Serie TV > New Girl
Segui la storia  |       
Autore: Jecchan92    16/02/2015    0 recensioni
Jess e Nick si sono lasciati da due mesi.
Lei decide di cambiare casa, il dolore è insopportabile.
Lui vorrebbe che rimanesse, ma non ha il coraggio di dirglielo.
Ma accade qualcosa, qualcosa a cui nessuno era preparato.
Qualcosa che cambierà le vite di tutti i coinquilini.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cece Meyers, Jessica Day, Nick Miller, Schmidt, Winston Bishop
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un’altra giornata, un’altra mattina.
La sveglia alle sei, vestirsi di corsa, uscire e andare da Cece.
E’ stata una nottata orrenda per Jess: il giorno prima, il proprietario dell’appartamento le aveva sparato una cifra troppo alta per l’affitto, nonostante si fossero già accordati su un prezzo più che ragionevole. La ragazza le aveva provate tutte, dalla supplica alla minaccia, aveva addirittura finto un pianto disperato: nulla da fare. Così, la ragazza aveva dovuto annullare il contratto d’affitto.
Aveva passato tutta la notte in preda a dolori lancinanti allo stomaco, probabilmente a causa della litigata furibonda con quell’essere ignobile, e non aveva chiuso occhio.
L’unica cosa di cui aveva bisogno quella mattina era una ciambella gigante, un caffè tra i più amari che avesse mai bevuto e un abbraccio della sua migliore amica. Ormai non suonava nemmeno più il campanello, tanto Cece sapeva che a quell’ora lei si sarebbe presentata alla sua porta.
-Buongiorno amica mia. E’ stata una nottata orrenda, non puoi capire!- disse a voce alta, mente si toglieva il cappotto e posava la borsa sul divano.
Aprì la porta della camera da letto.
-Dai Cece, ho bisogno di un’endovena di caffè!-
Lei si mise a sedere di scatto, improvvisamente sveglissima.
Questa non ci voleva.
-Che ci fai qui?- domandò stupidamente.
Jess rise. -Non mi hai fatto questa domanda nemmeno la prima volta che mi sono presentata qui-
Improvvisamente, una massa si mosse da sotto le lenzuola, accanto alla sua amica.
-Oh, ho capito. Scusami, aspetto in sala- sussurrò Jess, facendogli l’occhiolino.
Fece per uscire dalla camera, ma un verso assurdamente familiare la costrinse a girarsi.
Sotto lo sguardo terrorizzato di Cece, la testa di Schmidt emerse da sotto le lenzuola.
-Schmidt?- chiese Jess, sorpresa.
-Non è come pensi!- urlò subito Cece.
-Ormai è tardi. Diglielo-
Jess la fissava perplessa, ma non arrabbiata.
Cece uscì dal letto e si infilò una vestaglia, e senza degnare di uno sguardo il suo ragazzo, prese la sua amica per un braccio e la portò nel salotto.
-Lo so, sei molto arrabbiata- cominciò.
-Veramente non lo sono- rispose Jess.
-E avresti tutte le ragioni!-
-Ma non sono arrabbiata- tentò ancora lei.
-Ma vedi, la verità è che non volevo renderti partecipe della mia felicità in un periodo così triste per te!-
-Sono contenta per te-
-Ti prego, non mi aggredire!... Prego?- chiese Cece.
-Sono contenta per te! Perché non me l’hai detto subito? Almeno avrei avuto un motivo per distrarmi! Raccontami tutto dall’inizio- la incoraggiò Jess, prendendole la mano e accompagnandola verso il divano.
-Ecco, io e Schmidt ci siamo riavvicinati due mesi fa. Precisamente proprio il giorno in cui tu e Nick..-
Si fermò, notando lo sguardo di Jess oscurarsi.
-Bè, comunque, abbiamo deciso di comune accordo di tenere la nostra relazione segreta, per via di quello che sta succedendo tra voi. Non volevo che la mia felicità ti rendesse ancora più triste-
Jess sorrise tristemente.
-La tua felicità mi avrebbe solo resa felice. Non ti devi preoccupare così tanto per me, sono troppi anni che lo fai-
Cece abbracciò la sua amica.
-Ti prometto che non entrerò nei dettagli di livello sessuale finché tu stessa non ne avrai da raccontare a me- giurò la ragazza, mettendosi una mano sul cuore.
Jess rise di gusto, forse la prima reale risata dopo settimane.

