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Autore: Saiph_    16/02/2015    3 recensioni
“Se io profano, con la mia mano indegna, questa reliquia sacra, le mie labbra sono pronte a rendere più molle, con un tenero bacio, il ruvido tocco.”
Le parole uscirono morbide dalle labbra di Romeo, mentre sue mani carezzavano dolcemente quelle di James, prima che quest’ultimo si tirasse indietro e si levasse la maschera.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: James McAvoy, Michael Fassbender
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Micheal and Michael

Part two. Michael











Avrebbe potuto passare ore a perdersi negli occhi profondi e più azzurri del cielo senza nuvole in una giornata di metà estate di quel ragazzo. Erano stati proprio gli occhi a conquistarlo e a devastargli ancor di più l’animo già tormentato.
Ogni qualvolta gli si poteva avvicinare, non ne perdeva occasione. La sua voce, per Dio, era il suono più soave che Michael avesse mai avuto il piacere di udire. E le labbra lo facevano impazzire ogni volta che posava gli occhi su di esse. Avrebbe voluto morderle, trasmettere con un bacio quella passione che gli scaldava il cuore e faceva si che i suoi tormenti fossero dimenticati, seppure per qualche istante appena.
Ma James, oh, lui si mostrava diffidente in un modo che lo disorientava e lo faceva sentire frustrato. Era peggio del non ricordare le battute di una scena, era peggio di qualsiasi cosa che di male gli fosse successa, ma era anche la più meravigliosa.
Quell’amore struggente lo coccolava nelle notti più buie e gli faceva capire che doveva averlo. James doveva essere suo.
E la fortuna pareva essere dalla sua, almeno per una volta nella sua esistenza.
Il Cielo aveva voluto che capitasse a lui il ruolo di Romeo, esattamente quello per cui si era proposto, e il suo nome era rimasto quello dal provino fino a che non erano cominciate le prove, e anche oltre. Nessuno sapeva il nome dell’attore che si celava dietro al personaggio di Romeo, e questo per una semplice questione di interpretazione.
Gli pareva più facile entrare nel personaggio se celava la sua identità, e difatti, nonostante fossero solitamente due personaggi completamente agli antipodi, in quell’occasione di differente avevano poco o nulla.
Entrambi innamorati, entrambi soffrivano per un amore che non avrebbero potuto avere con facilità, per motivi diversi. Ma se Dio era misericordioso, ad entrambi sarebbe toccato il loro lieto fine. Quel primo bacio gli aveva fatto provare una gioia che non aveva mai provato prima d’ora, e così tutti quelli a venire. Ogni bacio, per quanto finto, era stata un’emozione, e il rossore che coloriva le gote di James era capace di fargli sentire calore al ventre. Inutile dire che il proprio membro dipendeva totalmente dalla vergogna sul viso della sua Giulietta. Vergogna che, Michael lo sapeva, era dettata soprattutto dal desiderio. Era cosciente di questo poiché sapeva esattamente che il suo sguardo e quello di James non erano così diversi, dopo ogni scena che prevedesse un contatto del genere.
E così, erano giunti all’ultima scena dell’ultimo atto dello spettacolo vero e proprio. Un centinaio di spettatori, se non di più, fissavano i protagonisti con il fiato sospeso, ma Michael non si curò di loro. No, la sua totale concentrazione era rivolta a qualcun altro, alla persona che giaceva davanti a lui, con gli occhi chiusi, e a malapena respirava.
Sapevano entrambi cosa sarebbe successo adesso.
Michael aveva finto di sbagliare per poter ripetere, con evidente insofferenza da parte di James, quella scena finale, che comprendeva la loro ultima effusione. Settimane di lavoro erano servite a ben poco, la sua soddisfazione era stata pressoché nulla, viste le reazioni di James. Per quanto adorabile la sua timidezza e il suo imbarazzo, Michael non voleva solo questo. Non gli interessava solo scambiare caste effusioni con l’amato, voleva di più.
Desiderava, dall’amato, altro amore, quello più sensuale, che non comprendesse unicamente solo timidi baci e occhiate sfuggenti, ma passione, tanta passione.
Nonostante l’evidente sentimento ricambiato da parte di James, non era riuscito ad ottenere molto di più. Questo aveva provocato in lui frustrazione, delusione e rabbia, e pochi sapevano quando la sua rabbia potesse essere distruttiva.
Recitò il suo monologo finale, che ormai gli veniva naturale come bere un bicchiere d’acqua, e posò per l’ultima volta le labbra su quelle morbide della persona amata, e lo sentì.
Fu percettibile il tremore di quelle stesse labbra che per settimane lo avevano condotto alla dannazione, e fu quello che spinse Michael a prolungare il loro ultimo bacio fino al limite del plausibile. Un ultimo gesto d’addio, un atto di pura disperazione malcelata fino ad allora. Non poteva chiedere di più. Brevi furono gli istanti che seguirono, in cui Giulietta si svegliava, trovava il suo sposo senza vita a terra e lo raggiungeva nell’aldilà, e breve fu il monologo finale che chiuse lo spettacolo.
Gli attori di Romeo e Giulietta si rialzarono e, con tutti gli altri personaggi, salutarono il pubblico entusiasta e commosso e si ritirarono per cambiarsi d’abito. Fu l’ultima volta che Romeo e Giulietta ebbero occasione di scambiarsi uno sguardo e fu uno sguardo colmo di tristezza e rimpianto per quello che non avevano avuto e per quello che si lasciavano alle spalle.
Una triste pace porta con sé questo mattino. Il sole la sua fronte non mostrerà, addolorato. Di fuori, parleremo di questi eventi del destino: per alcuni, il perdono; per altri, il castigo adeguato. Che mai dolore giunse al suo apogeo, come nella storia di Michael e James.

  
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