Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: cuore di carta    15/02/2015    4 recensioni
Gwendolyn è una ragazza di sedici anni fisicamente nella norma, ama leggere e guardare film strappalacrime in compagnia della sua migliore amica Audrey Hepburn, una yorkshire. Ma non tutto è come sembra. Dall'età di nove anni soffre di una grave malattia che le ha impedito di vivere una normale vita, ed è proprio a causa di questo male che è costretta a trasferirsi nella grande città di Londra. La sua sola preoccupazione è quella di non far soffrire chi le sta intorno allontanando chiunque possa avvicinarsi al suo essere così distruttiva. Ma qualcosa cambierà, nel momento per lei più difficile, dove quel poco di felicità rimasta verrà messa a dura prova, avrà al suo fianco una piccola luce che la aiuterà regalandole un po' di quella vita che non ha mai potuto godere.
Riuscirà ad aprirsi mostrandosi in tutta la sua bellezza?
Ha messo un lucchetto nel suo cuore, chi sarà in grado di aprirlo?
A chiunque decida di immergersi nelle pagine della mia storia: buona lettura!
Tratto dalla storia.
[...] Vuoi sapere cosa sei Gwendolyn? Sei la debole e fragile margherita fiorita in un campo di rose rosse, così tanto invisibile, così tanto spettacolare.
COMPLETA.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

C’è solo una cosa che vorrei da te: che mi ricordassi.
Se tu ti ricordassi di me, non mi importerebbe nulla neanche se tutti gli altri mi dimenticassero.

-Haruki Murakami.

CAPITOLO UNDICI.

Non riesco a dormire.
Continua a tornarmi in mente Castiel e al modo dolce con cui mi bacia. Iniziano a tremarmi le gambe, sorrido come una bambina a cui cantano "Tanti auguri a te" al proprio compleanno e deboli petali di rose rosse ricoprono le mie gote.
Cosa sta facendo al mio corpo quel ragazzo?
Non riesco a smettere di pensarlo. Mi ritrovo con le mani sul volto, cercando di scacciare via quei ricordi, quei bellissimi ricordi. Ho bisogno di dormire, e devo farlo adesso se voglio avere per domani almeno sei ore di sonno. Accendo l'abat jour e mi alzo velocemente, una luce leggera ricopre tutta la mia stanza, vado verso la mia libreria tutta bianca, formata da dieci scompartimenti tutti ricoperti di libri. Ne avrei da leggere ancora molti, ma la mia mano prende in mano "Amabili Resti", uno dei miei preferiti. Ne sento il bisogno, nonostante sia abbastanza triste. Ogni volta che rileggo qualche pezzo piango come una fontana. 
Non posseggo libri che parlano di cancro o libri che hanno come protagonista qualcuno malato di cancro. Li ho sempre evitati come la peste. E anche mia madre faceva in modo di non farmeli vedere negli scaffali delle librerie in Italia. Anche se so che proprio lei possiede due libri su come affrontare una malattia in famiglia e un lutto. Non mi sono mai presa la briga di leggerli, ho sempre preferito perdermi in mondi dove il cancro non esiste. Però leggo libri che trattano la morte, ormai quasi ogni scrittore di questo mondo nel proprio tomo fa morire qualche protagonista o personaggio principale, semplicemente perché la morte colpisce prima o poi tutti, è una cosa naturale, eppure così innaturale. Qual è il senso della vita se tanto poi finisce tutto? Per questo mi rifugio in "Amabili Resti", immaginando l'aldilà come la piccola Susie, un dolce e spensierato paradiso.
***
Ho sonno. Sono rimasta sveglia fino alle cinque a leggere, ma riesco comunque ad alzarmi ed arrivare, anche se con fatica, al bagno. Voglio che questa giornata sia perfetta. 
Prima di incamminarmi verso scuola saluto con un bacio i miei genitori, dirò loro ciò che voglio fare con Castiel appena torno, la mattina sono piuttosto scorbutici ed ho paura che mi impediscando di andare, a causa della mia salute cagionale.
Arrivo a scuola velocemente, con Birdy alle orecchie, cercando di esercitarmi nella pronuncia, e "Amabili Resti" in mano. Non incontro Castiel nel cortile, sono tentanta a scrivergli un messaggio, ma non lo faccio. Entro in classe e mi siedo come al solito accanto a Kentin. E' strano: frequentiamo la stessa classe, lo stesso corso di musica, da quando sono arrivata siamo compagni di banco, e non ci parliamo quasi mai, se non per un "ciao" o "quale materia abbiamo adesso?"
Spacchiamo questo muro Kentin.
-Fatti i compiti? - Domando.
Si volta un po' sorpreso.
-Non tutti - dice - In scienze biologiche faccio schifo, quindi ho chiuso il libro a prescindere -
-Posso darti una mano io, se vuoi - gli sorrido.
