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Autore: Tota22    15/02/2015    3 recensioni
Una villetta nella zona residenziale di un'anonima cittadina americana diventa teatro dello scontro tra due ragazze. Prima sfidante: Cherry una sedicenne punk, egocentrica e affetta da ribellione adolescenziale cronica. Seconda sfidante: Lynn, un'altra sedicenne, snob e con una sindrome ossessiva compulsiva per ordine, pulizia e organizzazione. I pazzi eventi di un weekend di fine agosto saranno inspiegabilmente innescati da delle merendine, dei dolcetti allegri e un dessert.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La saga delle merendine

Capitolo 6

Il falco e la foresta nera


Lynn aprì la portiera della Ford appoggiando i piedi sul pavimento grezzo del garage, si stropicciò gli occhi e tentò di legarsi i capelli in modo decente. Mentre cercava un elastico intorno al polso, l'occhio le cadde sull'orologio.

-Cosaaaaaa!? Quasi le undici?- Gli zii sarebbero tornati tra quattro ore e non voleva neanche immaginare il disastro che c'era in casa.
 Come una scheggia si precipitò in soggiorno per trovare sua cugina e i suoi amici addormentati, su divani e poltrone, con un'espressione così serafica e tranquilla sui loro visi da far sembrare che non avessero una preoccupazione al mondo.
Lynn cominciò  a scuotere le spalle dei quattro ragazzi, chiamare i loro nomi, tirare piccoli calci negli stinchi, fare il solletico. Niente. Non volevano saperne di svegliarsi.
- Ma cosa hanno ingoiato per dormire così.. le gocce alla valeriana dei gemelli?-  disse spazientita Lynn.
Si guardò intorno nel salotto devastato, in cerca di un aiuto, finché afferrò le bacchette di Cherry abbandonate sul tappeto.
Si sedette allo sgabello di fronte alla batteria e un sorriso da bambina le si dipinse sul volto.
-Ho sempre sognato di poterlo fare!- detto ciò si scatenò, pestando tamburi e piatti come una matta in modo scompagnato e cacofonico.
Tre teste si alzarono di scatto, allarmate, registrando il pericolo. Appena si resero conto che era solo Lynn che provava un assolo alla batteria cominciarono a protestare.
-Ma ti sembra il modo di svegliare le persone?- disse Rachelle stropicciando così tanto gli occhi che sembrava volesse cavarseli fuori.
Tobias si limitò a grugnire coprendosi la faccia con un cuscino, mentre Dom ormai si era alzato in piedi e cominciava a stiracchiarsi.
- Non te l'ha mai raccontato nessuno che per svegliare qualcuno che dorme una principessa deve dare un bacio, non distruggere le orecchie con suoni molesti?-
Tobias aggiunse con voce scocciata:-non sono le principesse che danno i baci è il contrario, zucca vuota!-

In tutta questa discussione l'unica che non si era mossa era Cherry che continuava a russare indisturbata, spalmata sul divano.
Dopo cinque minuti di inutili tentativi e le proteste dei Moschettieri ( sapevano quanto fosse intrattabile la strega appena sveglia), Lynn passò alle maniere pesanti versando in faccia  alla cugina un bicchiere d'acqua gelata.
Dopo che Cherry si fu calmata dai suoi istinti omicidi, nonostante le buone intenzioni di tregua pacifica stipulate la sera prima, i cinque ragazzi si misero a fare il punto della situazione.
La casa era seriamente un disastro, ma la stanza messa peggio era il soggiorno con tanto di buchi nel cartongesso dovuti ai simpatici ospiti della sera prima. Lynn aveva chiesto ai ragazzi cosa fosse successo mentre lei era in garage. Dom le spiegò che i brutti ceffi, quando aveva visto i loro due capi svenuti sul pavimento, erano rimasti pietrificati. Dopodiché, sentito l'allarme, se li erano caricati sulle spalle e avevano tagliato la corda,  seguiti dal resto dei punk che non era già andato via e che non aveva nessuna intenzione di farsi beccare dalla polizia. Stremati Cherry e i Moschettieri si erano addormentati sul divano, presi dalla stessa stanchezza euforica che Lynn aveva provato sul sedile della vecchia Ford scivolando nel sonno.

Quest'ultima, dotata di grandi capacità organizzative, stava già progettando nella sua testa il piano di restauro della casa da portate a termine in poco meno di quattro ore. Di certo erano solo in cinque e sarebbe stata dura, ma se si impegnavano potevano farcela al pelo. La ragazza iniziò a spiegare a tutti gli altri le sue idee, mentre bevevano caffè e mangiavano pane tostato con  burro di noccioline e marmellata ( trovati miracolosamente nella dispensa in cui ormai c'era l'eco).

