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Autore: Onaila    15/02/2015    0 recensioni
La Regina Cattiva l'avrebbe lasciata andare da sola o morire su quel prato, ma la nuova Regina, quella buona, quella che lui amava, la salvò, rinunciando alla sua felicità, rinunciando a lui, al suo Ladro.
Ora stava tenendo in mano la pagina del libro, quella pagina che le aveva donato il brutto scherzo della speranza.
La fissò e sorrise, lo sapeva e non avrebbe mai avuto il suo Lieto Fine.
Anche se ora era buona, aveva commesso troppe azioni orribili per meritarsi la felicità.
Ma la cosa che la distruggeva erano gli occhi di lui. Nemmeno lui avrebbe avuto il suo lieto fine, solo perché si era innamorato della Cattiva della storia.
Strappò la pagina, gettando i resti a terra.
La pagina non era altro che il cuore dei due amanti ormai in frantumi.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non riusciva a vedere bene ma sentiva che c'era qualcuno con lei. L'aria era pesante ed ogni respiro che prendeva le sembrava di avere degli aghi nei polmoni. Iniziò a correre ma non riusciva a trovare un uscita, cadde nuovamente, le gambe esauste.  Si guardò ancora intorno e scorse un ombra, iniziò a correre verso essa ma non appena la afferrò l'ombra sembrò risucchiarla, si ritrovò nella sua stanza da letto. Non si accorse di aver gridato fino a che non vide il volto di Henry “Mamma va tutto bene?” chiese avvicinandosi fino a sedersi al suo fianco “S-sì, solo un brutto sogno” rispose accarezzandogli i capelli “Vai pure a dormire non preoccuparti, sto bene” il piccolo principe rimase a fissarla ancora un minuto, prima di alzarsi e dirigersi verso la sua stanza da letto.
Non era la prima volta che accadeva, oramai erano giorni che faceva incubi e nemmeno far dormire Robin al suo fianco era servito a qualcosa.
Lo vide uscire dalla stanza, era meglio che dormisse da Emma in questi giorni, almeno fino a che non si fosse calmata. L'avrebbe chiamata domani mattina.
Aveva avuto incubi, per gli atti che aveva fatto nella sua vita precedente, quando era ancora la Regina Cattiva, ma mai gli era capitato di sognare incubi del genere o di gridare. Si passò una mano tra i capelli e solo allora sentì di avere le guance bagnate.
Aveva pianto?
Guardò le sue mani, tremavano ancora.
Uscì dal letto in direzione del bagno, si sciacquò la faccia più volte con l'acqua fredda. Doveva riprendere il controllo, cosa le stava succedendo?
Uscendo dal bagno, guardò l'orologio erano le cinque di mattina.
Non avrebbe mai ripreso sonno, lo sapeva e più volte aveva tentato invano. Così si cambiò, indossando una camicia bianca, un paio di pantaloni neri gessati e si permise un velo di trucco, giusto per coprire la stanchezza.
Montò nella Mercedes e si diresse verso il mausoleo di famiglia, era da sempre stato il suo nascondiglio, lì in qualche modo si sentiva al sicuro.
Appena dentro si lasciò scivolare contro la porta e pianse.
Ricordava ancora il sentimento che provava. Lo aveva provato poco prima che sua madre uccidesse Daniel.
Robin sarebbe morto?
Avrebbe rivissuto tutto di nuovo?
Con un pugno colpì la porta “Ti prego, ti prego...” sussurrava, ci aveva creduto, dopo che avevano trovato quella pagina, ci aveva creduto, nel lieto fine.
Ma allora perché Tremotino era felice? Non era forse stata una persona peggiore di lei?
Si guardò intorno, ricordando di come Robin era venuto da lei, dicendole che non poteva rinunciare, che l'amava e di come la baciò, un bacio che non si aspettava, immerso del suo profumo, della sua passione e del suo amore.
Non gli aveva ancora mai detto che lo amava, eppure lui più volte lo diceva, lo ripeteva con fierezza.
Si guardò in torno, veniva spesso lì. Tutti i suoi ricordi erano contenuti in quelle mura. Il ritorno di Daniel, la morte di sua madre,la tomba di suo padre, il piccolo Henry, il coraggio di Biancaneve, le lezioni di di magia per Emma ma sopratutto c'erano i ricordi delle notti passate con Robin...C'era il calore della famiglia che non aveva mai avuto.
Si alzò, asciugandosi le lacrime, nessuno gliela avrebbe portata via. Non sarebbe stato né un libro né degli incubi a decidere il suo lieto fine.
Uscì e si sorprese di trovare Emma “Che cosa ci fai qui?” domandò ancora un poco scossa “Henry era preoccupato e mi ha chiamato” “Sto bene” disse superandola “Regina se hai bisogno di parlare...” “Sto bene, Swan” la Salvatrice l'afferrò per un braccio “Lo sappiamo entrambe che non è vero. So degli incubi” Regina la guardò per un lungo momento “Non è affar tuo, Swan. Vai a controllare che non sia caduto qualche lampione” continuò verso la sua macchina “Pensi che tenendo tutto dentro di te, risolverai qualcosa?” tornò indietro “Vuoi aiutarmi? Porta Henry da te stasera. Non è un problema che puoi risolvere con il tuo ottimismo” Emma non aggiunse una parola, anzi la lasciò andare, sapeva dove si stava dirigendo.

