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Autore: Yasha 26    17/02/2015    4 recensioni
-Yukiko, hai visto come ti fulminava il professor Yamada? Come fai a prendere sempre voti così bassi nella sua materia? Sarà anche il professore più severo dell’istituto, ma è anche il più bravo nonostante la sua giovane età. Sa spiegare tutto talmente bene.- sostiene Ayame.
-Devi cercare di impegnarti di più.- consiglia Eri.
-Uffa! Io non capisco perché questa materia non voglia proprio saperne di essermi amica! Vado bene in tutto; ho la media del nove e del dieci ovunque, tranne che in questa maledettissima materia!- urlo furiosa, appallottolando il compito e tirandolo via stizzita. Con la mia solita fortuna, chi vado a beccare sulla testa? Proprio il professor Yamada. Sono fritta!
Lui, curioso, apre la pallina di carta che gli ho tirato addosso, accorgendosi che è la verifica.
-Professore io….- cerco di spiegare, notando il suo sguardo accigliato.
-In aula professori! Subito!- mi ordina adirato, senza lasciarmi parlare.
-Punizione in arrivo!- bisbiglia Eri alle altre, che annuiscono dispiaciute.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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     -Dunque ragazzi, oggi parleremo della lingua giapponese tardoantica.  Aprite il vostro libro a pagina 126.-
     -Sì professore!-
     -La lingua giapponese tardoantica è il giapponese parlato fra il 794 ed il 1185,  fino al termine del periodo Hiean, ed è il successore del giapponese antico. Se nel giapponese antico era preso in prestito il sistema di scrittura cinese, durante il periodo tardoantico nacquero due nuovi sistemi: l'Hiragana e il Katakana. Questo sviluppo semplificò la scrittura e portò un rinnovamento nella letteratura con dei classici come il Genji Monogatari, Taketori Monogatari, Ise Monogatari e altri. Durante il periodo del giapponese antico c'erano 88 distinzioni sillabiche, che nel periodo del giapponese tardoantico si ridussero a 66. Il giapponese tardoantico eredita tutte e otto le coniugazioni del giapponese antico e ne aggiunge una nona, la Monograda inferiore, e fu scritto in tre diversi modi. Inizialmente fu composto in Man’yogana, una trascrizione fonetica dei caratteri cinesi come avveniva nel giapponese antico. Quest’utilizzo, successivamente creò l'hiragana ed il katakana che sono derivati da semplificazioni dei caratteri cinesi originari. Per domani studiate da pagina 126 a pagina 130. Faremo una verifica sul giapponese tardoantico la settimana prossima.-
     Non ho capito un accidenti di quello che ha detto! Quanto odio questa materia del cavolo! A che mi serve il giapponese antico se parliamo quello moderno?
     -Queste sono le vostre verifiche della settimana scorsa: Chidori complimenti, compito svolto benissimo, hai preso dieci; Yagami hai preso dieci anche tu, bravo; Sumeragi nove; Ikeda otto e mezzo; Hayashi...sette, sei appena alla sufficienza. Mi chiedo quando comincerai a prendere quel libro in mano e studiare come si deve!-  mi rimprovera, consegnandomi il compito e proseguendo nella consegna degli altri.
     Uffa, anche a questa verifica ho preso sette! Guardare questo foglio tutto corretto con segni rossi è una frustrazione, ma il giapponese antico non vuole proprio entrarmi in testa. Non ci capisco nulla! E il professor Yamada non è certo clemente con me…anzi.
 
Pausa pranzo. Terrazzo dell’istituto superiore Musashi.
 
     -Yukiko, hai visto come ti fulminava il professor Yamada? Come fai a prendere sempre voti così bassi nella sua materia? Sarà anche il professore più severo dell’istituto, ma è anche il più bravo nonostante la sua giovane età. Sa spiegare tutto talmente bene…-  sostiene una delle mie amiche.
     -Non parlarmene Ayame! Appena mia mamma saprà che anche stavolta ho preso sette in giapponese saranno dolori! Beata te Ryoko, avrei ucciso per il tuo otto e mezzo!-  dico sconsolata.
     -Beata un corno! Ho studiato sodo per quella verifica. Non voglio correre il rischio di avere come punizione dal professore una valanga di compiti. Sa essere molto vendicativo quell’uomo!-
     -Già…-  rispondo io, ripensando al giorno in cui ho preso un cinque. Per punizione il professore mi ha dato da fare una ricerca sul periodo Sengoku jidai. Mi sono annoiata a morte per una settimana.
     -Non oso immaginare cosa abbia detto a tua madre quando è andato a parlarle il giorno della visita dei professori a fine anno. Dovevi essere terrorizzata!-  ipotizza la mia amica Ai.
     -Terrorizzata è una parola grossa.-  replico, ricordando ancora quel giorno come fosse oggi.
     -Devi cercare di impegnarti di più Yukiko.-  consiglia Eri.
     -Uffa! Io non capisco perché questa materia non voglia proprio saperne di essermi amica! Vado bene in tutto; ho la media del nove e del dieci ovunque, tranne che in questa maledettissima materia!- urlo furiosa, appallottolando il compito e tirandolo via stizzita. Con la mia solita fortuna, chi vado a beccare sulla testa? Proprio il professor Yamada. Sono fritta!
     Lui, curioso, apre la pallina di carta che gli ho tirato addosso, accorgendosi che è la verifica.
     -Professore io….-  cerco di spiegare, notando il suo sguardo accigliato.
     -In aula professori! Subito!-  mi ordina adirato, senza lasciarmi parlare.
     -Punizione in arrivo!-  bisbiglia Eri alle altre, che annuiscono dispiaciute.
 