- Beh adesso dobbiamo solo dare una sistemata alla casa, per il resto è tutto pronto.  Per fortuna ci sono ancora le riserve di cibo congelato in cantina per il barbecue con i colleghi di zio George, ho controllato prima di salire. Forse dovremmo fare un salto al discount aperto di domenica per comprare stuzzichini, patatine e bibite... giusto per riempire un po' la dispensa. Il dolce invece l'ha portato il fattorino e Cherry l'ha ritirato quindi... a proposito dov'è il dolce?-

A quella domanda Cherry per poco non sputò il caffè in faccia a Rachelle, che sedeva di fronte a lei. L'ultima cosa che ricordava era di aver appoggiato il cartone sul bancone della cucina, prima di reclutare il suo esercito punk per portare distruzione in camera di Lynn. I suoi occhi verdi perlustrarono frenetici l'intera cucina senza trovare traccia della scatola bianca contenente la torta preferita di suo padre: La torta della foresta nera. Un triplo strato di pan di spagna al cioccolato e crema farcita alle ciliegie. Sua madre l'aveva prenotata nella più rinomata pasticceria della città per fare una sorpresa al marito e si era raccomandata mille volte di ricordarsi di metterla in frigo appena il fattorino l'avesse consegnata, altrimenti la torta si sarebbe squagliata come neve al sole.
Cherry si gettò verso il frigo e ne spalancò il portellone. Grazie al cielo! Il cartone campeggiava nel ripiano centrale dell'elettrodomestico circondato da desolazione.
La strega prelevò il cartone e lo appoggiò sul bancone con mani tremanti. In frigo non ce l'aveva messo lei e sentiva un bruttissimo presentimento attanagliarle lo stomaco.
-Ragazzi guardate voi, io non ho il coraggio- disse Cherry coprendosi gli occhi mentre sollevava il coperchio.
-Adesso siamo seriamente fregati- disse Tobias sconsolato grattandosi la nuca.
Quello che c'era nel cartone non assomigliava per niente a una torta, anzi non assomigliava a niente di commestibile. La torta aveva l'aspetto di qualcosa che si era sciolto completamente e poi era stato rimesso a congelare, per altro ne mancava almeno la metà che sembrava essere stata strappata con le mani o addirittura con la bocca. Il risultato: un accrocchio marrone e pasticciato era l'unica cosa rimasta sul fondo della scatola. Tutti iniziarono a urlare a protestare e a rimproverare Cherry, che si sentiva mortificata. Invece Lynn rimase immobile ad occhi chiusi con le dita premute sulle tempie mentre il suo cervello lavorava febbrilmente, elaborando un nuovo piano con annesse modifiche.
-Zitti tutti! Ho la soluzione!- esclamò ammutolendo gli altri. - Ho bisogno del vostro aiuto, non possiamo farcela noi cinque da soli, dobbiamo trovare almeno un altro paio di persone, adesso ascoltatemi attentamente-.
Il piano di Lynn era il seguente. Dato che era domenica e le pasticcerie erano chiuse, lei avrebbe ricreato la torta della foresta nera ( poiché aveva già esperienza in cucina grazie al suo corso di pasticceria austriaca che aveva fatto due anni prima). Per prima cosa sarebbe andata con un volontario (a caso), Tobias, al discount aperto sette giorni su sette per comprare gli ingredienti e il cibo mancante per la cena aziendale. Gli altri tre sarebbero dovuti andare in giro per il quartiere a reclutare aiutanti per sistemare la casa. In mezzora, a partire da quel momento, si sarebbero trovati di nuovo in salotto per suddividersi i compiti e partire con la bonifica della casa mentre Lynn avrebbe cucinato il dolce.
Tutti acconsentirono sollevati, ma Cherry aveva un dubbio.
-Scusa se te lo dico Lynn, ma con cosa hai intenzione di pagare? Se fai affidamento sulla tua... ehm riserva segreta credo di doverti confessare una cosa...-
Dopo le spiegazioni di Cherry, Lynn si rese conto, dopo averla insultata, di non avere abbastanza soldi per comprare tutta quella roba. Per la seconda volta quel giorno l'occhio le cadde sul suo orologio, ma questa volta non per guardare l'ora.
-Ci sono! Vicino al discount c'è un banco dei pegni, dovrebbe essere aperto. Impegnerò il mio orologio. Me l'ha regalato mia madre per il mio undicesimo compleanno, quando ancora si ricordava che esisto, e vale un bel po' ne sono sicura. Con questo siamo a posto con i soldi.-
Cherry era sbigottita. Si parò davanti alla porta della cucina, bloccando la strada,  e con voce decisa e categorica si rivolse alla cugina.
-Lynn non te lo permetto! E' l'unico ricordo di zia Michelle che ti è rimasto! Non devi buttarlo via per colpa mia.. senti ora chiamo mia madre e le racconto come stanno le cose e mi prendo tutta la colpa di sto casino..-
Cherry si zittì quando sentì le braccia di sua cugina circondarle le spalle. Non ricordava l'ultima volta che era successo, di solito evitavano di toccarsi figurasi abbracciarsi.
-Grazie Cherry , ma in questa situazione ci siamo finite insieme ed è anche colpa mia. Non preoccuparti per l'orologio, è solo un costante promemoria del fatto che mia madre non è qui e che se n'è andata. I ricordi di lei che vorrei  tenere sono quelli del tempo passato insieme, ma sono così sbiaditi che ormai è come se non ci fossero più.- Lynn si staccò e , con gli occhi lucidi, prese Tobias per un braccio e lo guidò verso il garage.
-Ora andiamo se no diventa tardi e non ce la facciamo, a dopo!-
Due minuti più tardi i due ragazzi erano per strada in sella a due bici ( Lynn aveva prestato a Tobias la sua mentre lei aveva preso quella rosa con le margherite di zia Gwen), poiché la vecchia Ford era rimasta senza benzina, pedalando a tutta birra verso il centro della città.
***
 
