Serie TV > Grey's Anatomy
Ricorda la storia  |      
Autore: buffyTVS    17/02/2015    0 recensioni
Tutto ciò che c'è da sapere è che Izzie Stevens c'è ed è nella 6x24.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex Karev, Izzie Stevens, Lexie Grey, Mark Sloan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Iz…”
La finta bionda gli si avvicinò piano con le lacrime agli occhi,gli accarezzò dolcemente i capelli.
“Alex, sono Lexie..” ancora una lacrima le rigò il viso. “tesoro, Alex.”
“Izzie…mi dispiace, non te ne andare. Siamo sposati, ti prego non te ne andare.” Era poco più di un sussurro.
“Non vado da nessuna parte...” rispose, fingendosi un’altra e continuando ad accarezzargli i capelli.
“Sei tornata per me…Izzie.”
“Sono tornata..”
“Non lasciarmi mai. Non lasciarmi mai.”
“No..” cominciò a piangere “non ti lascerò mai più,staremo insieme per sempre..ok? Per sempre.”
“Si…”
Lo sguardo di Mark non riusciva a concentrarsi su altro se non su Lexie, un po’ malinconico, il cuore gli batteva all’impazzata nel petto,ma consapevole che ormai era finita. Era finita poiché la polizia fece interruzione bruscamente  in quell’istante distraendolo da quella scena che faceva male. Quell’incubo era finito. Almeno per loro.

 





I passi del signor Clarke erano quasi impercettibili mentre attraversava quel corridoio. Sembrava un’ombra, forse lo era. Era un’ombra ormai.
Dopo aver sparato a Derek stava cercando il dottor  Webber, ma quell’ospedale sembrava un labirinto.
O era solo l’alcol che faceva sempre più effetto nel suo corpo.  Sinceramente neanche gli interessava, aveva un solo scopo…e voleva raggiungerlo.
Fece il giro di un paio di stanze. Vuote. Poi sentì una sedia spostarsi provenire da poco più avanti.
Le sue gambe accelerarono di colpo, la porta era aperta, una figura bionda era appoggiata al letto, di spalle, che accarezzava il cuscino. La testa china.
“Salve.” Disse serio lui. “perché piange?” la ragazza si voltò di colpo con un sorriso amaro, alzò lo sguardo e i suoi occhi incrociarono quelli verdi dell’anziano signore.
“Salve…mi scusi, non volevo che mi trovasse a piangere, ma non ce l’ho fatta.”
L’uomo la guardò teneramente.
“Le è morto qualcuno quì? O ha paura di stare per morire?”
Izzie si asciugò con una mano le lacrime che le rigavano il viso. “Oh mister…” tentennò un attimo.
“Clarke, il mio cognome è Clarke.” Finì lui la frase.
“Signor Clarke. Sa ero tornata per un colloquio di lavoro, perché Meredith aveva insistito e così eccomi qua. Poi improvvisamente hanno evacuato l’ospedale e stavo per uscire anche io… solo che poi mi sono ritrovata in questa stanza. Avevo promesso a me stessa che non sarei mai più tornata in questa stanza,come cambiano le cose vero?”
“Quindi lei è un chirurgo?” disse lui velocemente con lo sguardo assente. Alzò piano il braccio, la mano tremante che manteneva la pistola puntata ora contro la bionda.
“Un chirurgo? No. Non sono un chirurgo. Pensavo di esserlo ,ma a quanto pare non lo sono. “ abbassò lentamente lo sguardo, la voce le tremava, il cuore perdeva un battito ad ogni secondo che passava.
“Cosa è successo mister Clarke? “
“Ho sparato a Derek Sheperd.”
Una pugnalata alla schiena avrebbe fatto meno male.
“Ed ora sto cercando Webber.  Loro due hanno ucciso mia moglie.” Questa volta i suoi occhi erano presenti, pieni di rabbia e lacrime. “Hanno staccato la spina e spento tutti quei fottuti aggeggi e così l’hanno uccisa. L’hanno portata via da me!!” urlò.
Izzie accennò un sorriso amaro. “La capisco” si alzò e fece un passo verso di lui.
L’uomo rafforzò la presa sulla pistola. “Lei non capisce proprio un bel niente. Nessuno capisce.”
“No, io capisco. C’è chi si sdraia sul pavimento del bagno per giorni e chi va in giro a sparare la gente. Lo capisco.”
“Non mi prenda in giro.” Il dito premeva leggermente sul grilletto.
Izzie notò quel leggero movimento e fece un passo indietro, alzando le mani.
“No, non la prendo in giro. Sa, in questa stanza..” preso un respiro. “in questo letto è morto Denny.” Strinse piano le lenzuola.
“Come si chiamava sua moglie?”
L’uomo non rispose.
“Denny era il mio fidanzato. E’ morto qualche anno fa. E di chi è stata la colpa? Mia. Sa mi aveva chiesto anche di sposarlo..” abbassò lo sguardo. “e io gli dissi di sì. E poi è morto. Era malato di cuore ed io per dargliene uno nuovo e farlo diventare primo nella lista dei trapianti ho tagliato il cavo che lo teneva in vita. Ed è morto. Ed io ero il suo chirurgo,avrei dovuto salvargli la vita…”
“Quindi sei un chirurgo!”
Izzie non prestò minimamente attenzione a quella esclamazione e continuò a ricordare.
“Ed invece è morto. Quindi signor Clarke, mi dispiace. I medici sbagliano, sono umani. E anche lei è un uomo e sono sicura che è un uomo buono perché … perché io credo nel bene. E  credo in Dio. Se è andata così è perché doveva andare così e voglio credere, anzi io credo che ora sua moglie sia in un posto migliore. Che  sia con Denny e che non voglia che lei ora soffra. Non vuole che continui a soffrire. Vuole solo che lei trovi la pace.”
L’uomo comincio a piangere ed abbassò di colpo il braccio.
“Trovi la pace signor Clarke, la trovi con me.”
La ragazza mosse lentamente qualche passo in avanti.
“Sono tutte belle parole, ma questo non cambia il fatto che lei è un chirurgo e che deve pagarla per quello che è successo a mia moglie. Dovete tutti pagarla!” gli occhi gli si riempirono nuovamente di rabbia e tornò a puntare la pistola contro la bionda. Questa volta sicuro di dover sparare.
Izzie sgranò gli occhi, voleva urlare, eppure non riusciva. Quella sensazione alla bocca dello stomaco l’aveva provata talmente tante volte che ormai aveva perso il conto.
“Mi spari! Avanti! Prima non le ho risposto ad una domanda, lo faccio ora. No. Non ho paura di morire. Perché dovrei? Il mio fidanzato è morto. Il mio migliore amico è morto…. E poi ho avuto un melanoma alla pelle al quarto stadio. Sa cosa vuol dire? Che anche io sono morta!!!!!” urlò lei questa volta. Una lacrima, forse due si facevano spazio sui suoi zigomi.
“Quindi mi spari pure, non servirà a nulla. Non può uccidere qualcuno che la morte l’ha già provata. Non la farà sentire meglio. Questo dolore non sparirà perché il dolore fa parte della vita. Non diminuisce, non scompare, può solo imparare a conviverci. In certi giorni farà più male di altri. E certe notti si girerà dalla sua parte del letto e vorrà stringerla,vorrà sentire il suo profumo ..e venderebbe anche il suo di cuore per poterlo rifare ancora una volta e sarà in quelle notti che penserà di perdere il controllo, di farla finita…ed è proprio in quel momento che sentirà di essere vivo, di nuovo, ma deve fare la scelta giusta ora. Lei può ancora scegliere, lei può ancora fare la cosa giusta, deve permettermi  però di aiutarla. Lasci che la aiuti… la prego.” L’ultima frase sembrava una supplica.
Gary Clarke cominciò a piangere. Si inginocchiò e Izzie ne approfittò subito per abbracciarlo.
“Mi dispiace signor Clarke, mi dispiace davvero tanto.” Gli accarezzò la schiena. “andrà tutto bene , vedrà che andrà tutto bene.” Gli sussurrò all’orecchio “delle volte posso ancora percepire la sua presenza, quella di Denny, quella di George. E delle volte riesco ancora a sentirmi me stessa. Passerà e lei starà meglio e sua moglie sarà felice e la aspetterà. Gli errori li commettiamo tutti e la vita fa schifo, però c’è sempre qualcosa per cui valga la pena combattere. Lei deve solo trovare la sua.” Lo strinse ancora un po’ più forte.
Lui continuava a piangere bagnando la spalla dell’ex chirurgo.






