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Autore: bagnodonda    15/02/2015    0 recensioni
La stava ancora guardando, guardava le sue spalle, il suo profilo, le sue mani e lei, lei, in tutta la sua essenza che lui vedeva con cinque secondi di puro e dolorante desiderio, la ammirava come avrebbe ammirato un diamante o un dipinto di Van Gogh o una poesia. La fissava, mai soddisfatto, con quello sguardo che, come alle stelle, si riserva alle opere d’arte.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“I’m a sad person,
but when I’m with you,
I’m over the moon.”

















Le corde della chitarra erano tese tra le mani del ragazzo, che sorrideva mentre suonava una vecchia canzone pop, attorniato dai suoi amici; la sua comitiva, seduta al centro della piazza illuminata dai lampioni giallastri era rumorosa, fastidiosa, di tanti ragazzi che cantavano tutti insieme. Poco più su, in alto, seduta per terra, la ragazza dai capelli rossi fissava negli occhi l’altro ragazzo, che sorrise di sfuggita.


Per descrivere il modo in cui si guardavano bisognerebbe, per un attimo, spegnere le luci del bar, i neon, le luci, i lampioni, i fari delle macchine, le stelle, la luna, il sole; lasciare tutto nell’oscurità più totale. Tutti sarebbero spaesati, sbigottiti, le bocche spalancate, terrorizzati dall’assenza di luce, dalla mancanza delle persone che amano. Ecco, loro non lo sarebbero stati. Quello sguardo, che si scambiavano ogni tanto, sarebbe potuto essere il sole, la luna e tutte le stelle dell’universo, ed eppure illuminare loro due soltanto. Detto questo, quando si guardavano ricordavano un po’ i telescopi; così come le stelle che vediamo, quelle luminose che creano disegni e sogni e presagi e vite ed esistenze intere, in realtà non sono altro che l’ombra della loro nascita, e l’annuncio della loro morte, così erano loro. Si guardavano indietro di milioni di istanti, di minuti, di ore, di paesaggi e ricordi e avvenimenti e risate insieme, e ad osservarli sembrava di fissare una supernova che nasce e muore in un minuto. Ed i paragoni con le stelle sono finiti, ma si guardavano, si, esattamente come un cieco che per la prima volta in vita sua vede il sole. Non per una questione di possibilità, non quanto come una di necessità; come se la vita di uno e dell’altro dipendesse da quanto tempo passavano a guardarsi. E se un solo sguardo, poteva essere questo, una stella e mille soli, quando si baciavano era come la nascita di una galassia; un momento preciso nell’infinità di granelli di sabbia del tempo, diviso fino alla sua più piccola e milionesima parte, un istante nel quale spazio e tempo non valevano. Giusto per dire, che se si fossero baciati, in quella piazza, quella sera, nessuno avrebbe retto il confronto all’energia che si sarebbe sprigionata in quell’attimo preciso, nemmeno uno tra tutti i presenti nella piazza, nella città, nella nazione e nel pianeta e nel sistema. E le costellazioni si sarebbero vergognate della loro fiochezza di fronte a quel contatto, e si, gli ammassi e le nebulose, di quei colori rossi e viola e blu e bianche, e caldissimi, che tutto attirano e che creano tutto, si, si sarebbero nascosti, in confronto a quel bacio. E non erano oltre la luna, erano oltre l’universo, oltre tutti gli universi e tutti gli abitanti di tutti gli universi si sarebbero girati e sarebbero rimasti stupiti dal buco nero di quell’attimo in cui due semplici, fragili, esseri umani, di un piccolo, fragile, pianeta, si erano guardati e si erano capiti. E anche se


La ragazza rossa sorrise, imbarazzata, e spostò le iridi, sulla piazza, sugli altri ragazzi, nelle sue pupille ancora vedeva il suo sguardo; la stava ancora guardando, guardava le sue spalle, il suo profilo, le sue mani e lei, lei, in tutta la sua essenza che lui vedeva con cinque secondi di puro e dolorante desiderio, la ammirava come avrebbe ammirato un diamante o un dipinto di Van Gogh o una poesia. La fissava, mai soddisfatto, con quello sguardo che, come alle stelle, si riserva alle opere d’arte.







 



Claudia e Carlo
"
Ti leverei le mutande mentre proviamo a dirci
che ci è sfuggita la situazione di mano e forse è meglio non sentirsi
ti toccherei mentre mi urli contro che mi scoperei il mondo
che è un misto di ''fanculo'' e ''sei uno stronzo''
hai l'aria tiepida di chi non fa una piega 
e non vuole fare la predica o i numeri o l'aritmetica
non so se dirti che c'hai un bel culo 
o che vorrei tu fossi proprio addosso a me come una steady-cam
non posso rifare ciò che conosci
che lo so già quanti ricordi
e quante domande dovresti porti
cerchiamo il bagno e con le mani tienimi i polsi
per terra le mie Vans e le tue Roshe"

 
   
 
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