Lynn constatò che portarsi dietro Tobias era stata un'ottima idea. Al banco dei pegni era stato il suo Moschettiere preferito a contrattare con lo spaventoso proprietario del negozio, che dopo innumerevoli tira e molla si era convinto a sganciare cento bigliettoni (anche se l'orologio valeva molto di più). Lynn pensò che se fosse stata sola avrebbe accettato la prima ridicola offerta e sarebbe scappata dal quel posto il prima possibile, con la coda tra le gambe. Una volta arrivati al supermercato Tobias l'aveva aiutata a cercare tutte le offerte migliori, per risparmiare e restare nel budget, poiché Lynn voleva acquistare per la torta gli ingredienti migliori possibili( ovviamente più costosi, con l'obiettivo di far assomigliare la torta il più possibile ad un opera di alta pasticceria). Lynn, che aveva vissuto nella bambagia ed era abituata a fare la spesa in negozi che assomigliavano più a boutique che a supermercati, senza porsi mai il problema del prezzo,  era completamente spaesata. Tobias invece, che viveva in una famiglia con un solo stipendio mensile, era espertissimo in materia di sconti e offerte. Inoltre sua madre lo mandava spesso da solo a fare la spesa, proprio in quel supermercato, e conosceva a menadito la posizione di tutti i prodotti nelle corsi. In questo modo la spesa fu più rapida del previsto. Erano nel reparto scatolette, col carrello stracarico parcheggiato poco lontano,  alla ricerca di ciliegie candite, quando Tobias , fissando  distrattamente una piramide ad altezza umana di lattine di zuppa di piselli, le disse con voce dolce e profonda:
-Sei molto altruista nel rinunciare a qualcosa di importante per te per aiutarci, grazie.-
Lynn arrossì come un peperone e dopo qualche secondo di silenzio riuscì a dire:
-Oh non è niente, l'ho fatto con piacere.- La ragazza continuò a scrutare con occhi distratti le scatolette in cerca delle ciliegie, mentre sentiva il corpo di Tobias molto vicino a lei, tanto da percepirne quasi il calore. Una valanga di sensazioni e ricordi la investì d'un tratto. Si ricordò del contatto tra la sua fronte e la schiena di Tobias quando erano in macchina il giorno prima, il calore della sua mano che aveva afferrato quella di lei quando l'aveva aiutato ad alzarsi dopo il primo scontro con Jeff e Tom. Poi per un attimo, dalla cortina fumosa dei ricordi della prima sera di quel folle weekend, Lynn ricordò distintamente il contatto delle labbra di Tobias sulla propria fronte accaldata.
-Allora non era stato un sogno?- Si chiese tra sé Lynn, mentre la sua faccia diventava sempre più rossa. Il ragazzo a fianco a lei parve accorgersene e la scrutò preoccupato.
-Lynn stai bene? Sei tutta rossa!-
-Sisì tutto a posto! Ho trovato le ciliegie- si affrettò a rispondere lei afferrando con una mano il tanto cercato barattolo.
 Tobias non sembrava molto convinto, anche perché il sintomo pareva peggiorare e la ragazza sembrava più accaldata di prima. Certo che era strana, non sapeva come comportarsi con lei. A volte era così sicura di sé e determinata, sembrava che addirittura flirtasse un po' con lui. Altre volte invece si agitava e si mostrava  imbarazzata. In entrambi i casi a Tobias risultava sempre molto carina, così decise di punzecchiarla un po'.
-Sei sicura?- le chiese lui con voce un po' scherzosa un po' preoccupata e, mentre le faceva questa domanda, appoggiò la mano fresca sulla guancia bollente di lei, avvicinando  pericolosamente il proprio viso al suo.
-Non proprio.. cioè intendevo si sto benissimo non preoccupart...-
A quel punto Tobias la baciò. Non ci aveva pensato su, l'aveva fatto e basta, era rimasto incantato da quegli occhi castani, da quelle lentiggini sul naso così carine e dalle labbra piccole e soffici a vedersi, che gli venne quasi naturale appoggiarci le proprie sopra.
Lynn perse il controllo del cervello, il suo corpo agì di sua spontanea volontà facendo avvolgere le proprie braccia intorno al collo di Tobias, mentre lui le stringeva i fianchi e approfondiva il loro bacio.
La Lynette di una volta, se avesse potuto vedere se stessa in questa situazione, sarebbe inorridita nel vedersi appolipata a un punk poco di buono, con addosso una t-shirt sgualcita di una band di matti, mentre pomiciava nella corsia delle scatolette di un supermarket di bassa lega.
Alla nuova Lynette però non poteva fregare un accidente di quello che la vecchia se stessa o qualunque altra persona avrebbe potuto pensare di lei, in quel momento era solo felice.
I due ragazzi, impegnati nelle loro passionali effusioni, non si accorsero si essere pericolosamente vicini alla mastodontica piramide di scatolette di zuppa di piselli, che qualche paziente impiegato in divisa bianca e blu aveva incolonnato una per una fino a formare l'enorme struttura di latta in offerta, finché non si scontrarono contro di essa distruggendola completamente.
Le scatolette di zuppa si erano sparse per tutte le corsie, come palline di mercurio fuoriuscite da un vecchio termometro rotto, mentre i due ragazzi si ritrovarono gambe all'aria sul pavimento con qualche livido in più ( ma ormai considerando quello che avevano passato nei giorni precedenti erano bazzeccole).
Lynn e Tobias scattarono in piedi e raggiunsero il carrello abbandonato velocemente, per poi dirigersi verso le casse, facendo finta di nulla. Per fortuna se la filarono prima dell'arrivo del commesso, probabilmente quello che aveva impilato tutte le scatolette, che si mise ad imprecare contro altri clienti che stavano passando malauguratamente da quelle parti.
Appena le porte automatiche si chiusero alle loro spalle, la Principessa e il Moschettiere si misero a ridere come dei matti. Continuarono a sghignazzare con le lacrime agli occhi per tutto il tragitto fino al parcheggio dove avevano legato le bici. Dopo aver riposto la spesa nei cestini Lynn guardò negli occhi Tobias ed entrambi sorrisero di nuovo. Il ragazzo le picchiettò affettuosamente la fronte con le nocche della mano.
-Andiamo principessa, se no facciamo tardi- .
-D'accordo facciamo chi arriva prima? disse lei con uno sguardo furbetto.
Tobias, che amava le sfide acconsentì. -Al tre! Uno, due...-
-Treeee!- Urlò Lynn prima del tempo partendo a fuoco e facendo magiare la polvere al suo avversario. Tobias sorrise e la seguì pedalando forte.
-Non vale hai barato!-
Lynn sorrise di nuovo mentre il vento caldo le colpiva il viso. Era stata un'ottima idea portarsi dietro Tobias, altroché!
***
 
