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Autore: FreDrachen    16/02/2015    3 recensioni
I pensieri di Rekla bambina dopo aver ucciso i suoi genitori, fino al suo incontro con Milo, l'Assassino che segnerà per sempre la sua vita e il suo destino.
Dal testo:
Correva schiacciata dall'enormità del suo gesto.
Aveva le mani ancora sporche del sangue dei suoi genitori. Se richiudeva gli occhi riusciva a rivivere quel momento. L'espressione sorpresa del padre, un uomo che mai e poi mai le aveva voluto bene. L'odio e l'agonia in quelli della madre mentre crollava a terra impregnata dal suo stesso sangue.
In quel momento non aveva altro che saggiato il piacere di togliere la vita a coloro che mai e poi mai l'avevano amata, che non le avevano dimostrato un segno d'affetto.
Genere: Fluff, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rekla
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'ASSASSINA

Correva.
Correva schiacciata dall' enormità del suo gesto.
Aveva le mani ancora sporche del sangue dei suoi genitori. Se richiudeva gli occhi riusciva a rivivere quel momento. L'espressione sorpresa del padre un uomo che mai e poi mai le aveva voluto bene. L'odio e l'agonia in quelli della madre mentre crollava a terra impregnata dal suo stesso sangue.
In quel momento non aveva altro che saggiato il piacere di togliere la vita a coloro che mai e poi mai l'avevano amata, che non le avevano dimostrato un segno d'affetto. Che la toccavano solo per picchiarla per qualsiasi motivo. A volte invidiava i suoi coetanei, i bambini al mercato che tenevano stretta la mano della madre. Quelle stesse donne che scoccavano loro sguardi d'affetto. D'amore.
Il piede inciampò in una radice, facendola cadere rovinosamente a terra. Le lacrime trovarono una via giù per le goti. Si ritrovò a singhiozzare come la bambina che in realtà era.
"è un incubo. Domani mi sveglierò e i  miei genitori mi picchieranno urlandomi che sono una buona a nulla" pensò cercando di convincere se stessa.
Ma sapeva che questa non era altro che una mera e propria illusione. Che i suoi genitori non erano altro che un ammasso informe riverso sul pavimento, intorno l'alone del sangue secco. Null'altro  che gusci vuoti privi di vita.
E che lei era un'Assassina.
Non si trattava di piccoli animali. Ma di persone. Aveva ucciso i suoi genitori.
Un brontolio allo stomaco la riscosse.
Fame.
Doveva mettere qualcosa sotto i denti al più presto.
Ha ancora il coltello per le verdure con sé, lo stesso che ha usato per uccidere i genitori.
Eccola.
Una lepre ignara del suo destino a poca distanza.
Rekla strisciò attenta a non fare rumore. La lepre era sempre lì.
Scattò senza preavviso.
L'animale neppure si accorse di morire.
Sul volto di Rekla si aprì un sorriso soddisfatto. Che si tramutò in un'espressione d'orrore davanti alle mani imbrattate di sangue.
Alla lepre si sovrapposero i volti sfigurati dei genitori.
Si allontanò velocemente dal cadavere dell''animale urlando impazzita.
Aveva ucciso di nuovo.
Quella mania nata per gioco la stava inesorabilmente trascinando verso il basso.
"Voglio morire" pensò la sua mente.
Quando notò una figura farsi strada tra il fogliame l'accolse con un sorriso.
"Ecco. è la morte che mi sta per accogliere tra le sue braccia"
Ma non era la morte.
Era un soldato con la spada in pugno.
«Ti ho trovato bastardella»ghignò con un sorriso.
Rekla lo fissò ammaliata. Sarebbe stato lui a renderle la pace della tomba?
«Sai dove finiscono gli assassini come te, eh ragazzina? Nelle segrete a marcire».
Come non detto.
Frappose tra sè e il soldato il coltello.
L'uomo si mise a ridere sguaiatamente.«Tesoro. Credi sul serio che abbia paura di una bambina come te?»
Il tono beffardo le fece salire il sangue alla testa.
Con un urlo scattò contro il soldato colto alla sprovvista.
Non si aspettava certo una mossa simile da una ragazzina così pelle e ossa.
Rekla fulminea aprì un profondo taglio sul petto dell'uomo.
Rinfoderò il pugnale, e senza guardarsi indietro, sparì nella vegetazione.
 
