lei non sentirà dolore. 
    Falso come 
il bisogno rinnegato di chinarsi e lasciarsi a disperare.



 
La prima volta e ultima volta che vidi quest'anime fu, all'incirca, due anni fa. Lo conobbi grazie ad un AMV su YouTube, che m'incuriosì e mi condannò a due giorni di lacrime senza fine e tormenti interiori, perché non è possibile che i giapponesi si divertano così tanto a giocare con i sentimenti delle persone a furia di drama. E nulla, non ha sostanzialmente senso, ma è una sezione indegnamente vuota, perché Hotarubi merita più di così poche storie dedicate. Anche se probabilmente finiranno e faranno tutte male. 
Il titolo è un minuscolo scorcio preso dalla canzone Safe and Sound di Taylor Swift, anche se la versione di Gin e Hotaru è la cover di Alex Goot (colonna sonora del video sopracitato, tra l'altro). 
La mia Hotaru sembra dia i numeri. E forse è vero. Dopotutto si può davvero impazzire dal dolore, se non si sa incassare il colpo che ti dà. 
Ecco perché scrivo certe cose. Non so incassare. 
Meh. Perdonate la cosaccia qqqua.
See ya.

 
   
 
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