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Autore: Onaila    16/02/2015    1 recensioni
Avevano distrutto la sua vita, le sue sicurezze con un solo gesto, un gesto che l'avrebbe segnata per sempre. Ogni suo pensiero e scelta le avrebbe fatto ricordare ciò che oramai era incancellabile.
Si era illusa di poter dimenticare spostandosi nella sua vecchia stanza, allontanandosi dalla prova della notte scorsa, ma ogni volta che chiudeva gli occhi, ogni volta che cercava un altro ricordo, tutto riemergeva. Le loro mani intorno al suo collo e ai suoi polsi, la sensazione di libertà soffocata, il desiderio di scappare e non riuscirci, la propria debolezza ma sopratutto l'impotenza, l'incapacità di difendere il proprio corpo.
Sembrò scossa da quell'ultimo pensiero ma gli occhi non si mossero, continuando a fissare il vuoto davanti a sé, immersi a vedere chissà quale macabro ricordo.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francis, Mary Stuart, Regina Catherine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non riusciva ad avere pace, ma come poteva ancora agognare quel desiderio?
Non dopo quello che era successo, dopo quello che gli era successo.
Avevano distrutto la sua vita, le sue sicurezze con un solo gesto, un gesto che l'avrebbe segnata per sempre. Ogni suo pensiero e scelta le avrebbe fatto ricordare ciò che oramai era incancellabile.
Si era illusa di poter dimenticare spostandosi nella sua vecchia stanza, allontanandosi dalla prova della notte scorsa, ma ogni volta che chiudeva gli occhi, ogni volta che cercava un altro ricordo,  tutto riemergeva. Le loro mani intorno al suo collo e ai suoi polsi, la sensazione di libertà soffocata, il desiderio di scappare e non riuscirci, la propria debolezza ma sopratutto l'impotenza, l'incapacità di difendere il proprio corpo.
Sembrò scossa da quell'ultimo pensiero ma gli occhi non si mossero, continuando a fissare il vuoto davanti a sé, immersi a vedere chissà quale macabro ricordo.
Sentì il fiato mancare nel vedere i lividi sui propri polsi, gli massaggiò cercando di allontanare quella sensazione. La sensazione di essere ancora toccata, di essere sporca, macchiata da qualcosa di invisibile ed indelebile. Il fiato mancò ancora una volta. Il suo sguardo si diresse verso la porta semichiusa, poteva intravedere le guardie che la proteggevano, da cosa? dalla morte? Sarebbe stata un sollievo. Ma in realtà non riusciva a fidarsi, non si fidava di nessuno di loro, vedeva lui in tutte quelle lucenti armature. Faticò a respirare e una lacrima bagnò una guancia, si affrettò ad asciugarla. Non avrebbe pianto, lei non avrebbe pianto. Era la Regina della Scozia e moglie del Re della Francia. Non avrebbe pianto. Un'altra lacrima bagnò la guancia, seguita da molte altre. Aveva paura, no, era terrorizzata. Terrorizzata che quell'incubo non fosse finito la scorsa notte. Che qualcosa crescesse dentro di lei, qualcosa di non suo. Qualcosa che non avrebbe potuto amare. Pianse perché una macchia nera aveva avvolto il suo cuore con la minaccia di non svanire.
Non farli vincere così aveva detto Catherine dei Medici ma come avrebbe fatto? Come? Catherine era forte, molto più forte di lei. Era stata capace di superarlo ma Mary sapeva di non esserne in grado. Era riuscita ad ottenere una piccola vittoria, nessuno sapeva della violenza subita, fatta eccezione per la Regina Madre e Francis.
Appoggiò la testa sulle ginocchia e pianse ancora.
Francis...
Ancora ricordava lo sguardo che le rivolse, sapeva che lui non c'entrava nulla, che era partito per calmare le acque tra i pagani e i vescovi ma non poteva fare a meno di incolparlo, in qualche maniera. Lui aveva fatto infuriare il popolo, lui era la causa della morte del ministro della chiesa pagana e allora perché era lei a dover pagare il prezzo del marito? Ed era un prezzo equo? Una vita rovinata per qualcosa che lei non aveva fatto? Gli aveva difesi. Quella maledettissima notte cercava di creare un matrimonio vantaggioso per tutti e invece l'unica cosa che era riuscita ad ottenere era...”Mary?” si voltò di scatto verso la porta, notando Catherine sullo stipite, si avvicinò con cautela, fino a sedersi sul letto senza toccarla, sapendo che effetto le faceva “Devi cercare di riposare” disse coprendola “Non ci riesco, io...” “Lo so” la Regina madre non aveva bisogno di spiegazioni perché sapeva cosa stesse passando la ragazza, sapeva, perché anche lei aveva subito lo stesso destino “Cerca comunque di riposare e di recuperare un po' di forze. Pensa ai ricordi belli” entrambe sapevano che non sarebbero bastati, Mary appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi ma l'immagine delle loro mani sulle sue labbra la fecero trasalire “Mary, mia cara...” qualcosa bagnò lo sguardo di Catherine, qualcosa che le aveva visto solo quando le disse la profezia su Francis, tristezza e paura così l'aveva definito quella volta, ma questa volta era diverso, sembrava qualcosa come un dispiacere, un desiderio espresso ma mai realizzato “Chiudi gli occhi” aggiunse e iniziò a cantare qualcosa che era nuovo per le orecchie della Regina, come una ninnananna che la fece tranquillizzare ed allontanare un poco l'angoscia che l'attanagliava. Obbedì e chiuse gli occhi, sussultò ancora una volta ma Catherine iniziò ad accarezzarle i capelli senza smettere di cantare ma Mary non allontanò quel toccò, per qualche motivo si fidava di lei. Forse perché era l'unica che riuscisse veramente a comprenderla e che non le chiedeva come stava, perché già conosceva le risposte, sapeva benissimo cosa fare quando ne aveva bisogno e quanto ne avesse bisogno.
Non se l'era mai immaginata così, le era sempre sembrata una donna fredda, scostante e manipolatrice. Ma bastò la notte scorsa a farle cambiare idea su di lei. Non si sarebbe mai dimenticata la delicatezza del suo tocco su di lei per lavarla, per pulirla e vestirla per far sì che nessuno l'avvicinasse, nessuno eccetto lei che sapeva cosa sussurrare per tranquillizzarla mentre ancora rabbrividiva impaurita che l'incubo potesse ripetersi ancora o come le tenne la mano tremante fino alla sala del treno e averle suggerito cosa dire.

   
 
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