Cherry era esausta. Aveva la gola secca per quante chiamate aveva fatto, tentando di convincere alcuni invitati a tornare indietro e dare una mano a sistemare. Non c'era stato verso di portarli alla ragione quindi l'unica speranza era chiedere aiuto a qualcuno nel quartiere. Uscita di casa con Dom e Rachelle, i tre notarono lo sfacelo che imperversava anche nel giardino tra cartacce, spazzatura di ogni tipo e le impronte di migliaia di anfibi che avevano deturpato l'erba.
Un rapido giro dell'isolato fece loro capire che era ancora semideserto, l'unica persona che aveva risposto al campanello era stata la signora Mills (per chissà quale miracolo). Dopo cinque minuti di spiegazioni, ripetute a voce sempre più alta nell'apparecchio acustico dell'anziana signora, quest'ultima aveva persino accettato di aiutarli e i tre ragazzi le furono molto riconoscenti anche se non sapevano che apporto positivo alla faccenda potesse dare un'ottantenne narcolettica.
Sconsolati erano tornati a casa, ma davanti al vialetto Cherry si era trovata i signori Burton ad aspettarla.
I signori Burton, constatato il miracoloso effetto dei muffins sulla loro vita di coppia, avevano fatto una ricerca sul google sulle proprietà mirabolanti del cioccolato venezuelano. Se fosse stato possibile acquistarlo online avrebbe risolto tutti i loro problemi. Purtroppo però la ricerca era stata inconcludente, ma inserendo nella ricerca i sintomi dopo l'assunzione del "Cioccolato" i signori Burton avevano dedotto la vera natura dei muffins regalati da Lynn.
A quel punto Cherry dovette confessare il misfatto ai vicini, spiegando che l'idea era stata sua e che la cugina era stata solo costretta a drogarli per far partire la festa in santa pace.
I vicini erano rimasti per qualche minuti interdetti, per poi scoppiare a ridere entrambi. Cherry non riusciva proprio a capire la loro reazione.
-Ma non dovreste avercela a morte con me? Come mai non siete già andati a denunciarmi alla polizia?-
chiese Cherry confusa ai i due signori di fronte a lei.
-Beh di certo te lo meriteresti ragazzina- le disse il signor Burton improvvisamente serio, per poi riprendere con un ghigno malefico: -Tuttavia se non l'avessi fatto non avremmo scoperto gli effetti mirabolanti che ha avuto... quindi volevamo stringere un accordo-  terminò lui facendo l'occhiolino alla ragazza dai capelli rosa.
I signori Burton accettarono quindi di aiutare Cherry a sistemare la casa e mantenere il silenzio con i suoi genitori se li avesse messi in contatto con qualcuno che garantisse loro una fornitura periodica di "cioccolato venezuelano" .
Cherry acconsentì pensando: - Mia cugina che mi abbraccia e i Burton diventano dei fattoni.. perché da stamattina il mondo funziona al contrario? Che altro può succedere?-
***
 