Ecco il momento che sia Jessica che Nick temevano tutta la settimana: il week end.
Lì non c’erano vie di scampo, o avevi infiniti programmi che duravano tutto il giorno e tutta la notte, oppure eri costretto a rimanere in casa.
Il sabato mattina, Jess si svegliò in preda ad una forte nausea: corse in bagno e sbatté la porta, dimenticandosi di chiudere a chiave, e vomitò tutta la cena cinese della sera prima.
-Girava voce che in quel take away cucinassero topi- disse una voce.
Jess non si girò nemmeno, sapeva perfettamente chi fosse, e l’idea che la vedesse in quelle condizioni la faceva infuriare.
-Puoi uscire dal bagno, per favore?- boccheggiò lei, con la testa ancora nel water, i capelli come tendine sulla fronte e ai lati delle guance.
Dopo pochi secondi di silenzio, lo sentì avvicinarsi ed inginocchiarsi accanto a lei.
Conosceva le sue intenzioni, per questo era pronta.
Quando lui provò a tirarle indietro i capelli, lei gli allontanò la mano violentemente e tornò a vomitare.
-Quante volte ti ho detto che non devi mangiare il pollo alle mandorle?- disse lui, riavvicinando cautamente le mani verso i suoi capelli.
Lei era talmente esausta che lo lasciò fare, e provò un brivido quando lo sentì unire le due ciocche con una mano e appoggiare l’altra sulla fronte, alzando la frangia.
-Anche tu lo mangi- riuscì a dire.
-Io sono un uomo, ho uno spazio appositamente dedicato al cibo spazzatura- ribatté Nick.
Lei sorrise nel water, prima che un altro forte conato che aveva il retrogusto di pollo alle mandorle le impedì di dire altro.

-E così, siete tornati insieme- disse Nick.
Era domenica pomeriggio, ed erano tutti in salotto: Nick, Jess, Schmidt, e Cece.
Winston, come al solito, dormiva, oppure fingeva di dormire: non sopportava la vista di Jess e Nick nella stessa stanza.
Cece era in piedi, e teneva per mano il fidanzato: anzi, più che tenere per mano, la utilizzava come antistress.
-Sì- disse Schmidt, lanciando uno sguardo di sfida a tutti ed a nessuno in particolare, come a dire “ed ora osate dire qualcosa contro questa relazione”.
-Magnifico!- esclamò il suo amico, alzandosi dalla sua poltrona e abbracciandolo.
Non che si aspettasse una reazione di rabbia furente, ma non era esattamente quella che si aspettava.
-Spero siate felici- aggiunse Jess, alzandosi a sua volta dal divano.
Uno sguardo di troppo tra lei e Nick fece insospettire Cece, che lasciò correre in attesa di essere sola con la sua amica.

-Jess, non pensi che Nick sia ancora innamorato di te?- chiese Cece cautamente.
Erano in camera dell’amica, e lei le aveva appena raccontato il fattaccio del bagno.
La ragazza alzò le spalle.
-Ha importanza? Quando stavamo insieme, l’amore che provava per me non gli ha fatto cambiare idea, cosa ti fa pensare che faccia la differenza ora?-
Cece sospirò: quei ragazzi erano davvero orgogliosi.
-Io penso che dovreste darvi un’altra possibilità. Vi amate ancora follemente e, vomito a parte, è stato un gesto terribilmente romantico nei tuoi confronti-
Jess cominciò a viaggiare per la camera, in preda ad un momento di crisi: che lo amasse ancora da morire non c’era da metterlo in dubbio, e credeva che anche lui fosse ancora innamorato, ma ricominciare tutto da capo?
Ricominciare coi litigi, i silenzi, i pianti.
Lei non voleva più sentire le stesse parole che le disse il giorno in cui si lasciarono: “Io non sono fatto per essere un marito, né per essere un padre. Mi dispiace Jess, ma questo è quello che voglio”.
Si fermò di colpo.
-Non posso, Cece. Non ce la faccio a ricominciare tutto da capo. Usciamo a bere stasera? Ho bisogno d’alcol-
La sua amica scrollò le spalle, rassegnata.
-Come desideri, mia padrona-

