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Autore: Sii_Felice    16/02/2015    1 recensioni
Francesca, ragazza diciassettenne ha una vita molto monotona e nonostante il supporto della sua migliore amica, molto esuberante, lei crede che per avere un cambio radicale ci vorrebbe un amore, preferibilmente Vero.
Però ancora non ha previsto cosa potrebbe succedere se il cambio radicale arrivasse. Soprattutto se pensa che il lui sia un altro.
Cristian, ragazzo diciottenne molto apprezzato dal genere femminile. Si ritroverà, nemmeno lui sa, a voler conversare con una ragazza, non del suo solito genere.
Secondo voi che potrebbe succedere se un giorno si trovassero faccia a faccia con l’amore della loro vita senza nemmeno accorgersene? E pronti per girare l’angolo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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                                                                                                                                      "The beginning of love"


Le guance mi tiravano per quanto stavo sorridendo,  stringendolo forte, mentre sentivo  la pelle calda del suo petto sul mio. Ispiro forte il suo odore di mare, e socchiudo gli occhi.
Cavolo, Fran sei così infantile.
Sentivo tante voci nella mia mente e tutte mi ripetevano la stessa cosa. Si forse avevano ragione, ma non me ne fregava nulla, lui mi amava, ci teneva veramente a me e io avevo sbagliato e molto. Ma lui era ancora lì, si sbaglia per crescere, e noi sbaglieremo insieme.
Pensavo che nessuno si sarebbe mai innamorato di me, ero la tipica ragazza che credeva nell’amore ma non pensava potesse succedere a lei. Sono stata assillante, invadente, cocciuta e chi più ne ha più ne metta. Solo al pensiero, chiudo forte gli occhi cercando di scacciare via i brutti pensieri.
Le possibilità erano molte, Cristian si sarebbe potuto stancare di una bambina che non faceva altro che essere ossessionata dall’amore e si sa quanto i ragazzi siano terrorizzati all’argomento. E io sarei rimasta sola, con il cuore spezzato e la consapevolezza di aver rovinato tutto.
O peggio, un giorno si sarebbe potuto accorgere che non provava nulla per me e mi avrebbe lasciata.
O peggio ancora, avrebbe trovato un’altra. Anche se, questo può ancora succedere ma meglio non bendarsi la testa prima di romperla.
Il presente è un dono, soprattutto con lui al mio fianco. Lui è il regalo più bello che la vita, o il destino, abbia potuto farmi.  Lui con la risata contagiosa, gli occhi brillanti, i sorrisi ammiccanti, la pelle leggermente abbronzata, il corpo sodo, i capelli scombinati con sfumature bionde alla luce del sole, la statura alta, tanto più alto di me da farmi chiamare da lui, bimba. Lui che all’improvviso, è diventato il centro del mio mondo, lui che negli ultimi mesi si è avvicinato a me come io da sempre avevo voluto,  anche se pensavo di odiarlo, mi sono ritrovata innamorata di lui. Lui che è stato con me nei miei momenti più isterici, quelli più pesanti, quelli più difficili, quando nemmeno io riuscivo a sopportarmi. Quel lui che è capace di farmi sorridere, ridere a crepapelle, battere il cuore a mille e farmi arrabbiare come nessun altro, ma è difficile tenergli il muso.
L’idea che non mi amasse, mi faceva soffrire. Perché so che è l’amore che ti lega ad una persona, e allora io sarei stata legata a lui, ma al contrario lui no. Perché allontanavo ogni giorno l’idea che lui, che sembrava così lontano dall’amore, non l’avrebbe mai conosciuto o che io non sarei mai stata capace di insegnargli ad amare me così come io amavo lui. 
Non so per quanto tempo sono rimasta abbracciata a lui, forse pochi secondi o forse lunghi minuti, ma per quanto l’ho stretto credo che gli sia rimasto il mio calco addosso. E chissà perché, la cosa non mi dispiaceva poi tanto.
«Ti sei incollata, nanetta?» mi fa resuscitare lui con la sua solita finezza. Sbuffo divertita e mi stacco.
«Come rovinare un bel momento. Sei sempre il solito!» gli dico guardandolo corrucciando le sopracciglia, mentre una volata di vento mi libera il viso dai capelli.
«Siamo acide oggi?» mi prende in giro lui, ridendo e dandomi un pizzico sul fianco. Inizio ad incamminarmi velocemente, dopo avergli lanciato un’occhiataccia. Ovviamente stavo solamente reggendo la parte.
«Anche permalose!» mi grida lui, prima di venirmi incontro correndo lasciandomi una pacca sul sedere, e continuando a correre. Rimango interdetta per qualche secondo fino a quando non sento un calore profondo invadermi, tanto che mi sento andare a fuoco. Lui si ferma poco distante da me.
«Fa caldo, vero?» dice l’idiota prendendomi, per l’ennesima volta, in giro.
«Stai zitto, cretino!» gli grido io sorridendo.
«Cretino a chi?» dice lui guardandomi di sottecchi. Io gli sorrido e sposto il peso da una gamba all’altra, incrociando le braccia.
«A te» gli rispondo io, cercando di non ridere.
«Inizia a correre, nanetta.» mi dice lui, scattando in avanti a correre, lancio un urletto ridendo e mi lascio inseguire. Correvo con una mano all’altezza del petto per evitare brutte sorprese e iniziavo a sentire i polpacci farmi male, perché tutti lo sappiamo correre sulla sabbia asciutta è una faticaccia.
