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Autore: Nejisfan    17/02/2015    4 recensioni
Ragazzi che si amano nei modi più disparati, negli istanti più vari. Incontri, scontri, passione e liti, difficoltà comuni e caratteri complessi.
L'amore è il centro di tutto, anche quando è confuso o a senso unico o difficile da esternare.
Riguarda loro come riguarda noi.
Questa raccolta parla di questo: dell'amore. Nulla di più facile e di più difficile insieme.
(Ambientazione: AU. Frasi ispiratrici prese dalle canzoni bellissime di Daniele Silvestri).
Conclusione: capitolo 30, Shikamaru e Ino alle prese con una manifestazione e qualche coro, tanti lamenti e tanto amore nascosto (ma neanche troppo).
Raccolta dedicata a chiunque abbia apprezzato e incoraggiato il mio percorso su Efp: ciao amici, mi prendo una pausa, e questo è il mio saluto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Amarsi in modo cosmico.


Premesse iniziali (Rapide, veloci, indolori):
Questa è una raccolta di one-shot.
Le frasi che mi hanno ispirato sono tutte parte di canzoni di Daniele Silvestri, e saranno citate alla fine di ogni storia.
La raccolta è AU, i personaggi hanno quasi sempre sui ventitré anni (altimenti, la cosa è specificata).
Sono i personaggi di Naruto, ma sono tutti vivi e in salute (sì, soprattutto Neji).
I capitoli saranno trenta.
Le coppie sono sempre le stesse sette che si alternano, lo scoprirete.
Il titolo della raccolta è sempre una citazione "silvestriana" presa da "Ma che discorsi" ("se pensi che sia logico/scoprire in mezzo al traffico/ di amarsi in modo cosmico")
 


Dedico l'intera raccolta a Eleanor 89,
perché una sua fic di quattro anni fa ha fatto sì che mi ricordassi quanto amo questi personaggi.
Ringrazio col cuore chiunque su questo sito mi ha voluto bene, siete stati la mia seconda famiglia quando avevo tredici anni e una passione Naruto,
e anche quando ne avevo diciotto/diciannove e scrivevo solo originali.
Grazie per le emozioni: sarà pure un mondo virtuale, ma quelle sono vere


.



Capitolo primo.
Titolo: L'amico di Sempre.
Introduzione: Un avvenimento dalle diverse interpretazioni, guance imbarazzate non sempre prevedibili, la necessità di fuggire e il bisogno di avere qualcuno vicino.
I tempi per capire, qualche mail, amici confusi e amiche sorridenti.
KibaHina- "Quando chiami io corro da te che nemmeno Mennea".
/////


L'amico di sempre.
 
"Quando chiami io corro da te, che nemmeno Mennea"