 
     -Hayashi, mi spieghi perché hai tirato via il compito che ho consegnato oggi, sulla mia testa poi?-  domanda irritato, dandomi le spalle e guardandosi intorno, mentre entriamo in aula professori.
     -Mi scusi professore, non volevo colpire lei. È stato un caso.-  spiego colpevole.
     -Fatto sta che hai rovinato il compito accartocciandolo in quel modo. Lo sai che dovrò infliggerti una punizione per questo, vero?-  mi avvisa, chiudendo la porta alle nostre spalle, mentre io mi dirigo verso la cattedra per sedermi ad ascoltare la punizione.
     -Sì, lo so profess…-  ma non mi lascia finire di parlare perché mi bacia, prendendomi alla sprovvista e spingendomi contro la sua cattedra.
     -Professore, che fa?-  domando nervosa.
     -Non c’è nessuno, Yukiko! Ho già controllato. Smettila di chiamarmi professore.-  spiega, tornando a baciarmi con impeto.
     -Akira…potrebbe arrivare qualcuno!-  sostengo preoccupata, staccandomi dal suo bacio infuocato.
     -Ho chiuso la porta a chiave. Non riuscivo a starti lontano! Sono due giorni che non ti tocco, mi sembrava di morire!-  confessa ansioso, infilando subito la mano sotto la mia magliettina e dentro al reggiseno, facendomi gemere sulle sue labbra.
     -Non è … colpa mia … se hai avuto quel congresso … a Osaka.-  riesco a rispondergli ansimando, quando sento le sue dita dentro di me darmi piacere. E’ mancato tanto anche a me in questi due giorni.
     -Non riesco ad aspettare stasera amore! Ti voglio ora!-  sussurra con voce roca al mio orecchio, leccandomi il collo.
     -Professore mi pare che lei dovesse darmi una punizione, no? Io sono qui che aspetto.-  dico, lasciandomi andare ai suoi baci.
     -Vuoi giocare all’alunna e al professore?-  mi domanda, sedendosi sulla poltrona e attirandomi verso di lui, alzandomi la gonna.
     -E’ quello che siamo mi pare, no?-  replico, sbottonandogli la camicia per poter toccare la pelle del suo petto muscoloso, che freme sotto il tocco delicato delle mie dita vogliose.
     -No, non mi pare, visto che sei la mia fidanzata da quattro anni e che finita la scuola, diventerai mia moglie!-  mi ricorda, mentre gli sbottono i pantaloni e lui sposta i miei slip con un dito.
     -Ah già, è vero! Che smemorata che sono!-  gli rispondo ansimando, mentre mi siedo su di lui e lo sento scivolare in me.
     -Spiritosa!-  ribatte un po’ stizzito, ma facendo un sorrisetto furbo poco dopo.
 