Lynn riunì tutti in salotto, messi in fila come veri soldati. Erano in otto, meno di quanti sperava ma si sarebbe accontentata. Con voce stentorea si rivolse alle sue reclute:
-Bene soldati, siamo qui a cominciare la missione di Bonifica di casa Bell, il nome in codice dell'operazione sarà Mexlax-
-Scusa Lynn senza offesa potresti cambiare nome? Di certo se stai cercando un paragone tra la casa e il mio apparato digerente quest'ultimo  è stato ripulito molto bene dopo il caffè di ieri mattina, ma vorrei evitare di ricordare l'esperienza-  disse Cherry un po' scocciata tenendosi la pancia con una mano al ricordo.
-D'accordo allora la chiameremo... operazione Falco, il nome non c'entra niente ma è la prima cosa che mi è venuta in mente dopo Mexlax, siete pronti?-
-Sissignora!- urlarono tutti in coro.
-Bene allora nominerò quattro capitani per le quattro sotto-missioni che formano l'operazione Falco, ciascuno capitano avrà un tenente sottoposto- continuò Lynn passeggiando avanti indietro per il salotto fissando tutti negli occhi.
-Signor Burton, la nomino capitano della sotto-missione Passerotto. Il suo tenete sarà Dom. Vi occuperete di riordinare il giardino, queste- continuò Lynn lanciando a Dom qualcosa- sono le chiavi che aprono la casetta degli attrezzi, troverete quello che vi serve lì dentro. Siete dimessi.-
-Agli ordini capitano Principessa!-  urlò il gigante mentre lui e il signor Burton si diregevano fuori di casa in cerca del tosa erba e di sacchetti della spazzatura.
-Bene procediamo- riprese Lynn - Signora Burton la nomino capitano della sotto-missione Sparviero. Lei e Rachelle vi occuperete di rimettere in ordine e pulire la casa, i detersivi sono nel bagno  al primo piano subito a destra alla fine delle scale. Rachelle il tuo cellulare sarà fondamentale per trovare le soluzioni migliori nel minor tempo possibile-
-Andiamo cara- disse la signora Burton afferrando con una mano grassoccia quella di Rachelle, che non sembrava molto contenta. - Chiamami pure Celia, susù abbiamo un sacco di cose da sistemare-.
Lynn riprese, avvicinandosi alla signora Mills e urlando nel suo apparecchio:- Signora Mills lei sarà capitano della sottomissione Merlo, lei e Tobias vi occuperete di aggiustare e rammendare tutti gli oggetti rotti e il muro sfondato. Ha capito?-
la signora Mills guardò Lynn con un gran sorriso sdentato per poi dire - Eh?-. La ragazza la guardò esasperata per poi spostare lo sguardo su Tobias: -Glielo rispieghi tu?-
-Tranquilla non preoccuparti!- le rispose lui  accarezzandole brevemente la mano, per poi guidare la signora Mills sul divano mettendole in grembo un cuscino strappato e una scatola contenete materiale per il cucito.
-Bene siamo rimaste solo noi due! Ci occuperemo della torta!-
Cherry guardò sua cugina come se fosse diventata scema.
-Ma sei impazzita? Tra un po' non so neanche tostare il pane e mi vuoi far preparare una torta?-
-Silenzio tenente Charlotte. Avresti preferito pulire i water di tutta la casa o raccogliere spazzatura? Non preoccuparti ti darò delle mansioni basilari che sarà impossibile sbagliare, a meno che tu non abbia difficoltà motorie o di coordinazione... e dato che suoni la batteria non mi sembra il tuo caso. Pronta?-
-D'accordo mi fido di te! Come si chiama la nostra sottomissione?-
-Non lo so scegli tra pellicano, cacatua e pettirosso.. altri nomi non mi vengono..-
-Vada per pettirosso.. comunque fattelo dire sei tutta scema! Che razza di capitano da nomi di uccelli  o lassativi alle proprie missioni?-
-Ehi hai finito di criticare?-
***
 
Tra un battibecco e l'altro le due ragazze si misero a lavoro. Il primo passo era preparare il pan di spagna al cioccolato. Lynn spiegò a Cherry come sciogliere burro e cioccolato fondente a bagno maria mentre lei montava i tuorli con lo zucchero. Una volta che il cioccolato si intiepidì  Lynn lo aggiunse allo zabaione girando lentamente. Incorporati  farina, albumi montati, lievito e altri ingredienti, le due ragazze si scambiarono uno sguardo soddisfatto  quando versarono l'impasto liscio e perfetto, senza un grumo, nelle due teglie tonde. Cherry non credeva ai propri occhi, non aveva bruciato ancora nulla!
Si ricredette quando vide sua cugina effettuare quello che Lynn chiamava "flambé" con le ciliegie imbevute di liquore! Una fiammata si levò dalla padella e la strega dai capelli rosa si mise a urlare spaventata. Il grido fece arrivare tutti quanti gli altri in cucina, ma quando si resero conto che era falso allarme tornarono alle loro mansioni un po' seccati.
-Tu sei mattaaaaaa! Meno male che ero io quella che doveva appiccare fuoco alla casa!- continuò a lamentarsi Cherry.
Lynn la guardò storto, mettendo il coperchio sulla padella piena di ciliegie per spegnere le fiamme e finire di caramellare.
-Cherry datti una calmata. So quello che faccio!-
-Ok ma evita di mandarmi a fuoco i capelli- Rispose la cugina mettendo il broncio e continuando a girare la crema chantilly per farla rapprendere.
Le ore passarono, il pan di spagna era pronto, come anche tutte le farce, e le ciliegie dorate a puntino. Cherry guardò con occhi ammirati sua cugina comporre la torta. Pan di spagna ciliegie crema, pan di spagna ciliegie crema, pan di spagna, colata al cioccolato e ciuffi di panna con ciliegie in cima. Lynn aveva una delicatezza e una precisione indicibili, negli occhi di lei  Cherry riconobbe l'amore per quello che faceva e tutto l'impegno e la passione che ci stava mettendo. Era come un'artista che plasmava la propria opera, un pittore ingoiato nella realizzazione del proprio quadro, un musicista preso da una divina ispirazione.