-Grazie, ma ci hanno già provato praticamente tutti, e non sono riuscito a capire niente -
-E allora? Mai dire mai - rispondo - e in cosa sei bravo invece? - 
-Mi piace la storia, la trovo affascinante - 
-Guarda il caso! - Esclamo - in storia faccio proprio schifo! -
Non è vero: (a) perché mi piace e (b) perché quando andavo nella vecchia scuola passavo tutto il mio tempo sui libri scolastici e non.
Ride.
-E va bene - annuncia -hai vinto tu! - 
-Quando vuoi studiare insieme a me? - Chiedo.
-Possiamo andare nella biblioteca della scuola oggi durante il club di musica. Il gruppo non prova, ci sono gli insegnanti di clarinetto, violino, viola e chitarra il lunedì. Se ci arriviamo proviamo una mezz'oretta prima delle sei. - Dice - tu cosa volevi imparare a suonare? Non mi ricordo. -
-Il pianoforte - rispondo - l'ho praticato per un po' da piccola, poi ho lasciato. -
-Il pianoforte è il mercoledì e giovedì insieme alla batteria, quindi staremo insieme. - Sorride - però visto che siamo tutti nel club possiamo usufluire della sala musica quando vogliamo, ovviamente fino ad una certa ora. Quindi se oggi vuoi essere presente puoi andarci, noi del gruppo ci andiamo quasi sempre, perché tra una cosa e l'altra possiamo sempre provare a scrivere una canzone, ma di solito aiutiamo i novellini, infatti oggi Castiel aiuterà i dilettanti di chitarra insieme al professore Dicalif, e Lysandro quelli del violino insieme alla professoressa Caravatte, è francese. -
Castiel... ma dov'è? 
-Allora oggi andrà benissimo, possiamo studiare. - Sorrido. 
Alza la sua mano per battere il cinque, lo ricambio.
-Ciao ragazzi! - Sento urlare da dietro di me - siete così appartati, non fate gli asociali! Di cosa state parlando?! -
E' Alexy, prende una sedia dal banco di Charlotte, la ragazza mora con il naso all'insù, e la mette proprio davanti a noi, si siede e appoggia le braccia e il viso sul nostro banco. Sorride, ma si nota che è arrabbiato.
-Ma di nulla Alexy - dice Kentin sorridendo felice - Gwendolyn si è offerta di aiutarmi a studiare scienze oggi pomeriggio. -
-Ah - risponde secco - e dove andate? -
-Quì in biblioteca - dico io. - Vuoi venire anche tu? -
-Sì perché no, verrò anche io. - mi prende le mani e mi fissa intensamente - diventeremo grandi amici noi due Gwenny! -
Sono abbastanza presa alla sprovvista, sorrido.
-Sì Alexy! - 
Entra il professor Puskin e Alexy torna al suo posto senza però prima mandare un dolce sorriso a Kentin. 
-Scusate ragazzi per il ritardo - annuncia Puskin - Mi hanno trattenuto in presidenza -
Subito dopo entrano Castiel e Lysandro. Finalmente, mi era mancato così tanto...
Il suo sguardo si posa su di me, lo ricambio con la stessa intensità.
-Professore siamo stati tutto il tempo con il professor Faraize - dice Lys.
-A fare? - Domanda Puskin.
-Abbiamo parlato del club di musica, gli serve l'aula per una riunione, non oggi -
-Va bene, va bene, sedetevi adesso. - dice - iniziamo. -
Castiel è seduto a tre banchi di distanza ed è in un'altra fila, peccato, mi piacerebbe così tanto osservarlo.
Le due ore passano velocemente, e arriva la ricreazione. 
Castiel viene subito verso di me porgendomi una mano e sorridendomi furbo.
-Signorina Rossi, vuole fare una passeggiata con me? -
Siamo nel cortile, non ci teniamo per mano, ci abbracciamo o ci baciamo come tante coppiette stanno facendo, ma solo stare accanto a lui per me è speciale. 
-Ho preparato tutto per stasera - sorride.
-E cosa? - 
-Vedrai poi - dice alzando lo sguardo - ti passo a prendere per la quattro e mezza? -
-No, mi vedo con Kentin e Alexy prima, studiamo insieme, facciamo dopo le sei? - Domando - quanta strada c'è da qui al mare più vicino? -
-Circa venti minuti. - Dice - cosa dovete studiare? -
-Scienze - rispondo - cosa mi devo portare da casa? -
-Nulla, prepario io - 
-Come prepari tu? - Domando - ma non sai cosa fare, tutto deve essere assolutamente disinfettato, senza batteri, cotto alla perfezione, preferibilmente al vapore, e se prepari qualcosa di freddo deve restare ad una certa temperatura, sono allegica alla cipolla, meglio la carne bianca alla carne rossa, la carne rossa è meglio se la mangio solo poche volte al mese -
-Gwendolyn, esiste internet. Fidati di me, se trovi qualcosa che non puoi mangiare, torniamo subito a casa, promesso -
-Va bene -
Mi tira a sé e mi bacia. Davanti a tutti. Adesso sono felice.
