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Autore: jirin    16/02/2015    1 recensioni
[skydragon]
chaerin è una giovane studentessa in cerca di una svolta della sua vita, iniziando dalle piccole cose come il trasferirsi in una nuova città e con il tempo conosce una pers..
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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cambiare aria è sempre un ottimo metodo per ricominciare da capo, per gettarsi tutto alle spalle e provare ad archiviare il passato sperando di non dover riprendere più quelle cartelle stropicciate dove dentro vi sono conservati eventi della vita che ti segnano dentro, quali gli eventi che lee chaerin era intenzionata a cancellare dalla sua vita.
una vita fin troppo stropicciata, la sua, identica a quelle cartelle e lei si ritrova al punto di voler dare una svolta sempre più intenzionata a cercare fogli puliti su cui scrivere e annotare nuovi capitoli della sua vita, della vita che inizierà a vivere dal momento preciso in cui mette piede fuori casa dei suoi con le sue valigie in mano.
più passava il tempo e più cresceva, da bambina innocua e innocente stava diventando una giovane donna, raggiunti i venti anni decide di trasferirsi da sola a Seoul dove porterà a termine lì i suoi studi.
si era sempre ripromessa di continuare gli studi fuori casa, fuori città, dopo gli anni infernali trascorsi al liceo in cui aveva passato di tutto e di più ora aveva finalmente l'età giusta per poter concretizzare questa cosa.
studentessa modello, voti altissimi e lodi da qualsiasi professore avesse, lo studio non risultava un problema per lei, era disposta a spendere qualche oretta in più sui libri una volta entrata in facoltà, ciò che più la preoccupava era la sua insicurezza, insicurezza che la spingeva sempre di più a pensare al peggio.
incosciente del futuro ignoto, si interrogava continuamente su cosale riservava il futuro; sarebbe stata matura abbastanza per affrontare questa nuova sfida? si sarebbe integrata facilmente? oppure sarebbe stata capace di rovinare tutto un'altra volta? la paura di ricadere di nuovo in fossi neri dove ancora cercava la via d'uscita la demoralizzava, molto, portandola a dubitare anche delle piccole scelte che prendeva.
forse doveva smetterla di immergersi in certi pensieri e concentrarsi di più a disfare le valigie, magari evitando di stare ferma inerme dinanzi alla finestra sporgente sul suntuoso paesaggio che la vista aveva da offrirle da lì.
non era mai stata a Seoul prima d'ora e il fatto di doversela godere da sola un po' la spaventava e le faceva capire quanto in realtà fosse sola, lei e i suoi pensieri.
prese un respiro profondo, la sua coinquilina sarebbe arrivata da un momento all'altro e onestamente non sapeva nulla di lei se non che condividevano la stessa età, stanza e facoltà.
ebbe il tempo di disfare completamente i bagagli appropriandosi della piazza superiore che il letto a castello offriva ricoprendolo con le coperte che sua madre si era preoccupata di infilarle in valigia, color rosa pelle per la precisione che dava un tocco femminile a quella stanza tetra e poco curata.
sistemo anche le proprie cose nei primi cassetti in modo tale da averle a portata di mano e alla fine del duro lavoro bevve un bicchier d'acqua per dissetarsi.
quel giorno il tempo aveva uno dei suoi soliti sbalzi d'umore; qualche oretta prima si gelava, d'un tratto c'era un'afa che non aiutava le sue condizioni, avrebbe voluto fare una doccia ma l'appartamento era sprovvisto di bagnoschiumi ed essenze per il corpo, in fin dei conti cosa si aspettava da un appartamento spoglio come quello, era sicura che con il passar del tempo sarebbe riuscita a rimodernarlo un po' e a dargli luce come si deve.
passarono minuti e chaerin li sprecò messaggiando con le sue vecchie amicizie parlando del più e del meno, raccontandole del viaggio e di come era spoglio l'appartamento in cui si trovava, spoglio come lei, spoglia da tutte le sicurezze che una ragazza della sua età possa avere.
sentì un trambusto fastidioso all'uscio della porta che la fece sussultare, pensò ai condomini alla prese con i tipici lavori di casa ragion per cui si precipitò in direzione della porta intenta a fare una delle sue sparate lamentandosi del rumore, giusto per farsi conoscere e fare amicizia insomma, ma al preciso istante in cui appoggia la mano al manico della porta e fece pressione per aprirla si ritrovò dinanzi una figura prettamente femminile sciupata, magrissima dai capelli lunghi e a momenti si perdeva nei suoi stessi vestiti.
trovò buffo il suo litigare con valigie e borse ragion per cui ridacchiò sotto baffo prima di aiutarla a trascinare dentro quelle pesantissime valigie, per un attimo pensò che si fosse portata dietro tutta casa sua.

