too late

(to fix my mistakes)

«Abbiamo fatto sesso».
Haruka sente Makoto irrigidirsi al suo fianco: non può vederlo in faccia perché è voltato, ma lo sente così chiaramente che gli vengono i brividi.
«Lo immaginavo, Haru».
La sua voce è morbida, quasi gentile, ma non sorride. Haruka non può vederlo, ma lo sente.
Porta le ginocchia al petto e si rannicchia meglio sotto le lenzuola pulite.
«Perchè?».
Makoto ha un groppo alla gola anche se cerca in tutti i modi di nasconderlo, ma Haruka lo sa – l'ha sempre saputo, prima ancora di entrare in casa sua, di infilarsi nel suo letto, di fare l'amore con lui, Haruka sapeva. Ed è proprio per questo motivo che si considera un egoista spaventoso: perché sa eppure non gli da tregua. E gli dispiace – gli dispiace sempre, vedere Makoto in questo stato –, ma le parole escono fuori dalle sue labbra anche quando l'unica cosa che vorrebbe fare è dormire. Contro il suo volere.
Makoto si muove un po'. «Perchè lui ti ama e tu ami lui, Haru».
«Amo anche te, Makoto», risponde senza esitazione, e si volta incontrando la sua schiena ampia e nuda. Lo sente esitare prima di rispondere:
«Lo so, Haru».
Rin è ripartito per l'Australia tre giorni fa. Prima ha intossicato Haruka con la sua presenza (l'ha illuso) e poi se ne è andato, in modo crudele, quasi, e l'ha lasciato insoddisfatto, sofferente, con le mani vuote. Mani che Makoto non ha pensato due volte a riempire.
Ad Haruka non piace definire Makoto una “seconda scelta”: non ha mentito quando ha affermato di amare anche lui (Haruka non mente mai), ma quando lo pensa, o pensa a Rin, o a lui e Rin, diventa tutto così confuso che gli sembra sempre di essere sul punto di esplodere. Non è abituato a vedersela con un così grande groviglio di pensieri.
«Tu sai sempre tutto», borbotta, più a sé stesso stesso che ad altri, ma Makoto è a soli dieci centimetri di distanza e lo sente ugualmente. Finalmente si gira anche lui, incanstrando i suoi occhi verdi in quelli blu e già liquidi di Haruka. Lo guarda, poi finalmente sorride. E' un sorriso lieve, di quelli che gli escono sempre tanto bene, ma Haruka ci scorge anni di sofferenza, dentro.
«Mi dispiace», sussurra. Ed è così ironico, perché l'unica colpa che gli si potrebbe attribuire è quella di essersi innamorato della persona sbagliata al momento sbagliato.
Haruka respira, lo abbraccia. L'unica cosa che ha capito è che è un egoista spaventoso e che non vuole lasciare andare nessuno dei due.





 

di getto, proprio. Il titolo è preso dalla canzone "Old Friend" degli EarlyRise. E niente, il triangolo non l'avevo considerato.
(Non è vero, l'avevamo considerato tutti) (/;v;)/