Il resto della giornata scolastica trascorre tranquillamente, tra qualche occhiata scambiata di sfuggita con Castiel, e qualche chiacchierata con Kentin. E' davvero un ragazzo simpatico, anche se molto timido.
All'uscita trovo l'automobile di mio padre, ogni tanto anche nella vecchia scuola mi veniva a prendere quando usciva presto da lavoro. Mi è sempre piaciuto sedermi davanti con lui e restare un po' soli, parlando di attualità o semplicemente rimanendo in silenzio con la musica di sottofondo.
-Ti accompagno io? - Mi domanda Castiel che è accanto a me.
-No, c'è mio padre lì - Segno col dito la macchina in lontananza. 
-Va bene - dice - ti passo a prendere alle sei davanti scuola-
-Okay - dico - a dopo -
Mi da un piccolo ma tenero bacio sulla guancia. 
Mi avvio verso l'automobile, mio padre è intendo a leggere un giornale, non vede il mio arrivo.
Apro la portiera della nostra auto tutta blu ed entro.
-Gwendolyn! Mi hai fatto prendere uno spavento! - Ha gli occhi fuori dalle orbite e la mano destra sul petto. - Poteva essere un assassino! -
-Sì papà, un assassino, qui - dico mettendomi la cintura di sicurezza. -Andiamo? - Rido.
-Dammi il mio tempo! Ho appena scoperto di essere il padre di un'assassina! - Ride.
Mette in moto, e alla radio ascoltiamo qualche canzone inglese. Rimaniamo un po' in silenzio, ma non mi dispiace, anzi mi piace questa situazione. Ormai vedo casa nostra da lontano.
Entriamo, e mio padre urla "Titti, amoree!" come nelle vecchie sitcom degli anni settanta, mia madre sbuca subito dopo dalla porta del salone. Sorride al vederci entrambi. Da un bacio casto a mio padre e viene da me abbracciandomi.
-Mi sei mancata tesoro - dice mentre siamo ancora unite - oggi ti ho pensata, hanno trasmesso uno di quei film che ti piacciono tanto, quello con Tom Hanks - ormai è a venti centimetri dal mio volto. 
Tom Hanks è da sempre il mio attore preferito.
-Mamma non ne ha fatto uno solo - 
-Lo so! Ma mi sfugge il nome. - 
Mentre continuiamo a discutere su quale film fosse ci accomodiamo a tavola, cerco di mangiare il più velocemente possibile, voglio farmi una doccia prima di andare da Caren.
-Quello dove sono in una prigione - spiega mia madre.
-Il miglio verde? - Domando.
-Sì quello! - Si rilassa, se non avesse trovato il nome non avrebbe più dormito. E' fatta così, ed io sono uguale.
-Mamma appena torniamo da Caren mi accompagnate direttamente a scuola, studio con due miei compagni di classe -
Il volto di mia madre si illumina, e fissa quello fin troppo sciupato di mio padre Eden, dai capelli scuri come i miei e gli occhi stanchi color nocciola, è da lui chè ho preso il mio naso effettivamente troppo grande.
-Va bene Gwen - sorride mia madre.
-E un'altra cosa -
I miei genitori mi guardano mentre mandano giù un altro boccone di insalata non condita. 
-Stasera posso andare con Castiel al mare? Ceniamo insieme -
Mio padre spalanca gli occhi, che sembrano ancora più grandi di quanto già non siano.
-Al mare?! - Esclama - ma che dici Gwendolyn? -
-E poi mangiare cosa? - Continua mia madre - Gwen nella tua situazione non puoi mangiare chissà cosa! Sei al terzo stadio!-
-E poi al mare Gwendolyn, è inverno! - Dice mio padre - Hai le difese immunitarie bassissime, potresti ammalarti subito. -
-Lo so, lo so e lo so - dico - ma vi prego, lasciatemi andare. -
-Gwendolyn lo diciamo per te - dice più dolcemente mia madre - bisogna evitare anche un piccolo raffreddore nella tua situazione...-
-Mi coprirò fino alla testa! - Li supplico.
-Ma non potete andare da qualche altra parte? - Domanda mio padre.
Flo continua a saltellarmi sulla gamba per avere qualcosa da mangiare, non lo sa che i suoi croccantini sono più gustosi di ciò che ho nel piatto.
-No... io voglio andare al mare - continuo - l'ho chiesto io a Castiel - 
-Amore è dura lo so - vedo le lacrime negli occhi di mia madre - ma non potrete mai fare le cose che fanno le altre coppie, almeno adesso. -
-Quindi è no? - Chiedo di nuovo, sperando in un sì.
-E' no - afferma fermo mio padre.
Mi sento così stanca e debole e triste. Io voglio andare con Castiel.
-Vado a farmi una doccia calda prima di andare da Caren - sorrido leggermente prima di alzarmi dalla tavola.
Con la coda dell'occhio mentre esco dalla porta vedo mia madre che si stringe il volto tra le mani.
Prendo il mio cellulare.