Lynn era molto concentrata nella decorazione finale quando sua cugina le chiese con voce seria:
-Hai mai pensato di fare la pasticcera?-
Lynn rimase immobile con la sac a poche sospesa tra le mani.
-Veramente sì, sin da quando ero piccola, ma quando l'ho detto ai miei si sono messi a ridere. Mi hanno detto che avrei dovuto fare il dottore o l'avvocato invece di perdere tempo dietro ai fornelli, per quello c'erano le cuoche e le cameriere...- rispose la ragazza bruna con voce amara.
-Dovresti farlo, sei molto brava- continuò convinta Cherry.
-Grazie- rispose Lynn con un sorriso sincero e riconoscente. I complimenti da sua cugina erano più rari della pioggia nel deserto.  Lynn diede un ultimo tocco alla decorazione e poi sospirò soddisfatta. Alzò il capo incontrando  gli occhi verdi di Cherry e disse:
-Non pensi che questa torta sia una perfetta fusione delle nostre personalità? Ciliegie e cioccolato, Cherry e Lynn-.
Cherry scoppiò a ridere, intrappolando la cugina in un abbraccio caloroso.
-Hai ragione! Oggi è una giornata storica ho cucinato una torta con te senza distruggere niente e senza tentare di ucciderci, roba da non credere!-
-Già!- rispose Lynn, ricambiando l'abbraccio della cugina.
***
Alle tre meno dieci avevano finito tutto. La casa era pulita e profumata, senza che si notasse la minima traccia del festino apocalittico che si era consumato al suo interno. La signora Burton e Rachelle avevano fatto un lavoro con i fiocchi, combinando l'esperienza della prima e l'inventiva della seconda. La ragazza era riuscita, tramite la tecnologia ad azionare diversi elettrodomestici insieme, come l'aspirapolvere, e farli lavorare autonomamente in diverse stanze in modo da velocizzare di molto il lavoro. Inoltre la signora Burton era un'esperta nella pulizia delle macchie, le osservava le annusava e le debellava in un battibaleno.
Dom e il signor Burton avevano rimesso a nuovo il giardino, sistemando il prato e rimuovendo i rifiuti.
Tobias aveva sistemato delle sedie rotte, riattaccato alcuni quadri e nascosto i buchi nel muro cambiando leggermente la posizione dell'arazzo tibetano di zia Gwen. Occhio non vede, cuore non duole.
La signora Mills, quando non si era addormentata, aveva lavorato incessantemente rattoppando cuscini, tende e qualsiasi oggetto che avesse bisogno si una bella ripassata d'ago e filo.
La casa era ancora più splendente di come gli zii l'avevano lasciata.
A quel punto squillò il telefono, Cherry schiacciò il pulsante verde per rispondere.
-Pronto?-
-Charlotte tesoro, sono la mamma-
-Mamma dimmi, dove siete?-
-In ospedale-
-Che cosaaaaaaaaa? Che è successo??-
Lynn corse al fianco della cugina e Cherry schiacciò il tasto del vivavoce. Zia Gwen si mise ad urlare arrabbiatissima.
-Quegli incoscienti dei tuoi fratellini l'hanno combinata grossa!-
 Quella mattina i due pestiferi gemelli, quando avevano intuito che il viaggio stava per terminare,( dato che non avevano alcuna intenzione di andare via da Disneyland) in un momento di distrazione dei genitori erano scappati.
Avevano vagato per tutto il parco, schivando l'intero personale che era stato mobilitato per dare loro la caccia. Alla fine avevano trovato rifugio in un magazzino. Curiosi di esplorarlo avevano trovato il paradiso. Scatole e scatole di merendine Twinky-pop erano stipate in quella stanza. Infatti, proprio quel giorno, la casa dolciaria aveva previsto la presentazione di un nuovo dolcetto a Disneyland, con annessa distribuzione gratuita (quale posto al mondo era meglio di un parco divertimenti zeppo di bambini, per convertire giovani palati  al sapore della nuova merendina, plagiando le loro menti e costringendo i loro genitori a comprarla?).
I due bambini avevano iniziato a mangiare un dolcetto dopo l'altro senza freni, ingozzandosi fino a star male. Infatti fu in quel magazzino che zio George e zia Gwen trovarono i loro figli, intossicati e in iperglicemia.
-Gli hanno fatto la lavanda gastrica e stanno tentando di stabilizzare lo zucchero nel sangue. I dottori ci hanno detto che non corrono pericoli, ma entrambi hanno sviluppato una sorta di assuefazione alle merendine e che devono assolutamente disintossicarsi. Quindi fatele sparire da casa! Ah Cherry poi mi fai un piacere.. dovresti chiamare agli ospiti della cena di stasera e dire loro che annulliamo... -
-Sì non preoccuparti, teneteci aggiornate quando vi dimettono e se ci sono novità-.
Cherry chiuse la telefonata e si buttò per terra stremata. Rachelle si mise una mano trai capelli e poi pronunciò la frase che tutti stavano pensando in quel momento:
-Cioè.. mi state dicendo che noi ci siamo ammazzati a pulire, sistemare e cucinare per niente?-
-Già- rispose Cherry con voce arida.
I signori Burton a quel punto li salutarono, con in mano un foglietto, scritto da Dom,con il nome e numero di telefono del pusher migliore della città.
Cherry ancora sul pavimento cominciò a pensare ad alta voce.
- Non torneranno prima di domani... beh quasi quasi potremmo organizzare un'altra festicciola...-
-NO!- Urlarono i moschettieri e la principessa, buttandosi su di lei attaccandola con il solletico.
-Dlin Dlon-
- E ora chi è?- pensò Lynn mentre, si disincastrava dal mucchio di braccia e gambe, raggiungeva l'ingresso e apriva la porta. Rimase pietrificata con la mano ancora sulla maniglia. La bocca della ragazza si aprì e si chiuse più volte prima di pronunciare una semplice e singola parola:
-Mamma?-
***
 