Lasciarsi andare.
Era questa la cura ai suoi sensi di colpa.
Accese un fuoco e bruciò le armi che aveva costruito per cacciare. E sopravvivere.
Forse era vero, solo la morte poteva darle la pace di cui aveva bisogno.
Si inginocchiò a terra, e cominciò a singhiozzare. Perché era nata? Forse gli dei volevano vederla soffrire e farsi beffa di lei?
Un guscio alle sue spalle la destò dai suoi pensieri.
Rekla si giro terrorizzata, la mano già sull'elsa del coltello con il quale aveva reciso la gola ai suoi genitori.
Una figura in nero emerse dal fogliame, il viso completamente celato da un pesante mantello. Lo sconosciuto si avvicinò con passi leggeri e andatura felina, fermandosi a pochi passi da lei.
«Chi sei?»domandó la bambina con voce flebile e roca, dal poco parlare degli ultimi giorni.
L'uomo allungó la mano verso di lei,ma Rekla si ritrasse. Nessuno, neppure quello sconosciuto doveva macchiarsi delle sue colpe.
«Non voglio farti del male». La voce dell'uomo era calda che le infuse una sorta di calma.
Ma Rekla non cedette.«Non avvicinarti. Posso farti del male. Io...io sono un mostro»mormoró tra un singhiozzo e l'altro.
L'uomo si decise a rivelare il suo volto, e Rekla si ritrovò davanti un ragazzo sui venticinque anni, gli occhi verdi e il viso picchiettato di efelidi.
«Come potresti farmi del male Rekla. Tu sei come me, e io non temo i miei simili».
Per Rekla fu come ricevere un pugno nello stomaco. Come faceva a conoscere il suo nome? E cosa intendeva con le sue ultime parole?
«Come sai...»
«Io so tutto di te Rekla, dei tuoi genitori e di quello che hai fatto».
«Sei unsicario venuto a uccidermi?»domandó impaurita la ragazzina.«Se devi farlo, fa in modo che sia una morte veloce, ti prego».
Il ragazzo scoppió a ridere.«Sono un Assassino certo, ma non sono qui per ucciderti, bensí per indicati il tuo destino».
«Sei pazzo, ecco cosa. Cosa vuoi da me? E chi sei veramente?»
Il ragazzo assunse un'espressione seria.«Il mio nome é Milo, e sono un araldo di Thenaar».
Rekla inarcó un sopracciglio sospettosa. A che gioco stava giocando quel ragazzo? Stava aspettando il momento buono per ucciderla, ecco la verità.
«E io cosa centro con questo...Thaner?»
 «Thenaar»la corresse gentilmente Milo.«É il mio dio»aggiunse con orgoglio. «E anche tu sei una sua figlia, qui sulla terra per adempire la sua volontà».
«Cosa?»
Milo riprese fiato.«Qui nel Mondo Emerso esistono due tipi di persone:i Perdenti, nati per rovinare il mondo che Thenaar ha creato dalla notte dei tempi, e i Vittoriosi, i suoi figli prediletti, che hanno il compito di purgare il mondo dagli altri nell'attesa della sua ascesa».
 «E questo cosa c'entra con me?»
 «Tu hai un dono Rekla. Gli stolti la chiamano cattiveria, ma non é cosí.Tu sei una Bambina della Morte, sei stata scelta da Thenaar, per rendere manifesta la sua gloria»
Quelle parole scesero come balsamo sul suo corpo.
Non era maledetta,solo diversa dagli altri.
Ripensó alla sua vita, e a ció che era stata.
E capí. Non poteva fuggire dal suo destino.
Avrebbe servito quel dio che l'aveva voluta accogliere tra le sue braccia, quando nessuno la voleva.
Fino alla morte gli sarebbe stato fedele.
E decise.
Prese con convinzione per mano Milo e lo seguì, incamminandosi per un nuovo sentiero senza mai voltarsi indietro.
Da quel giorno non sarebbe stata piú la bambina timida e impacciata, incapace a farsi degli amici e dilaniata dai sensi di colpa.
Ma Rekla, l'Assassina.









Angolino dell'autrice completamente impazzita:
Ciao <:)
Non sono molto brava a scrivere commenti molto lunghi...scusate ^^
Si, lo so...sono fissata con questo personaggio, ma è più forte di me ecco^^, volevo in qualche modo riempire un piccolo buco nel capitolo 10 delle Due Guerriere <:) Questa storia è inoltre un regalo per una mia fantastica amica! Auguri Magicadark007 ^^
E a tutti voi buona lettura XD

Drachen
   
 
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