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Autore: HiDear    18/02/2015    0 recensioni
Una mortale che da la caccia agli immortali, sembra una barzelletta vero? Non sono una di quei fanatici che credono che siano abomini o roba del genere io vengo profumatamente pagata per catturarli e riportarli ai loro legittimi proprietari che sono gli angeli, ma credete che gli angeli siano la cima? Vi sbagliate, sopra di loro ci sono gli arcangeli, io ne conoscevo uno e ne ero anche innamorata, che gran cogliona vero? Quando arriverà un branco di lupi mannari in città le cose non miglioreranno, visto che l'Alfa abitava proprio nella casa affianco alla mia. Gira sempre tutto intorno al potere.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo entrando al The City, uno dei locali più in voga della città, perchè diamine un vampiro fuggitivo sarebbe dovuto andare in un locale? Che fastidio, e il fatto che stessi congelando e avessi i tacchi aumentava il mio odio per lui. Non potevo mica andare al The City in tuta, e poi conoscevo la fama di quel vampiro, ci voleva il giusto abbigliamento. O meglio pantaloncini in pelle e una di quelle camicette semi trasparenti con un reggiseno nero, una borsetta nera, gli occhi inghiottiti dall eyeliner,una fluente coda di cavallo rossa e per concludere un giubotto che era più lungo dei miei pantaloni. << Micheal, mio caro. Da quanto tempo >> Dissi abbracciando il buttafuori in realtà non avevo idea di chi fosse mi serviva solo una scusa per avvicinarmi e potergli sussurrare << Sono dell'Agenzia, e non fingere di non sapere cosa sia, quindi ora lasciami entrare senza fare troppe storie. >> Quando sciolsi l'abbraccio per un momento sembrò pensarci ma poi mi lasciò entrare senza troppe esitazioni << E' un piacere rivederti da queste parti. >> << Lo so. >> Mentre entravo sentivo le voci di protesta delle persone che aspettavano lì fuori da un pezzo, quando entrai consegnai il cappotto ad una ragazza che lo andò a sistemare. Mi inoltrai nel locale, musica a palla, ghiaccio secco per il fumo, luci strobo; ma ora dovevo concentrarmi quel vampiro non si sarebbe catturato da solo andai al bar e mi sedetti su uno degli sgabelli ed ordinai un martini, presi il bicchiere e mi girai a guardare il locale per capire dove si fosse andato a ficcare. Vediamo, non era sulla pista, non era al bar, oddio eccolo lì, seduto accerchiato dalle sue,come definirle, oche giulive? Si oche giulive andava bene. Guardatelo 52 anni di servizio e già si dava delle arie, a che età era stato trasformato 30 anni? Mandai giù il Martini e accavallai le gambe poggiai il bicchiere sul bancone ed eccolo che mi guardava. SBAM. Avevo la sua attenzione, sorrisi, lui mi fece l'occhiolino e poi venne dritto verso di me << Come mai una delle ragazze più belle del locale è sola? >> << Bhe, ora ci sei tu a farmi compagnia, non sono più tanto sola. >> << Hai perfettamente ragione zuccherino,che ne dici di ballare? >> << Perchè non mi offri qualcosa da bere? Lo zuccherino ha bisogno di energie per ballare >> Dissi mentre mi guardavo le unghie << Va bene zuccherino. Cosa prendi? >> << Quello che prendi tu >> Girai lo sgabello verso di lui mentre la cameriera ci serviva due Scoth, aprii la borsetta e presi le pillole, dovevo riconsegnarlo vivo quindi non potevo andarci pesante con tutto il mio arsenale.Una delle sue oche giulive venne a protestare perchè le aveva abbandonate e io ne approfittati per mettere le tre pillole nel suo bicchiere. << Tornerò a breve zuccherino tu va a sederti, ordinate