«Basta, ti prego. Dammi tregua!» gli grido io, voltandomi e trovandomelo  più vicino a me di quanto credessi, e sono sicura che avrebbe potuto superarmi già da tempo, ma forse, semplicemente non voleva farlo.
«Ti prego.» gli sussurro io sorridendo congiungendo le mani e ansimando a causa della corsa.
 Lui mi regala un altro dei suoi sorrisi che tolgono il fiato, e si avvicina a grandi passi verso di me mentre sento le gambe cedere, troppo scossa dal suo sguardo profondo.
Allaccia le braccia al mio busto facendomi staccare i piedi da terra e tenendomi stretta a lui. Porto di rimando le braccia intorno al suo collo, e con una mano gli avvicino la testa alla mia, chiudendo gli occhi per poterlo baciare. Appena poggio le labbra sulle sue, niente ha più importanza, tutto sembra sistemarsi, i nostri sbagli si annullano, la voglia di stare insieme aumenta. È come se fosse il nostro primo bacio, il bacio che attendevamo da molto tempo.  Lui mi solleva un altro po’ come ad invitarmi ad allacciare le gambe al suo bacino, e io così faccio. Apre il palmo di una mano sulla base della mia schiena, mentre continua a baciarmi e quel piccolo movimento mi fa rabbrividire. Non ho mai negato di essere attratta da lui, perché è la verità, ma la possibilità che lui sia attratto da me, mi ha sempre mandata su di giri. L’aria improvvisamente si fa carica di tensione e un bacio sembra non poter più bastare. Apro gli occhi staccandomi da lui, guardandolo bene quando anche lui rimane a guardarmi negl’occhi. Mi avvicino senza pensarci due volte a baciarlo di nuovo, prendendolo alla sprovvista.
«Promettimi che non mi lascerai mai.» mi sussurra lui, appoggiando la fronte sulla mia. Io sorrido, grata. Grata alla vita per avermi donato lui. Grata a lui, per essere così infinitamente amabile.
Gli rubo un altro bacio, prima di rispondergli.
«Promettimi la stessa cosa.» gli dico io a due centimetri dalle sue labbra.
«Te lo prometto, amore.» mi dice lui, facendomi sciogliere. Svia le mie labbra, e mi lascia un bacio sulla fronte, lasciandomi l’amaro in bocca.
«Te lo prometto anche io.» gli rispondo affondando con la testa nell’incavo del suo collo, abbracciandolo forte per poi dargli un altro bacio.
Mi stacco per riprendere fiato, e stendo le gambe per poggiare poi i piedi sulla sabbia tiepida. Quella situazione era diventata quasi imbarazzante, ci eravamo trovati appiccicati entrambi mezzi nudi, ed entrambi volevamo qualcosa di più. I pochi vestiti che avevamo iniziavano ad essere troppo stretti, e per lui nel vero senso della parola.
Gli sorrido e mi siedo a terra, schiarendomi la voce.
«La cosa che mi dispiace di più di tutto questo è che tu non abbia potuto vedere il mio saggio, ci contavo tanto!» gli dico sorridendo amara, cambiando discorso. Guardando lui mentre si sedeva accanto a me portando le ginocchia al petto. Mi giro a guardare il mare davanti a me, bene ho due meraviglie davanti agl’occhi.
«Oh-oh. Invece l’ho visto.» mi dice lui facendo un sorrisetto.
«Andrea?» gli chiedo io senza aver bisogno di altre parole, mentre mi giro a guardarlo.
«Andrea. Anche il falò è opera sua.» mi risponde lui. Non gli mai voluto così bene quanto gliene voglio adesso.
«E pensare che eravamo così preoccupati che non potessimo stare insieme a causa sua.» E invece era stato lui che aveva fatto di tutto per farci fare pace.
«Si, credo gli sia passata, non è stato molto contento di saperlo. Mi ha parlato poco e niente per una settimana.» dice lui ridendo.
«Povero il mio fratellino.» dico io ridendo. Immaginandomi al suo posto, non deve essere bello avere una sorella e un migliore amico che si mettono insieme, e sicuramente immaginare tutte le conseguenze fisiche che comporta una relazione.
«Si…» inizia lui sovrappensiero. Poi si gira verso di me sorridendo. «Ma fortunato io!» dice ammiccando spudoratamente facendomi arrossire.
«Con tutto questo ben di Dio!» dice lui ridendo.
«Sei un depravato lo sai?» dico io dandogli uno spinta con la mano.
«E tu sei manesca!» mi risponde massaggiandosi la spalla con espressione ferita.
«Ma se non ti ho fatto nulla» dico io ridendo.
«Si, forse dovremmo rimediare.» dice lui sorridendo e prendendomi la mano e tirandomi vicino a cavalcioni su di lui.
«Hey, hey, hey. Che intenzioni hai? Ti ricordo che siamo all’aperto, in un luogo pubblico, e che c’è mio fratello di là.» dico sorridendo e facendogli un cenno con la testa indicando i nostri amici abbastanza lontani da noi.
«Ma che maliziosa che sei!» mi prendendo in giro. «volevo solo guardarti meglio.» dice portandomi i capelli dietro le spalle.
«Mmm» mugugno io. Mi avvicino e gli do un bacio a stampo sulle labbra. «Si… guardarmi meglio» continuo portandogli le braccia intorno al collo.
«Ma quanto puoi essere bella?» mi dice lui lasciandomi tanti baci, a partire dal collo fino all’angolo delle mie labbra e ritorno.