Michelle Douglas era tornata dall'India. Meno di quarantotto ore prima, era atterrata in aeroporto e la prima cosa che aveva fatto era stata prendere un taxi e tornare a casa, per trovare sul cancello blindato della villona un avviso di confisca di proprietà.
 Nel giro di qualche ora, aveva contattato il suo avvocato e il suo commercialista che le avevano spiegato la situazione con tre brevi concetti: bancarotta, marito in galera,figlia in affido da sua sorella.
Tutta la pace interiore che aveva raggiunto dall'altra parte del mondo andò a farsi friggere. Dei tre concetti espressi dai suoi legali Michelle aveva bellamente ignorato il terzo, finché un avvocato le aveva assicurato che se sua figlia, l'unica presente negli ultimi anni a fianco a suo marito, avesse testimoniato contro di lui lei e Lynette avrebbero potuto avere un risarcimento e la restituzione di alcuni beni immobili.
Fu quest'ultima parte che Michelle spiegò a sua figlia, mentre erano sedute in una tavola calda, secondo la donna di basso livello, sorseggiando bevande per nulla di qualità (lei un cosmopolitan annacquato, sua figlia un the da supermercato). Michelle aveva costretto la figlia, ancora alquanto scioccata dalla sua inaspettata apparizione,  a lavarsi e cambiarsi ed accompagnarla a fare un giro in centro. Di certo non voleva affrontare l'argomento in casa di sua sorella in presenza di sua nipote e quei balordi dei suoi amici. Avevano girato per un po' tra i negozi chiusi, finché non avevano notato quella tavola calda miracolosamente aperta e si erano sedute.
 Michelle aveva rimbecillito per ore Lynette con i racconti sull'india, la meditazione la ricerca di sé, quando sua figlia aveva capito benissimo che sua madre aveva passato gli ultimi cinque anni della sua vita in paradisi lussuosi a Bali, senza aver il minimo contatto con la realtà esterna della vera India. Dopo averla intortata per un bel po' Michelle aveva iniziato a parlare male di suo padre, dicendo che era uno stupido senza speranza, che era da anni ormai che voleva il divorzio e che era partita proprio per capire se valesse la pena o no continuare con quel matrimonio.
Lynette continuava a guardare sua madre blaterare e si rese conto che quella donna che aveva idealizzato nella sua mente, che le era mancata da morire, non era altro che un pallido fantasma della sua immaginazione. La donna davanti a sé era un'egoista, viziata, anzi per dirlo alla Cherry una stronza senza cuore.  Le stava persino chiedendo di mentire in aula di tribunale, affermare che suo padre è un malato di mente e farle beccare un sacco di quattrini per poi magari abbandonarla di nuovo? Oh no no no... Michelle Douglas non aveva capito proprio niente di sua figlia.
- Allora tesoro lo farai? Devi solo dire due innocenti bugie e noi torneremo ad avere la vita che avevamo..-
Lynn guardò sua madre negli occhi per poi risponderle con una calma serafica chefaceva presagire una tempesta imminente.
-No-
-Come prego?-
- Ho detto no! Non ho intenzione di mentire per te! Mi hai abbandonata per cinque anni e ora te ne torni pensando che non sia cambiato niente, che io non sia cambiata?  Non mentirò per incastrare papà, per quanto sia stato uno stupido almeno lui c'era per me, non mi ha mai fatto mancare nulla, mi ha voluto bene a suo modo. Tu puoi dire lo stesso?-
Lynn fece una pausa ma poi la sua voce diventò più dura e pregna di rabbia.
-Certo che no! Non ti rendi nemmeno conto di quello che dici, non mi hai chiesto nemmeno come sto! Ora sparisci dalla mia vita e non tornare mai più.-
-Lynette, calmati tu non pensi veramente queste cose! Vuoi rinunciare così alla tua vita e al tuo futuro? Vuoi rimanere qui in questa mediocre cittadina a vivere un'esistenza mediocre con quella fallita di mia sorella? Vuoi davvero diventare come tua cugina e i suoi amici, degli spostati? Mi dispiace dirtelo bambina, ma tu hai bisogno di me quanto io di te o rimarrai intrappolata in questo buco per sempre! Io sono la tua famiglia non puoi trattarmi così!- Le disse Michelle, abbandonando la sua facciata di mamma premurosa e sputando veleno insieme alle sue parole.
-Loro sono la mia famiglia, non tu! Loro mi hanno accolto e amato e l'unica persona spostata qui sei tu!- Detto questo prese il cosmopolitan di sua madre e glielo versò in testa sulla sua chioma bionda perfettamente pettinata. La donna si mise ad urlare con una matta, mentre Lynn girò sui tacchi e se ne tornò in quella che ormai considerava casa sua.