"I miei non vogliono mandarmi al mare" invio a Castiel.
"E' successo qualcosa?" Risponde subito dopo.
"Dicono che è pericoloso nella mia condizione"
"Vuoi che vengo?"
Una lacrima mi cade sullo schermo del telefono.
"Sì ti prego"
"Arrivo" 
Sono solo le due di pomeriggio, alle tre devo andare da Caren. Mi stiro un po' sul letto accucciata al plaid di Natale. Alle due e dieci mi andrò a lavare.
Sento suonare alla porta, guardo l'ora, sono le due e cinque minuti. Possibile che sia già Castiel?
La risposta arriva con l'urlo di mia madre che mi avverte del suo arrivo.
Scendo le scale velocemente, sono al peggio di me: con gli occhiali, spettinatissima e con il pigiama, ma non mi interessa, sono felice di vedere Castiel accanto alla porta.
-Ma che ci fai qui? - Domanda mia madre.
-Sono venuto per vedere Gwendolyn - 
-Ma ora dobbiamo andare da - mia madre si blocca - lo sai no? -
-Dalla dottoressa? Sì lo so - dice - pensavo che avrei potuto accompagnarla io -
-Oh, se per mio marito non è un problema - sorride felice mia mamma - vado a vedere a che punto è in bagno, si stava facendo una doccia, tu siediti pure - fa segno al divano in salotto.
Corro verso di lui e lo abbraccio, lui mi ricambia senza neanche pensarci su.
-Grazie - gli sussurro.
-Come sempre cerchi di sedurmi con il tuo piagiama, piccola Noce.- mi da un bacio sulla guancia.
Lo stringo ancora più forte, mi sento così bene quando sono con lui.
Mia madre torna e noi due ci stacchiamo subito. Anche se non vorrei.
-Ah Gwen, papà sta finendo, comunque va bene - Sorride.
-Okay mamma - dico - io mi dovrei fare una doccia -
-Non ti preoccupare Gwen - dice Castiel - rimango un po' con tua mamma. -
Non sono molto entusiasta di lasciarli soli, ma devo. E so che Castiel vuole parlare con i miei genitori. 
-Va bene - gli sorrido.
Mi faccio le scale a quattro a quattro, Audrey mi segue dopo aver fatto le feste a Castiel. Mi spoglio velocemente, lego i miei capelli e mi infilo nel box doccia. L'acqua calda è così rilassante che potrei starci sotto per ore, ma devo fare in fretta. Mi insapono abbondantemente e mi risciacquo.
Sono già davanti lo specchio con addosso un maglione bianco, un paio di jeans, il giubbotto pesante, un cappello e una sciarpa, i capelli lisci mi ricadono sulle spalle. Mi trucco poco.
Sono le due e trentacinque, sono soli da circa trenta minuti. Non so cosa stia succedendo, ma mi fido dei miei genitori e mi fido di Castiel.
Alle due e quaranta ho finito e sono già sulle scale. 
Trovo tutti e tre, quattro contando Flo seduta accanto a Castiel, intenti a parlare tra loro, ma appena si accorgono della mia presenza smettono. Si alzano tutti.
-Gwendolyn, vogliamo andare? - Dice Castiel con uno strano sguardo.
Noto che mia madre ha pianto, ormai conosco il suo viso dopo le dannate lacrime.
Mio padre è serio, ma anche triste. 
-Andiamo - faccio finta di niente.
Li raggiungo, do un bacio a mio padre, e abbraccio mia madre. "Stai attenta" mi sussurra.
Io e Castiel usciamo da casa. Mi prende subito per la vita, continuando a camminare.
-Cos'è successo? - Domando.
-Niente tranquilla - abbassa lo sguardo verso di me - perché non ti lasci gli occhiali? Ti stanno bene -
-Castiel dico sul serio - 
-Anche io - dice - ti danno un'aria da intelletuale, e copre un po' il tuo naso - 
Mi picchietta con l'indice la punta del mio naso.
Arriviamo davanti la macchina, lui si siede al posto di guida ed io accanto.
-Mi vuoi dire di cosa avete parlato? - Domando.
-Niente - dice - e comunque spero che tu abbia fame stasera -
-Stasera? -
-La nostra cenetta al mare, ricordi? Bhé si fa - annuncia.
-Davvero? - Il mio viso si illumina
-Sì - sorride.
-Non ci credo! - Lo bacio sulle labbra, ancora non siamo partiti - come sei riuscito a convincerli? -
-Segreto - 
Mette in moto l'auto. 
-Sai dove andare? - Domando, ancora felicissima.
-Sì, me lo sono fatto spiegare - 
-Sei incredibile - dico.
-Lo so - dice - sono praticamente perfetto. -
Gli do un leggero pungno sul braccio, ridendo.
Arriviamo quasi subito, come sempre.
Scendiamo dall'automobile, lo aspetto, voglio camminare accanto a lui. Lo stringo forte.