«Non so come mi vedi tu, ma io mi vedo normale.» dico io boccheggiando a causa dei suoi baci e sorridendo imbarazzata. Non so se mi abituerò mai ai complimenti, soprattutto ai suoi.
«Si, si proprio normale.» dice lui, smettendo di baciarmi e dandomi un pizzicotto sul fianco.
«Ok, ora andiamo» sbotta lui. Lo guardo attonita prima che continui a parlare.
«Altrimenti ti salto addosso.» mi sussurra lui all’orecchio, facendomi entrare in fibrillazione.  Mi alzo in fretta stringendo le cosce e ci incamminiamo mano nella mano.
«E allora? Ti è piaciuto il saggio?» gli chiedo io cercando di riportare il discorso in territorio neutro.
«Si tanto. Sei stata bravissima. Ti dico un segreto.» mi risponde lui, lanciandomi uno sguardo triste e facendo un mezzo sorriso.
«Dimmi.» dico io, guardandolo socchiudendo gli occhi per via della luce che mi abbaglia.
«Ho comprato, un mazzetto di fiori ma non ho avuto il coraggio di portartelo.» mi spiega lui.
Mi fermo, e lo guardo sorridendo. « Ma quanto sei dolce! Ma lo hai buttato?» gli rispondo.
«Ovvio, che no! Sapevo che avremmo fatto pace! E come ti stacco da me? Sembri una sanguisuga!» mi risponde lui ridendo.
«Io una sanguisuga? Fino a prova contraria, eri tu che mi stavi mangiando a baci prima!» gli rispondo io seria.
«Touché» mi risponde lui. E io scoppio a ridere, per aver messo a tacere il mio Cristian.
 
«Hai fatto Francesca?» mi chiede lui dall’altra lato della porta. Sono in bagno e sto finendo di prepararmi perché il signorino mi aveva chiamata poco meno di mezz’ora prima, dicendomi di prepararmi che sarebbe passato a prendermi. Così subito mi ero buttata sotto la doccia, e mi ero messa il vestito che lui stesso mi aveva regalato, e ora mi stavo truccando, sperando di finire prima che buttasse giù la porta. Al pensiero mi scappa una risata, e lo sento dall’altra parte seguirmi di rimando.
«Perché ridi ora?» mi domanda e scommetto che stia sorridendo. Mi guardo allo specchio mentre estraggo il pennellino del mascara.
«No, nulla.» gli rispondo io.
«Bene, ora ride anche da sola.» ribatte lui e io rido, finisco di truccarmi e mi spruzzo un po’ di profumo prima di uscire.
«Allora?» dico io, trovandomelo davanti. «Andiamo?» continuo sorridendo.
«Sei bellissima, tesoro. Fatti guardare.»  dice lui prendendomi la mano e facendomi fare una giravolta. « Ti sta benissimo  questo vestito.»
Mi guarda negl’occhi sorridendo e stringendomi  le mani. Mi avvicino piano al suo viso e lui fa lo stesso, appoggio le labbra sulle sue e ci baciamo. Chiudo gli occhi mentre le sue labbra sfiorano le mie prima lentamente e poi con foga. Quando riapro gli occhi e lo vedo così vicino a me, lo guardo a fondo negl’occhi e mi ci rispecchio dentro.
«Seguimi.» dice lui e scendiamo al piano di sotto, mi apre la porta ed usciamo. Ci avviciniamo all’auto ed entro mentre lui fa lo stesso.
«Andiamo.» dice mettendo in moto e sorridendomi. Sorrido continuamente girandomi a guardarlo e sento molto chiaramente che non c’è nessun altro posto dove vorrei essere, ne un’altra persona con cui stare.
Arriviamo davanti al suo appartamento e ci fermiamo.
«Devi prendere qualcosa?» gli chiedo io.
«No, dobbiamo scendere.» mi risponde sorridendo e capisco che avremmo passato la serata lì. Così scendo dall’auto e mi avvicino a lui.
«Ah, e mi hai fatto vestire così, per venire qui?» gli chiedo io, non capendo.
«Punto primo, non ti ho detto io di vestirti così, e poi non mi dispiace che tu ti sia messa questo vestito, l’hai fatto per il tuo Cristian o no?» mi dice facendomi un ghigno.
«Ah, il mio Cristian… » faccio finta di pensare.
«Si, beato lui.» dice lui facendo il finto serio.
«Si, hai proprio ragione.» dico io prendendogli la mano e entrando nel portone. Saliamo le scale ed entriamo in casa. La cucina si trova all’entrata di casa senza alcun corridoio, così posso vedere distintamente la tavola preparata per due, e rimango letteralmente a  bocca aperta, perché non mi sarei mai aspettata un gesto così romantico da parte sua.
«Ma hai preparato tutto tu?» gli chiedo io sorridendo mentre lui chiude la porta.
«Si, ti farò leccare anche i baffi.» mi risponde lui guardandomi negl’occhi. Io sorrido e come se fossi a casa mia, mi tolgo i saldali bassi che per fortuna avevo messo.
«Mhh, vedremo.» rispondo io maliziosa.
«Venga signorina, che la faccio accomodare.» dice lui galante, spostandomi la sedia.
«Oh, grazie mille.» dico io sedendomi e sorridendo.
«Allora, si prepari al pasto più calorico che abbia mai mangiato.» mi dice lui sorridendo.
«Certo.» gli rispondo ridendo, ma non credevo avesse così tanta ragione, aveva iniziato mettendomi avanti un piatto di pasta con la panna.
