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Autore: Onaila    15/02/2015    2 recensioni
Avrebbe voluto proteggerla da ogni male, metterla dentro una campana di cristallo, in modo che nessuno potesse sfiorarla nemmeno lui, nel terrore di poterla danneggiare, ma sapeva anche che la sua Regina, non era una farfalla, ma una tigre. Una sopravvissuta. E mai, si sarebbe fatta mettere in gabbia. Perché avrebbe voluto dire, allontanare tutte le persone che amava, cosa che lei non era in grado di fare, e fu proprio per questo che la lasciò andare, dandole solo un altro e ultimo bacio, prima di vederla scomparire dietro la porta del mausoleo dei Mills.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Si era svegliata per prima e adesso lo stava guardando, sembrava sereno mentre dormiva, completamente tranquillo al suo fianco. Si fidava di lei, da molto le persone non avevano provato quel sentimento nei suoi confronti e proprio per questo era ancora più terrorizzata di perderlo. Gli accarezzò i capelli castani prima di alzarsi e dirigersi verso i vestiti che aveva perso quella notte. Uscì dalla stanza da letto del mausoleo per trovare le scarpe, ricordando vagamente di averle abbandonate all'entrata del nascondiglio. Infatti fu lì che le trovo e con esse anche il cellulare, che ora squillava. Guardò lo schermo, era Biancaneve, probabilmente la stava chiamando per la pozione di localizzazione. Decise di ignorare la chiamata visto che non l'aveva ancora preparata. Avrebbero potuto aspettare ancora qualche ora prima di rintracciare la figlia. Si sedé sugli scalini per allacciarsi  meglio il paio di scarpe. Si stava aggiustando i lacci dei tacchi quando squillò di nuovo il cellulare, lo spense. Dopo poco sentì uno sbadiglio “Buongiorno” disse un Robin ancora assonnato “Guarda chi si è alzato finalmente” un sorriso proruppe da Regina nel vederlo e immediatamente si alzò “Mi scuso...ma non dormivo, così bene da tantissimo tempo” l'ex sindaco sorrise timidamente portandosi una ciocca dietro l'orecchio. Lo amava. ma non aveva il coraggio di ammetterlo per paura che potesse scomparire tutta quella magia. Il Ladro si avvicinò incantato dalla timidezza della sua Regina e la strinse verso di sé “Che ne dite di tornare al mio accampamento e lasciare che vi prepari la colazione?” quanto avrebbe desiderato trascorrere la mattinata accanto a lui ed era pronta ad annuire ma solo in quel momento si rese conto di cosa stesse facendo e si rattristò un poco “Sembra fantastico, ma sappiamo entrambi che non possiamo” Robin notò la tristezza che attraversò gli occhi della sua amata “Sì, probabilmente avete ragione. Little John ha la lingua lunga” risero insieme, lui sapeva come farla sorridere e dimenticare i brutti pensieri, un altro motivo per cui lo amava, un altro motivo perché temeva per loro e per il loro amore, ora così tanto fragile. Robin le posò una mano sulla guancia mentre erano ancora avvolti da quell'euforia “Eccolo qui, ecco il sorriso sfuggente, ma appagato, a cui penso sempre prima di chiudere gli occhi” del rossore apparve nelle guance a cui erano rivolte quelle lusinghe ed ora i due amanti si guardarono intensamente negli occhi, sapendo cosa sarebbe accaduto. I nasi si sfiorano e le labbra si incrociarono. In quel bacio c'era tutto il suo amore e  Regina lo sentiva, lo sentiva riscaldarle il cuore, trasformarle ogni sicurezza in un incertezza,  ogni suo respiro in un ansimo, ogni tristezza in felicità. Voleva che anche lui provasse lo stesso, voleva rassicurarlo come solo lui sapeva fare con lei, così provo almeno a ricambiare allo stesso modo, perché per Regina quei sentimenti erano qualcosa di nuovo e di incontrollabile “Mi chiedo perché mai non l'abbiamo fatto una ventina di anni fa” disse e lui le scostò una ciocca di capelli dalla fronte “Credo che il vostro cuore stesse ancora soffrendo, e provavate odio per voi stessa. E io ero un ubriaco con un tatuaggio in una taverna” le rispose dolcemente, gli occhi di Regina non poterono fare a meno di guardare il leone “Uno con cui Campanellino mi aveva detto che ero destinata a stare. Avrei dovuto dar retta a quella stupida fatina” le sorrise continuando ad accarezzarle la guancia “Le cose sarebbero potute andare diversamente, se avessi scelto te. Beh, invece del male” aggiunse quell'ultima parola con una piccola nota di vergogna, non si sarebbe mai aspettata in passato di provarla per le sue azioni. Robin ora le prese il volto con entrambe le mani “Avete fatto degli errori e ora vi state facendo perdonare” lo amava davvero, i loro nasi si accarezzarono ancora una volta e stavano per baciarsi ma Regina non poteva, non dopo quello che aveva detto “Ora vi state facendo perdonare”, era vero? “Oppure sto peggiorando le cose” disse il suo pensiero ad alta voce, si scostò dall'amato “Sei sposato” disse con un sorriso forzato, voltandoli le spalle “Lo so” sentì. Certo che lo sapeva, come lei era certa che non avrebbe mai avuto il suo lieto fine.