-Sei sicuro di voler entrare? - 
-Sicurissimo - risponde - andiamo? -
-Sì, Castiel. -
Saliamo con l'ascensore insieme ad una signora paffutella che non avevo ancora visto nel palazzo. Io e Castiel rimaniamo abbracciati accanto al pannello con scritto i numeri dei piani, c'è spazio per entrambi, ma ne occupiamo solo uno. 
Bussiamo e Caren ci apre, radiosa. 
-Amore! - Mi prende tra le braccia e mi stritola.
-Ciao Caren - la saluto, staccandomi non troppo bruscamente.
-Mmm, e lui? - Segna Castiel col dito, sorridendo furba.
-Sono Castiel - cerca di sorridere normalmente.
-Io sono Caren - lo abbraccia. Castiel non ricambia, ma mi da comunque fastidio che lui non se la scolli di dosso, nonostante abbia più di quarant'anni.
-Venite, sedetevi due minuti - ci guida Caren fino alla sua scrivania con le tre sedie davanti, sono sicura che le aveva preparate per me, mia madre e mio padre.
-Allora come ti senti Gwendolyn? - Mi domanda Caren, dall'altro lato della scrivania.
-Bene - dico. 
-Mangi? - Chiede - oggi ti peserò.
-Sì mangio - 
-Mi fa piacere tesoro - dice - preparo la bilancia, tu levati le scarpe -
Faccio come mi dice e tolgo le mie Nike.
-Perché non mi parlate un po' di voi - dice Caren dall'altra parte della stanza mentre sistema la bilancia, cliccando qualche pulsante.
-Cosa vuole sapere? - Domanda Castiel.
-Bhé, mi pare ovvio che vorrei sapere se state insieme - ride Caren.
Ogni volta questa domanda ci mette entrambi in difficoltà. Ci stiamo frequentando. 
-Sì stiamo insieme - annuncia Castiel.
La sua risposta mi sorprende, sono sicura che l'ha detto solo per fare contenta Caren.
-LO SAPEVO! - Esclama la mia dottoressa - e perché non me l'hai detto Gwen?! -
Forse perché non mi stai particolarmente simpatica?
-E' successo tutto così velocemente Caren - dico - te l'avrei detto sicuramente presto. -
-Lo so tesoro - dice - su vieni. -
Vado verso di lei, faccio cenno a Castiel che se vuole può restare lì, ma lui mi segue lo stesso. Mi metto con le calzette e senza giubbotto sulla bilancia, rimango ferma, respiro regolarmente. Spero di aver messo almeno 3 kg.
- 44 Kg. - dice sconfitta Caren.
Ne ho persi due.
-Hai perso peso Gwendolyn, quante volte mangi al giorno? - 
-Tre Caren -
-Tre? Dovresti mangiare almeno due pasti completi e quattro spuntini sempre nutrienti. - dice Caren - chiamerò tua madre e glielo dirò, se continui così scomparirai! -
Io mangio come una persona assolutamente normale, ma non riesco mai ad ingrassare, la mia malattia mi sta riducendo pelle e ossa. Dopo la chemio sono riuscita a mettere su una decina di Kg. Solo che dopo sono sempre scesa, a volta ne mettevo uno o due, ma sono rimasta comunque sempre sottopeso. Non sarò mai bella e formosa come tutte le ragazze.
-Lo so Caren - ammetto - mangerò di più -
Guardo Castiel, ha sul volto un' espressione mista tra rabbia e tristezza. Mi dispiace che assista a questo. Menomale che Caren non mi ha fatto mettere in biancheria intima, avrebbe visto il mio ridicolo corpo.
-Mettiti sul lettino - dice Caren arrabbiata - voglio farti un'ecografia.
Faccio come mi dice e alzo la maglia fino al fegato, mi si vedono le ossa. Non voglio che Castiel mi guardi faccio schifo. Mi mette il liquido denso sulla parte alta dell'addome e inizia a cercare qualcosa di anomalo. Tutto il mio fegato è anomalo. 
-Gwendolyn... - inizia Caren - stai peggiorando-
Il mondo torna a crollarmi addosso.
-Il tuo fegato è gonfio, per fortuna però nessun nuovo tumore, temo che oltre alle iniezioni dovrai riiniziare a prendere le Gallux, tre volte al giorno. -
Di nuovo le pillole che distruggono il mio sistema immunitario. Fantastico. Adesso non sarei uscita più di casa, ma non ho altra scelta, se non quella di imboccarmi di farmaci... io voglio guarire, voglio sottopormi subito a quell'intervento così rischioso che può salvarmi la vita.
-D'accordo, le prenderò - dico.
-Mi occuperò io di lei - dice d'un tratto Castiel proprio accanto al lettino su cui sono stirata- starò attento che mangi e che prenda le sue pillole - 
-Ne sono sicura - sorride dolcemente Caren.