     No amore, non l’ho scordato. Come potrei?
     Non potrei mai dimenticare il giorno di sei anni fa, quando un giovane laureando venne a vivere vicino a casa mia. Studiavi per diventare professore di giapponese. Io avevo quattordici anni, tu quasi ventidue. Amore a prima vista direi.
     Non so cosa un ragazzo adulto e bello come te, possa aver visto in una ragazzina come me. Fatto sta che un anno dopo sei venuto in casa mia, per chiedere alla mia famiglia il permesso di frequentarmi.
     Il caso poi, ha voluto che diventassi il professore proprio di questo istituto, dove io avrei studiato. Nessuno qui può sapere che hai una relazione con una tua studentessa, o perderesti il lavoro e la possibilità di trovarne altri. La nostra storia è segreta a tutti, solo la mia famiglia e i nostri amici ne sono a conoscenza.
     Spesso ci rifugiamo in qualche angolo della scuola per stare soli. Passiamo tutto il giorno insieme fuori dall’istituto, ma stare lontani è difficile a scuola. Io non riesco a resisterti quando in classe metti gli occhiali per leggere, e cominci serio e autoritario a spiegare la lezione. Tu invece non riesci a resistermi quando mi vedi durante l’ora di educazione fisica. Ti lamenti sempre che quei pantaloncini striminziti dovrebbero essere aboliti, perché chiaro richiamo sessuale.
     Per un certo periodo vederti così desideroso di me mi ha stupito parecchio. Ricordo che all’inizio nemmeno mi sfioravi, ci scambiavamo solo piccoli baci. Mi hai regalato la mia prima volta il giorno del mio sedicesimo compleanno. Dicevi che prima ero troppo piccola.
     Quel giorno è stato magnifico. Ancora lo ricordo come fosse oggi. I tuoi gesti delicati, le tue parole rassicuranti, i tuoi occhi pieni di amore e pazienza.
Il giorno più bello di tutta la mia vita, però, è stato otto mesi fa, il giorno del mio diciottesimo compleanno e giorno della visita dei professori ai genitori. Hai chiesto la mia mano a mio nonno e a mia madre, mettendomi al dito un magnifico anello, che purtroppo non posso ancora portare liberamente.
     Appena finirò quest’ultimo anno, diventeremo marito e moglie, e non dovremo mai più nasconderci!
 
 
     -Akira, mia madre ha chiesto se stasera vieni a cena da noi.-  chiedo. rimettendomi a posto la divisa.
     -Certo che sì tesoro. Adoro la cucina di tua madre!- 
     -E lei adora te, amore mio.-  gli dico, baciandolo sulla fronte.
     -Ci vediamo alla fine delle lezioni al solito posto ok?-  dice rimettendo la camicia dentro i pantaloni.
     -Certo, come sempre. A dopo professor Yamada!-  lo saluto sorridendogli e aprendo la porta.
     -A dopo alunna Hayashi.-  risponde lui, ricambiando malizioso il mio sorriso.
     -Ah… ehi Hayashi, aspetta un attimo! La punizione per aver appallottolato il compito. Dunque, per la settimana prossima portami una ricerca che parla della dinastia imperiale del nostro paese, dal primo imperatore Jinmu a oggi.-  ordina serio.
     -Ma…ma…non ti sembra di esagerare per una semplice pallina?-  chiedo sconvolta.
     -No! La disciplina è disciplina! Lo sai come la penso; niente favoritismi anche se sei la mia futura moglie Yukiko.-
     -Che meraviglia, dopo il dolce mi dai l’amaro. Uffa, e va bene! Come vuoi “professore”. Ti odio sai?-
     -Io invece ti amo tantissimo.-  risponde sorridendomi.
     -A più tardi allora, ma è bene che tu sappia che stavolta mi aiuterai con la ricerca! E non da professore, ma da fidanzato, capito?!-  preciso, conoscendo il suo pensiero a riguardo.
     -Ok, si può fare. Mentre tu studi, io ti “massaggio” dolcemente per alleggerire il peso della ricerca.-  dice malizioso.
     -Spiacente, finché non finirò la mia ricerca niente “massaggini”, o il mio professore potrebbe darmi un due se porto un compito fatto male perché mi sono “distratta”!- 
     -Ricattatrice! E va bene ti aiuterò, ma nulla di che! Solo semplici consigli su dove fare le ricerche, intesi?-  risponde arrendevole.
     Adoro come gli uomini tendano ad assecondare le donne se li minacci di lasciarli a secco! Sono perfida, lo so!
     -Bene, a dopo. Ti amo Aki!- 
     -Io ti odio invece!-  ribatte stizzito per la sconfitta.
     -Che cucciolo che sei quando fai quella faccia!-  affermo prima di chiudermi la porta dietro e correre in classe. Di sicuro mi avrebbe lanciato chissà quali offese se avesse potuto, ma io sono stata più furba e l’ho lasciato lì, imbambolato da solo.
     Uffa, si potrebbe pensare che avere un professore come ragazzo sia proficuo al rendimento, invece nel mio caso è il contrario. E’ perfino più severo con me quando sbaglio nella sua materia.
     E’ stressante, ma che posso farci se odio il giapponese antico?









Note autrice

Ehm...salve ^^' per chi già mi conosce, lo so, questa non è la sezione dove solitamente pubblico ^^'...ma non so il perchè, ho avuto voglia di pubblicare questa os anche qui (di cui esiste la versione estesa da 18 capitoli) 
Non so se può piacere anche qui, nelle originali. L'ambientazione come avrete capito è giapponese, come in quasi tutto quello che scrivo ^^ se dovesse piacervi questa os, pubblicherò anche la long fic. In caso contrario...beh...mi sono tolta questo sfizio della sezione romantico XD  (sì lo so, non sono normale XD)
Baci baci Faby <3 <3 <3 

 
   
 
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