Come poteva averlo dopo le azioni atroci che aveva compiuto?
Non si meritava la felicità come non si meritava Robin.
Aveva avuto la sua occasione, il suo vero amore, Daniel.
Anche se la sua mente diceva così il suo cuore diceva altro. Quello che provava per il Ladro era vero e non un illusione, ed era certa che anche lui provasse lo stesso.
Eppure perché era anche altrettanto certa, che anche se non ci fosse stata Marian, qualcos'altro si sarebbe intromesso fra loro?
Ancora una volta non riuscì a trattenere per sé i suoi pensieri “Anche se non ci fosse Marian, sono sicura che finirebbe male” gli occhi le divennero lucidi, abbasso lo sguardo, non volendo mostrare quel lato di sé “Siete davvero così pessimista?” come poteva non esserlo? “Beh, lo saresti anche tu, se sapessi tutto quello che ho fatto” si era avvicinato e la guardava negli occhi. Regina distolse lo sguardo, per prendere il Libro, quel libro che tanto odiava “Lo hai già visto prima?” gli domandò e Robin scosse la testa “No” “E' un libro delle fiabe magico, in cui siamo presenti tutti quanti” aprì il libro, mostrando una sé un poco più giovane “E questa sono io che scappo via da te, al Bar” il ladro ora teneva l'enorme libro tra le sue mani, non credendo a quello che vedeva “Da dove viene?” quanto avrebbe voluto saperlo lei stessa “Non lo so, è apparso quando Henry ne aveva bisogno. E' pieno di storie sugli eroi e i cattivi” “Indovina tra chi mi trovo io” aggiunse con dell'amarezza, lui la guardò sentendo la sua tristezza “Questo libro appartiene al passato. Come avete detto, non siete più la Regina Cattiva” lo mise al suo posto, consapevole di non averla rassicurata “Dillo all'autore, perché...” Regina alzò le mani al cielo, esasperata “...Sembra abbia decretato che i cattivi non possano avere un lieto fine. Anche se cambiano, anche se cercano di fare del bene” l'uomo ora la guardava “Ditemi chi è. Sarò felice di scambiarci quattro chiacchiere” sorrise alla sua battuta “Vorrei fosse così semplice, ma non so dove sia, o chi sia, o se sia un lui o una lei, oppure una cosa” sospirò “Ho cercato ovunque, ma senza nessun risultato” disse rattristata “Regina lasciate che vi aiuti” Robin voleva aiutarla, riuscire a darle la giusta fetta di felicità che lei si meritava e quest'ultima sorrise del suo comportamento così ingenuo e dolce “Non puoi” sussurrò avvicinando il proprio volto al suo, scostandolo poco dopo “E questo, non può accadere un altra volta. Lo capisci?” aggiunse riferendosi alla sera prima, al momento di intimità che ebbero quella notte “Lo so” rispose il Ladro e Regina rivolse il suo sguardo al terreno “E sono d'accordo” disse ancora il Ladro e ci fu un istante di silenzio “Ma..” la cinse a se, posando le sue mani sulla sua vita “Se non usciamo da questa stanza” la fece indietreggiare senza smettere di toccarla “Allora penso che possa ancora contare come la prima volta vero?” Regina si divertì del comportamento di Robin.
La fece indietreggiare fino a toccare la parete, in modo che non potesse sfuggirle e solo allora la baciò, di nuovo, ma stavolta con più vigore. Portò una sua mano dietro la nuca del ex”sindaco, carezzando quei capelli che tanto amava, la passione aumentò e la sollevò di peso. Regina non lottò si fece sollevare e gli cinse il collo, toccando con la punta delle dita della mano, le ciocche dei capelli dell'uomo che amava. Continuò a baciarlo senza rendersi conto di dove la stesse portando, così quando ricadde sul letto con il peso di lui sopra di lei, non poté far a meno di emettere un piccolo gridò. Robin si divertì nel sentirlo, nel vedere quel lato della Regina che tutti temevano.
Non capendone la ragione. E forse era proprio per quello per cui lei temeva di ferirlo, non parlava molto del suo passato la sua Regina. Anzi se poteva lo evitava. Aveva paura che lui potesse guardarla con occhi diversi, che smettesse di amarla, ma non era possibile. Lui avrebbe smesso di provare quei sentimenti per lei, solo se si fosse spento per sempre il sole e si fossero prosciugati gli oceani.