«Iniziamo bene» gli dico io, guardando l’abbondante porzione di pasta davanti a me.
«Dai mangia che ti fa bene» dice lui ridendo. Io gli faccio una linguaccia e prendo una forchettata di pasta. Lo vedo, osservarmi mentre mastico la pasta. Aspetta il verdetto finale, scrutandomi, mentre io non riesco a trattenermi e sorrido a vederlo così premuroso.
«Mangia Crì è buonissimo!» lo canzono io, prendendolo in giro. Lui ride, e mi guarda come a dirmi sei sempre la solita ed inizia a mangiare. Poi mi porge un altro piatto.
«Allora, dimmi la verità, hai cucinato tutto solo?» gli chiedo io mangiando un po’ della cotoletta di pollo che avevo nel piatto.
«Certo, ma ammetto che mi ha dato una mano mia sorella.» dice lui prendendo una patatina fritta con la mano e mangiandola. Io faccio lo stesso, ma immergendola nella maionese.
«Non pensavo potessi essere bravo a cucinare. Sei pieno di risorse.» dico io sorridendogli.
«E non le conosci ancora tutte.» mi dice lui, e io subito afferro la sua allusione, forse per colpa della sua vicinanza o forse per colpa dei miei ormoni impazziti.
Abbasso lo sguardo cercando di non guardarlo negl’occhi, per paura che avrebbe potuto subito capirmi senza neanche parlare, e vedermi mentre l’eccitazione cresce.
Continuo a mangiare, per tenere la bocca impegnata e non parlare. Finisco ciò che ho nel piatto e mi accascio sulla sedia toccandomi la pancia, sentendomi scoppiare.
«Basta, non voglio mangiare più nulla in vita mia.» dico io ridendo. « Tra poco vedrai, tutti i miei pezzi appicciati alla parete, perché sto per scoppiare.» dico sarcastica.
«Per così poco? Dai c’è ancora il dolce!» mi dice lui. Io mi alzo, e poso il piatto nel lavandino insieme agl’altri. Lui si gira per guardarmi, spostando un po’ la sedia e io ne approfitto.
«No way, baby.» dico abbracciandolo da dietro e poi sedendomi in braccio a lui.
«Che fai, parli in inglese adesso?» dice lui sorridendo, e io lo seguo di rimando.
«Vuol dire “nemmeno per sogno, tesoro”…» dico guardando le due pozze castane difronte a me. Appoggio la mia fronte alla sua e sfioro con la punta del naso il suo, e poi gli sfioro le labbra, iniziando a baciarlo.
Un bacio carico di elettricità e passione, pieno di ansimi, pieno delle nostre labbra, delle nostre lingue, del nostro amore.
«Sei meglio tu… del dolce.» gli dico io maliziosa, continuando a baciarlo.
«Ehi, chi sei tu e cosa hai fatto  alla mia Fran?» continua lui, continuando sempre a baciarmi. Mi stacco per prendere fiato e lo guardo, senza dire una parola.
«Sei fantastica lo sai?» mi dice lui come se fosse una domanda, ma so bene che non lo è.
«Tu lo sei, mi hai preparato tutto questo, non avrei mai pensato che fossi così romantico.» gli svelo io.
«Non è romanticismo questo, volevo solo stare insieme a te, e prepararti qualcosa.» mi risponde lui come se stesse cercando di giustificarsi.
«Oh, il mio romanticone!» gli ripeto io sorridendo. «Cerca di non perdere virilità però» scherzo io, prendendolo in giro, mi alzo guardandolo mentre mi scruta a bocca aperta. Si alza anche lui, e io indietreggio.
«Dove vai, vieni qui bimba cattiva!» mi chiama, ma io indietreggio sorridendo colta in flagrante. Lui si avvicina ed io indietreggio fino a quando non trovo il muro dietro di me.
«Sei in trappola.» Sancisce lui mettendomi le mani sui fianchi ed avvicinandosi ancora di più a me.
«E cosa farai a questa bimba cattiva?» gli chiedo io ammiccante come mai prima d’ora.
«Ah, allora continui? Cosa hai fatto alla mia Fran dolce e indifesa?» mi chiede lui con il suo solito ghigno ad un soffio dalle mie labbra.
«Penso sia cresciuta.» gli rispondo io sulle sue labbra.
«Non smetterò mai di dire che è cresciuta benissimo.» continua lui a parlarmi sulle labbra, accarezzandomi  tutto il fianco destro, già fremente sotto il vestito, fermandosi ad un centimetro dal mio seno. Si stava divertendo, e parecchio, stava scoprendo nuovi punti del mio corpo, sempre senza esagerare, rimaneva entro dei parametri. Inizia a mordicchiarmi un labbro e io socchiudo gli occhi appoggiando una mano all’altezza del suo cuore .
«Che fai? Perché esiti a baciarmi?» gli chiedo io, un po’ come un cucciolo smarrito.
«Dopo ritornerai ad essere la mia Fran di sempre?» mi chiede lui, in una specie di supplica.
«Perché mi fai questa domanda?» gli chiedo io confusa.
«Tu rispondimi solo di si perché non vedo l’ora di baciarti.» Continua lui, con voce strozzata da ansimi e il cuore che batte forte, lo sento da sotto la mano che quasi vuole uscire dal corpo.
«Baciami» gli ordino io, aggrappandomi alla sua maglietta. Non era un si, non era un no. Mi avvicino ancora di più alla sua bocca, e gli ripeto… «baciami».
