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Autore: Persefone3    15/02/2015    7 recensioni
Ingrid è appena stata sconfitta e Gold è stato cacciato. La normalità sembra tornata, ma quanto può durare a Storybrooke? Cosa succede a Emma se qualcuno decide di ritornare e reclamare ciò che secondo lui gli spetta di diritto? Riuscirà anche questa volta Hook ad aiutare la nostra Salvatrice nelle sue peripezie? E se la vera lotta fosse contro la parte più oscura che si cela in ognuno di noi?
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I. The curtain raises up

Hook era appena rientrato nella sua stanza. La festa da Granny per la tranquillità appena ritrovata, dopo la sconfitta della Snow Queen e l’allontanamento di Gold, era stata un successone. Certo se Emma fosse rimasta a dormire da lui sarebbe stato perfetto, l’apoteosi, ma non si poteva avere tutto nella stessa sera. Il pirata si sfilò la giacca di pelle ed andò in bagno. Quando ne uscì, si infilò immediatamente nel letto. Sdraiato con le braccia dietro la testa, ripensava a come era stata bella la complicità che lui e la bionda avevano ristabilito, dopo la piccola incomprensione per il suo cuore. E ancora una volta sentì netta la sua mancanza. Era rimasta a dormire una sola volta e da allora gli faceva strano stare solo in quel letto. Desiderava una vita con lei più di quanto avesse osato immaginare. Si sentiva completo solo quando era al suo fianco. Si sistemò la coperta e decise di abbandonarsi al sonno.
Era nel bel mezzo di un sogno strano, quando sentì una voce familiare chiamarlo da lontano.

- Killian! Killian!

Hook rimase un momento sospeso, come se non riuscisse a distinguere tra sogno e realtà. Ma fu solo quando riconobbe il rumore dei pugni sulla porta che capì che non era un sogno.

- Killian, ti prego! Sono io …

Il pirata aprì gli occhi: quella voce l’avrebbe riconosciuta ovunque, era come una specie di richiamo per lui. Si alzò immediatamente dal letto e si precipitò alla porta in pigiama. Aveva ancora la mente un po’ annebbiata e non mise subito a fuoco quello che stava succedendo. Quando aprì la porta, si ritrovò davanti una Emma sconvolta e in lacrime.

- Amore, che succede? Stai bene?

Non appena Emma lo vide, non poté fare a meno di gettarsi al suo collo e piangere senza freni.

- Killian, posso passare la notte da te?
- Certo amore, ma calmati.

Killian sentì che Emma era bagnata e solo allora si accorse della pioggia che stava scendendo.

- Non rimaniamo sulla porta, entriamo e raccontami tutto.

Non appena Hook chiuse a chiave la porta dietro di loro, Emma tornò ad abbracciarlo con forza.

- Allora mi vuoi dire che è successo?

Emma annuì con la testa.

- Prima però, togliti questi vestiti bagnati.
- Non ho portato niente con me … ma dove ho la testa?
- Nel primo cassetto del comodino c’è il cambio che hai lasciato l’altra volta. Usa quello. E io vado a prepararti qualcosa di caldo.

Emma gli sorrise dolcemente e fece come aveva detto il pirata. Quando uscì dal bagno, Hook la stava aspettando con una tazza di cioccolata calda.

- Ma guardati Capitano, sei proprio diventato un uomo del XXI° secolo!
- Spiritosona, tieni e ora raccontami tutto.

Emma si sedette sul divano con la tazza in mano. Ne bevve un sorso. Il suo corpo, però, fu scosso da qualche brivido.

- Emma, senti ancora freddo?
- Un po’, ma ora mi passa.

Hook si avvicinò all’armadio e prese una coperta più pesante. Ci avvolse la salvatrice, prima di sedersi accanto a lei.

- Grazie.
- Prego, fammi un po’ di posto e raccontami tutto.