Un tonfo assurdo,la porta della stanza fu completamente buttata giù.
Quattro uomini in divisa interruppero quel momento toccante e liberatorio puntando i fucili contro l’anziano signore.
Eppure Izzie non riusciva a sentire niente. I suoi occhi vedevano sfocato e non riusciva neanche a capire il perché.
Un ronzio cominciò a farsi spazio nella sua testa e la sua presa si fece un pò lenta. Riuscì a scorgere gli occhi del signor Clarke ormai vuoti e privi di vita. Un poliziotto lo aveva sparato, ma perché? E fu in quel momento che posò una mano a terra e si ritrovò in una pozza di sangue.
Si portò le dita avanti agli occhi per cercare di capire cosa stesse succedendo e quando fece un po’ di pressione sul corpo dell’uomo per toglierselo di dosso sentì una forte fitta all’addome. Come se qualcuno l’avesse sparata… infatti.
L’uomo preso dallo spavento aveva sparato senza neanche rendersene conto….e lei man mano che il tempo passava sentiva sempre più dolore. Le voci intorno erano sempre più confuse e non riusciva a capire cosa stessero dicendo.
“Aiutatelo..” sussurrò. “Aiutatelo…” appoggiò una mano sul suo ventre per bloccare l’emorragia.
“Dottoressa Stevens!!” Webber entrò con impeto nella stanza prendendo subito un paio di garze per provare a fermare il sangue che usciva copioso dalla ferita.
“Aiuti il signor Clarke, la prego, io me la posso cavare… non può finire così, io lo capisco. Tutti sbagliamo e quell’uomo deve scontare le sue colpe, ma non morire.” la voce era sempre più sottile.
“Izzie, lui è morto, ora non puoi morire tu. Non posso essere sempre io a salvarti la vita.”
“Mi porti via da qui. Voglio vedere Alex e Meredith… non posso morire qui. Mi porti fuori da questo ospedale,se devo morire voglio farlo fuori. Il Seattle Grace non avrà anche me.  Mi porti da Alex…Alex…” gli occhi le si chiusero in quel preciso istante, perse conoscenza…. eppure il suo cuore non voleva proprio decidersi a smettere di battere.
Neanche questa volta.




Angolo della cacciatrice.
Eccomi tornata con questa piccola OS. Non so se è venuta bene, ma in generale non mi piace quasi mai troppo quello che scrivo quindi spero che almeno a voi trasmetta qualcosa.
Stamattina mi sono svegliata con dell'angst in corpo e dovevo sfogarlo.
So, speriamo bene. Un bacione a tutti.
 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: buffyTVS