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Autore: MarsRose    17/02/2015    1 recensioni
Santana e Brittany si sono lasciate alle spalle i tormentati anni del liceo per fiondarsi nel mondo adulto.
Con questa fanfiction ho deciso di fare un salto nella loro quotidianità, per vedere a modo mio come hanno deciso di proseguire con la loro vita insieme.
Dal testo:
"-Sicura di stare bene?- la giovane posò delicatamente una mano sulla fronte di Brittany, accarezzandole poi una guancia. Odiava vedere la sua amata così sciupata, eppure cercava sempre di mantenere una parvenza di tranquillità per non allarmarla. Non era un bene nelle sue condizioni.
-Tranquilla Sannie, è solo la stanchezza…-
-Vedrai che tra poco sarà tutto finito e starai meglio.- muovendosi cautamente, Santana si accoccolò contro il corpo di sua moglie, prendendole le mani fredde tra le sue.
-Ammettilo, anche tu non vedi l’ora di conoscerla.-
-E’ solo che… non lo so, non mi sento molto pronta…-
-Da quando zia Snix ha paura?- provò a prenderla in giro la bionda, non riuscendo però a scioglierla completamente.
-Da quando sta per diventare madre.-"
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una lieve brezza smosse le tende color panna della stanza da letto, facendo rabbrividire la giovane Brittany Pierce. Nonostante fosse ormai arrivato marzo, il clima continuava a giocare brutti scherzi lì a Lima, costringendo la bionda a raggomitolarsi sotto le coperte.
-San? Mi porti un’altra coperta?- sporgendosi appena oltre il bordo dell’ampio letto matrimoniale, la ragazza gettò un’occhiata fuori dalla porta, dalla quale poteva scorgere l’ombra della moglie aggirarsi freneticamente per casa.
Nonostante fossero sposate da ormai cinque anni, ancora le faceva strano pensare a quel termine per definire la sua Santana. Non tanto per eventuali ripensamenti, piuttosto perché era sempre stata la sua migliore amica ed era arduo pensarla in modi diversi. Però l’amava, esattamente come il giorno in cui aveva capito di provare qualcosa per lei.
-Perché non chiudi la finestra se hai freddo?- stendendo la soffice coperta sul corpo della sua amata, la latina si accucciò sul letto. Un’espressione preoccupata apparve per qualche secondo sul volto di Santana, sostituita repentinamente da uno sguardo dolce.
-Non avevo voglia di alzarmi, ho ancora un po’ di nausea.-
-Sicura di stare bene?- la giovane posò delicatamente una mano sulla fronte di Brittany, accarezzandole poi una guancia. Odiava vedere la sua amata così sciupata, eppure cercava sempre di mantenere una parvenza di tranquillità per non allarmarla. Non era un bene nelle sue condizioni.
-Tranquilla Sannie, è solo la stanchezza…-
-Vedrai che tra poco sarà tutto finito e starai meglio.- muovendosi cautamente, Santana si accoccolò contro il corpo di sua moglie, prendendole le mani fredde tra le sue.
-Ammettilo, anche tu non vedi l’ora di conoscerla.-
-E’ solo che… non lo so, non mi sento molto pronta…-
-Da quando zia Snix ha paura?- provò a prenderla in giro la bionda, non riuscendo però a scioglierla completamente.
-Da quando sta per diventare madre.-
Il vento cessò quasi all’istante mentre il silenzio si dilatava fra le due ragazze. Ne avevano discusso per mesi, anni addirittura, eppure i dubbi della giovane Lopez continuavano ad affiorare. Sarebbe riuscita ad essere la madre perfetta? A sostenere la sua bambina, sempre e comunque?
C’era una sola cosa che riusciva a calmare i suoi dubbi e a donarle la tranquillità: il sorriso di Brittany. Lo stesso sorriso che ora era dipinto sul volto della giovane.
-Sarai la madre migliore del mondo, San. E’ poi, questa bimba è per metà tua, sono sicurissima che andrete d’accordo. In caso contrario, le regaleremo Lord Tubbington.-
-Perché vuoi regalare a nostra figlia il tuo vecchio gatto?-
-Perché è capace di farsi odiare quando vuole, quindi nostra figlia dovrà amarti per forza dopo averlo conosciuto.-
La latina sorrise, allungandosi per dare un fugace bacio alla bionda. Erano proprio quell’innocenza e spensieratezza che l’avevano fatta innamorare. Nel corso degli anni, specialmente quelli del liceo, molti l’avevano scambiata per stupidità… sciocchi. Per Santana, Brittany era decisamente la persona più intelligente che conoscesse e non solo da un punto di vista matematico.
-Ti amo, Brittany Pierce-Lopez.-
-Ti amo anche io, Santana Perce-Lopez.-
-Sai cosa mi ricorda tutto questo?-
-Cosa?-
Brittany rivolse lo sguardo al soffitto lasciando la frase in sospeso. Nella sua mente si affollavano una valanga di ricordi, tutti contenenti lei, la sua Sannie. Perché, nonostante tutto, loro c’erano sempre state l’una per l’altra, nel bene e nel male.