Emma fece passare la coperta sulle spalle del capitano e si rannicchiò tra le sue braccia prima di riprendere a parlare.

- Dopo che ci hai accompagnati a casa, Henry ed io siamo andati subito a dormire. Sembrava tutto, tranquillo. A un certo punto, non so dirti che ore erano, sento che Henry mi sta chiamando con voce spaventata. Mi dice di aver sentito dei rumori al piano di sotto. Gli faccio promettere di aspettarmi di sopra e di non scendere per nessun motivo. Quando arrivo al piano di sotto, non credo ai miei occhi: il soggiorno è completamente a soqquadro e i muri sono tutti imbrattati. Alle mie spalle sento qualcuno che scappa. Mi giro ma non faccio in tempo a vedere chi c’è. Mi accorgo però che la porta è scassinata. Corro su da Henry, gli dico di preparare una borsa velocemente perché lo porto da Regina. Io non sapevo dove andare. E piombare a casa dei miei a quest’ora con il bambino piccolo. E poi mi avrebbero fatto una sfilza di domande a cui non ho proprio voglia di rispondere. Così ho pensato che … magari … tu …
Hook la baciò dolcemente per rassicurarla.
- Hai fatto  benissimo tesoro. Sai che facciamo? Domani mattina andiamo a vedere bene cosa è successo nel tuo appartamento. Per ora è meglio andare a dormire. Hai bisogno di riposarti.

Il pirata la prese tra le braccia e la portò verso il letto. La fece stendere e le rimboccò le coperte. Non appena Killian si sdraiò accanto a lei, la donna tornò a stringersi a lui.

- Tranquilla tesoro, niente potrà accaderti qui con me.
- Lo so. Buonanotte amore.
- Buonanotte, dolce cigno.

Nel buio della notte due occhi rossi avevano seguito Emma fino lì, non l’avevano mai persa di vista. La desideravano ardentemente e l’avrebbero avuta. Quel pirata era solo un dettaglio, uno stupido scarafaggio che non si meritava altro che essere schiacciato miseramente.
Quando Hook aprì gli occhi la mattina dopo, pensò di aver sognato. Quando si ritrovò steso accanto il corpo addormentato di Emma, si sentì l’uomo più felice del mondo. Si avvicinò per posare un bacio su quella labbra che amava assaporare.

- Capitano, sono Emma, non la bella addormentata …
- Buongiorno Emma, dormito bene?
- Benissimo. Ma il risveglio potrebbe essere ancora migliore …
- Forse comincio a capire … - disse Hook sdraiandosi su di lei.

Uscirono da Granny abbracciati, con un bicchiere caldo di caffè in mano e il resto della colazione che non avevano finito dentro. Nonostante l’incidente della notte appena passata, Emma si sentiva più sollevata: Killian aveva quel magnifico potere su di lei. Mentre camminava, l’uomo le aveva circondato le spalle con un braccio e le stava sorridendo dolcemente.
Quella bellissima armonia andò in frantumi quando arrivarono davanti al maggiolino: era imbrattato di vernice e i finestrini erano stati frantumati in mille pezzi. Rimasero entrambi ammutoliti. Chi poteva aver fatto una cosa del genere?

- Tesoro, qui la faccenda si fa seria.
- Lo so.
- Non sognare che ti lasci un solo momento. Qualcuno qui è proprio con te che ce l’ha.  


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Questa storia mi ronza nella testa già da un po' di tempo. Spero che possa piacervi. Si tratta della prima storia più articolata che scrivo in questo fandom, perdonate qualche errore o svista, anche se cercherò di stare molto attenta a non scrivere castronerie. Cerceherò di aggiornarla una volta alla settimana con regolarità, impegni permettendo. Non so ancora quanto sarà lunga, ma l'ossatura centrale è tutta delineata, quindi non dovrei avere grossi problemi. Grazie dell'attenzione e al prossimo aggiornamento.

Persefone
  
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