Luglio.
Hinata ha uno sguardo pieno di speranze, i capelli spettinati in modo piacevole e un vestitino bianco che le sta benissimo.
Kiba, seduto al suo fianco, finge di non notarla, tutta quella bellezza, e finge di essere davvero concentrato su un film che non gli sta neanche piacendo.
Shino, come sempre nelle loro serate cinema, dorme stravaccato sul tappeto, un russare leggero e ritmico si aggiunge ai suoni prodotti dal film, dai commenti di Kiba, che non sta zitto neanche due ore mentre lo guarda, e dalle risatine sommesse della ragazza mora, quella che da un anno ad un altro è diventata di una bellezza sfavillante, quella che è sempre stata l'amica perfetta e basta, però adesso...
"Vuoi una birra?".
Kiba interrompe i suoi pensieri fastidiosi borbottando una frase jolly, una di quelle che funzionano sempre, con tutti- solo che lei non è tutti, e lei non beve- e si sente scemo mezzo secondo dopo.
Kiba Inuzuka è arrogante e esteticamente attraente, non ha mai avuto alcun problema con nessuna ragazza, solo che... con lei... tutto è complesso, difficile, più bello.
Con lei, tirando le somme, non c'è niente ad eccezione di una splendida amicizia che non può rovinare solo perché le sono cresciute le tette.
Si rimprovera e svaluta da solo, il ragazzo, convinto che ciò che improvvisamente lo attrae della sua amica di sempre siano le tette- che, certo, gli piacciono- e che non ci sia niente di più profondo.
"Sì".
La risposta di Hinata arriva dopo un tempo che sembra infinito, e non è la risposta che l'altro si aspettava.
La ragazza sorride, le guance imporporate deliziosamente, mentre l'amico di sempre le porge una lattina di birra e torna a sedersi al suo fianco, in mano anche lui ha la stessa bibita.
Mentre Kiba prende il primo sorso, Hinata si attacca alla lattina.
È buffa e bellissima, Hinata, che a ventitré anni non sa bere una birra, che la finisce in tempi da record e non riesce a nascondere l'espressione disgustata che si fa spazio sul suo volto.
" Ieri ho visto Naruto" sussurra d'improvviso, una sicurezza nella voce che nessuno le ha mai sentito. 
Kiba si volta a guardarla, fissa i suoi occhi in quelli chiarissimi e stupefacenti della ragazza, si sente scosso e pensa di avere qualche problema.
"E non ho provato niente. Non... sono più innamorata di lui, ecco. Sono libera da quel sentimento complicato" ride la Hyuga, e i suoi capelli si muovono a tempo con la sua risata scomposta.
Di sentimenti complicati, vorrebbe gridare Kiba, ce ne sono anche adesso e qui.
Solo che Kiba non dice niente, ma sorride felice, non riesce a contenersi, al pensiero che Naruto non sia più nel cuore di Hinata.
"Che bello! Evviva!" grida, e poi la abbraccia.
La ha abbracciata tantissime volte, ma non ha mai fatto caso a come i suoi capelli profumino, a come la sua pelle sia morbida, a come il suo collo sia perfetto e invitante.
Lo annusa, affonda il naso nel  profumo della pelle nivea del collo della sua amica, perché per un secondo spegne il cervello.
Hinata, stranita, aspetta che Kiba torni a guardarla, e quando succede lui è improvvisamente conscio di ciò che ha appena fatto.
"Mi dispiace, scusa, è che...non lo so, scusa e..." Kiba si arrampica sugli specchi buttando là parole a caso, ma non finisce la frase, perché Hinata si avvicina e lo bacia.
Sconvolto, con gli occhi sbarrati, Kiba risponde con entusiasmo.
Un sacco di entusiasmo.
Troppo entusiasmo.
Poi fa due più due.
L'ha fatta ubriacare... e così se ne sta approfittando.
Il pensiero arriva d'improvviso, ma è fortissimo.
Si stacca, la guarda, l'alcol le deve fare molto effetto perché ha gli occhi luccicanti di emozione.
"Scusa, Hinata" mormora, prima di farle una carezza.
E poi esce dalla casa di Shino, lasciandola lì, a piangere a ritmo di un russare sommesso.
-


Settembre.
Hinata ha un trolley rosso di dimensioni piuttosto ridotte, considerando che sta partendo per un anno.
Lo trascina dietro di se' mentre cammina con tranquillità fino al gate e prima di mettersi in fila si gira a salutare i suoi amici.
Sa che ci sono, hanno camminato in silenzio dietro di lei dall'ingresso dell'aeroporto, si sono alzati presto per salutarla e hanno pure atteso che fosse pronta a voltarsi.
Si gira, ha gli occhi pieni di lacrime.
Ino la abbraccia forte, di slancio, Sakura le fa un sacco di auguri e in bocca al lupo, Naruto le dà un bacio sulla guancia che solo un anno prima la avrebbe fatta sciogliere, Tenten le scompiglia i capelli con affetto.
Shino riesce ad essere abbastanza dolce, mentre la stringe, e dopo quest'ultimo abbraccio Hinata guarda Kiba: non hanno più parlato dell'avvenimento di luglio, qualcosa di sospeso è rimasto tra loro.
Si sente stupida, perché lui l'ha respinta e ora non riesce neanche più a guardarla negli occhi.
Un po'- un po' tanto- sta partendo anche per quello.
"Ciao, Kiba" sussurra, poggiandogli una mano su una spalla.
Lui la guarda, ma è spento, lontano, pensieroso.
"Ciao, Hinata" sussurra a sua volta, per poi salutarla con due baci sulle guance.
Meritava un saluto migliore, lo sanno entrambi.
E mentre Kiba fugge via di corsa da quel maledetto aeroporto, Hinata pensa che è bello avere la scusa della commozione, quando si piange per dolore.
-