Lo guardo, ma lui non guarda me, il suo viso è fisso su un punto indecifrato della stanza dal colore rosso. Vorrei tanto abbracciarlo e baciarlo, lasciarlo e abbandonarlo. Non mi merita, non lo merito, gli rovinerò la vita, lo ferirò, già lo so, l'ho sempre fatto con tutti. Non importa se la mia malattia mi sta uccidendo, devo pur iniziare a farmene una ragione, presto tutto questo finirà, ma sta uccidendo la mia famiglia e chi mi sta intorno. E non lo meritano, è questo il costo che deve pagare chiunque mi stia vicino? Chiunque mi voglia bene e mi ami? Perché? Non troverò mai una risposta a questa domanda, ma se esiste una vita dopo la morte e quindi, seguendo questa teoria, ho già vissuto una vita precedente, devo essere stata proprio cattiva per meritarmi questo, proprio come lo sono adesso. 
Allungo il braccio e gli prendo la mano, non so cos'altro fare. Lui stringe.
-Gwen facciamo l'iniezione così puoi andare, va bene? - Dice Caren.
-Okay - lascio la mano di Castiel e torno con la testa appoggiata al piccolo e morbido cuscinetto.
Caren sorride e si allontana a prendere la siringa.
-Ehi, come stai? - Sussurro debolmente a Castiel.
Si volta verso di me, ha il viso stanco, sorride poco e mi da un bacio sulla fronte. "Sto bene" dice.
Caren torna subito con la siringa in mano e nuovi guanti bianchi.
-Bene tesoro, sei pronta? - Domanda Caren.
-Sì - 
Prende un punto diverso dal solito, il livido è veramente scuro, meglio lasciarlo guarire un po'. Il dolore però è sempre quello. Un ago che ti trafigge l'intero corpo. Mette il grosso cerotto. Faccio un po' fatica a rimettermi in piedi.
-E noi abbiamo finito Gwenny, puoi andare - annuncia Caren.
-Novità? - Dico velocemente prima che vada a cercare le Gallux. 
-No cara - non si è voltata nemmeno. 
Trova subito le pillole e me le porge. Ci salutiamo con un caldo abbraccio ed io e Castiel lasciamo il suo studio. 
Non avevo mai fatto caso a come le mani di Castiel fossero così morbide e fredde, stringerle mi sembra quasi un regalo prezioso, sono così fortunata ad essere qua a contemplarle. Ne prendo una e me la porto alle labbra, le soffio sopra tentando di riscaldarla. Lui mi guarda arrossendo. Lascia la mia mano e mi prende tra le braccia. Le sue meravigliose e grandi braccia in grado di coprirmi tutta donandomi protezione dal resto del mondo.
Non ho voglia di dire niente, voglio godermi questo momento in silenzio.
"E' stata più dura di quel che mi aspettassi" dice piano al mio orecchio.
Lo bacio intensamente, in questo momento esistiamo solo noi due.
Sono così cattiva ed egoista.
Ci stacchiamo non appena le porte dell'ascensore si aprono.
***
-Insomma Kentin, devi solo dire che il modello atomico di Thomson anche detto modello a panettone dell'atomo proposto da Joseph John Thomson, che scoprì l'elettrone nel 1897, fu proposto nel 1904 prima della scoperta del nucleo atomico. In questo modello, l'atomo è costituito da una distribuzione di carica positiva diffusa all'interno della quale sono inserite le cariche negative. Nel complesso l'atomo è elettricamente neutro! - Dico esasperata.
-NO! Non ci riesco! Faccio schifo! Sono inutile! - Esclama Kentin portandosi entrambe le mani sulla faccia e sbattendo la testa sul tavolo della biblioteca su cui siamo seduti.
Alexy si alza dalla sua sedia e si posiziona dietro Kentin, massaggiandogli le spalle -andiamo Kentin, so che puoi farcela io credo in te! - dice con motivazione, ad alta voce.
-Shhh! - Fa segno Armin.
-Ci vogliamo sbrigare?! - Sbotta Castiel.
-Non me ne andrò di qui finché Kentin non saprà perfettamente i primi modelli atomici! - Dico.
La biblioteca della scuola è molto grande, non l'avevo ancora vista da quando sono arrivata qui. Si possono trovare libri di ogni genere, molti di questi li ho anche a casa. Gli scaffali sono posizionati uno dietro l'altro come nelle classiche scuole americane che in Italia vedevo in TV. Sembra davvero un sogno essere qui. Alla fine al nostro piccolo gruppo si sono uniti anche Castiel e Armin, ma non aiutano.
E' da più di un'ora che io e Alexy cerchiamo di spiegare la lezione di biologia a Kentin, ma è tutto inutile. Sono quasi le sei del pomeriggio, tra poco dovrò andare con Castiel.
-Su Kentin ripeti dopo di me - inizio - il modello fu confutato dall'esperimento di Geiger e Marsden nel 1908, interpretato da Ernest Rutherford nel 1911 che propose un proprio modello atomico alternativo nel quale la carica positiva era concentrata in un nucleo. - 
-Gwendolyn basta! Ho bisogno di una pausa, il mio corpo richiede cioccolata - si alza dalla sedia Kentin.