Non se lo fa ripetere ancora, e mi bacia con una foga pazzesca, una passione incredibile. Porto le mani al suo collo e quando lui mi prende le gambe gli salto addosso come un koala. Non mi importa che quasi tutto il vestito mi sia salito in grembo, e che le sue mani mi stringono prepotenti le cosce, ne che la parete dietro di me è dura e non il massimo della comodità, ma forse è l’unica cosa che ci mantiene ancora in piedi.
Mentre riprendo fiato lui scende a baciarmi il collo, lento e cauto, lasciando una scia bollente sulla mia pelle nuda.
«Ringrazio Dio, che questo vestito sia così accollato.» dice lui staccandosi, riprendendo fiato e credo anche lucidità. Stavo iniziando a sudare e sentivo tutte le parti del mio corpo pulsare dall’eccitazione. Posa le labbra sulle mie in un bacio casto, solo labbra su labbra. Si stacca e io appoggio la testa sulla sua spalla.
«Ti lascio scendere.» dice, prima di farlo davvero.
«No.» quasi grido io, ho il cuore che mi batte fortissimo e il corpo in fibrillazione. Se mi mettesse a terra, credo cadrei come una scema perché le gambe non mi reggerebbero. «aspetta» continuo abbassando un po’ la voce. Faccio un grosso sospiro, prima di guardarlo negli occhi e dirgli di farmi scendere.
Mi aggiusto la gonna del vestito, non appena i miei piedi toccano terra. Lui cala la testa, come imbarazzato.
«Vado a prendere una cosa in camera.» io cerco di afferrargli la mano ma non ci riesco, perché lui sfugge alla mia presa.
Mi faccio coraggio, e arrivo fino al tavolo dove sposto la sedia e mi siedo per un attimo. Lì mi rendo conto del grandissimo potere che ha Cristian su di me, il suo potere da quando eravamo ragazzini era quello di stravolgermi, e lo aveva fatto anche quella sera.
Mi rialzo e finisco di sparecchiare. Metto tutto nel lavandino, e mi rendo conto che sono passati già alcuni minuti da quando Cristian se n’è andato, ma non si sente una mosca volare. Così in punta di piedi, mi reco nella sua camera e lo trovo sdraiato sul suo letto matrimoniale, con le mani davanti agli occhi. Io mi stendo vicino a lui, cercando di non fare rumore.
«Sai se ti copri gli occhi non troverai nulla!» gli sussurro io, lui sussulta e si gira a guardarmi. Mi fa un sorrisino amaro, capisco dal suo sguardo che qualcosa lo turba.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» gli chiedo facendomi piccola piccola al suo fianco.
«No tesoro. Non hai fatto nulla di sbagliato, avevo solo un problemino…lì sotto.» mi confessa lui, sorridendomi. Io molto intelligentemente, abbasso lo sguardo e subito lo rialzo, arrossendo svergognatamente.
 «Si, ma non c’era motivo che te ne andassi così!» gli dico io balbettando ancora scossa.
«Non volevo che pensassi che ti ho invitato qui solo perché volevo venire a letto con te.»
«Io non lo penso, e poi cretino sono stata io a provocarti e molto…» gli dico sincera, perché era la verità non lo avevo pensato nemmeno una volta, ero io e i miei ormoni che sono entrati  in subbuglio non appena l’avevo visto.
«Posso…» inizio io un po’ in imbarazzo, bloccandomi subito quando avevo capito che la mia proposta era totalmente infondata.
«Cosa?» mi chiede lui, mettendomi un braccio dietro la testa e avvicinandosi a me, nonostante il fiato corto di entrambi. Io non rispondo e lui mi incita a continuare.
«Posso rimanere qui con te, stanotte?» gli chiedo infine socchiudendo gli occhi, sperando di non aver fatto un sbaglio.
«Lo sai, stavo cercando da tutta la sera di non chiedertelo!» mi dice lui scoppiando a ridere, e come sempre la sua risata mi fa gelare il sangue nelle vene.
«Allora?» gli chiedo io, aspettando una risposta.
«Per me sarebbe un piacere, ma tu sei sicura? Dopo tutto ciò che è successo prima?» mi chiede lui di rimando.
«Cosa è  successo di male prima, Cristian? Io non mi pento di ciò che è successo, e tu non dovresti stare in pena per me, perché anche io ti sono saltata addosso prima, non mi hai costretto, lo volevo anche io» inizio io un po’ a voce alta ma concludo il tutto con un sibilo, perché gli avevo appena ammesso che lo desideravo.
«Lo sai, che mi lasci sempre senza parole? Pensavo ti saresti arrabbiata e invece in questo momento mi violenteresti, dì la verità!» mi dice lui pizzicandomi un fianco. Io sbianco, e mi porto le mani sulla faccia.
«Oddio, cosa ho fatto!» dico io ridendo. Mi alzo e corro nell’altra stanza a prendere il mio cellulare, ritorno così velocemente che lui nemmeno aveva capito cosa fosse successo, sedendomi con un balzo sul letto. 
«Ora chiamo Arianna.» lo informo io, mentre compongo il numero.
«Fran, ciao! Tutto bene?» risponde lei al cellulare.
«Si, tutto bene, grazie. E a te?» gli rispondo io, frettolosamente.
«Tutto ok. Dimmi, so che vuoi qualcosa.» mi risponde lei schietta.
