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Autore: Princess Kurenai    17/02/2015    1 recensioni
[SPOILER per chi non legge il manga]
Tooru posò la fronte sul pallone e prese un bel respiro ad occhi chiusi. Isolò la mente, cercando di ignorare la stanchezza per concentrarsi solamente sul suo obiettivo: doveva fare solamente due punti. Due miseri punti e l’Aoba Johsai avrebbe sconfitto la Karasuno, mettendo la parola fine a quella partita combattuta punto su punto.
In quel momento nei suoi pensieri non esisteva Ushijima, né la gelosia mista al rancore che provava per Kageyama. Pensava solamente alla sua squadra: la migliore che un capitano ed alzatore avesse mai potuto desiderare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Friends
Fandom: Haikyuu!!
Personaggi: Ooikawa Tooru (Iwaizumi Hajime e il resto dell’Aoba Johsai)
Pairing: //
Genere: Introspettivo
Rating: SAFE
Avvertimenti: OneShot, Spoiler!, What if? (E se…)
Conteggio Parole: 1410
Note: 1. Questa è una mia headcanon molto dolorosa ç____ç ho cercato di metterla per iscritto e spero di essere riuscita nell’impresa *piange* spoiler per chi non segue il manga, visto che è ambientata dopo gli ultimi capitoli usciti.
2. Per chi non lo sapesse, la ginocchiera bianca di Ooikawa è un tutore (e mi duole pure ammetterlo, ma mi sono ritrovata a fare una cosa molto autobiografica XD)
3 Perdonatemi per la fine .w. sono stata stronza, lo so XD
4. Un grazie immenso a Gufetta per averla letta e avermi segnalato gli errori ç///ç grazie mille *scuoricina*