un altro giro, che ne dici? >> La ragazza tornò al suo posto tutta allegra mentre ordinava un altro giro, << Così mi deludi, pensavo di essere io il tuo zuccherino. >> E mandai giù quello che avevo nel bicchiere << Mi dispiace zuccherino, non posso farci niente >> e buttò giù il suo bicchiere, finalmente. Le pillole non reagivano istantaneamente ci volevano circa 2 o 3 minuti il tempo che mi serviva per portarlo sul retro. << Adesso però mi devi un ballo zuccherino >> non avevo tempo per ballare << Ovviamente >> Mi portò in un angolo della pista e iniziammo a ballare, premetti la schiena contro una delle porte di emergenza che portavano sul retro e lo guardai lui mi seguì come un cagnolino, c'erano anche altre coppie nel corridoio che portava fuori, meglio sbrigarsi ad uscire. Quando fummo fuori provo a baciarmi, e come ricompensa ebbe un calcio dove non batte il sole e si cadde a terra in ginocchio << Puttana >> provò a rialzarsi ma senza grandi risultati << C-ch-che mi sta succedendo? >> << Niente,zuccherino, ti stai solo parlizzando. >> Lo stupore e il terrore comparvero sul suo viso << Temporaneamente, ovviamente. Il tempo di farti tornare a casa.>> Presi il telefono dalla borsa e feci partire la chiamata << Ce l'ho, dov'è la macchina? Bene ci vediamo tra poco. >> Quando mi rigirai a guardarlo era sdraiato a terra << Tu non ti muovere, io torno tra poco. >> dissi ridendo. La macchina era fuori il vicolo del locale, la presi e la portai nel vicolo, caricai il mio zuccherino nel porta bagagli e partii per l'aeroporto. Dopo 2 ore di macchina ero arrivata, avevo precisi ordini, avrei dovuto portarlo fin dentro l'aereo. Spensi la macchina e scesi quando aprii il bagagliaio fui lieta di vedere che il mio zuccherino dava ancora segni di vita, gli misi le manette e poi iniziai a svegliarlo << Forza zuccherino è ora di svegliarsi. E onestamente non capisco come mai tu sia scappato via, l'Australia è un così bel posto, c'è il sole, i canguri. >> Stava iniziando a svegliarsi << E i koala, come puoi non voler vivere in un posto dove ci sono i koala? >> Mi accesi una sigaretta e gli soffiai in faccia il fumo, lui aprì gli occhi e iniziò a tossire << Bentornato dal mondo dei sogni zuccherino >> Gli dissi sorridendo mentre facevo un altro tiro << Ti odio, sei solo una grandissima pu.. >> << Pensaci bene prima di finire la frase zuccherino >> << UNA GRANDISSIMA PUTTANA! >> Sorrisi, feci un altro tiro e poi gli spensi la sigaretta sul collo e lui urlò dal dolore << Te lo avevo detto di pensarci bene. E ora muovi quel tuo culo pallido e cammina vorrei essere a casa prima che faccia giorno. >> Una volta che si alzò e iniziò a camminare andammo verso l'aereo e mi accesi un'altra sigaretta e quando arrivammo all aereo glie la spensi sul polso e lui lanciò un urlo di dolore; lo misi nella bara e la chiusi c'erano almeno 12 uomini a bordo per tenerlo sotto controllo << Buon viaggio ragazzi. >> Quando scesi dall aereo uno di quegli uomini mi stava aspettando << Ottimo lavoro, il pagamento è già stato versato sul suo conto >> Gli risposi mentre mi deforcinavo la testa << Il signor Harney è stato generoso anche stavolta? Apriresti la mano per favore? >> Per un momento rimase stupito dalla mia domanda ma poi mi porse la mano e io glie la riempii di forcine << Sì, è il minimo, non è il primo dei suoi che riacciuffi. >> Mi tolsi la parrucca, finalmente e mi passai le mani tra i capelli bianchi << I tuoi travestimenti migliorano sempre di più >> << Grazie Jace >> e mi ridiede le forcine << Il signor Harney