«Io ufficialmente dormirò da te stasera, va bene?» gli chiedo io, sorridendo mentre Cristian che si era spostato dietro di me e mi sposta i capelli tutti su di in lato e con le labbra scende a baciarmi il collo.
«Non metterti nei guai Fran, stai attenta. Io ti copro, baby.» mi risponde lei. Io socchiudo gli occhi estasiata, prima di risponderla.
«Grazie mille, tesoro. Notte.» le rispondo io grata.
«Notte» dice lei.
«Crì…» lo chiamo io mentre le sue labbra sono ancora sul mio collo, che scendono e risalgono ardenti, incendiandomi tutta. . «…ti prego fermati…» lo supplico cercando di girarmi. «…devo chiamare mia madre…» e come per magia alla parola madre, si stacca come impaurito e io lo guardo ridendo.
Durante la telefonata avevo chiesto a mia madre se potevo rimanere a dormire da Arianna, visto che aveva bisogno di me e lei aveva accettato.
«Bene, ho fatto, ora sono libera!» dico buttandomi all’indietro sul materasso, lui fa lo stesso. «Hai qualcosa da prestarmi? Vorrei togliermi questo vestito…» gli chiedo io.
«Si, tesoro, guarda nell’armadio, scegli ciò che vuoi. Ci dovrebbe essere anche qualcosa di mia sorella se non sbaglio, l’altro giorno ha dormito qui.» mi dice lui indicandomi con un cenno l’armadio di fronte a noi. Mi alzo ed apro le ante dell’armadio e fortunatamente di fronte a me appaiono un paio di shorts di una tuta e poi prendo una maglietta a mezze maniche di Cristian. Trovato ciò che cercavo, sorrido a Cristian e vado in bagno a cambiarmi.
Mi guardo allo specchio con gli shorts stretti e leggermente piccoli per me e sopra la maglietta lunga e larga di Cristian, e stranamente mi sento felice.
Ritorno in camera, e appena entro Cristian mi guarda e mi fischia.
«Che schianto!» dice facendomi arrossire. Mi avvicino a passo felpato al letto senza dire nulla, e mi siedo a gambe incrociate accanto a lui, che invece è steso con le mani sotto la testa.  Mi guarda sorridendo, e posso dire che per un attimo per i suoi occhi stupendi passa un lampo di malizia. Stacca le mani da sotto la testa, e mi prende una mano tirandomi su di lui.
«Che succede Fran, ti sei zittita?» mi chiede lui, io gli sorrido. Metto le mani sul suo petto e ci appoggio sopra il mento.
«Ti stavo solo guardando, e pensavo.» gli rispondo ed è la verità.
«A cosa pensavi?»  mi chiede lui, curioso sorridendo a sua volta.
«Nulla di importante.» gli rispondo io.
«Tutto ciò che ti riguarda è importante per me. Dai, muoviti piccola!» mi confessa lui, lasciandomi senza fiato, innescando tante piccole reazioni nel mio corpo e mi sento andare a fuoco.
«Pensavo che sono veramente felice. E ti ringrazio per questo.» dico io alzando il viso e incollando le labbra alle sue. Gli mordo un labbro, e poi inizia la danza. Le nostre labbra si scontrano in un bacio quasi doloroso, tanta è la frenesia con cui ci baciamo. Lui posa una mano alla base della mia schiena e la fa risalire spostandomi i capelli che mi erano appena caduti sul viso poi continua la sua discesa e mi sento tremare.
Tutto intorno a me comincia a sfocarsi siamo solo noi e la sua mano che continua a scendere fino a trovare il mio sedere, mi stringe una natica facendomi bagnare. Ansimo di piacere ,spudoratamente, sulla sua bocca e con una mano, salgo sotto la sua maglietta, soddisfando per un attimo la mia voglia di toccarlo.
Si tira su, lentamente, facendomi sedere a cavalcioni su di lui e la sensazione che sento al tocco con il suo bacino carico di eccitazione mi sconvolge tanto da farmi sussultare. Vedo Cristian sorridere estasiato e quando si muove ,per sistemarsi, anche se lievemente, contro di me, una scarica di piacere mi invade e mi sento l’inguine inondato contro la sottile stoffa del pantaloncino. Si stacca dalle mie labbra, e per un attimo mi sento spaesata, ma ritorna a baciarmi una volta che si è sfilato la maglietta.
Le mie mani inesperte corrono sul suo corpo, e mi sembra di impazzire per quanto io lo desideri e per quanto abbia paura.
«Fran, tesoro» dice lui mentre mi bacia e porta le mani sotto la maglietta accarezzandomi i fianchi.  Gli mugugno qualcosa facendogli capire che lo ascolto e mi stacco dalle sue labbra per guardarlo negl’occhi «sono sul punto di non ritorno.» mi dice lui ridacchiando, forse per alleggerire la situazione. Io gli sorrido un po’ imbarazzata, poiché mi stava dicendo chiaramente se non te la senti non continuare però a provocarmi. Mi stava chiedendo, di scegliere cosa fare: se continuare e fare l’amore con lui o mandarci in bianco.
Non era più una questione di testa, ma una questione di cuore, e quando si tratta di amore non si può ragionare.
Così chiudo gli occhi e con mani tremanti mi sollevo la maglia sopra la testa lanciandola forse sul pavimento. Apro gli occhi e mi avvicino dolcemente alle sue labbra lasciandogli un bacio a stampo.
«Sicura?» mi chiede lui impacciato.
