Rumori, fastidiosi, ODIOSI RUMORI. Mi svegliai più incazzata che mai, NESSUNO DOVEVA INTERFERIRE CON IL MIO SONNO, E KATHERINE LO SAPEVA. Ma questi non erano rumori che avrebbe potuto fare Katherine, mi alzai dal letto e guardai l'ora erano le tre del pomeriggio avevo dormito quasi dodici ore abbondanti eppure mi sentivo ancora stanca. Andai alla finestra e inizialmente stentavo a crederci, un trasloco di massa? Da dove veniva tutta questa gente? Gente, i miei occhi vedevano solo ragazzi, su ragazzi senza maglia, che portavano dentro enormi scatoloni e mobili come se niente fosse. Mi brontolò lo stomaco << L'ora di pranzo è passata da un pezzo, ma posso sempre fare uno spuntino >> Non stavo parlando da sola, stavo parlando al mio stomaco. Mi infilai un maglione che mi arrivava a metà coscia,il meteo diceva che sarebbe stata una giornata fredda, e scesi in cucina. Misi il bollitore sul gas e iniziai a cercare qualcosa da mangiare e poi eccoli << Biscotti al cioccolato, come mi siete mancati. >> Aprii la busta e iniziai a mangiarli quando qualcuno bussò alla porta, ingoiai e mi pulii le briciole dal viso e andai ad aprire con tutta la busta in mano << Katherine, andiamo dovresti ricordare dove mettiamo le chiavi quando... >> Ero convinta fosse lei, quando poi davanti mi ritrovai uno di quei ragazzi mi bloccai ddi scatto << Posso aiutarti? >> gli chiesi, visto che non mi passava altro per la testa << Per caso lei ha un gatto? >> Disse mentre mi squadrava dalla testa ai piedi, avevo i capelli arruffati un maglione assurdamente lungo e largo e dovevo sembrare ridicola. << Si, perchè? >> tirò un sospiro di sollievo << Oh, grazie a Dio, avevo chiesto alle altre case e poi i signori a fianco mi hanno detto di provare qui. >> << Si, ma perchè? Che succede a Cassy? >> << E' bloccato.. >> << Bloccata>> lo corressi << E' bloccata sulle tubature della cantine del mio amico che sta nella casa alla sua sinistra, abbiamo provato a farla scendere ma non ne vuole sapere. >> << Arrivo subito mi dia due minuti, okay? >> << Okay >> Salii i corsa in camera << pantaloni, mi servono dei pantaloni. >> Aprii l'armadio e presi un paio di jeans a caso mi infilaii un paio di scarpe comode, lavai la faccia i denti e mi pettinai i capelli. Scesi di sotto e il ragazzo stava ancora aspettando quando sentii fischiare << Cazzo, il bollitore.>> Andai in cucina e spensi il gas, e tornai dal ragazzo che mi allungò la mano << Non ci siamo ancora presentati, io sono Micheal. >> << Elena, piacere mio >> e mi strinse la mano, c'era qualcosa di strano. Mi condusse nella casa del suo amico. Giuro, mai visto così tanti ragazzi senza maglia in un solo posto in vita mia scendemmo nella cantina e sentii la mia piccola Cassy che piangeva corsii verso il suono del suo pianto << Tesoro, come ci sei arrivata li sopra? >> << Ti vado a prendere una scala >> C'era della legna impilata avrei usato quella non avevo tempo per aspettarlo. Una volta arrivata in cima mi si buttò praticamente addosso, la tenni stretta e quando Micheal tornò e vide che avevo Cassy in braccio << Come diavolo hai fatto? >> << Io? Non ho fatto niente,è scesa da sola, aveva solo bisogno di sentire una voce familiare, non è vero tesoro? >> E mi strofinò il muso sulla guancia << Vado a posare la scala >> e si dileguò << Quindi ha fatto tutto da sola? >> Non era la voce di Micheal, era di un altra persona sulla soglia della cantina << Certo. >> Era una figura imponente e mi allungò una mano << Sono Frank, il padrone di casa >> << Elena, mi dispiace per Cassy, di solito non fa così >> E gli soffiò contro << E neanche così>> << Non fa niente sopravvivrò al soffio di un gatto, vieni ti accompagno fuori. >> << Grazie, questa casa è davvero enorme >> Mentre risalivamo ebbi tempo di guardarlo meglio aveva i capelli castano chiaro tendenti al biondo e gli occhi azzurri, un fisico da divinità, e una bocca tutta da mordere, eravamo nel salotto quando mi fermai << Adesso ho capito il motivo del trasloco di massa, dove c'è l'Alfa deve esserci il resto del branco. >> << Molto perspicace Elena, e non è un trasloco di massa ci sono solo io e due dei miei in questo quartiere gli altri sono sparpagliati per la città, il resto di loro qui per aiutare. >> << Questa mi mancava, bhe, benvenuti nel quartiere. >> Ora dovevo solo uscire da quella casa, o il testosterone mi avrebbe stesa << Ora devo andare, alla prossima >> Sperando fosse il più tardi possibile, anche se non credo fosse facile poter evitare il proprio vicino di casa. << Alla prossima Elena. >> Una volta messo piede sulla mia proprietà vidi che Kat stava parcheggiando, misi a terra Cassy e le andai incontro << Se inspiri abbastanza a fondo puoi sentire tutto il testosterone che c'è nell'aria >> Eravamo ferme ad ammirare quel ben di Dio, che ci passava davanti agli occhi << Inspira ancora un po e vediamo se riesci a sentire altro. >> Le dissi, fece un respiro profondo e << Non ci credo, non è possibile. >> A quanto pare non era stata l'unica ad accorgersene iniziavano ad arrivare sguardi minacciosi e un Micheal non troppo felice << Micheal, cosa posso fare per te? >> << Lei, via. >> Disse puntando il dito contro Kat, che stava per ribattere quando le feci cenno di non parlare << Micheal, non ti hanno insegnato che è maleduczione indicare le persone? E poi lei è qui da molto molto prima di voi. >> Stava per ribattere quand gli strinsi la mano come poco fa, solo che stavolta gli ruppi il polso, gli feci allungai il braccio e gli misi l'altra mano dietro al collo mentre lui guardava a terra << Torcetele un solo capello e vi spacco la faccia, lupi o non lupi mannari. >> Lo lasciai andare, al corso d'addestramento ti preparavano a tutto. Anche se lui avrebbe potuto uccidermi in pochi secondi, e se ne andò gli sguardi minacciosi svanirono insieme a lui << Avrebbe potuto spezzarti il collo, te ne rendi conto?! E da dove hai preso tutta quella forza? >> << Dai biscotti al cioccolato, mi sembra ovvio. >> le dissi ridendo. Entrammo in casa e finalmente potei bere il mio thè ai frutti di bosco e mangiare i miei biscotti. << Davvero, dove hai preso tutta quella forza? >> << Davvero, non ne ho idea >> Le dissi mentre mangiavo un biscotto << Non devo preoccuparmi vero? >> << No, devi stare tranquilla e ora me ne torno a dormire >> << Ma se ti sei svegliata venti minuti fà... >> << Il letto chiama, e io rispondo, sai come funziona >> Le dissi mentre salivo di sopra, mi rinfilai sotto le coperte e mi riaddormentai. Quando iniziai a sentire urla di bambini che correvano ovunque, << Non può essere possibile >> dissi al cuscino, mi tolsi le coperte e andai alla finestra. Iniziai a ridere e Kat aprì la porta <