ti aveva chiesto di riportarlo senza alcun danno. >> << Gli avevo detto di pensarci bene prima di finire la frase, avanti Jace, insegnagli un po di educazione. >> << Con molto piacere. >> Tornai alla macchina e misi la parrucca sul lato del passeggero, altre due ore di viaggio. Una volta arrivata lasciai la macchina fuori al vicolo del The City e mi feci riportare a casa da un taxi. Una volta arrivata andai in cucina e mi versai un bicchiere d'acqua guardai l'orologio appeso al muro << Sai, forse dovrei ritirare il tuo invito ad entrare. >> << COME FAI A SENTIRMI OGNI VOLTA?! >> << Sai, non mi pagano per dare la caccia a dei coniglietti. E ora va via >> Dissi ridendo  e sparì a velocità vampiro. << Scusaci, sarebbe dovuto andare via molto prima. >> Ecco la mia inquilina, Katherine, era di origini indiane, frangetta dritta capelli lunghi, magra come una modella o meglio era una modella quindi era normale e aveva circa 270 anni. << Tranquilla, dimmi solo una cosa. >> << Cosa?>> << Che mi hai preparato la cena >> E un attimo dopo fù vicino al forno << Oddio, ma è ovvio, non dovresti neanche chiederlo. >> Mi tolsi i tacchi e mi sedetti su una sedia e dopo venti secondi mi ritrovai davanti un'insalata di pollo << Grazie >> << Niente >> mi diede un bacio sulla testa << Sono le tre del mattino, quando finisci voglio che tu vada dritta a letto. >> << Non avevo altri piani, tranquilla. >> E si dileguò, una volta finita la mia insalata di pollo salii in camera mia e andai in bagno per togliermi tutto quel trucco dalla faccia -mi sembrò un'impresa epica riuscirci, Dio, mi meritavo una medaglia.- Mi pettinaii i capelli le parrucche me li rovinavano sempre, erano bianchi come il latte. Ovviamente non erano sempre stati così, prima li avevo di un bellissima castano scuro con dei riflessi rossi da fare invidia al mondo era iniziato qualche tempo fà, erano pochi ed ero convinta fossero per lo stress, chi non lo penserebbe a ventisei anni? Poi ne diventarono sempre di più e dovetti andare a tingerli di bianco e da quel momento hanno continuato a crescere così.... Avevo gli occhi gonfi e rossi il che faceva risaltare ancora di più il loro colore, avevo gli occhi di un grigio molto intenso che si schiariva vicino la pupilla,non potevo nascere normale? Bha. Mi spogliai buttai tutto per terra, non avevo voglia di sistemare niente per il momento, mi buttai sotto le coperte e poi mi addormentai. 
Rumori, fastidiosi, ODIOSI RUMORI. Mi svegliai più incazzata che mai, NESSUNO DOVEVA INTERFERIRE CON IL MIO SONNO, E KATHERINE LO SAPEVA. Ma questi non erano rumori che avrebbe potuto fare Katherine, mi alzai dal letto e guardai l'ora erano le tre del pomeriggio avevo dormito quasi dodici ore abbondanti eppure mi sentivo ancora stanca. Andai alla finestra e inizialmente stentavo a crederci, un trasloco di massa? Da dove veniva tutta questa gente? Gente, i miei occhi vedevano solo ragazzi, su ragazzi senza maglia, che portavano dentro enormi scatoloni e mobili come se niente fosse. Mi brontolò lo stomaco << L'ora di pranzo è passata da un pezzo, ma posso sempre fare uno spuntino >> Non stavo parlando da sola, stavo parlando al mio stomaco. Mi infilai un maglione che mi arrivava a metà coscia,il meteo diceva che sarebbe stata una giornata fredda, e scesi in cucina. Misi il bollitore sul gas e iniziai a cercare qualcosa da mangiare e poi eccoli << Biscotti al cioccolato, come mi siete mancati. >> Aprii la busta e iniziai a mangiarli quando qualcuno bussò alla porta, ingoiai e mi pulii le briciole dal viso e