-Un brindisi!- biascicò Jess, alzando il bicchierino di shot.
-E’ già il terzo, non pensi di esagerare? Domani lavori- la ammonì Cece.
Lei rise in modo malizioso, come se fosse a conoscenza di un grande segreto.
-Domani niente lavoro per me, c’è sciopero degli insegnanti. Domani dormirò, mangerò, e dormirò ancora. Nessuno saprà della mia presenza in quella casa domani!- annunciò.
Cece decise di lasciar perdere: in fondo, alla sua amica serviva una serata del genere.
-Ho intenzione di cercarmi un bravo ragazzo- proseguì Jess – Un bravo ragazzo che sappia fare del buon sesso e che voglia una famiglia. Ma prima di tutto il buon sesso. Un brindisi al buon sesso!- esclamò a voce alta, tracannando tutto d’un fiato il bicchierino.
Due ragazzi al tavolo accanto sorrisero maliziosi, alzando i loro calici verso le ragazze.
Mentre Cece tentava disperatamente di far finta di nulla, Jess al contrario rideva sguaiatamente, e fece capire ad uno dei due ed in modo chiaro le sue intenzioni.
-Andiamo via, hai bevuto abbastanza-
-Chi sei, mia madre? Ho appena cominciato!- esclamò lei, sempre a voce troppo alta.
Improvvisamente, si alzò e, prima che Cece potesse afferrarla, si avvicinò al tavolo dei due ragazzi.
Uno dei due cedette il posto a Jess e si avviò verso la ragazza.
-Ciao, io mi chiamo Jason-
Cece gli sorrise in modo imbarazzato.
-Senti, non credo sia una buona idea. Ho un ragazzo-
Lui si guardò a destra ed a sinistra, poi sorrise.
-Non mi sembra che lui sia qui-
-Vado al bagno- annunciò lei.
-Dopo beviamo qualcosa insieme?- chiese questo Jason.
-Vedremo- rispose distratta, ma già diretta verso la toilette delle signore.
Una volta lì dentro, chiamò subito Schmidt.
-Ciao amore, tutto bene?-
La sua voce profonda era un balsamo contro l’ansia che le attanagliava le viscere da quando quei ragazzi avevano messo gli occhi su di loro.
-Insomma, Jess è ubriaca e un tizio la sta rimorchiando in modo piuttosto maldestro. Potresti venire a darmi una mano?- chiese lei.
Dopo pochi secondi di silenzio, lo sentì grugnire.
-Sono già lì. Resisti e tienila d’occhio-
E interruppe la chiamata.
Quando uscì dal bagno, era di nuovo ansiosa.
-Allora, beviamo qualcosa?-
E lei non poté far altro che accettare.

-Gestisco un ristorante alla fine della strada, “BellaNapoli”. Lo so cosa stai pensando, il tipico nome di un ristorante italiano, ma sono convinto che sia meglio rimanere sul classico-
Il tizio blaterava da dieci minuti, e Cece non faceva altro che sorseggiare lo stesso drink ed annuire, sperando con tutto il cuore che Schmidt si decidesse a venire a salvarla.
A salvarle, in realtà. Jess continuava a flirtare con l’altro ragazzo, parlavano e si sfioravano, e se non fossero corsi ai ripari, era sicuro che sarebbero finiti a letto insieme.
-Allora, che ne dici se ora mi racconti qualcosa di te?- chiese Jason, mettendo la propria mano sopra quella di Cece e riportandola alla realtà.
-Ma certamente. Allora, è una modella molto bella, ed è fidanzata con l’ebreo più fico del quartiere- rispose al suo posto una voce piuttosto alterata.
Subito il cuore della ragazza si sollevò di circa dieci metri per il sollievo: Schmidt era lì.
-Allora era davvero fidanzata. Pensavo fosse il solito modo per allontanarmi. Chiedo scusa- disse il ragazzo, alzando le mani in segno di resa ed allontanandosi. Schmidt cinse la vita della sua ragazza con le mani e l’avvicinò a sé.
-Ciao-
-Ciao- sussurrò lei, a pochi centimetri dal viso di lui.
-Chi altri devo picchiare?-
Lei rise sommessamente e lo baciò castamente sulle labbra.
Solo lui sapeva infondergli la calma e la sicurezza di cui aveva bisogno.
-Devi salvare Jess- lo mise al corrente Cece.
Solo in un secondo momento vide Nick Miller seduto accanto a loro, intento a sorseggiare una birra ed a fissare in cagnesco la sua ex ragazza e il tizio seduto accanto a lei.