Tooru posò la fronte sul pallone e prese un bel respiro ad occhi chiusi. Isolò la mente, cercando di ignorare la stanchezza per concentrarsi solamente sul suo obiettivo: doveva fare solamente due punti. Due miseri punti e l’Aoba Johsai avrebbe sconfitto la Karasuno, mettendo la parola fine a quella partita combattuta punto su punto.
In quel momento nei suoi pensieri non esisteva Ushijima, né la gelosia mista al rancore che provava per Kageyama. Pensava solamente alla sua squadra: la migliore che un capitano ed alzatore avesse mai potuto desiderare.
Doveva farcela per loro, perché senza quei ragazzi non sarebbe mai riuscito ad arrivare fino a quel punto. Avevano combattuto e non si erano mai arresi, riuscendo addirittura a sopportarlo anche quando - doveva ammetterlo - si comportava da idiota.
Riaprì gli occhi, abbassando il pallone per poter osservare il campo al di là della rete. Era estremamente calmo e, stringendo le labbra per trattenere il respiro, iniziò la sua rincorsa al fischio dell’arbitro, lanciando il pallone in aria pronto a saltare e colpirlo con tutta la forza che possedeva.
Fu in quel momento, nel darsi la spinta per saltare, che Ooikawa sentì un qualcosa di strano nel suo corpo. Era stato solo un attimo, una sensazione spiacevole e quasi lontana, che tuttavia non gli impedì di schiacciare ugualmente.
Seguì la direzione del suo servizio tenendo lo sguardo fisso sull'altro campo, sorridendo sollevato e soddisfatto quando la potenza della sua battuta fece balzare il pallone dalle braccia dell'Asso della Karasuno fin sugli spalti.
Tese subito la mano per richiedere un'altra palla al raccattapalle dalla sua parte del campo, ma ancor prima di poter sentire la familiare consistenza del pallone sulle sue dita, avvertì il terreno mancargli sotto i piedi. Cadde sul pavimento della palestra, e le sue orecchie si riempirono di un urlo di dolore che sembrò non appartenergli.
Non era stato lui, cercò istintivamente di convincersi, provando a rialzarsi puntando la gamba sinistra per terra. Non era stato lui ad urlare in quel modo, eppure quello non gli impedì di vedere quasi tutto bianco per il dolore. Chiuse gli occhi, iniziando ad annaspare alla ricerca d'aria mentre con le mani cercava inutilmente di placare le forti fitte che si irradiavano dal suo ginocchio destro su tutto il corpo.
" Smettila di fare il bambino! Non è niente! Puoi resistere! Devi solo segnare un altro punto! Alzati! Alzati, ora!", si ripeté disperato, ma i suoi muscoli sembravano volersi rifiutare di ubbidire a quell'ordine.
« Ooikawa!»
« Come stai?»
« Capitano! Va tutto bene?!»
Le voci agitate ed allarmate dei suoi compagni lo raggiunsero come una secchiata d'acqua gelida, costringendolo a provare a controllarsi.
« Va tutto bene! Mi alzo da solo! Non è successo niente!», esclamò, preoccupandosi più per il proprio orgoglio che per quel dolore sempre più forte, scacciando via con un gesto le mani che si avvicinarono al suo corpo per aiutarlo ad alzarsi, « Non è niente! Sto bene, sono... sono solo scivolato!», proseguì, stupendosi nel sentire la propria voce così debole e strana.
Si morse le labbra per quello, cercando di impedirsi di continuare a parlare, ma ancor prima di poter tentare di rialzarsi per l'ennesima volta, la voce di Iwaizumi lo colpì come uno schiaffo.
« Sei un idiota!»
Nonostante l'insulto, il tono di Hajime era preoccupato, e Ooikawa non poté far altro se non risvegliarsi e smettere di illudersi: il suo ginocchio destro, quello che si era infortunato qualche anno prima a causa dei suoi allenamenti, non aveva retto lo sforzo di quella partita. Nelle battute, così come nelle schiacciate e nelle alzate, si era sforzato dando fondo a tutte le sue forze ed alla fine aveva ceduto. Gli mancò ancora il fiato, permettendo ai suoi compagni di tirarlo in piedi e di accompagnarlo fino alla panchina, dove il medico che era stato chiamato lo soccorse subito.
" Mi basta solo un po' di ghiaccio. La partita è quasi finita, posso reggere fino alla fine! Poi potranno curarmi come meglio credono!", pensò aggrappandosi a quel flebile pensiero positivo, ma il solo tocco dell'uomo sul suo ginocchio lo fece sussultare e gemere per il dolore.
« Dobbiamo portarlo in infermeria», annunciò il medico, e Tooru reagì istintivamente, tentando di allontanarlo.
« Non posso! Manca poco! La partita è quasi finita posso farcela! So che posso!», si rifiutò, cercando di dare alla sua voce un tono sicuro, senza però stupirsi minimamente quando la sentì debole e fiacca, « Non posso lasciare la squadra... s-senza di me non possono... non posso lasciarli!»
Provò allora ad alzarsi. Se la sua voce non collaborava, sarebbero stato allora il suo corpo a parlare per lui, ma la mano del suo allenatore sulla spalla lo fermò.
« Coach...»
L'uomo non parlò, limitandosi a scuotere il capo con un'espressione grave in viso, e Ooikawa non riuscì a trovare il coraggio per controbattere, costringendosi invece ad abbassare la testa, stringendo forte i pugni e tenendo gli occhi fissi su quel ginocchio che l'aveva tradito.
Emise un gemito, incassando il capo tra le spalle. Gli faceva male il petto, molto più di quel dolore causato dall'infortunio, e la frustrazione per essere arrivato ad un passo dal traguardo senza poterlo raggiungere lo fece sentire impotente e debole.
Le sue orecchie iniziarono a fischiare e tutto il suo corpo iniziò quasi a tremare, scosso da dei muti singhiozzi che si scontravano sulle sue labbra strette tra i denti.
Era colpa sua. Non era stato abbastanza forte ed aveva rovinato tutto.
Come poteva guardare ancora in faccia i suoi compagni dopo quello che era successo?
« Ehi», la mano di Iwaizumi si posò sulla sua testa facendolo sussultare, « Non fare l'idiota e cerca di fidarti ancora una volta della tua squadra», mormorò serio il suo migliore amico costringendolo ad alzare lo sguardo.
« Iwa-chan...», pigolò, liberando finalmente le lacrime che si stava sforzando di trattenere quando Hajime, abbandonando il suo solito broncio arrabbiato, gli sorrise con fare rassicurante affiancando il resto dell'Aoba Johsai ferma dinnanzi alla panchina.
Erano preoccupati, Tooru poteva leggerlo negli sguardi di tutti, ma nessuno dei suoi compagni sembrava sul punto di volerlo incolpare, anzi: gli stavano tutti rivolgendo quello stesso sorriso, caldo e tranquillizzante.
« R-ragazzi...», balbettò stupito.
« Fidati di noi capitano. Vinceremo e andremo in finale contro la Shiratorizawa», dichiarò Kindaichi, tentando di dare alla propria voce un tono sicuro nonostante la palese preoccupazione.
« Cosa che sarebbe inutile se ora tu iniziassi a fare l'idiota, sforzandoti nel tentativo di rientrare in campo», aggiunse Matsukawa con un piccolo ghigno, seguito da un basso grugnito da parte di Kyoutani, rimasto leggermente dietro il piccolo gruppo.
Volevano proteggerlo e incoraggiarlo, esattamente come lui aveva fatto tante volte con ognuno di loro.
In tutti quegli anni Ooikawa li aveva spinti ad andare avanti, aiutandoli a migliorarsi giorno dopo giorno. Era stato il primo a credere nelle loro capacità, tendendo loro la mano quando si scontravano con dei fallimenti che sembravano troppo grandi per degli adolescenti.
Era stato un capitano, un compagno di squadra ed un amico per tutti, e loro non l'avrebbero abbandonato.
" Nella pallavolo si è in sei a scendere in campo per un motivo. Con sei persone, i più forti diventano ancora più forti", erano state quelle le parole di Iwaizumi ad averlo incoraggiato fino a quel giorno, ed anche se tutto in quel momento sembrava pronto ad abbatterlo, Tooru si sentì di nuovo forte e carico di fiducia.
Perché non erano solo una squadra fantastica - la migliore che lui avesse mai potuto desiderare, si ripeté mentalmente -, erano anche i suoi amici... e si sarebbe fidato di loro come aveva sempre fatto, senza mai dubitare neanche per un momento delle loro capacità.
Si asciugò inutilmente le lacrime con l'avambraccio, sforzandosi al tempo stesso di sorridere nonostante il pulsante ed intenso dolore al ginocchio.
« Mi... mi fido di voi, ragazzi», rispose, permettendo poi agli assistenti del medico e ad Iwaizumi di sollevarlo e farlo distendere sulla barella. Si lamentò debolmente per quel piccolo spostamento, afferrando poi la maglietta del suo migliore amico come per impedirgli di tornare in campo.
« Ti prego, Iwa-chan... vincete...», mormorò serio, e Hajime in tutta risposta gli colpì la fronte con un leggero schiaffetto.
« Non preoccuparti, Stupikawa», dichiarò con un'espressione seria e risoluta, puntando poi lo sguardo verso il campo, dove i loro amici stavano già prendendo posizione, carichi e pronti a realizzare quell'ultimo punto decisivo, « Tutto ad un tratto... mi sento invincibile».



   
 
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