L'amava come non aveva amato nessun'altra. Odiava vederla soffrire e non poter far nulla, non poterla aiutare a portar sollievo al dolore che aveva nel cuore. Quel cuore che aveva tenuto in mano, tante volte, quando lei glielo aveva ceduto. Già all'ora ne era attratto e ora sapere che batteva per lui gli portava felicità. Quando cominciò a provare qualcosa o meglio a sentire qualcosa verso Regina, aveva temuto per se stesso. Aveva temuto che lei non l'avrebbe mai ricambiato, che la Regina che conosceva, non si sarebbe mai mostrata ad un misero Ladro come lui. Ma quando gli aveva dato il suo Cuore, quando lei si era fidata di lui, sapeva di avere una possibilità o almeno ci aveva sperato. Ma il momento che per lui fu indimenticabile, era lo sguardo perso nel vuoto di lei, che lo baciava. Ancora ricordava la paura che aveva provato poco prima, per il terrore di perderla, perché l'aveva delusa, perché Zelena gli aveva preso il cuore che lei gli aveva affidato, ma l'aveva sorpreso, cosa che nessuno era stato in grado di fare, nemmeno Marian.
Avrebbe voluto proteggerla da ogni male, metterla dentro una campana di cristallo, in modo che nessuno potesse sfiorarla nemmeno lui, nel terrore di poterla danneggiare, ma sapeva anche che la sua Regina, non era una farfalla, ma una tigre. Una sopravvissuta. E mai, si sarebbe fatta mettere in gabbia. Perché avrebbe voluto dire, allontanare tutte le persone che amava, cosa che lei non era in grado di fare, e fu proprio per questo che la lasciò andare, dandole solo un altro e ultimo bacio, prima di vederla scomparire dietro la porta del mausoleo dei Mills.

 

Era venuto lì, nella speranza di trovare qualcosa sul Libro di fiabe ma mai, avrebbe creduto di trovare di meglio. Aveva chiamato Regina pochi secondi dopo averlo visto e ora la stava aspettando senza riuscire a smettere di ridere. Stava sfogliando il Libro, quando Regina entrò in biblioteca “Sono corsa qui, cosa c'è di così importante che non potevi dirmi al telefono?” Robin si prese alcuni secondi per ammirarla e lasciarla avvicinare “Ve lo mostro subito, ma prima, ve lo ricordate?” le domandò “Il libro che mi hai rubato? Sì, me lo ricordo bene” rispose sarcastica “Sapevate che ero un ladro” la donna sorrise, ammettendo la sconfitta “Bene, stanotte ero qui a cercare di trovare un indizio sull'autore, per il vostro lieto fine” “In una biblioteca pubblica? Robin, il mio lieto fine non è un audio libro di Stephen King” sorrisero entrambi, uno per la certezza di cosa aveva trovato, l'altra per l'ingenuità dell'amato “Aspettate. E poi è successa una cosa strana” tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio ripiegato “Ho trovato qualcosa” glielo porse. Regina rimase un attimo titubante, non sapendo se prenderlo per paura di un altra delusione ma alla fine lo prese, aprendolo. Il suo volto lasciò trasparire incredulità, il foglio era in realtà una pagina del Libro e conteneva un immagine di lei e Robin che si baciavano, come se quella Regina un poco più giovane non fosse scappata quel giorno, ma avesse scoperto cosa significasse amare di nuovo “Siamo noi?” domandò per averne la certezza “Sì, nel pub” l'ex”sindaco fissava quella pagina ancora meravigliata “Non capisco, non è così che è andata. Viene dal libro? Pagina 23, manca la pagina 23?” domandò affiancandosi a Robin che sfogliava il Libro alla ricerca della pagina “No. E' lì, e c'è scritto che mi stavate lasciando” prese la pagina che teneva ancora in mano lei “E questa dovrebbe rimpiazzarla. E' l'incontro che non c'è mai stato” “Che significa?” domandò ancora scossa dalla scoperta, lui le sorrise “Significa che il destino può percorrere sentieri diversi. Significa che non siete destinata a soffrire. C'è un futuro roseo che vi attende dietro ogni angolo, anche se non li svoltate tutti” Regina prese ancora una volta la pagina e rimase a guardarla “Bene...Dove l'hai trovata?” si voltò “C'è un altro libro?Su che scaffale?” “No, era nella mia sacca” “Cosa?” domandò ancora una volta, non capendo “Non c'è sempre stato. Non c'era, quando me ne sono andato. E' apparso” lo guardò intensamente “Come per magia. E' un segno” disse lei, con certezza “E potete interpretarlo come volete, ma ai miei occhi è una possibilità, una speranza” lei sorrise nel guardarlo “Non è qualcosa che succede ai cattivi, vero?” lei scosse la testa, mostrando stavolta gli occhi lucidi “Cosa c'è?” domandò lui preoccupato “Devo un quarto di dollaro a una persona” rispose, riferendosi alla scommessa fatta con Biancaneve poche ore prima ma Robin non capì e le sorrise, le sorrise perché la vide avvicinarsi e si baciarono. Finalmente anche lei poteva cominciare a sperare, finalmente la sua Regina avrebbe smesso di soffrire, sarebbe potuta essere felice, sarebbero potuti essere felici.
Purtroppo i due amanti non sapevano quanto ancora avevano da affrontare, quante difficoltà gli attendevano ma per il momento assaporarono quel momento perché sarebbe stato uno dei rarissimi momenti felici.

   
 
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