***
Lynn entrò in salotto. Era deserto. Ci aveva messo un po' per tornare alla villetta dei Bell, aveva bisogno di schiarirsi le idee. Così ora era tardi e si era fatto buio. La casa era silenziosa e immota. Lynn salì le scale e perlustrò il primo piano, vuoto. Stava iniziando a preoccuparsi quando sentì degli strani rumori e delle risate provenire dal piano di sopra. Raggiunse la soffitta in punta di piedi e vide che la porta della sua camera aperta e la luce era accesa. I suoi amici erano lì ad attenderla sorridenti.
-Lynn sei tornata! Chiudi gli occhi non guardare non abbiamo ancora finito!- Urlò Dom,  mentre Tobias corse a coprirle il viso con le sue mani.
-Ehi ragazzi lasciatela andare ormai è quasi fatto- disse Rachelle divertita, con i pennelli ancora in mano.
Lynn riacquistò la vista e venne spinta con forza nella stanza. Era pulita e in ordine, l'armadio era stato aggiustato e anche il suo tavolo. Tre pareti su quattro erano state ridipinte di bianco candido, la pittura non era stata stesa in modo preciso, ma a Lynn non importava. La parete più bella però era quella più grande. L'opera d'arte principessa sul pisello era stata sostituita da bellissimi murales che occupavano tutta la superficie. Era un intrico di immagini e scritte. Sembrava l'illustrazione di una grande favola. C'era un gigante buono che piantava un grande albero di ciliegio, una principessa guerriera che lottava contro due brutti troll, un bel moschettiere tenebroso che correva in suo soccorso, poi c'era un telefono cellulare con la cresta e due occhioni gialli che mandavano lampi cibernetici ovunque e infine una strega dai capelli rosa che cucinava dei muffin dai colori strani. Un vulcano sullo sfondo eruttava mille scintille colorate in un turbinio di colori. Era la loro storia, tutta disegnata sul muro.
Cherry si avvicinò alla cugina e le rivolse un sorriso.
-Questo è per te! Per dirti grazie e sperando che potrai sentirti più a casa in questa stanza.. anche se credo che servirà a poco ora che te ne andrai via con zia Michelle, vero?-
Gli occhi verdi di Charlotte erano velati da un'indicibile tristezza, che la cugina non mancò di notare sentendo qualcosa scattare nel proprio essere, come una chiave che finalmente trova la serratura giusta.
-Ah vuoi liberarti di me Cherry? Mi dispiace per te ma dovrai sopportarmi ancora per molto, temo.- replicò Lynn facendole la linguaccia.
-Ma tua madre?- Le chiese Tobias curioso e confuso.
-L'ho mandata a quel paese e spero ci rimanga per il resto dei suoi giorni, io resto qui.- rispose Lynn con una voce che tradiva mille emozioni, tristi e felici insieme. I ragazzi la racchiusero in un grande abbraccio di gruppo, mentre esultavano.
-Evvai la principessa resta!-
-Allora non ci abbandoni!-
-Pensavamo volessi svignartela e non avere più nulla a che fare con noi!-
Lynn aveva gli occhi pieni di lacrime di felicità e per nasconderle, disse ai suoi amici (sì amici ormai ne era certa) che doveva prendere una cosa di sotto per festeggiare, sparendo giù per le scale.
Pochi minuti dopo riapparve con la torta della foresta nera e cinque cucchiaini. I ragazzi si sedettero per terra tutti intorno alla torta. Alzarono i cucchiaini al cielo ed urlarono:
- All'attacco!-
Dopo una scorpacciata di torta i ragazzi portarono in camera di Lynn il piumone di Cherry, coperte e cuscini e si accamparono lì, passando la notte a chiacchierare e ridere, ripercorrendo tutti gli eventi di quel pazzo weekend. Quando la luce dell'alba filtrò dalle persiane semi chiuse i ragazzi  erano esausti, gli occhi ormai chiusi e i respiri regolari, calibrati dal sonno. Poco prima di addormentarsi Cherry si rese conto che non si sentiva più tanto strega, ma un po' più dolce grazie a Lynn... e Lynn non si vedeva più come una principessa isolata nella propria torre di cristallo, ma una ragazza forte e determinata grazie a Cherry.
Chi l'ha mai detto che in una favola la strega non possa far amicizia con la principessa?
 

 
Note dell' Autrice:
Ciao! Eccolo qui l'ultimo capitolo.  Le avventure di Cherry e Lynn si sono concluse, come tutte le favole, con un lieto fine. Spero tanto che questa storia vi sia piaciuta e che  vi abbia tenuto compagnia. Ho adorato scriverla e mi dispiace molto che sia già finita, ma sin da quando l'ho pensata ancora dentro il bozzolo della mia immaginazione, mi ero prefissata di non renderla troppo lunga, ma farla richiudere su se stessa come un cerchio. Spero di esserci riuscita. Grazie infinite a tutti coloro che hanno letto questa storia e le hanno dedicato un po' del loro tempo. Un ringraziamento particolare a Momoko e Alessandroago,  che mi hanno seguita sin dal primo capitolo e che mi hanno dato una bella carica con le loro fantastiche recensioni. Non so quando scriverò ancora, ma spero presto.
Un abbraccio
Tota
 
  
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