«Si, amore.» gli rispondo io, ora più sicura. Mi bacia ora con la stessa intensità di prima, se non di più.  Le sue mani si muovono dolcemente e cariche di passione allo stesso tempo sulla mia schiena, le sue labbra e la sua lingua invece si staccano dalla mia bocca e scendono sul mio collo bollenti, e io abbasso la testa all’indietro con i capelli che cadono fluenti anche loro all’indietro. La sua bocca arriva finalmente sul mio seno e lo sento indugiare fin troppo, e così capisco che mi sarei trovata un succhiotto sul seno più tardi. Le sue dita scorrono indecise sulla mia schiena facendomi rabbrividire, mentre continua a risalire con la bocca sul mio collo. Con le dite sbottona il mio reggiseno e me lo sfila, osservandomi a lungo come estasiato, poi astuto capovolge la posizione e io mi ritrovo sotto di lui, che ha le gambe in mezzo alle mie. Allunga una mano verso il mio seno e sento subito il capezzolo turgido non appena con il pollice inizia a stuzzicarlo, e l’eccitazione cresce in un modo esagerato, che nemmeno credevo possibile.
«Sei una meraviglia.» mi dice Cristian con voce strozzata, baciandomi mentre continuo ad ansimare senza un po’ di contegno. Appoggio le mani sul suo petto e lo accarezzo scendendo fino ad arrivare al bottone dei suoi bermuda, lo sbottono e abbasso la cerniera sfiorando la sua erezione. Lo sento trattenere il respiro e fermare la sua tortura.
«Oddio, Fran.» dice ansimando e sfilandosi del tutto i pantaloni rimanendo con un boxer nero.
Porto le mani al suo collo e gli accarezzo la schiena quando lo vedo chinarsi sul mio capezzolo con la bocca. Lo lecca, lo succhia e poi lo morde, e con una scia di baci passa all’altro, facendomi quasi urlare dal piacere.
Cerca la mia bocca e mi bacia dolcemente, poggiando le mani ai lati del mio viso, un bacio così dolce e che non ha nulla a che vedere non il modo in cui ci stiamo toccando.
Si stacca da me e le sue mani scorrono dal mio viso, sui miei seni, sulla mia pancia e prendono l’elastico dei pantaloncini che indosso e li sfila, lo aiuto calciandoli via in qualche punto indistinto della stanza.
«Direi che così siamo pari» dice sulle mie labbra, baciandomi. Io sorrido mentre lo bacio e scorro la sua schiena con le mani fino al sedere lasciandogli un pizzicotto.
«Signorina, sei così eccitante.» dice ridacchiando. Io mugugno di nuovo, per due volte, come a dargli ragione, poi lui mi prende alla sprovvista e mi lascia una carezza proprio lì.
«Sei così bagnata, piccola.» mi dice continuando le sue carezze da sopra la stoffa sottile della mia mutandina.
«È che sei così sexy.» gli rispondo abbassandogli leggermente i boxer da dietro. Lui fa lo stesso, prende due lembi di stoffa del mio slip e indeciso se continuare mi da un bacio a stampo e io mi sento fremere.
«Sei sicura allora? Vuoi andare fino in fondo?» mi chiede. E io non so da dove prendo il coraggio per rispondergli ma quando lo faccio mi meraviglio di me stessa. «Si. Devi andare fino in fondo» gli rispondo allusivamente. 
«Oh, cavolo, Fran.» mi risponde ridacchiando, e io divento paonazza rendendomi conto di ciò che ho appena detto.
«Ti amo, lo sai?» continua riempiendomi il cuore d’amore. «Ti amo, anche io.» gli rispondo di rimando. Mi bacia e ne approfitta per abbassarmi le mutandine. Si stacca e mi aiuta a toglierle del tutto. Tiene gli occhi fissi su di me quando con le dita accarezza la mia intimità, facendo ciò che mai nessuno ha fatto. Mi sento pulsare e tutta accaldata, mentre le sue dita fanno sue giù, prima che lui faccia entrare un dito dentro di me facendomi gemere. Con le mani inizio ad abbassargli i boxer, liberandolo da quel pezzo di stoffa.
Lui si allunga vicino al comodino e lo apre, cercando qualcosa lì dentro, prima di cacciare fuori la mano con un preservativo tra le dita.
«Ho una voglia matta di essere dentro di te. Adesso.» mi sussurra all’orecchio, facendomi rabbrividire. Strappa con i denti la confezione, e srotola il preservativo sul suo membro. Mi allarga le gambe, facendosi spazio e accarezzandomi con la punta delle dita l’interno delle coscia. Chiudo gli occhi strizzandoli, perché so che tra poco sarà dentro di me, e per questo la paura mi attanaglia il petto.
 «Ehi, tesoro. Guardami, sono io.» mi sussurra lui dolcemente sfiorandomi il viso con la mano. Io apro gli occhi e incontro i suoi, si avvicina e mi da un bacio dolcissimo che mi fa innamorare di lui per la seconda volta. «Non farò niente che non vorrai anche tu.» una lacrima mi sfugge dagli occhi per il troppo amore che mi regala questo ragazzo. Lui l’asciuga con il pollice e io gli sorrido.
«Voglio unirmi con te.» sentenzio alla fine.
