Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Norwegian Wood    16/02/2015    0 recensioni
Negli ultimi mesi è crollato il castello di cristallo che avevo costruito.
Spero di riuscire a dare un momento di riflessione, scrivo perchè è lunico modo per tirare fuori quello che ho dentro, come togliermi un peso. grazie per il vostro tempo
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
            Inquietudini
 
 Ultimamente dormo poco e male, sono in uno stato di stanchezza perenne. Ormai non riesco ad avere un attimo di tranquillità, non mi concentro più su nulla. Vivo in un mondo ovattato e denso, come se l’aria avesse aumentato la sua densità. Tutto appare diverso, ogni cosa ha perso di significato diventando incolore. Provo a divincolarmi, più lotto più la ragnatela mi si stringe attorno.
Poche cose riescono ad ancorarmi ancora a questo mondo, sono solo anestetici utili a dimenticare. Quando bevo riesco a dormire, la mente mi si svuota da pensieri ed immagini. I fumi dell’alcol scacciano i ricordi per un po’ come api da un alveare.  Un sonno vuoto che non ristora. Come sono diventato banale.
Negli ultimi mesi è crollato il castello di cristallo che avevo costruito. Mi rendo conto di quanto un anno fa fossi felice. Ci rendiamo conto della felicità solo quando ormai è già passata. Forse non è altro che uno stare meno peggio, un motivo in più per voltarsi a guardare il passato per non vedere il baratro verso cui ci stiamo dirigendo. Si può guardare l’oscurità che si avvicina oppure osservare la vita che si allontana. In ogni caso il risultato non cambia; come la forza di gravità, una legge inespugnabile. Si può solo cadere, per quanti sfori si facciano non si può risalire.
Una cosa l’ho compresa. Ora so cosa intendeva quando sussurrava tra le lacrime si essere stanca, di non farcela più a lottare, di voler solo chiudere gli occhi prima di toccare il fondo. Questo l’ho capito, l’ho provato, ma sono solo vaneggiamenti di chi non ha il coraggio di sparare ed è bravo solo a parole.
Con le parole puoi dire tutto e niente, sono solo schizzi su un foglio bianco. Il significato gli verrà dato da qualcun altro, perché non sai nemmeno tu quello che vuoi dire.
Perché scrivo? Per chi scrivo?
Questa è facile, come tutte le cose lo faccio per me stesso; per credere di essere bravo in qualcosa. Eccolo il narcisista che arriva con prepotenza. Bussa alla porta. Fa finta di essere sempre stato lì, con quello sguardo che dice:” Guarda che sei stato tu a chiamarmi”. Pensi che questa volta puoi anche non aprigli, ti illudi di poterlo rifiutare. Senza che te ne accorga lui è già entrato, diventa uno di quegli ospiti che non conosci ma che vedi sempre in giro; uno di quelli di cui non ricordi il nome ma che hai già visto. Anche questa volta è passato.
Nessuno si conosce, nessuno sa il suo vero nome, se lo sapesse potrebbe chiedergli di andarsene. L’uomo non può cacciare se stesso, se lo facesse vedrebbe la vera faccia del mondo. Un quadro bianco, senza colori; ne buono ne cattivo, ne dolce ne amaro. Lui è. L’umanità non potrebbe sopravvivere in un mondo così. La natura gli ha dato la possibilità di colorarlo, di appendere una nuova tela sopra al quadro.
Illusioni, sono queste che fanno progredire la vita, senza di esse l’uomo non sopravvivrebbe. Forse è solo tempo di abbandonarsi alle illusioni: felicità, amore, amicizie, famiglia, giustizia.
Vivere in una gabbia con una foresta dipinta sulle sbarre. Per darci l’illusione di vivere liberi e felici, illudendoci di poter scegliere.  
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Norwegian Wood