Novembre.
Kiba Inuzuka è una lagna.
Naruto lo pensa perché un tempo aveva un amico casinista, uno che non si tirava mai indietro, e adesso guardarlo stravaccato su un divano con quell'espressione stufa perennemente stampata in faccia gli fa prudere le mani.
Ino non pensa che sia una lagna, pensa che sia cresciuto, e che prima o poi evidentemente succede a tutti.
Deve solo capire che gli manca Hinata, o forse l'ha già capito ma deve ammetterlo.
Shino pensa che Kiba sia proprio strano, non capisce questo improvviso malumore, ma qualcosa sospetta.
Sakura pensa che gli uomini sono proprio scemi, e hanno tempi decisamente diversi dalle donne.
Sarà anche vero che le donne si fanno aspettare perché fanno tardi a prepararsi, ma gli uomini si fanno aspettare perché fanno tardi a comprendere i propri sentimenti.
Kiba stesso sa di stare facendo la lagna, comunque, e non vuole turbare i suoi amici, solo che è un periodo che è giù e non ha voglia di fare niente.
Vorrebbe solo vedere Hinata, solo riuscire a chiederle scusa per come ha cercato di approfittarsi di lei, dirle che non è quello che tutti pensano che sia, ovvero uno che pensa solo al sesso.
Non sapeva di averne così bisogno, ma senza di lei tutto è ancora più incasinato di prima.
Nasconde la faccia sotto un cuscino sbuffando.
"Insomma, se in discoteca con me non ci vieni, allora chi ci porto?" grida Naruto, esasperato, triste perché ha perso un compagno di bevute e di stronzate.
"Portaci me" tira fuori Sakura, d'improvviso, e poi si morde la lingua: cosa ha appena detto?
Naruto la guarda in un modo che scuote, non grida ma lo fa con gli occhi, ed è così felice che non si sa come faccia a rispondere soltanto "Ok" in modo composto e non a prenderla di peso e baciarla lì.
Ecco, pensa Kiba, io voglio essere felice così.
Lo pensa giusto un attimo, è uno di quei pensieri stronzi che ti si piantano sottilmente nel cervello.
-


Dicembre.
C'è una mail nella sua casella postale, Kiba clicca per aprirla, ed è una mail di Hinata.
Parla dell'Inghilterra, di come sta imparando l'Inglese, delle stranezze della famiglia che la ospita, della bellezza di Londra.
Kiba la legge tutta, poi la rilegge, e poi ancora.
Per concludere lo scritto, Hinata ha scritto "mi manchi".
L'Inuzuka appoggia una guancia alla superficie della sua scrivania.
Probabilmente le manca il suo amico di sempre, ma un sorriso nasce spontaneo tra le sue labbra lo stesso.
-