«Però voglio che mi guardi negli occhi.» mi dice lui dopo che lui mi ha dato un bacio a stampo. Io annuisco decisa e faccio scorrere una mano sul suo petto, lui mi sorride strano, come se fosse in difficoltà, e avvicina le labbra alle mie baciandomi mentre lo sento premere dolcemente per farsi spazio dentro di me. Appena lo sento, spalanco gli occhi, un po’ per il dolore un po’ nel sentire un altro corpo che mi invade, ed nizio subito a sudare cercando di calmarmi. Ma mi tranquillizzo pensando che comunque è il mio Cristian.
Appoggia la fronte alla mia e si blocca non appena percepisce il mio dolore, poi si china di nuovo a baciarmi scivolando lentamente e completamente dentro di me. Apriamo entrambi gli occhi e ci guardiamo e sono sicura che come lui, anche io ho gli occhi che mi brillano per l’emozione. Cerco di non pensare, anche se difficile. Cristian se ne accorge, e preme forte le labbra contro le mie, appoggiando la sua fronte alla mia, poi lo bacio con passione e lui lentamente comincia a spingere e dopo non sento più dolore, ma solo piacere. Entrambi iniziamo ad imperlarci di sudore e ad ansimare sempre più forte fin quando non ci accasciamo entrami esausti e soddisfatti. Lui è ancora dentro di me, con la testa appoggiata sul mio petto, e prima di uscire mi lascia un bacio sul seno all’altezza del cuore. E comprendo di essermi sentita completa insieme a lui.
Alza la testa e mi bacia dolcemente.
Lo guardo, e gli faccio un enorme sorriso, non sapendo dire a parole ciò che sento in questo momento. Realizzo di aver perso la mia verginità con un ragazzo che amo da impazzire, quando mi sorride di rimando e mi lascia un bacio sulla fronte.
«Secondo me, è da rifare, sicuramente.» dice lui ridacchiando. Rido sentendomi leggera.
«Si, sicuramente.» gli rispondo io entusiasta. «Avrei una domanda.» gli dico io sentendomi troppo nuda.
«Dimmi.» mi risponde lui.
«Posso vestirmi?» gli chiedo, facendogli gli occhietti da cucciolo bastonato.
«Ti concedo sono reggiseno e mutandina.» mi dice lui facendo scivolare la sua mano lungo tutto il mio fianco fino alla coscia.
«Certo, capitano.» dico facendo un cenno con la mano.
«Torno subito.» mi dice lui, scendendo dal letto poi prende i suoi boxer e li indossa sfilandosi prima il preservativo.
Mi infilo in fretta il reggiseno, ma perdo le speranze invece per gli slip trovandoli nella peggiore delle situazioni, così vado diretta all’armadio, dove avevo visto anche un costume della sorella di Cristian, e così prendo il pezzo di sotto e lo infilo, sentendomi in parte già meglio. Mi sdraio sul letto e nemmeno un secondo dopo arriva Cristian che si stende al mio fianco abbracciandomi.
«Allora come ti senti?» mi chiede lui. In realtà mi sento un po’ indolenzita ma questo non glielo dico.
«Tua.» gli confesso dandogli un bacio sul petto. Lui rimane colpito da quel che gli ho detto ma poi mi sorride. E io penso a come mi sono sentita, al fatto che lo amo troppo e a questo punto morirei se mi lasciasse.
«Sei un tesoro.» mi dice. Poi continua. «So, ciò stai pensando, e smettila. Mi pare di averti detto che sono innamorato di te. Sei l’unica donna che voglio nella mia vita, l’unica con cui poter fare l’amore sempre anche quando litigheremo, voglio che tu sia la madre dei miei figli e voglio che tu sia sempre felice. E inoltre, sono stato il primo ragazzo e voglio essere anche l’ultimo che ti potrà toccare così, è chiaro? Quindi non lasciarmi mai.» penso che mi abbia parlato letteralmente con il cuor in mano, e su tutto il mio corpo si è formata la pelle d’oca appena ha iniziato a parlare.
«Come faccio ad amarti di più, di come già ti amavo? Ogni cellula del mio corpo svolge una delle sue strane funzioni vitali, solo perché tu sei qui con me sempre e mi dimostri sempre amore. Come potrei lasciarti? Morirei.»
«Ti giuro appena possibile ti porto all’altare e ti sposo.» mi dice lui sorridendomi felice e io come un’ebete lo fisso incapace di non piangere e mi avvicino a lui unendo le nostre labbra, e così le nostre anime indissolubilmente.
Questa non è la fine di una storia d’amore, ma solo l’inizio. Francesca avrebbe preferito morire che perdere Cristian, e lui lo stesso. Capita poche volte che due anime gemelle si incontrino, e loro ne sono un esempio.


 “Dovevamo saperlo che l’amore, brucia la vita e fa volare il tempo, avremmo implorato Dio affinché, ci donasse l’immortalità per continuare ad amarci in eterno…”.  

Angolo autrice:
Si, sono tornata, e da un'assenza lunghissima e per questo mi scuso tantissimo, spero davvero che leggiate questo capitolo perchè l'ho scritto davvero con il cuore in mano. In tal caso, spero non sia stato troppo inadeguato, lungo e o pensante da leggere. Come forse avrete capito, questo è l'ultimo capitolo di questa storia e posso dire che l'ultima parte contiene anche l'epilogo.
Ah, l'ultima frase " Dovevamo saperlo che l'amore, brucia la vita e fa volare il tempo" è una citazione di Vincenzo Cardarelli, mentre il resto è una mia aggiunta.
Fatemi sapere, lasciate una recensione, e mi scuso ancora per il mio ritardo ma spero mi capiate.
Baci a tutte :*

 
  
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