Nick voleva distogliere lo sguardo, lo voleva davvero, ma non poteva farne a meno: Jess stava flirtando con un tizio insignificante, ubriaco quanto lei.
Erano seduti vicini, troppo vicini, appoggiati entrambi con un gomito sul tavolo, lei aveva appoggiato il viso su una mano e sorrideva maliziosamente.
Quando lui le scostò una ciocca di capelli, caduta dallo chignon ormai distrutto, non capì più nulla.
Si alzò di scatto, ignorò deliberatamente gli ammonimenti di Schmidt e Cece, e si avvicinò a quel maledetto tavolo.
-Per fortuna sei qui, Jess! I tuoi bambini non smettono di piangere e non so che fare!-
Lo sguardo interrogativo di Jess arrivò subito, ma era talmente ubriaca che non riuscì a controbattere in tempo.
Nel frattempo, il tizio si era impercettibilmente allontanato.
-Non mi avevi detto di avere dei bambini- sibilò lui, fissandola.
Lei tentò di parlare, ma Nick fu più veloce.
-Sì, tre. Da tre uomini diversi. Sai come sono fatte le donne, pensano di aver trovato l’uomo della propria vita, ci fanno un figlio e questi spariscono-
Lui si allontanò ancora di più, e Jess fulminò Nick con lo sguardo.
-Siete proprio carini insieme, anche se ho avuto come una sensazione di deja vu. Sai che i padri dei suoi figli li ha conosciuti proprio in questo modo?-
Questo fu il colpo di grazia per il ragazzo, che balbettò una scusa che nessuno sentì e, prendendo il suo amico, uscirono quasi correndo dal bar.
Jess si alzò di scatto, mandando tuoni e fulmini, in quegli occhi color del cielo si stava scatenando una tempesta.
Per un attimo, Nick rimase pietrificato: aveva forse esagerato?
-Chi ti ha dato il permesso di..- non riusciva nemmeno a concludere la domanda, talmente era annebbiata dalla rabbia.
Uno sguardo di sfuggita al bancone fece capire a Jess chi lo avesse avvisato: Cece sorseggiava il solito drink, guardando dappertutto tranne che dalla sua parte.
-Tu non hai alcun diritto di..-
-Quel tizio non aveva buone intenzioni, Jess- disse Nick.
-Anche se fosse? Tu non puoi permetterti di..-
Lui si mise le mani nei capelli,frustrato.
-Per l’amor di Dio, riesci a finirla una frase o no?-
Per tutta risposta, ricevette un sonoro schiaffo.
In quell’attimo, pareva che tutto il locale si fosse silenziato: Cece e Schmidt li fissavano a bocca aperta, e Nick si massaggiava la guancia dolorante, dispiaciuto e arrabbiato insieme.
Invece, Jess era furiosa: una rabbia mai vista, che l’alcol aveva amplificato.
Barcollando, si avviò verso la porta, e Cece ebbe la decenza di non muoversi dal suo seggiolino.
Nel giro di pochi secondi, Jess sparì dietro la porta.
Improvvisamente, tutto il locale tornò al massimo volume, e Nick riuscì a respirare.
Poi, i suoi piedi si mossero da soli: ignorando ulteriormente gli ammonimenti dei suoi amici, si avviò verso l’uscita.
Trovò la sua ex ragazza a carponi tra i cespugli a pochi metri dal bar, intenta a vomitare.
Lui alzò gli occhi al cielo, ma rimase a debita distanza, aspettando che finisse.
Quando anche l’ultimo conato cessò, Jess si sdraiò sul terriccio fresco a cominciò a mugugnare, come se provasse un fastidio tremendo.
Nick allora decise di avvicinarsi.
-Andiamo a casa- le sussurrò.
Lei lo fissò ma senza riconoscerlo davvero, e lo lasciò fare quando fece passare le braccia sotto la sua schiena e la issò.
Era incredibilmente leggera, eppure sembrava pesare duecento chili, ma a Nick non importava.
Non gli sembrava vero di poterla toccare di nuovo, di trovarsi di nuovo abbastanza vicino da sentire il suo odore, anche se in quel momento era la puzza di alcol e vomito a farla da padrone.
Sotto gli sguardi sorridenti dei suoi amici, Nick e Jess si avviarono verso casa insieme, per la prima volta dopo due mesi.




NdA: Buongiorno!
 Come capiranno quelli che leggeranno la mia storia, tenderò ad aggiornarla ogni lunedì, o meglio ci proverò.
Purtroppo, a causa della stesura della tesi e la laurea imminente non ho molto tempo, ma spero di riuscire a tenere in piedi questa storia.
I commenti, anche quelli negativi, sono graditi, ma grazie comunque a chi ha letto il primo capitolo!
Buona lettura ^^
Jecchan

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > New Girl / Vai alla pagina dell'autore: Jecchan92