-Ken torna subito qui! - Corre verso di lui Alexy - non puoi scappare dalle tue priorità! -
-E' veramente irrecuperabile - dice Armin portandosi una mano sulla fronte. 
-Io direi di andare a questo punto, Gwendolyn - annuncia Castiel.
-Non torna più vero? - Domando ad Armin.
-Mi sa proprio di no - Risponde.
-E se lo vado a cercare? - Chiedo.
-Basta Gwen è inutile! Vogliamo andare? - Ripete nuovamente Castiel.
Mi arrendo.
-Va bene - dico.
Salutiamo Armin, passiamo dal cortile dove troviamo Alexy e Kentin, salutiamo anche loro, e rimprovo Kentin per essere scappato. 
Saliamo in macchina, se non ci sbrighiamo perderemo il tramonto sul mare.
-Sei pronta? - 
-E' ovvio -
Passiamo il tempo in macchina ascoltando musica restando in silenzio, ma non mi dispiace, c'è una bella atmosfera. Chiamo i miei genitori per farli stare tranquilli.
***
Vedo il mare in lontananza. E' così bello, le onde si infrangono sugli scogli, immagino che questo sia il periodo perfetto per i surfisti. 
-Cass vedo il mare! - Esclamo.
-Sì siamo quasi arrivati Gwen - sorride.
-Sono così felice - 
-Mi fa piacere -
Parcheggiamo vicino all'entrata. 
La spiaggia, da qui, non è molto grande, sono molti di più gli scogli, è tutta illuminata da lampioni posizionati sulla banchina, poco sopra l'inizio della sabbia. Il mare invece è uno spettacolo stupendo. 
Scendiamo e vado subito ad abbracciare Castiel, lui ricambia sistemandomi il cappello e la sciarpa. 
-Copriti Noce. -
Apre il cofano e trovo tantissime coperte, almeno dieci. 
-Stai scherzando vero? - Domando sorpresa.
-Non devi prendere neanche un briciolo di freddo -
Prende due plaid e me li mette addosso. 
-Signorina Rossi, vogliamo andare? - Mi porge un braccio. 
-Certamente signor. Smith -
Prende il resto delle coperte ed ci avventuriamo verso l'entrata della spiaggia. Vedo in lontananza una tenda grande azzurra e un falò accesso proprio lì davanti. Il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Ha davvero fatto tutto questo per me.
-Ma come hai fatto?! -
-Mi sono fatto aiutare lo ammetto - 
-Da chi? -
-Non ha importanza -
Ci avviciniamo alla tenda mano nella mano. Fa freddo, ma il mio corpo sta buttando fuoco. Per l'imbarazzo e per l'emozione.
-Prego - mi porge una mano e mi fa sedere dentro la tenda, dove troviamo dei piatti coperti, ancora caldi. 
-Sei incredibile Castiel, incredibile -
-Tu sei incredibile Gwendolyn - si siede accanto a me.
Apriamo i piatti e troviamo del pollo e delle verdure cotte al vapore.
-Altro che pizza eh? - Dico ridendo.
-Questo è molto meglio  - dice mettendosi in bocca un un po' di pollo.
Poso il boccone che sto per mangiare.
-Perché Castiel? - 
-Perché cosa? -
-Perché sei qui con me stasera? -
-Perché il mare è nella tua lista -
-Perché mi hai fatto scrivere una lista? -
-Perché voglio farti stare bene -
-Ma così non stai bene tu - dico - stai soffrendo. -
-Io sto benissimo qui con te - dice guardandomi negli occhi - e non soffro -
-Sì invece, si vede -
-Gwendolyn come posso non star male? - Dice - soffro nel vederti stare così -
-Non è giusto, non meriti questo - faccio una pausa - hai bisogno di una ragazza bella, intelligente, simpatica e -
-E senza cancro? -
-E che possa vivere mille esperienze con te senza limiti dettati dalla mia malattia, e soprattutto che possa invecchiare con te -
-Tu puoi invecchiare con me, dopo il trapianto starai bene -
-Castiel devi metterti in testa che il trapianto può uccidermi, e che comunque non sappiamo quando arriverà un fegato, può essere domani come tra dieci anni. Il mio tempo sta scadendo -
-Gwendolyn tu devi metterti in testa che non mi importa della tua malattia, non mi importa che invece della pizza mangi le verdure, non mi importa del tuo tempo che sta scadendo, io voglio stare con te! - Esclama arrabbiato con le lacrime agli occhi.
Sta soffrendo e la colpa è solo mia. 
-Castiel lasciami, adesso -
-Non posso -
-Ti prego, lasciami adesso -
-Perché? -
-Perché io non ci riesco -
-Neanche io Gwen - dice - ti prego fammi stare con te finché posso -
-Castiel io ti piaccio così tanto? -
-Sì -
-Ma perché? -
-Non si può spiegare il perché ti piace una persona, lo senti dentro e basta. - Dice -  io ti sento dentro e basta -
-Dimmi almeno un motivo, uno solo - 
-Sei divertente, bella, piccola, dolce, forte, viva, mi fai sorridere, mi fai battere il cuore e sentire le farfalle nello stomaco. Non so cosa mi stai facendo, ma non ne posso fare a meno - 
-Cosa hai pensato quando ti ho detto della mia malattia? -
Resta a pensare circa venti secondi.