andai ad aprire con tutta la busta in mano << Katherine, andiamo dovresti ricordare dove mettiamo le chiavi quando... >> Ero convinta fosse lei, quando poi davanti mi ritrovai uno di quei ragazzi mi bloccai ddi scatto << Posso aiutarti? >> gli chiesi, visto che non mi passava altro per la testa << Per caso lei ha un gatto? >> Disse mentre mi squadrava dalla testa ai piedi, avevo i capelli arruffati un maglione assurdamente lungo e largo e dovevo sembrare ridicola. << Si, perchè? >> tirò un sospiro di sollievo << Oh, grazie a Dio, avevo chiesto alle altre case e poi i signori a fianco mi hanno detto di provare qui. >> << Si, ma perchè? Che succede a Cassy? >> << E' bloccato.. >> << Bloccata>> lo corressi << E' bloccata sulle tubature della cantine del mio amico che sta nella casa alla sua sinistra, abbiamo provato a farla scendere ma non ne vuole sapere. >> << Arrivo subito mi dia due minuti, okay? >> << Okay >> Salii i corsa in camera << pantaloni, mi servono dei pantaloni. >> Aprii l'armadio e presi un paio di jeans a caso mi infilaii un paio di scarpe comode, lavai la faccia i denti e mi pettinai i capelli. Scesi di sotto e il ragazzo stava ancora aspettando quando sentii fischiare << Cazzo, il bollitore.>> Andai in cucina e spensi il gas, e tornai dal ragazzo che mi allungò la mano << Non ci siamo ancora presentati, io sono Micheal. >> << Elena, piacere mio >> e mi strinse la mano, c'era qualcosa di strano. Mi condusse nella casa del suo amico. Giuro, mai visto così tanti ragazzi senza maglia in un solo posto in vita mia scendemmo nella cantina e sentii la mia piccola Cassy che piangeva corsii verso il suono del suo pianto << Tesoro, come ci sei arrivata li sopra? >> << Ti vado a prendere una scala >>  C'era della legna impilata avrei usato quella non avevo tempo per aspettarlo. Una volta arrivata in cima mi si buttò praticamente addosso, la tenni stretta e quando Micheal tornò e vide che avevo Cassy in braccio << Come diavolo hai fatto? >> << Io? Non ho fatto niente,è scesa da sola, aveva solo bisogno di sentire una voce familiare, non è vero tesoro? >> E mi strofinò il muso sulla guancia << Vado a posare la scala >> e si dileguò << Quindi ha fatto tutto da sola? >> Non era la voce di Micheal, era di un altra persona sulla soglia della cantina << Certo. >> Era una figura imponente e mi allungò una mano << Sono Frank, il padrone di casa >> << Elena, mi dispiace per Cassy, di solito non fa così >> E gli soffiò contro << E neanche così>> << Non fa niente sopravvivrò al soffio di un gatto, vieni ti accompagno fuori. >> << Grazie, questa casa è davvero enorme >> Mentre risalivamo ebbi tempo di guardarlo meglio aveva i capelli castano chiaro tendenti al biondo e gli occhi azzurri, un fisico da divinità, e una bocca tutta da mordere, eravamo nel salotto quando mi fermai << Adesso ho capito il motivo del trasloco di massa, dove c'è l'Alfa deve esserci il resto del branco. >> << Molto perspicace Elena, e non è un trasloco di massa ci sono solo io e due dei miei in questo quartiere gli altri sono sparpagliati per la città, il resto di loro  qui per aiutare. >> << Questa mi mancava, bhe, benvenuti nel quartiere. >> Ora dovevo solo uscire da quella casa, o il testosterone mi avrebbe stesa << Ora devo andare, alla prossima >>  Sperando fosse il più tardi possibile, anche se non credo fosse facile poter evitare il proprio vicino di casa. << Alla prossima Elena. >> Una volta messo piede sulla mia proprietà vidi che Kat stava parcheggiando, misi a terra Cassy e le andai incontro << Se inspiri