-Stavo ripensando ai preparativi per il nostro matrimonio. Sai, ad abuela e ai cioccolatini al cocco. E alle numerose idee che avevo… continuo a pensare che, come tema, avrei dovuto costringere Artie a scegliere le forbici.-
Una risata cristallina proruppe dalle labbra scure di Santana, rompendo quel velo superficiale di tensione che ancora le avvolgeva come una coperta. Erano quasi nove mesi che le due non si cimentavano in una delle sforbiciate che le aveva rese così famose ai tempi del liceo, iniziavano a mancarle.
-Sai cosa? Fra qualche settimana faremo tutte le sforbiciate che vuoi.- Santana si mise nuovamente in ginocchio, curvandosi poi verso la moglie per un lungo bacio. Avevano ormai superato la fase in cui, anche se dicevano di non curarsene, si sfioravano appena per via degli sguardi altrui. Succhiando lievemente il labbro inferiore di Brittany, la latina si voltò verso il pancione che nascondeva la loro bambina e gli puntò contro un dito, fingendosi minacciosa.
-Sbrigati piccola Pierce-Lopez, mamma è in astinenza da sesso fra donne.-
°°°
-Un’altra piccola spinta signorina Pierce, ci siamo quasi.-
-Lei è la signora Pierce-Lopez, per te.- Santana rivolse uno sguardo truce alla ginecologa, stringendo con maggior vigore la mano della moglie.
Sudata e stremata dopo le interminabili ore di travaglio, Brittany reclinò il capo contraendo ancora una volta tutti i muscoli. Possibile che ci volesse così tanto tempo per far uscire una bambina da una vagina?!
-Okay, questa sarà per davvero l’ultima, è quasi tutta fuori.-
Soffocando un gemito di dolore, Brittany si aggrappò alla mano di Santana come ad un’ancora mentre la stanza veniva riempita dai primi vagiti di una bambina.
-Congratulazioni per la vostra splendida bambina, signore.- appoggiando il piccolo fagottino sporco di sangue sul petto della bionda, la dottoressa rivolse un luminoso sorriso alle due neomamme.
-La nostra piccola Valerie…- con gli occhi velati di lacrime, Santana si avvicinò a quel fagottino appoggiato sul seno di sua moglie. Come poteva essere così bella una cosa che aveva procurato così tanto dolore all’amore della sua vita?
-E’ bellissima San, proprio come te.-
Stringendo gli occhi per trattenere la commozione, la latina premette le sue labbra su quelle della moglie, mentre le ostetriche portavano via la loro bimba per pulirla. Per oltre nove mesi si era chiesta se sarebbe stata una brava madre, se sarebbe riuscita a superare tutti i pregiudizi delle persone che le avrebbero incontrate per strada e se la sua bambina sarebbe stata orgogliosa di lei.
E ora, mentre la sua Brittany tornava in camera preparandosi ad allattare per la prima volta la figlia, aveva capito che, sì, ce l’avrebbe fatta. Accanto a quella donna ogni cosa le appariva più semplice, realizzabile.
-Santana?-
Una voce familiare la fece voltare di scatto: in piedi in mezzo al corridoio vi era una donna che appariva quasi affannata, i corti capelli biondo platino leggermente scarmigliati, ma il volto sereno.
-Quinn Fabray?-
-Lo dici come se ne fossi sorpresa!-
-Beh, non ti aspettavo minimamente.- raggiungendo l’amica in pochi passi, le due si strinsero in un lungo abbraccio.
-Secondo te rinunciavo ad un’anteprima della mia sostituta? Portami da loro.-
-Sostituta?- voltandosi, Santana richiamò alla memoria il numero di stanza in cui le avevano detto che Brittany sarebbe stata trasferita, incamminandosi con Quinn al seguito.
-Mi pare ovvio, San, che vostra figlia sarà il nuovo membro della triade… la Dannata Trinità.-
-Quinn, potrai anche andare a vivere dall’altra parte del mondo, rimarrai sempre tu la nostra terza stronza.-
Spingendo la porta della stanza 26, Santana infilò piano la testa nell’uscio, osservando la moglie che allattava quel fagottino.
-Britt? Indovina chi è venuta a trovarti…-
-Manda via chiunque sia, ho deciso che riceverò visite solo da Lord Tubbington.-
-Non vuoi nemmeno la tua vecchia amica?- Quinn varcò la soglia subito dopo Santana, dirigendosi con passo quasi felpato, raggiungendo il letto dove si trovava la bionda.
-Direi che per te posso fare un’eccezione! Come lo sapevi già? Non ho nemmeno aggiornato il mio profilo di Facebook.-
-Certe cose un’amica le sa, Britt-Britt. E poi, Sannie mi ha mandato un messaggio appena ti si sono rotte le acque.-
Un flebile pianto riportò l’attenzione delle tre donne verso quell’involucro di coperte che giaceva sul petto di Brittany.
-Sembra che la nostra piccola Valerie sia sveglia!- quasi come se avesse capito che si stava parlando di lei, la piccola iniziò ad agitare i minuscoli pugni nell’aria, scoprendo una già folta chioma di capelli scuri… certo, per quanto era possibile ad una neonata.
-Perché proprio Valerie?- Quinn si avvicinò, dando un buffetto affettuoso alla bimba.
-Perché amo il modo in cui Santana interpreta quella canzone… dopo la centesima lezione del Glee, quando me l’ha dedicata, l’ho sempre vista un po’ come la nostra canzone. 
   
 
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