Kiba risponde, butta tutto sullo scherzo, non accenna alla sua tristezza, scrive una paginata di roba insensata, scrive anche "mi manchi anche tu" e invia.
Trenta secondi dopo ha un sacco di rimorsi, vorrebbe tornare indietro e non risponderle, o farlo in modo migliore, ha paura che  lei prenda troppo sul serio quel "mi manchi anche tu"- cioè, ha paura che lo prenda per come è davvero.
Con un sacco di pensieri, va a trovare Shino, che lo accoglie con un'espressione strana.
"Sei uscito di casa!" si stupisce, e sulla sua faccia c'è una specie di sorriso.
Kiba lo guarda: è il suo migliore amico, la persona più importante della sua infanzia, quello che lo ha aiutato a matematica quando tutti desistevano, quello con cui ha condiviso la prima sigaretta (che per Shino è stata anche l'ultima), quello che lo ha accompagnato a tutte le feste del mondo senza che gli interessassero, quello lì.
Quello che non merita di non sapere.
"Sono incasinato perso, Shino" sbuffa, grattandosi la testa "credo di essermi preso una cotta per Hinata".
Shino spalanca gli occhi, mettere insieme tutte queste informazioni di fila è complicato, soprattutto perché sono informazioni assurde: Kiba è uscito, è arrossito, gli ha parlato dei suoi sentimenti, ha una cotta, la cotta è per Hinata.
"Oh, wow" risponde Shino.
Non sa che altro dire, e allora lo abbraccia.
"Lei non credo mi voglia" aggiunge Kiba, tra le braccia del suo amico.
Shino è affettuoso, non abbracciava mai nessuno ma i suoi amici gli hanno insegnato a farlo.
Kiba, stupito dal gesto, alza gli occhi lucidi al cielo, e pensa che è bello avere la scusa del dolore, quando si piange per commozione.
-


La corrispondenza tra Kiba e Hinata va avanti tranquilla, nessuno dei due si sbilancia, ma entrambi scrivono molto.
Una mail del venti di dicembre attira particolarmente l'attenzione dell'Inuzuka, ed è perché Hinata scrive, alla fine di tutto: "Sai, tra poco è natale e dopo è il mio compleanno, e vorrei che qualcuno di voi fosse qui con me perché sono giorni speciali ma se sono sola diventano normali".
Kiba spalanca gli occhi- gli capita spesso, ultimamente- e pensa che a lei manchino semplicemente i suoi amici.
Però a lui manca lei, e quindi 'fanculo, apre il computer e prenota un biglietto per Londra.
-

Ino apre la porta e si stupisce di trovare Kiba Inuzuka che la osserva sorridente: si è vestito, probabilmente lavato, ed ha un'aria serena, che per i suoi ultimi mesi è abbastanza strano.
"Ciao..." sbuffa, guardandolo in tralice per cercare di capire cosa voglia da lei.
" Secondo te se vado a trovare Hinata è ok? Vuoi venire anche tu? Devo invitare altra gente?" domanda il ragazzo, pieno di quell'entusiasmo stupido che è sempre stato parte di lui, ed è stupido ma fantastico e pieno di sentimenti finalmente compresi.
Ino scoppia a ridere, è una risata liberatoria che risuona.
" Sì, è ok. No, non voglio venire. E, no, non portare nessuno. Dille che nessuno poteva." risponde a tutto con calma e durezza, però sorride ancora.
"Ino, pensi che io abbia una chance?" domanda Kiba, e non gli è mai parso tanto insicuro.
"Inuzuka, ha bisogno di te, quindi corri. Corri!" grida la bionda, prima di sbattere la porta davanti alla faccia dell'amico.
Amico che, a questo punto, corre davvero.
-

Valigia fatta, biglietto prenotato, amici avvisati, genitori confortati: tutto pronto.
Il ventitré dicembre, Kiba Inuzuka trascina una valigia scura fino a un gate noto e poi prende un aereo che gli mette agitazione.
Al momento del decollo, guarda le nuvole, e pensa che non credeva che si sarebbe mai incasinato tanto, e che Hinata non dovrà mai più bere quando c'è lui, dato che bere neanche le piace.
L'adrenalina è in circolo.
Lei ha bisogno? lui corre.
Lui ha bisogno di correre- ha bisogno di lei, non lo vuole ancora ammettere ma è così.
-