abbastanza a fondo puoi sentire tutto il testosterone che c'è nell'aria >> Eravamo ferme ad ammirare quel ben di Dio, che ci passava davanti agli occhi << Inspira ancora un po e vediamo se riesci a sentire altro. >>  Le dissi, fece un respiro profondo e << Non ci credo, non è possibile. >> A quanto pare non era stata l'unica ad accorgersene iniziavano ad arrivare sguardi minacciosi e un Micheal non troppo felice << Micheal, cosa posso fare per te? >> << Lei, via. >> Disse puntando il dito contro Kat, che stava per ribattere quando le feci cenno di non parlare << Micheal, non ti hanno insegnato che è maleduczione indicare le persone? E poi lei è qui da molto molto prima di voi. >> Stava per ribattere quand gli strinsi la mano come poco fa, solo che stavolta gli ruppi il polso, gli feci allungai il braccio e gli misi l'altra mano dietro al collo mentre lui guardava a terra << Torcetele un solo capello e vi spacco la faccia, lupi o non lupi mannari. >> Lo lasciai andare, al corso d'addestramento ti preparavano a tutto. Anche se lui avrebbe potuto uccidermi in pochi secondi, e se ne andò gli sguardi minacciosi svanirono insieme a lui << Avrebbe potuto spezzarti il collo, te ne rendi conto?! E da dove hai preso tutta quella forza? >> << Dai biscotti al cioccolato, mi sembra ovvio. >> le dissi ridendo. Entrammo in casa e finalmente potei bere il mio thè ai frutti di bosco e mangiare i miei biscotti. << Davvero, dove hai preso tutta quella forza? >> << Davvero, non ne ho idea >> Le dissi mentre mangiavo un biscotto << Non devo preoccuparmi vero? >> << No, devi stare tranquilla e ora me ne torno a dormire >> << Ma se ti sei svegliata venti minuti fà... >> << Il letto chiama, e io rispondo, sai come funziona >> Le dissi mentre salivo di sopra, mi rinfilai sotto le coperte e mi riaddormentai. Quando iniziai a sentire urla di bambini che correvano ovunque, << Non può essere possibile >> dissi al cuscino, mi tolsi le coperte e andai alla finestra. Iniziai a ridere e Kat aprì la porta <> << Lupi mannari che danno una festa di quartiere, riesci a crederci? >> iniziò a riedere << Hai ragione, è divertente. >> Guardai per strada, gente che parlava tranquillamente, bambini che si inseguivano e Frank che mi guardava, poi mi fece cenno di scendere in strada e come risposta io chiusi le tende. Feci una doccia, ne avevo bisogno, misi un paio di jeans scuri con dei buchi sulle ginocchia, non chiedetemi come ci siano arrivati nel mio armadio. Una maglia a lunghe maniche grigia e un paio di scarpe nere. Mi truccai anche, niente di complicato, eyeliner, mascara, correttore e cipria. E mi precipitai giù << Kat,vuoi che dica che stai male? >> << E perchè mai? Niente mi impedirà di divertirmi. >> Ora si che si ragionava. Andammo in strada e subito Kat venne accerchiata dalle signore del quartiere << Cosa mi nascondi Elena? Non sei una comune mortale, o sbaglio? >> Il signor Stevens mi stava passando un hot dog << Più mortale di così non si può, credimi. >> Addentai l'hot dog << E allora come hai spezzato il polso ad uni dei miei? >> << è stato un gran maleducato, se lo è meritato. >> << Probabilmente hai ragione, ma evita di spezzare i polsi a tutti, va bene? >> << Ci proverò >> Gli dissi sorridendo. << Hai già finito il trasloco da quello che vedo, veloci. >> << Il lavoro di squadra da i suoi frutti, se ci si impegna, e tu ti impegni? >> << Io lavoro da sola, sono io la mia squadra. >> Iniziammo a camminare << Gli amici possono sempre servivre, non credi? >> << Non ho detto di non avere amici >> Gli dissi