-Non lo so -
-Come non lo sai? -
-E' un dolore strano, non l'avevo mai provato - 
-Soffri sempre per colpa mia -
-Non è colpa tua -
-Ma se non mi avessi conosciuta -
-La mia vita non avrebbe ancora un senso - completa.
-Quindi adesso ha un senso? -
-Voglio renderti felice Gwen, te l'ho detto. Voglio stare con te. -
Lo prendo tra le braccia.
-Scusa - 
-Perché? -
-Zitto e accetta le mie scuse -
-Scuse accettate -
Restiamo così per un po' , i miei occhi iniziano a fabbricare così tante lacrime che non riesco a trattenerle, bagnano il collo di Castiel. 
-Andiamo non piangere - si sta staccando.
-No! -Lo trattengo - restiamo così-
-Va bene -
Questo è il momento più bello della mia vita. Tra le braccia di Castiel, sulla spiaggia, accanto ad un falò con solo il rumore del mare di sottofondo. Mi sto innamorando? E' l'amore che mi rende così? Penso proprio di sì, e non mi dispiace affatto.
***
-Mia mamma mi ha chiamata cinquantadue volte! Mi crederà morta! -
-Richiamala, dille che ci siamo appena partiti - Castiel ha messo in moto la macchina.
La chiamo e riesco a tranquillizzarla. Appena torno mi uccide. 
-Tutto apposto? - Mi chiede.
-Sì tranquillo - gli sorrido.
-Allora sulla tua lista cosa viene dopo? - 
-Siamo sul podio, è la penultima cosa che voglio fare -
-E cosa vuoi? -
-Inizialmente volevo fare un'altra cosa - dico - ma adesso voglio fare qualcosa di folle -
-E cosa? - Ride.
-Voglio provare il bungee jumping -
-Sei pazza -
-No, voglio farlo davvero! Sono cose da fare una volta nella vita, e io lo voglio fare! - 
-Cercherò dove farlo - 
 In realtà le cose che voglio fare prima di morire sarebbero almeno mille, ma nelle mie condizioni non mi è permesso fare niente. Mi accontenterò. 
-Ho sonno, non vedo l'ora di andare a dormire - dico.
-Siamo quasi arrivati, resisti Noce -
-Grazie di tutto -
-Grazie a te Gwenny -
***
In assoluto la giornata più bella di sempre. 
 
***
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutte lettrici della mia storia! Scusate il ritardo con cui ho pubblicato il capitolo, ma in quest'ultimo periodo ho avuto un sacco di cose fare. Spero di essere più costante da ora in poi.
Devo dirvi alcune cose che riguardano il capitolo, allora:
Ho fatto molti riferimenti a libri, film, attori e cantanti.
Vi spiego chi sono o cosa sono, in caso non li conosceste.


AMABILI RESTI: uno dei miei libri preferiti, hanno fatto anche il film. Ve lo consiglio davvero tanto. Vi farà riflettere su molte cose.
Trama : Susie Salmon, una quattordicenne assassinata in seguito a uno stupro, narra gli avvenimenti che seguono la sua morte. La ragazza si trova in un paradiso personale, chiamato il Cielo, dal quale vede la sua famiglia traumatizzata dal dolore della perdita, mentre il suo assassino sfugge alla giustizia e si prepara a uccidere di nuovo.Susie, guardando sulla Terra può vedere le vite e sentire i pensieri delle persone che conosceva, incluso il suo assassino, ma non può interagire direttamente con loro. A volte i membri della sua famiglia sulla Terra la riescono a vedere per un breve lasso di tempo.
TOM HANKS E IL MIGLIO VERDE: Lui è un grande, come il Miglio Verde, uno dei film più belli di sempre. 
Trama: 
La storia è raccontata in prima persona da Paul Edgecombe, capo delle guardie del braccio della morte (il Blocco E) del carcere di Cold Mountain, che la scrive all'età di 104 anni in un ospizio dove ricorda della sua passata avventura negli anni trenta. Il corridoio che dalle celle del Blocco E conduce alla sedia elettrica (scherzosamente soprannominata "Old Sparky", la "vecchia scintillante"), che nelle altre carceri è chiamato "l'ultimo miglio", a Cold Mountain è chiamato, per via del colore del pavimento, "il miglio verde". Il compito di Paul e del suo team è quello di badare ai prigionieri del blocco E e di eseguire materialmente l'esecuzione.
BIRDY: Birdy è una delle mie cantanti preferite. Vi consiglio di ascoltare Skinny Love. Cliccate sulla foto sottostante:

 
A presto, cuore di carta.
 
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: cuore di carta