Hinata risponde al primo squillo, ha la voce triste di chi progetta un Natale in solitudine.
"Sono all'aeroporto" dice Kiba, e basta.
Tre parole.
Bastano perché sia lei a correre.
E così Kiba la abbraccia di slancio appena la vede arrivare, pensa che è bellissima e che non si vergogna di pensarlo, le sorride, la guarda, e poi sa di dover dire delle cose, però la prima a parlare è lei.
" A luglio mi hai respinto" dice, solo, ed è difficile dirlo a voce alta.
" A luglio ti ho...cosa? Hai pensato questo?" Kiba la guarda annuire e scoppia a ridere, ride forte e tutti si voltano a guardarlo.
"Mi prendi in giro?" domanda la ragazza, ha gli occhi già lucidi.
"Hinata, come puoi pensare che io ti respinga? Tu sei...sei tu e io non ti respingerei mai!" grida l'Inuzuka prendendola per le spalle.
"E allora...?" la domanda muore in gola alla Hyuga.
"E allora, avevi bevuto. Tu non bevi mai e...io ti ho fatta bere. Ma giuro che non era calcolato e che non è vero tutto quello che dicono su di me e che..." Kiba è imbarazzato, rosso, pieno di parole non dette, gesticolante e scoordinato.
Kiba è Kiba, ed è stupido perché pensa cose assurde, cose che nessuno sano di mente penserebbe.
Kiba è Kiba ed ha un sacco di difetti, ma questo Hinata già lo sapeva.
Lo guarda e all'improvviso sorride.
Lui alza le spalle in un ultimo gesto di imbarazzo, prende fiato, poi la tira a se' e la bacia con tutta la passione che ha.
Hinata si abbandona tra le sue braccia, piange di emozione ma non ha bisogno di scusanti.
Kiba molla la valigia ma non molla la Hyuga, la stringe di più mentre lei allaccia le gambe intorno alla vita di lui.
Trattenersi fa male a tutti, anche a Hinata Hyuga, figuriamoci a Kiba Inuzuka...
"Buon Natale" sussurra il ragazzo, staccandosi per un attimo.
"Avevo bisogno di questo" si stacca la ragazza, ha le guance rosse ed è di una bellezza piena d'amore che toglie il fiato.
"Non sono ubriaca, se vuoi saperlo" aggiunge poi, e l'altro ride, ride e poi la bacia ancora.
 
"Ho bisogno di te anche se non lo sai.
Hai bisogno di me pure tu e adesso capirai,
che il bisogno che c'é non si placherà mai..."


Commenti a posteriori:

Devo dire un sacco di cose e ovviamente ora che mi trovo a scriverle non me ne ricordo neanche una.
Intanto: il bisogno di te.

Poi... poipoipoi... 
Non seguo Naruto da tempo, ho avuto un rifiuto dopo la morte di Neji e ho continuato a leggerlo per poco, poi ho completamente smesso; più o meno so cosa è accaduto, e non ne sono felice, ma alla fine mi interessa poco.
Non seguo Naruto da tempo, non scrivo su Efp da tempo, non scrivo su Efp su Naruto da tempo (ma tipo due anni, roba del genere), però sono qui.
Sono qui perché una bella fic mi ha risvegliata e mi ha ricordato che sono affezionata a questi personaggi, e che avevo bisogno di chiudere un capitolo con loro.
Questa raccolta, l'ennesima, è il mio capitolo conclusivo.
Vi assicuro che la terminerò: è quasi finita, e i capitoli sono trenta, quindi la terminerò.
Credo di aggiornare ogni quattro/sette giorni, in generale, poi non posso essere troppo lungimirante, ma mi sforzerò di mantenere la media, circa.
Le coppie le scoprirete piano piano, al settimo capitolo le avrete conosciute tutte: se di qui passa qualcuno che mi conosceva quando scrivevo su Naruto (improbabile), alcune sono prevedibili, altre (due soprattutto) meno.
Spero che vi arrivi tutta l'emozione che ci ho messo, in questa raccolta, perché è stata ed è catartica per me, e mi auguro tanto che si percepisca.
Mi dispiace se mi sono dilungata troppo: magari, fatemi sapere cosa ne pensate voi di questo mio ritorno alle origini, e di questa prima one shot.
Vi voglio bene, a prescindere, perché avete letto fino a qua.


Frà

 
  
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