ridendo << Giusto, perdonami >> << Dovrai guadagnarlo il tuo perdono >> Dissi ridendo << Credi che una mela caramellata possa bastare? >> << Si,credo di si >> Dopo circa due minuti stavo mangiando una mela caramellata << Quanti anni hai? >> Ero curiosa, i lupi mannari invecchiano bene, anche troppo << E tu quanti ne hai? >> mi chiese lui << Non si chiede mai l'età ad una signora, dovresti saperlo >> Dissi ridendo << Ho ventisei anni >> << Sei così giovane. >> << Grazie, nonnino, quanto hai 90/120 anni? >> << Ne ho 127, ragazzina >> << Li porti bene >> Ed iniziò a tirare un vento bestiale, i bicchieri volavano via con le carte << Festa finita. >> Ci alzammo e Kat stava già dando istruzioni per smontare tutto e diceva anche alle persone come proteggersi se il vento non si calmava << Tu >> Disse indicando Frank << Aiuta gli altri a portare i tavoli e il resto nel garage del signor Stevens >> << Tu >> stavolta riferendosi a me << Corri in casa, per favore >> << Sai che non lo farò >> Dissi stiracchiandomi << Ci ho provato, allora i bambini alcuni di loro sono a casa della signora Chstrel, riportali alle loro case, forza corri. >> Andai a casa della signora Chstrel una donna di origini danesi e un vestito a fiori c'erano tre bambini, quando mi fui assicurata di averli coperti al meglio e aver dato alla signora Chstrel le istruzioni per proteggersi dal vento andai via con i bambini, abitavano ai poli opposti del quartiere uno qua uno là, ci avrei messo una vita << Bambini, che ne dite di correre tutti a casa adesso? >> iniziai dal più piccolo, poi passai agli altri due che erano fratelli ringraziando Dio. Quando tornai di nuovo in strada, dopo averli lasciati alle loro case, era completamente deserta tutti erano in casa, bene. Il cielo iniziò a scurirsi e il vento a soffiare ancora più forte,sembra che potesse quasi spostarmi, riuscivo a stento a muovermi quando delle braccia mi afferrarono e mi ritrovai dentro casa << Oh grazie a Dio, sei qui, mi hai fatta preoccupare >> Disse Kat, mentre mi stringeva << Un pò di vento non mi avrebbe uccisa >> << Ma sei umana, la sua preoccupazione è giustificata >> mi girai verso Frank che era qualche passo dietro di me << Grazie per avermela riportata >> Disse Kat << Ero indeciso sai, volevo portarla da me, magari la prossima volta. >> << Certo, la prossima volta >> dissi ridendo, e andò via. Era il 27 di ottobre era normale che ci fosse quel tempo, ma era troppo strano e quando pensavo che fosse il massimo un tuono squarciò il cielo e io lanciai un urlo << Va tutto bene, è solo un tuono, non può farti niente >> Avevo paura dei tuoni, mi terrorizzavano a morte << Non è niente, va tutto bene >> Kat iniziò ad accarezzarmi i capelli mentre ero in ginocchio con le mani sopra la testa, poi passò, mi ripresi quel tanto che bastava per non sembrare una bambina << Dov'è Cassy? >> Chiesi << Sul divano >> Bene, una preoccupazione in meno, << Credo che andrò a letto a guardare la tv >> << Già >> Disse Kat arricciando il naso, salii in camera mia e sistemai il letto e accesi la tv mandavano in onda qualcosa riguardo agli abiti da sposa. E poi mi misi sotto le coperte, dove eo sicura che niente avrebbe potuto farmi del male, Dio 26 anni e sembravo una bambina. Kat stava iniziando mettere la casa in sicurezza, era più portata e forte per queste cose. Continuai a guardare la tv finchè Kat non mi raggiunse e poi iniziammo a commentare insieme le varie scelte della sposa. << Gram mi ha chiesto di sposarlo >>
  
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