Forse gli incubi della Regina Cattiva erano dovuti alla paura di perdere il suo Ladro.
Né Emma né Regina sapevano quanto questo pensiero fosse verità.
 
Lo vide giocare con Ronald e si lasciò sfuggire un sorriso.
Si avvicinò con calma per non sorprenderlo “Mia Signora” disse nel vederla “Va tutto bene?” aggiunse vedendo il suo sguardo un po' perso nel vuoto “Sì, ho solo passato una pessima notte” “Ancora incubi?” la sua Regina annuì “Ronald ho un regalo per te” nel dirlo materializzò una barretta di cioccolata e un giocattolo “Grazie” disse il bambino sorridente prendendo i doni “Scarlet!” “Sì?” il ladro di biblioteche apparve da dietro un albero “Occupati di Ronald per un po'“ “Va bene, vieni qui piccoletto” disse prendendolo.
Si allontanarono dal campo, fino a raggiungere il loro piccolo posto, la prima volta che avevano veramente parlato, dove lui l'aveva incoraggiata, dove per la prima volta aveva creduto in lei.
Si sedettero sopra il tronco “Ti va di raccontarmelo?” chiese cauto, sapendo quanto a lei non piacesse parlare di se stessa “Non vedo niente, era come se fossi immersa nella nebbia. L'unica cosa che riesco a scorgere è una figura poco lontana cerco di raggiungerla, ma non appena la tocco mi assorbe e poi mi sveglio di soprassalto. Ho già sentito una sensazione del genere. Tanto tempo fa, ancora prima di divenire la Regina Cattiva” “Con Daniel?” sussurrò quel nome conoscendo la reazione che suscitava in lei nel sentirlo “Sì, poco prima che morisse...Io non voglio perderti” delle lacrime minacciarono di solcare il viso, così si voltò “Non mi succederà nulla, io starò sempre al tuo fianco” la voltò “Non è vero” sussurrò poco prima di alzarsi “Dobbiamo risvegliare Marian” disse incamminandosi “Regina?” l'afferrò per una mano, obbligandola a voltarsi, le prese il volto tra le mani “Io ti amo, ti amerò sempre e voglio che questo tu lo sappia. Non mi importa cosa accadrà ma ora siamo insieme, non rovinare tutto per un presentimento. Eravamo predestinati a stare insieme e ora siamo qui” le strinse la vita “Io sono qui con te, adesso” l'avvicinò ancora “Tu sei qui con me, adesso” la baciò “E solo questo importa” aggiunse infine, baciandola ancora, come solo lui sapeva fare, ridandole vita e speranza “Grazie” lui si accigliò non capendo ma il Ladro sapeva che non avrebbe ottenuto risposta, perché dentro di sé già la conosceva. Si allontanarono insieme, Marian stava aspettando il suo cuore.
 
Erano al parco adesso.
Marian poco lontana che giocava con un Ronald estasiato del ritorno della madre e Robin e Regina seduti in una panchina alle loro spalle.
Stavano parlando, lui aveva scelto lei.
Era andato contro i suoi codici d'onore per lei, ma la sua felicità durò poco.
Marian si afflosciò a terra, l'incantesimo di ghiaccio era ancora attivo in lei e l'unica possibilità di salvarla era che abbandonasse Storybrook al più presto.
La Regina Cattiva l'avrebbe lasciata andare da sola o morire su quel prato, ma la nuova Regina, quella buona, quella che lui amava, la salvò, rinunciando alla sua felicità, rinunciando a lui, al suo Ladro.
Ora stava tenendo in mano la pagina del libro, quella pagina che le aveva donato il brutto scherzo della speranza.
La fissò e sorrise, lo sapeva e non avrebbe mai avuto il suo Lieto Fine.
Anche se ora era buona, aveva commesso troppe azioni orribili per meritarsi la felicità.
Ma la cosa che la distruggeva erano gli occhi di lui. Nemmeno lui avrebbe avuto il suo lieto fine, solo perché si era innamorato della Cattiva della storia.
Strappò la pagina, gettando i resti a terra.
La pagina non era altro che il cuore dei due amanti ormai in frantumi.
   
 
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