« tu devi essere chaerin giusto? mi hanno parlato di te sai? sei straniera vero? io sono sandara e frequento i tuoi stessi corsi e sono la tua coinquilina! andremo d'accordo ne sono sicurissima! »

"mi hanno parlato di te sai?" chi vuoi che mi conosca, sono solo una delle tante ragazze sfigate sconosciute dal mondo, pensò.
quella ragazza minuta dinanzi a sé prese a zampettare ovunque e i suoi occhi stanchi, probabilmente per il viaggio, erano soltanto una falsa.
espansiva, molto più di lei, si chiedeva se sarebbero andate d'accordo realmente visto che erano gli esatti opposti.
un po' provava invidia nei suoi confronti, invidiava la lucentezza che i suoi occhi emanavano nonostante fossero stanchi e assonnati, invidiava la sua euforia ma soprattutto il suo estrovertismo.
non ebbe modo di risponderle che si ritrovò immersa da altre mille mila domande nate dalla curiosità dell'altra a cui però non prestò molta attenzione, la mente vagava in altri universi e al momento aveva soltanto voglia di uscire fuori da quelle quattro mura e vagare senza meta per le stradine di Seoul.

« hey, mi stai ascoltando? »

lo schiocco delle dita di sandara avanti ai suoi occhi la fecero sussultare e contemporaneamente svegliare da quei sogni che aveva preso ad iniziare.

« usciamo da qui? voglio visitare la città. »

propose ignorando ancora una volta le sue parole, non per cattiveria ma aveva davvero questo desiderio e fremeva di vederlo realizzato.

« ODDIO E' UN'IDEA GRANDIOSA! ti faccio da guida turistica. »

le urlò l'altra in faccia.
quasi si dimenticava che sandara era del posto.
considerava la cosa come un vantaggio nei suoi confronti che avrebbe sfruttato molto volentieri.
il tempo ancora una volta si manteneva tiepido mostrando il maestoso sole che faceva da padrone nel ciero chiaro quindi colse l'occasione per indossare un paio di pantaloncini che aveva acquistato qualche giorno prima di partire i quali valorizzavano le sue gambe molto più in carne di quelle della coetanea ma anche il sedere veniva messo in risalto grazie a quei pantaloncini.
chaerin non era magrissima né tantomeno grassa, aveva le curve al punto giusto e seppur le trovava in eccesso faticava ad accettarsi per quella che era.
i lunghi capelli armoniosi caddero sulle spalle in contrasto con la maglietta scura che aveva optato e assieme all'altra si diresse fuori da quelle quattro mura soffocanti alla scoperta delle piccole cose che caratterizzavano quella città; la sua nuova casa.
lasciarono che il tempo non le disturbassero, trascorrendo minuti se non ore all'aperto, parlando del più e del meno, lasciando che la bambina rinchiusa in lei uscisse fuori alla vista di negozi illuminati ai bordi della strada.
avrebbe voluto fare la spesa ma si ritrovava a corto di soldi e sandara non stava messa meglio, quindi avevano evitato per ora.
si sentiva viva, spensierata per la prima volta da tanto tempo.
presto si fece sera e le due pensarono bene di intrufolarsi in un pub, tanto chi le avrebbe viste tra la folla? non avevano nulla da perdere e sandara cercò in tutti i modi di persuaderla insistendo al punto di farla sbuffare e convincerla, non era ancora pronta per un'esperienza simile e in più l'amigliamento che aveva era inadeguato ma chissene, pensò.
girarono l'angolo fino ad imbattersi in uno dei pub maggiormente frequentati dai ragazzi della loro facoltà, di tutti gli anni, un colpo di fortuna insomma.
il rumore della musica era udibile sin da fuori e dentro, beh dentro era così altissimo che probabilmente sandara le aveva detto qualcosa che puntualmente il rumore della musica le aveva impedito di capire al volo.
si limitò a starle dietro ovunque lei andasse, urtando la gente che si ritrovava d'intralcio al suo cammino e la cosa nemmeno le importava sinceramente, tutto ciò che voleva era uscire al più presto da quel posto.
questo spiegava il motivo per cui non era il classico tipo che il sabato sera usciva a ballare, odiava quei posti, odiava l'alcool e odiava la musica alta, odiava i ragazzi sudati e mezzi ubriachi che cercavano di abbordarla e odiava dover stare lì in mezzo alla pista da ballo a muoversi come una papera, perché lei non sapeva ballare, per niente.



( okay ragazzi, questa è la prima storia che "scrivo", vi avverto che sarà un po' lunghina e già mi scuso per gli aventuali errori di ortografia. 
posterò il secondo capitolo al più presto possibile, siate generosi e soprattutto BUONI !! )

   
 
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